La ricerca Scientifica sulla Sclerosi Multipla

La causa della sclerosi multipla è ancora sconosciuta; si suppone che si tratti di una malattia a genesi multifattoriale, cioè che più fattori sia no implicati nel determinare la malattia ed è proprio per questo motivo che la ricerca scientifica spazia in molti campi.


Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti passi avanti sia nella ricerca di base, che nella diagnostica e nella terapia, con effetti positivi, sia immediati che futuri, per le persone colpite da sclerosi multipla. In Italia, nel campo della lotta alla sclerosi multipla, l’AISM ha svolto un ruolo fondamentale nella ricerca. Dal 1998 la FISM ha assunto gli impegni di gestione ed erogazione dei fondi per le ricerche scientifiche e le borse di studio ancora in corso dagli anni precedenti e, in accordo con l’AISM, ha attivato le iniziative di raccolta fondi necessari per il finanziamento delle future attività di ricerca sulla sclerosi multipla. Tra il 1986 e il 1999 infatti, sono stati finanziati, con uno stanziamento di oltre 16 miliardi, 121 progetti di ricerca, 66 borse di studio, 4 servizi centralizzati per i ricercatori (banca del DNA, banca dei tessuti, produzione di tessuti mielinici, tipizzazione molecolare di cellule immunitarie) e sovvenzionati circa 270 tra medici, biologi e tecnici. A partire dalla metà degli anni Ottanta, l’AISM emana ogni anno un bando per il finanziamento di progetti di ricerca e borse di studio. Per ottimizzare la gestione dei fondi raccolti e destinati alla ricerca l’Associazione ha istituito il Fondo Nazionale Ricerca nel quale convergono tutti i finanziamenti pervenuti nel corso di un anno. La continuità e il rigore dell’impegno assunto dall’AISM prima e dalla sua Fondazione ora permettono di portare avanti ricerche scientifiche fondamentali per la speranza delle persone con sclerosi multipla.

"Queste ricerche, in particolare quelle immunologiche- ha dichiarato il Prof. Battaglia - aggiungeranno tasselli importanti per comprendere e bloccare il meccanismo di progressione della malattia e per migliorare il trattamento globale della persona colpita in modo più grave. I servizi centralizzati per i ricercatori e le attività di promozione e coordinamento della ricerca italiana mantengono l’Italia in linea con i Paesi all’avanguardia nella ricerca e ottimizzano le risorse a nostra disposizione".

 

La ricerca di base

La ricerca di base sta approfondendo la conoscenza dei meccanismi immunitari alterati che stanno alla base della malattia. Da tempo, infatti, i ricercatori hanno individuato la Proteina Basica della Mielina (MBP), una componente della mielina che, insieme alla MOG (Glicoproteina Mielinica Oligodendrocitica) è molto probabilmente implicata nella sclerosi multipla, patologia neurologica che, attraverso una demielinizzazione diffusa, causa l’alterata trasmissione degli impulsi nervosi. Queste proteine, riconosciute come antigeni e attaccate dal sistema immunitario alterato, diventano quindi le principali responsabili della distruzione della mielina stessa. L’individuazione dei diversi antigeni coinvolti è fondamentale per la comprensione dei meccanismi della malattia e, quindi, per lo studio di nuove potenziali terapie. Sono state meglio definite anche le cellule immunitarie (linfociti) responsabili dell’aggressione alla mielina, con studi sui recettori antigenici dei linfociti T e ricerche sui linfociti T "gamma-delta". La ricerca prosegue in modo promettente anche nell’indagine sui meccanismi di base della mielinizzazione che, quando saranno compresi con precisione, permetteranno di affrontare il difficile problema delle aree lesionate. Sostanze note come "fattori di crescita" sono state in grado, negli studi di laboratorio, di intervenire positivamente nella proliferazione degli oligodendrociti (le cellule che producono la mielina) e sono tuttora in corso nuovo studi per verificarne un possibile ruolo nella rimielinizzazione.

 

La predisposizione genetica

Lo studio genetico nei casi familiari di SM ha confermato l’ipotesi che esista una predisposizione personale a sviluppare la malattia con la scoperta di "loci genici", ovvero porzioni di DNA che sarebbero correlate con questa patologia. I ricercatori sembrano ormai certi che siano più geni diversi ad essere coinvolti, alcuni dei quali prevalentemente regolatori dell’attività immunitaria dell’organismo. Questo confermerebbe l’esistenza di una predisposizione genetica nello sviluppo della SM che, insieme all’intervento di un "agente ambientale" come particolari virus che si possono localizzare in corrispondenza del sistema nervoso centrale, farebbe avviare il processo della malattia. E’ stata studiata, ad esempio, la presenza nei pazienti con SM e nei soggetti normali di alcuni tipi di virus erpetico, come l’Herpes virus 6.

