NEL 1945 ACCADDE...

Rappresentazione dello scoppio della bomba atomiaca.

E poi venne un lampo, l'Apocalisse, morte e squallore.
"Se uno uccide un uomo é  un assassino, ne uccide un milione é un conquistatore, se li uccide tutti é un dio".

"Mi parve che il Sole fosse calato sulla Terra, e poi risalito, Dio mio cosa abbiamo fatto!" Ton Ferebee, il puntatore.

"E' per dimostrare la favolosa potenza della bomba,
e questo é il più  grande avvenimento della storia"
Truman.( Presidente degli Stati Uniti)

5 GENNAIO - La Rivolta del Sud. - Il Nord Italia come abbiamo visto lo scorso anno é sotto il controllo del Governo della RSI (quasi 30 milioni di abitanti). Questo emana bandi per l'arruolamento volontario, ma anche ordinanze e avvisi alla chiamata alle armi dei cittadini coscritti dell'anno 1924 -1925 (i giovani di 18 e 19 anni).
Alcuni si diedero alla macchia o fuggirono all'estero, altri raggiunsero i partigiani, e altri ancora dopo la minaccia della pena di morte (ma questa è la legge del resto di tutti i governi) e di rappresaglie alle loro famiglie, i renitenti o i disertori (quelli dell'8 settembre)  furono costretti a presentarsi ai distretti.
(il paradosso per alcuni fu o darsi alla macchia e poi dare la caccia ai fascisti ed essere nello stesso tempo prede dei soldati governativi, oppure presentarsi ai distretti per dare la caccia ai partigiani ed essere nello stesso tempo prede dei partigiani.

La posizione anagrafica di ciascuno era conosciuta dalle prefetture quindi o rifiutare il diktat fino alle estreme conseguenze (ripetiamo, questa è la legge del resto di tutti i governi) o presentarsi per evitare guai molto seri a se stessi e alle proprie famiglie. Lo faranno 82.000 italiani per sfuggire al plotone di esecuzione, ma dopo il 25 aprile per il solo fatto che loro malgrado indossavano la divisa della RSI molti finirono davanti ad altri plotoni di esecuzione e massacrati dalla furia giustizialista cieca. Una pagina molto nera fra le tante, eroiche, della Resistenza, e se vogliamo essere obiettivi anche eroiche tra i fascisti, perchè i loro padri quello gli avevano insegnato, fin dalla culla.

Nel Regno del Sud, in quest'altra Italia, la situazione non é migliore, anche se i problemi sono di natura diversa. Non sono legati alla contrapposizione ideologica (poco interesse per il superamento del fascismo in questa popolazione più immobilista, conservatrice, mai stata genuinamente fascista), non conosce la Resistenza, non conosce i bombardamenti, quindi nessuna guerra di popolo alle prese con le rappresaglie di una fazione, o con i folli giustizieri vendicatori dall'altra.

Ma sulla grande isola c'e' il male (o bene secondo i punti di vista) dell'indipendentismo siciliano. Quello estremista inizialmente seduce un po' tutti. Borghesi, latifondisti, mafia americana, siciliana, e avventurieri ma anche isolani, sono convinti che lo smembramento dell'Italia é cosa fatta, voluta e determinata dagli stessi alleati. Del resto, di fatto, troviamo una Italia già spaccata in due dagli eventi militari e politici.

Ma parallelamente un'altra fazione più moderata (più saggia o opportunista) si distacca dall'estremismo e punta a un riformismo parlamentare facendo perdere all'altra fazione le illusioni di una Sicilia indipendente (sembra di tornare indietro di 80 anni, la repressioni di Crispi nel 1894 contro i Fasci Siciliani- vedi). L'isola é  riconsegnata da Eisenhower al governo italiano. E' chiaro che per i secondi devono ora giocare altre carte.

