My back pages - Sito su Bob Dylan

Parla Dylan

"Attraverso le mie canzoni, se sa dove guardare, il prossimo può capire tutto di me. Può giustapporle a certi miei altri brani, e avere così un quadro preciso." (New York, 1990)

"Per essere un poeta, non è necessario scrivere. Ci sono poeti che lavorano nelle stazioni di servizio... Non mi definisco un poeta, perchè non amo quella parola. Sono un artista del trapezio..." (Los Angeles, 1965)

"Del mito non mi importa nulla, perchè col mito non si può combinare nulla. Il mito non può comporre canzoni... È lo spirito che sta dietro al mito che crea l'arte. Per me il mito non esiste, ma so che potrebbe esistere per altre persone. Per conto mio, preferisco sorvolare, andare oltre il mito." (New York, 1977)

"La fama è una maledizione. C'è molta verità in questa affermazione."

"Di solito ci si innamora del corpo di una persona, che è tutto ciò che si conosce, o magari del modo in cui questo corpo è abbigliato - insomma degli assi che ha la possibilità di giocare... In pratica, finisce che ci si innamora di tutto, tranne che dell'intima essenza di una persona, che invece sarebbe necessario conoscere a fondo se si vuole poi essere felici insieme." (1978)

"Cristo non è una religione... Egli è la Via, la Verità e la Vita... La religione non è che un altro vincolo creato dall'uomo per equipararsi a Dio." (Tucson, 1979)

"Molti affermano che la generazione degli anni Sessanta ha fallito - che se non avesse cercato di concretizzare i propri sogni, avrebbe avuto successo... Restano comunque molte cose che nessun'altra generazione è stata capace di fare." (Los Angeles, 1991)

"per comporre una nuova canzone, devo basarmi su quello che conosco e sulle mie sensazioni." (New York, 1974)

"Il mio procedimento è quello di comporre ogni canzone cercando di essere il più breve e essenziale, piuttosto che renderla più estesa, ampia, articolata. Tenendola su un piano più ristretto, l'emozionalità gioca un ruolo centrale." (New York, 1987)