UN PROBLEMA ESISTENZIALE: LA DISCENDENZA 

 

Tra le numerose domande che l’uomo complesso del giorno d'oggi si pone ritroviamo anche la seguente: "Da chi discendiamo?". Inizialmente la risposta ci potrà sembrare scontata, banale, ovvia, per così dire. Ma non lo è affatto. L 'anello mancante tra l’Homo Erectus e l'Homo Sapiens Sapiens, in altre parole l’uomo moderno, ne è la dimostrazione. Secondo affermati scienziati del nostro tempo tra queste categorie intercorre quello che è comunemente chiamato uomo di Neandertal, ossia l'Homo Sapiens Neanderthalensis. Un esempio di ritrovamenti d'ossa di questa discussa specie è proprio nel piccolo centro in cui abitiamo, Bisceglie, 30 Km a nord di Bari.

 

           

Parliamo di un territorio dove la Murgia scende verso il mare Adriatico, che ha restituito testimonianze archeologiche attestanti la costante presenza dell’uomo in diverse fasi della preistoria nell’entroterra. Qui, nelle grotte di Santa Croce è stato trovato un femore umano, privo delle epifisi, appartenuto ad un individuo adulto di Homo Sapiens Neanderthalensis.

                 

Reperti e testimonianze  degli insediamenti risalenti al Neolitico sono numerosissimi, ma sicuramente fra le esperienze più affascinanti rientra l’addentrarsi nelle grotte di Santa Croce. Siamo a 120 m sul livello del mare ai margini di una “lama”, vale a dire di uno dei numerosi solchi erosivi che attraversano il terreno per confluire al mare. L'origine di queste lame deriva dal fatto che , alcuni milioni d'anni, fa la Puglia emergeva solo in parte dal mare; costituiva, infatti, il fondo di un mare non molto profondo in cui si accumulavano gusci calcarei che, sovrapposti e cementati, hanno dato origine al terreno calcareo. Con il passare del tempo, il fondo emerse dando origine alle Murgie. La roccia compatta si spaccò e l’acqua piovana, attraversando le fessure, penetrando in profondità, erodendo la roccia, diede origine a fenomeni carsici, come cunicoli, lame, grotte, gravine. Sicuramente  la più spettacolare tra le numerose lame presenti nel territorio di Bisceglie, vi è la lama di Santa Croce con la grotta omonima. Si tratta di fenomeni avvenuti circa un milione d’anni fa.

 

La grotta, a 7 Km dal centro abitato, è caratterizzata dalla sezione “a foro di serratura”, evidente nella grotta principale (lunga oltre 100 m), stretta nella parte più alta, e che si allarga progressivamente fino a formare, in basso, ambienti molto ampi. Il deposito archeologico è ben conservato nella grotta principale prolungandosi anche all’esterno dove forma un terrazzamento sul corso della lama, a tre metri più in basso: in esso sono stratificate, le une sulle altre, le tracce della presenza dell’uomo e dell’utilizzazione della grotta protrattasi non senza interruzioni dal Paleolitico Medio fino all’età del Bronzo.

Diverse furono le indagini effettuate nella grotta;

Le più antiche tracce della presenza umana riferite al Paleolitico medio ( circa 70000 anni fa) sono state individuate all’interno e all’esterno. Queste sono costituite da livelli di terre rosse con resti, sia pur rari, di focolari con abbondante industria litica riferibile al Musteriano, nome con il quale s'indica un insieme di strumenti realizzati in selce, tra cui spiccano punte e raschiatoi, il cui artefice fu l’uomo di Neanderthal. Associati a questi strumenti sono stati rinvenuti abbondanti resti d'animali, soprattutto mammiferi, tra cui si segnala la frequenza del cavallo, ma anche della iena maculata, del leone e del rinoceronte, mentre più scarsi sono i cervidi. La presenza di questi animali, oggetto di caccia da parte dell’uomo di Neanderthal, ci fornisce   indicazioni  importanti  sull’ambiente   molto   diverso   dall’attuale caratterizzato da una fase climatica piuttosto calda (interglaciale), con vegetazione di tipo savana e con scarsa presenza di piante d'alto fusto.