Il fascismo aveva relegato quasi in un angolo e tolto il potere politico ai notabili e ai latifondisti siciliani. Alla sua caduta, poi con la Liberazione alcuni gruppi avevano dato vita a un movimento separatista per non essere ancora una volta depredati dei propri granai. Alcuni vi parteciparono solo mirando ai futuri guadagni delle forniture sul continente (e non andarono per il sottile nell'arruolare bande di avventurieri), altri mirando all'amministrazione politica dell'isola avevano gli stessi obiettivi ma si cautelarono con l'appoggio della nuova classe politica che stava formandosi a Roma con l'approvazione degli alleati.

A guidare il movimento indipendentista più acceso ed estremista, quasi  ai limiti della legalità, troviamo ANDREA FINOCCHIARO, uomo abile e brillante, con tante amicizia politiche fin dai tempi del governo Nitti (1919), poi con quello di Mussolini, e che sorprendentemente troviamo allo sbarco alleato (qui é abilissimo a destreggiarsi fra Londra e Washington). E' lui a ricevere di fatto dagli Alleati, la luogotenenza della Sicilia liberata; poi forte di questa posizione, appoggiato, aiutato, ma anche eccitando gli animi, a Comiso crea un suo esercito personale, l'EVIS (Esercito Volontario Indipendenza Sicilia). Concepisce poi la Repubblica Siciliana in una estemporanea Federazione Italica, infine prepara un programma politico in cui parla di indipendenza, industrializzazione dell'isola (i grandi appoggi li aveva!), riforme agrarie mirate al sociale e una lotta antifascista; anche se di fascisti nell'isola non ce n'erano. Un movimento che si scontra con quello moderato (i ricchi proprietari) che prende non solo le distanze ma relaziona e poi sollecita Roma ad intervenire.

In questo 5 gennaio il movimento si é ormai esteso sull'isola e nelle altre province in un modo autoritario che ha provocato (sollecitato)  l'intervento del Governo con reparti dell'esercito del nuovo Regno del Sud, per domare le rivolte con il sangue (quindi anche qui abbiamo scontri di italiani contro italiani). Ma il problema non é per nulla risolto e rimane costantemente una minaccia l'indipendentismo siciliano.

28 GENNAIO - A Napoli si riforma il sindacato della CGIL; a guidarlo troviamo il democristiano ACHILLE GRANDI, ORESTE LIZZADRI (PSIUP), GIUSEPPE DI VITTORIO (PCI). Una guida variegata politicamente, che però é stata già decisa a Roma il 3 giugno del '44, prima ancora del governo Bonomi del 6 giugno.

31 GENNAIO - Per la prima volta nella Storia d'Italia con un provvedimento governativo viene riconosciuto il diritto di voto alle donne, che riescono così a conquistare il diritto al suffragio universale dopo vani tentativi fatti nel lontano 1881 e nel 1907 dal movimento femminista guidato dalla dinamica Montessori (la prima donna laureata in medicina in Italia).Il Voto alle donne (una curiosità) fu dato per la prima volta in uno Stato USA (nello Wyoming) nel 1869, la prima nazione che lo fece esercitare fu pero' la Nuova Zelanda (1893), Finlandia (1907), Norvegia (1913), Islanda (1914), Danimarca (1915), Canadà (1917), URSS (1917), Germania (1919), e l'Inghilterra nel 1918 quando elesse la sua prima deputata.

Si preparano dunque, per quando finirà la guerra, le liste elettorali per le future elezioni amministrative e per il previsto Referendum Monarchia Repubblica. Il principe Umberto, luogotenente, infatti aveva proposto in una intervista al Times, che la questione istituzionale doveva essere risolta attraverso il ricorso di un referendum popolare, poi dai risultati si sarebbe formata una Costituente per scrivere la nuova Costituzione. De Gasperi il 22 ottobre di quest'anno, appoggiato dagli alleati (o meglio dagli Usa) farà sua l'idea di Umberto, che però a risultati ottenuti sarà proprio il rappresentante di Casa Savoia -non ottenendo la vittoria sperata ma una sconfitta- a metterlo in dubbio il risultato accusando il referendum  di irregolarità.