 

Le nuove prospettive terapeutiche offerte dalla ricerca

Anche nel campo della terapia sono stati compiuti passi avanti, specie per quanto riguarda le possibilità offerte dal trattamento con l’Interferone beta. Le ultime ricerche, infatti, condotte su grandi numeri di pazienti, hanno confermato l’efficacia degli interferoni ricombinanti beta 1b e beta 1a per contrastare l’avanzamento delle forme della malattia a ricadute e remissioni e, recentemente, anche in quelle secondarie progressive. Anche per il copolimero 1 è stata accertata l’efficacia nel ridurre la frequenza degli attacchi, mentre numerose nuove sperimentazioni sono tuttora in fase di esecuzione o di programmazione. Sono già stati avviati, inoltre, diversi studi terapeutici sulle forme progressive di SM, alcuni dei quali stanno già fornendo risultati promettenti.

 

IL BANDO

Due miliardi per nuovi progetti di ricerca scientifica e borse di studio.
La FISM ha poi rinnovato il bando nel 2001  (con scadenza il 27 Aprile 2001) per altri 2.000.000.000 di lire.

L'uso degli animali nella ricerca scientifica

Sclerosi multipla: la situazione attuale

Ogni giorno circa 50.000 italiani, tre milioni di persone nel mondo, affrontano gli effetti per molti di loro gravi della sclerosi multipla. L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) ha devoluto nell’ultimo decennio più di 16 miliardi alla ricerca scientifica per trovare la cura di questa complessa malattia e per lo sviluppo di trattamenti efficaci. La ricerca, inclusa quella che coinvolge animali da laboratorio allevati per questo specifico scopo, è una questione di vita per le persone gravemente malate.

I medici che si occupano di sclerosi multipla vedono ogni giorno persone nel fiore degli anni con sintomi cronici, molto spesso destinati a peggiorare: disturbi del movimento, disturbi delle capacità visive, perdita di equilibrio e del coordinamento dei movimenti, senso di spossatezza, tremori, problemi alla vescica e all’intestino, difficoltà di parola e, nei casi più gravi, paralisi.

Ogni quattro ore, in Italia, una persona, per lo più tra i 20 e i 30 anni, viene a sapere di avere la sclerosi multipla. E noi siamo costretti a dirle che non abbiamo ancora una cura risolutiva.

 

Progressi medici nella sclerosi multipla grazie alla ricerca scientifica

Il primo farmaco in grado di determinare un reale rallentamento della progressione della malattia, il Betaferon è stato sviluppato partendo dai risultati delle ricerche effettuate sul complesso sistema immunitario in animali da laboratorio.

Nuove possibilità per riparare i danni alla mielina - la maggiore speranza per il recupero delle funzioni danneggiate dalla malattia - arrivano direttamente da ricerche di laboratorio che prevedono anche l’uso responsabile degli animali.

Le più recenti cure sperimentali per bloccare l’abnorme risposta immunitaria nella sclerosi multipla sono il risultato degli studi effettuati su animali da laboratorio che presentano disturbi neurologici simili alla sclerosi multipla.

 

L’uso degli animali nella ricerca per la sclerosi multipla

La Fondazione Italiana Sclerosi Multipla è fortemente impegnata nella ricerca della causa e della cura per la sclerosi multipla: questo significa anche stimolare e sostenere progetti di ricerca per studiare nuove terapie altamente promettenti. E’ importante sottolineare che per legge è proibito sperimentare farmaci sugli esseri umani sino a che non siano stati verificati e non si siano dimostrati sicuri nei modelli animali. Questa verifica sugli animali è quindi essenziale per lo sviluppo di nuove cure per la sclerosi multipla e per altre gravi malattie e per comprendere il funzionamento del sistema immunitario e i processi della malattia.

