.
Leopoldo II del Belgio,
ovvero l'orrore in Congo

1/3


Nell'Ottocento, alla fine degli anni Settanta nella rivalità delle grandi potenze per il possesso dei territori africani entrò anche il piccolo Belgio e più esattamente il suo re Leopoldo II (vedi immagine a sinistra), uno dei più grandi avventurieri e speculatori apparsi sulle scene della storia mondiale. Aiutato dal suo agente Stanley (vedi immagine a destra), che lavorò per lui per cinque anni, in poco tempo il re belga occupò un immenso territorio nel cuore del continente africano, il bacino del Congo. Come sovrano di questo immenso territorio, che separava la costa occidentale da quella orientale e le regioni meridionali da quelle settentrionali, Leopoldo poteva impedire a ciascuna delle grandi potenze di riunire i suoi possedimenti. L’astuto re si rese ben conto di ciò e ne approfittò per creare il suo “Stato” personale. Nel 1885 la maggior parte delle potenze europee convocarono una Conferenza a Berlino: la parte del Congo occupata da Leopoldo II fu proclamata “Stato indipendente del Congo” con a capo re Leopoldo II (in pratica una colonia di proprietà personale del re del Belgio). Leopoldo II, non pago dell’immenso territorio, sognava di allargarlo a nord (Sudan orientale), a est (coste dell’Oceano Indiano), a sud (Zambesi): si servì di vari pretesti per organizzare spedizioni: quella “scientifica” diretta dall’ufficiale tedesco Wissmann si impadronì per conto di Leopoldo delle province di Kasai e Baluba, quella di Stanley occupò le regioni del Sudan orientale.



[Molte delle immagini inserite nel sito possono essere ingrandite:
cliccare quando, al passaggio del mouse, appare la "manina"]
.
La storia
L'economia
Le risorse
Gli Stati africani
La tratta degli schiavi
Leopoldo II e il Congo