4 FEBBRAIO - CHURCHILL, STALIN, ROOSEVELT si riuniscono a Yalta; discutono del futuro assetto dell'Europa a Guerra finita. Cioé la divisione della Germania in quattro zone di occupazione e (come nel 1919) la sua completa smilitarizzazione.

Viene anche decisa una formazione di governi "liberalmente eletti" nei paesi liberati, ma ricordiamoci che nel famoso foglietto a quadretti di Churchill e Stalin (a Mosca l'8 ottobre '44 - vedi) la spartizione dell'Europa era stata già decisa in due blocchi, quindi in pratica gli americani pur con la presenza di Roosevelt al tavolo delle trattative, hanno poco da aggiungere o togliere, tutto era stato già deciso.

3 MARZO - Dopo i primi passi con i servizi segreti americani per la resa dei tedeschi in Italia fatti il 4 febbraio dal comandante delle SS nella RSI, KARL WOLF, a Zurigo avviene con ALLEN DULLES un altro incontro. Wolf  ha buone intenzioni, è disponibile a farsi mediatore per la resa dei suoi colleghi generali in Italia e in Germania. I colloqui sono compromessi e hanno uno stallo quando il 19 anche i russi (offesi di non essere stati informati) intendono prendere parte alle trattative, ma Roosewelt e soprattutto Churchill (che ha altri piani e vuole aggirare Stalin) si oppongono.

8 MARZO - Grande offensiva finale degli alleati in Germania. Arrivati al confine ovest il 7 febbraio, la Terza Armata americana entra nella Ruhr. Il 5 marzo é a Colonia sulla riva del Reno, l'8 lo attraversa per sferrare l'ultimo attacco, e, come é nei patti con i russi, dovrà puntare e raggiungere Magdeburgo. Questo é l'obiettivo finale della Guerra in Europa concordato dagli alleati.

L'Armata Russa il 9 e il 10 é ai confini dell'Austria, il 29 di questo mese é invasa e il 13 aprile entra  a Vienna.

13 MARZO - MUSSOLINI pur conoscendo o intuendo i passi che sta facendo WOLF con gli alleati per una resa in Italia delle truppe tedesche,  tramite il cardinale Schuster  autonomamente all'insaputa del tedeesco sta conducendo altre trattative. Avanza proposte per una resa dell'esercito RSI agli alleati, ma vuole  delle garanzie per la propria incolumità  e quella dei suoi uomini. 

29 MARZO - Dopo l'ondata di scioperi in tutte le regioni del Nord Italia occupata dai tedeschi e sotto la RSI, viene deciso dal CLN-AI e CVL e dal governo Bonomi di fare una insurrezione, mirata soprattutto a difendere gli impianti industriali; occupare le province liberate; assumere il governo e solo a guerra finita rimettere i poteri a Roma. Inoltre condurre operazioni di disturbo, di sabotaggio e in ogni modo ostacolare la ritirata dei tedeschi.

Sembra esserci perfino una tacita intesa con gli alleati. A guidare il comitato insurrezionale vengono chiamati LEO VALIANI (PdA), SANDRO PERTINI (PSIUP), EMILIO SEVERI (PCI). Mentre alla presidenza del CLN-AI troviamo RODOLFO MORANDI.

5 APRILE- E' finalmente decisa dagli alleati dopo cinque mesi di stallo la grande offensiva finale ripartendo dallo Linea Gotica, mentre il 9 si muoveranno anche le divisioni ferme da mesi sul litorale Adriatico romagnolo. Destinazione ora é il Po.
Nello stesso giorno viene deciso dal governo Bonomi di nominare una Consulta nazionale; vi parteciperanno 430 membri del CLN, sindacati, reduci e partigiani.

10 APRILE - LUIGI LONGO rende nota a tutte le formazioni partigiane con la direttiva N.16 la data dell'insurrezione. Direttiva inviata da Togliatti dove si invita a prendere nel Nord Italia tutte quelle misure necessarie per organizzare, dare l'avvio e quindi gestire la sollevazione popolare prima della traversata del Po degli alleati. La data viene fissata il 25 aprile; su Milano si decide di far convergere quasi tutte le formazioni partigiane.