Dei circa trenta progetti di ricerca attualmente finanziati dalla nostra Fondazione, molti utilizzano colture di tessuti; solo alcuni prevedono l’uso, quando strettamente necessario, di animali affetti da una malattia simile alla sclerosi multipla. La FISM esige che tutte le richieste di finanziamento per la ricerca che utilizzano animali includano un progetto di alto livello scientifico importante per il progresso della conoscenza nella ricerca nonché indichino una specifica giustificazione e le modalità per l’eventuale uso di animali da laboratorio. Ricordiamo che analoga attenzione viene prestata da altri Enti finanziatori di ricerca in Italia e dalle istituzioni pubbliche. Inoltre il Ministero della Sanità incarica periodicamente gli esperti del Nucleo Anti-Sofisticazione (NAS) di controllare, in conformità alle leggi vigenti, l’utilizzo e il trattamento corretto degli animali da laboratorio per la ricerca.


Soluzioni alternative all’uso degli animali nella ricerca nella sclerosi multipla

Il corpo umano è formato da una serie di sistemi complessi che non possono essere replicati artificialmente. La creazione di modelli al computer e gli studi sulle colture di tessuti si sono dimostrate, in alcuni casi, soluzioni alternative valide e promettenti, ma non possono tuttavia sostituire completamente la ricerca sugli organismi viventi. Nessuna simulazione al computer si avvicina alla complessità anche solo di una singola cellula umana, tanto meno del sistema immunitario o nervoso dell’uomo.

E’ importante inoltre che tutti capiscano le reali difficoltà che si incontrano nel condurre ricerche su malattie neurologiche, come la sclerosi multipla: non è possibile studiare ad esempio le placche della sclerosi multipla direttamente sulla persona malata né tantomeno si può riprodurre in laboratorio il sistema nervoso centrale. Riusciamo a farlo solo – e parzialmente - attraverso gli animali da laboratorio con encefalite allergica sperimentale, la malattia animale più vicina alla sclerosi multipla dell’uomo.

 

Senza la ricerca sugli animali quante malattie importanti sarebbero oggi ancora incurabili?

Dal 1901, circa due terzi dei premi Nobel per la fisiologia o la medicina sono stati assegnati per scoperte basate sulla ricerca sugli animali.

Le scoperte nella diagnosi e nel trattamento del cancro, delle malattie cardiache, del diabete, della rosolia e del vaiolo sono venute tutte da esperimenti su animali.

Virtualmente tutti i progressi medici fatti nell’ultimo secolo, che hanno ridotto la sofferenza o salvato la vita a milioni di esseri umani ed animali, non sarebbero esistiti senza la ricerca sugli animali. Pensiamo alle malattie debellate negli animali domestici e nel bestiame e alle cure di molte malattie importanti: non solo la cura della sclerosi multipla, ma anche dei più comuni disturbi cardiaci, del diabete, del cancro, dell’AIDS, dell’anemia mediterranea, della schizofrenia e del morbo di Alzheimer sarebbero oggi fuori della nostra portata.

Migliaia di bimbi ed adulti non vaccinati contro la poliomielite non sarebbero sopravvissuti. Migliaia di diabetici che in questo paese dipendono dall’insulina sarebbero morti. Migliaia di italiani con problemi di pressione alta rischierebbero oggi un attacco cardiaco, un infarto o un attacco renale se non si fossero testati e approvati i farmaci ora disponibili per controllarla... La lista è infinita.


Nel migliore dei mondi possibili…

In un mondo ideale noi non dovremmo avere bisogno di utilizzare gli animali per la ricerca scientifica. Ma in un mondo ideale non dovrebbe nemmeno esistere la sclerosi multipla.

Con le conoscenze scientifiche attuali, la sostituzione totale degli animali nella ricerca scientifica rimane un obiettivo da perseguire a lungo termine.

Nel frattempo quello che la Fondazione e i suoi ricercatori si sono impegnati a fare è un uso razionale e responsabile degli animali nella ricerca, introducendo molti interventi migliorativi: riduzione al minimo degli animali utilizzati senza perdere l’accuratezza dei risultati, miglioramento delle tecnologie di sperimentazione per limitare la sofferenza dell’animale, sostituzione della sperimentazione animale quando la moderna tecnologia consente altre strade.

Diventa quindi importante garantire l’osservanza delle leggi esistenti che regolano il corretto uso degli animali da esperimento ed è altrettanto importante finanziare esclusivamente la ricerca necessaria per raggiungere il risultato evitando duplicazioni e cattive sperimentazioni.

Per questo l’AISM - e oggi la FISM - si avvalgono di un Comitato Scientifico internazionale estremamente rigoroso e altamente competente nell’ambito specifico di ricerca, oltre a richiedere il parere vincolante del Comitato etico.

 


Per contattarci:
WebMaster