TSUKAMOTO SHIN'YA
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Durante la permanenza di Tsukamoto Shin'ya a Torino per la presentazione della rassegna curata dal Museo Nazionale del Cinema il gruppo Japop ha avuto la possibilità di incontrare il regista per una breve intervista, che riportiamo di seguito. |
Japop: Nei Suoi film cè sempre un triangolo di personaggi: una donna e due uomini. A causa della donna i due entrano in contatto e cominciano una lotta, che la donna sembra in un certo senso far muovere. Qual è la relazione tra di loro? Tsukamoto: Su tre personaggi ci sono due uomini. Uno di loro rappresenta la civilizzazione e vive felicemente. Poi cè luomo selvaggio. Il primo ha paura che il secondo possa minacciare la sua vita pacifica. Quando questa paura fa scontrare i due uomini, non succede che quello felice vinca quello selvaggio, ma i due uomini vengono superati per creare un nuovo essere umano. Questa è limmagine che cè dentro di me. Questo nuovo individuo è completo, ed è ciò che luomo vuole diventare. I due uomini non sono completi, si completano solo se si uniscono. Tra i due uomini cè sempre un donna, che vive per se stessa ma contribuisce ad unire i due. In un certo senso ha la funzione di una madre. J: Nei Suoi film cè sempre un rapporto particolare tra delitto e castigo. In genere un uomo normale, forse troppo normale, commette un delitto. Grazie a questo delitto capisce meglio se stesso e ciò che ha fatto. Per superare questo momento, deve passare attraverso il dolore? T: Quando luomo vuole ottenere qualcosa di nuovo, qualcosa che non ha, non solo deve soffrire per ottenerla. Penso che non sia esattamente così. Luomo deve arrivare al punto di pensare di morire, e solo a quel punto potrà forse ottenerla. J: Ci sembra che nei Suoi film ci sia un personaggio costante: la città di Tokyo. T: Tokyo è un susseguirsi di edifici, e lelemento naturale è quasi assente. In realtà in qualche modo cè, ma ho deciso di non mostrarlo nei miei film. Ci sono solo edifici. Da quando si è bambini e si comincia a crescere, crescono anche li edifici. Cè quasi un sentimento di intimità come quello che si prova in famiglia, che rende ledificio quasi un elemento naturale, ma siccome sovrasta luomo, può nascere in lui uno spirito di distruzione della città. Gli piace ma la vuole distruggere. Amore e odio. Questi due istinti sono largomento dei miei film. La città e il corpo delluomo. J: Altro tema fondamentale è quello delluomo che diventa arma. T: Appunto, luomo, diventando unarma, distrugge la città. Luomo in quanto uomo viene schiacciato dagli edifici e per vincerli il suo corpo deve diventare unarma. J: Ritiene di essere stato influenzato in qualche modo dalla letteratura? T: In Tetsuo o in tutti i miei film? J: In tutti. T: La letteratura mi interessa fin dalle scuole superiori Se sono stato influenzato da qualche romanzo Mah, probabilmente dai libri di fantascienza Sì, penso di essere stato influenzato dalla letteratura di fantascienza. E poi Sarò stato influenzato anche da qualcosaltro, ma non saprei dire! J: Cosa pensa del cinema giapponese contemporaneo? E come si colloca al suo interno? T: Per molto tempo è stato detto che il cinema giapponese non fosse interessante. Da quando cè la televisione, il cinema ha perso importanza, ma ultimamente si dice che ci sia una ripresa. J: E stato in qualche modo influenzato dalla tradizione giapponese? T: In realtà si potrebbe dire che per costruire il presente bisogna tener presenti i costumi del passato. Nei miei film cè qualcosa del genere, ma le tradizioni non centrano. A me interessa la Tokyo contemporanea. Intervista condotta da Giacomo Calorio Trascrizione e traduzione dal giapponese di Alice Massa |