13 APRILE - Muore improvvisamente il presidente degli Stati Uniti ROOSEWELT. Il giorno stesso prende il suo posto TRUMAN, che è piuttosto  impreparato agli eventi (lo confessa lui stesso nelle sue memorie) che stanno sconvolgendo in questo preciso istante l'Europa. Si sta decidendo le sorti della guerra mondiale con la grande offensiva congiunta con i russi che dovrebbe portare a stringere in una morsa la Germania.In Italia la notizia della morte del Presidente giunge mentre gli alleati superata la Linea Gotica  iniziavano ad attraversare il Reno per poi puntare sul Po.
Nello stesso istante si stava decidendo anche l'attacco al Giappone cercando di conquistare Okinawa - che dista solo 650 chilometri, invece dei 2400 delle Isole Marianne. Su queste ultime c'erano le basi dei bombardieri americani ma erano troppo lontani dagli obiettivi, e questo impediva una risoluzione militare rapida. Okinawa era dunque una necessità strategica e proprio in questi giorni 500.000 uomini erano stati lanciati alla sua conquista.

Truman anche se l'aveva colto di sorpresa "questa catastrofe dove non ero affatto preparato ad affrontarla" era comunque più portato a operare con l'azione e non con le  manovre della politica perseguita da Roosewelt che fino agli ultimi giorni, anche se con poca convinzione, avallava i piani geopolitici di Churchill che erano quelli del "foglietto a quadretti" concordati con Stalin, di cui forse ignorava persino l'esistenza. Comunque a Yalta gli impegni erano che gli anglo americani sarebbero arrivati a Magdeburgo e non oltre, e i russi avrebbero fatto altrettanto. Churchill comunque aveva altri piani, lui voleva arrivare ben oltre Magdeburgo. A intuire questi suoi progetti fecero presto i russi tramite i servizi segreti, e già qui qualche incrinatura nei rapporti con Stalin ci furono, visto che il russo venne a sapere che gli anglo americani stavano trattando la resa della Germania tenendolo all'oscuro. Questo negoziato a parte avrebbe impedito l'avanzata russa sulla capitale tedesca. Infatti se  le forze tedesche si fossero disimpegnate in occidente si sarebbero concentrate tutte sul settore est, quindi contro la Russia impedendo alle sue armate di avanzare verso Berlino est difesa dai locali ma anche dalle forze non più occupate a ovest.

Poi arrivò Truman che da una parte voleva far finire la guerra subito anche lui a Magdeburgo, dall'altra il pericolo rosso era anche per lui un'ossessione e voleva fermarle più a est possibile. Non per nulla ancora nel 1941 proprio lui aveva affermato " Se vediamo che la Russia sta per vincere dobbiamo prestare aiuto alla Germania e lasciare cosi' che si ammazzino il piu' possibile l'un l'altro". Non erano ancora i tempi dell'alleanza di Churchill con la Russia,  ma quella era la sua idea, che però ora stava applicando nella realtà.

Le truppe sovietiche in questo 13 aprile, mentre Truman giurava come Presidente, erano giunte a Vienna, e già marciavano verso Berlino. Inoltre con l'aiuto di Tito si stavano affacciando pure in Italia. E se in un primo momento Churchill con l'entrata in scena di Truman ancora inesperto si trovò quasi in crisi, poi nel nuovo Presidente trovò un alleato  nel non far trapelare le trattative di negoziati con la Germania. I due si trovarono in perfetto accordo. Concordare autonomamente la resa della Germania, e continuare senza ostacoli l'avanzata fino a Berlino mentre i tedeschi continuavano a tenere impegnati i russi.

A Stalin non sfuggirono queste intenzioni, molto risentito aveva scritto ai suoi alleati  "Questi vostri negoziati vi frutteranno certi vantaggi, poiché le vostre truppe avranno la possibilità di avanzare fino al cuore della Germania quasi senza resistenza da parte dei tedeschi; ma perché nascondere questo ai russi, e perché non ne sono stati informati i russi, vostri alleati?"

