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Fabio Rizza
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Romancero
gitano
op. 152
Autore
dei testi: Federico García Lorca (Fuente Vaqueros 1899 - Víznar
1936)
- 1.
Baladilla de los tres rios (dal Poema del Cante jondo)
- 2.
La guitarra (dal Poema del Cante jondo)
- 3.
Puñal (dal Poema de la Soleá)
- 4.
Procesión (Procesión; Paso; Saeta) (dal Poema de la Saeta)
- 5.
Memento (da Viñetas flamencas)
- 6.
Baile (da Tres ciudades)
- 7.
Crótalo (da Seis caprichos)
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Data
di composizione: 1951
Dedica:
Prima esecuzione pubblica: Tokyo, 5 ottobre 1967, chitarrista
Jiro Matsuda (secondo altre fonti Rias Chorus, chitarrista Siegfried
Behrend)
Editore: Bote & Bock, Berlin 1961 (rev. Siegfried Behrend)
Organico: chitarra e pianoforte
Discografia:
- ENSEMBLE VOCALISE e ARTURO TALLINI, Castelnuovo-Tedesco:
Guitar Chamber Works, direttore di coro Alberto Galletti, Musikstrasse
MC 2113.1
- GUSTAF SJÖKVIST'S CHAMBER CHOIR e MATS BERGSTRÖM, Mario
Castelnuovo-Tedesco, Proprius PRCD 9124
- LOS ANGELES CHAMBER SINGERS e GREGORY NEWTON, Romancero
gitano, Rubedo Canis Musica RCM 19802
- ORPHEUS CONCERT e FLAVIO CUCCHI, Works by Castelnuovo-Tedesco,
direttore Massimo Sardi, Arc Music 1365
L'inedito
accostamento di coro e chitarra non spaventa Castelnuovo-Tedesco che
anzi a questo punto si sente evidentemente a proprio agio nel trattare
la scrittura chitarristica in un contesto musicale cameristico. Nato su
richiesta del chitarrista Siegfried Behrend (1), il Romancero gitano
offre all'autore la possibilità di affidare alla chitarra un tappeto sonoro
ideale su cui dipanare gli splendidi versi di Lorca (che, a dispetto del
titolo, non sono tratti da Romancero gitano ma dalla raccolta Poema
del Cante jondo del 1921/1925) Il quartetto vocale è trattato in maniera
madrigalistica e alla chitarra è affidato il compito di colorare armonicamente
e ritmicamente le sette canzoni; alcuni brani sono inoltre incorniciati
da brevi preludi e postludi. Il punto più alto di tutto il ciclo è costituito
dalla dolcissima "Memento" basato su una breve poesia di Lorca che Castelnuovo-Tedesco
amava considerare come il proprio epitaffio per l'amore che nutriva nei
confronti della chitarra e della Spagna:
Cuando
yo me muera,
enterradme con mi guitarra
bajo la arena.
Cuando
yo me muera,
entre los naranjos
y la hierbabuena.
Cuando
yo me muera,
enterradme si queréis
en una veleta.
¡Cuando
yo me muera!
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Quando
morirò,
seppellitemi con la mia chitarra
sotto l'arena.
Quando
morirò,
tra gli aranci
e la menta.
Quando
morirò,
se volete, seppellitemi
in una banderuola.
Quando
morirò! (2)
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Nel Romancero
gitano appare più che mai evidente il grado di familiarità che Castelnuovo-Tedesco
aveva raggiunto nei confronti della musica popolare spagnola: melodie,
ritmi e armonie che sono quelli tipici del cante jondo musicano
i versi di García Lorca con una naturalezza e una spontaneità sorprendenti.
La
suggestione di quest'opera unica nel corpus chitarristico di
Castelnuovo-Tedesco sembra affondare le sue radici in un remoto
universo, dalla cui oscurità il compositore suscita memorie arcane,
con un atto che definiremmo di convocazione medianica non meno che di
creazione musicale. (3)
(1) Come
riportato dalle note di copertina dell'incisione realizzata da Siegfried
Behrend del Concerto n. 1 op. 99
(vedi discografia).
(2)
FEDERICO GARCÍA LORCA, Tutte le poesie, a cura di Claudio Rendina,
volume II, Newton Compton, Roma 1993, p. 48.
(3)
ANGELO GILARDINO, Manuale di storia della chitarra, volume 2°:
la chitarra moderna e contemporanea, Bérben, Ancona, 2ª ed.
1992, p. 55.
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