Ma per Churchill il rischio che Stalin finisse per dilagare in Europa occidentale c'era, e ne era ormai convinto. Lo statista inglese aveva distrutto la potenza francese, distrutta l'italiana, rimesso le "reni" alla Grecia, fatto un tornado in Africa, stava quasi facendo capitolare la tedesca ma si ritrovava ora i Russi (i "diavoli") che arrivati a Vienna, puntavano ora contemporaneamente su Berlino e Belgrado con il risultato di avere in mano mezza Germania, tutti i Balcani, e non remota c'era l'ipotesi Italia del Nord occupata dai Titini. Addio dominio sull'Europa occidentale. Convinse dunque gli americani a proseguire oltre Magdeburgo. E le ragioni erano ben motivate, 1) La Russia stava diventando un pericolo mortale. 2) Bisognava porsi ora come obiettivo Berlino. 3) Bisognava frenare l'offensiva di Tito (con l'appoggio della Russia) verso l'Italia. Solo agendo così si poteva arrivare a una sistemazione dell'Europa  prima che la guerra arrivasse al suo termine.

ALLEN DULLES, capo dei servizi segreti americani, ci illumina sulla capitolazione dei tedeschi in Italia "Non si tratta solo di una capitolazione militare al fine di evitare altre distruzioni e vittime. Un cessate il fuoco in questo momento consente agli anglo-americani di bloccare l'avanzata dei russi a ovest verso Berlino, ma anche di opporsi alle minacce di Tito verso Trieste per impedire una eventuale aiuto a una insurrezione armata comunista che ha molto probabilmente l'intenzione di instaurare una repubblica sovietica nell'Italia settentrionale".

Gli esperti militari, gli storici si sono alla fine chiesti a cosa era allora servita la guerra degli alleati in Italia. Risposta: "1) Per tenere impegnate le divisioni tedesche. 2) Per avere il controllo del Mediterraneo e quindi gli aeroporti e le portaerei vicine. Di nessuna importanza era ritenuta ai fini di una conquista l'Italia. La penisola era solo da usare. Ma non per questo doveva cadere in mano sovietica.

Hitler era sempre rimasto convinto che  gli alleati (vedi Piano "Bodyguard" nella sesta parte, carteggio Churchill), sarebbero sbarcati sui Balcani, non sapeva dell'accordo del "foglietto a quadretti", era convinto che russi e anglo americani non si sarebbero "pestati i calli" l'un l'altro (la Grecia ne era un esempio), anche se era convinto che l'alleanza liberismo-bolscevismo non sarebbe durata molto a lungo (l'esperienza con i russi lui l'aveva fatta) e su questa previsione possiamo dire che non si sbagliò affatto.
 Cadde invece nel tranello dello sbarco. Le 26 divisioni che Hitler con questo errore di valutazione  impiegò in Italia, poteva benissimo con solo la metà  di queste arroccarsi sulla Linea Gotica fin dal settembre del 1943, mentre con l'altra metà se venivano impiegate nel nord ovest della Germania non avrebbero mai permesso lo sbarco in Normandia.  Se ci fossero state 13 divisioni di Hitler in piena efficienza si sarebbe trasformato lo sbarco in un disastro di portata incalcolabile (é lo stesso Churchill ad ammetterlo nelle sue memorie - infatti nonostante questo ingenuo errore di Hitler, lo sbarco ebbe un momento di grave crisi, pur attuato con imponenti mezzi). 

E' solo una ipotesi astratta, perchè anche se gli sviluppi sarebbero stati questi -ipoteticamente positivi a favore dei tedeschi- non dobbiamo dimenticare che negli hangar americani erano già pronte per essere sganciate 12 bombe atomiche, 6 all'uranio e 6 al plutonio, e Truman desiderava finire la guerra subito; quindi se le cose andavano per un altro verso, la guerra l'avrebbe fatta terminare  in Europa come in Giappone.