AMORE FRAGILE
di Alessandro Biagini
Una donna per amico...
Marco si muoveva
nervosamente, in maniera quasi meccanica. Nel cuore e nelle gambe voleva a
tutti i costi correre incontro a Laura e respirare l’aria fresca di quel
tranquillo venerdì di febbraio. Lei era stata la sola a non abbandonarlo
nei quattro anni trascorsi in una comunità di recupero per
tossicodipendenti. Una vicinanza silenziosa fatta di telefonate brevi e
qualche timida lettera scritta nelle notti di pioggia. In più di
un’occasione Marco era andato ad un passo dalla pazzia, ma alla fine la
sua anima aveva ottenuto la vittoria più importante. L’ultima bustina
di polvere bianca era scomparsa tra la spazzatura di un cestino in fondo
ad un corridoio buio.
"Ti aspetto domani alle
undici al bar d’angolo vicino al pontile di Ostia...Domani sarà una
giornata speciale!". La sera precedente le parole di Laura erano
sembrate provenire da una distanza sconfinata ma ora, a
quell’appuntamento magico, mancavano solamente poche ore.
Fuori al pesante cancello
verde, Marco strinse la mano a Luca, amico di tutta una vita e una lacrima
di felicità si abbandonò sul suo viso ben rasato. "Mi devi un favore.",
disse Luca con un atteggiamento serio e contemporaneamente ridicolo. Poi
mostrò un mazzo di chiavi indicando un’auto parcheggiata a lato di un
viottolo sterrato. "Mi raccomando, vai piano, l’ho fatta riparare da
pochi giorni."
Marco non riusciva a
parlare, ma il suo sguardo nascondeva qualcosa di più prezioso di mille
probabili frasi di circostanza. Ad un passo da lui, la vita aveva ripreso
il suo corso naturale, anche i colori sembravano più intensi che mai.
Cinque minuti dopo, il ragazzo guidava incontro al sole, fischiettando per
rilassarsi o solo per darsi delle arie da uomo libero. E la sua mente
rifletteva su quella possibilità...
Una donna per amico...
La strada verso il mare
era illuminata dal primo sole di quella primavera del 1993. Sul sedile
posteriore, una valigia tenuta insieme con lo spago, traballava un po’.
Ancora tre chilometri e...
Può darsi ch’io non
sappia cosa dico, scegliendo te una donna per amico. Ma il mio mestiere è
vivere la vita...
Laura
osservava le coppie che si avvicinavano al bagnasciuga. Bella la sua età,
capelli rossi sciolti sulle spalle e quel vestito a fiori che svolazzava
al primo soffio di vento. In fondo, non era stato facile conservare la
fragilità di quell’amore in un cassetto polveroso, tra le pagine di un
diario stracciato. Quanto tempo era trascorso dall’ultimo incontro
clandestino?
Il
suo lavoro, se davvero si poteva considerare tale, le garantiva appena la
sopravvivenza in un piccolo monolocale verniciato di blu. Per il resto,
niente fine settimana sulla neve, né serate in discoteca, pochi spiccioli
per mangiare e la linea telefonica staccata da un’eternità. Solo un
filo, sottile ed invisibile, la teneva ancora appesa a quel briciolo di
vita: l’amore per Marco. Se in qualche angolo di strada esisteva un
futuro, l’avrebbero vissuto insieme.
Intanto,
il via vai di auto proseguiva lento. Il palmo della sua mano destra si
apriva, si chiudeva e si riapriva ancora, alla base del collo un
formicolio appena percettibile, forse perché...
L’eccitazione è il
sintomo d’amore al quale no sappiamo rinunciare.
Marco parcheggiò l’auto a pochi metri dalla
lunga fila di stabilimenti. Verso destra, un negozietto di oggetti antichi
confondeva cose preziose a ninnoli vecchi ed inutili. Un ragazzo con la
bici, che transitava in senso contrario rispetto alla sua camminata da
turista solitario, salutò frettolosamente. Lui contraccambiò senza
interesse poi, dopo un fragile attimo di disattenzione, la consapevolezza
di essere osservato si impadronì del suo corpo.
Gli
occhi di Marco e Laura rimbalzarono gli uni dentro gli altri nello stesso
intenso istante. Un silenzio rispettoso riempì la strada per qualche
minuto fino a quando lei, posandogli un bacio sul collo, annunciò:"Vieni
con me! E’ arrivato il momento di festeggiare".
Marco
la seguì, lasciandosi trasportare dalla radiosità del suo sorriso. La
condanna a convivere con una solitudine gelida, l’aveva finita di
scontare poche ore prima, uscendo da un cancello anonimo. Intorno a loro,
la gente cantilenava storie casalinghe, qualcuno leggeva tra le righe
della cronaca locale. Marco e Laura erano illuminati da un amore che
poteva esplodere fino all’eternità.
"Oggi
comincia la mia nuova vita" disse lui con un’intensità
accattivante. "La NOSTRA nuova vita!", sentenziò Laura
rimproverandolo, "Ora siamo in due...". Marco la fissò. Nel riflesso
di un’edicola lontana, lo spunto per una nuova consapevolezza.
Ti amo forte, debole compagna che qualche volta impara e a volte
insegna...
Nello
stesso istante, il pensiero di Laura guardava ben oltre quel muro di
complicità. Il suo bisogno di certezze aveva atteso troppo al lungo: ora
avvertiva il bisogno di sapere che Marco non sarebbe più andato via dal
suo cuore. Non era stato forse lui, qualche attimo prima, a dire che da
quel giorno avrebbe cominciato una nuova vita?
Alle
dodici e trentatré Laura prese il coraggio in pugno, come forse non aveva
mai fatto in passato. Solo che in quel momento era in gioco il suo futuro.
Un respiro profondo, poi lei domandò:"Perché non andiamo a casa?".
Mentre
lo sguardo della ragazza cadde a terra in un misto di vergogna e odio per
sé stessa, per aver osato così tanto, rischiando di rovinare tutto,
Marco si illuminò di una nuova energia. Una sensazione difficile da
descrivere, ma così viva da essere costretti a respirarla fino in fondo.
"...a casa?", quella domanda lo aveva colpito come un pugno
improvviso, ma la maschera cupa del suo viso si andava pian piano
trasformando in un’espressione angelica.
Nei
pochi attimi che impiegarono per raggiungere il monolocale in cui viveva
Laura, Marco si rifiutò di pensare, fosse anche solo di ragionare o di
trarre semplici conclusioni sulla scena che sarebbe andata in onda tra
quelle quattro pareti colorate. Lui era felice di essere tra le braccia
della ragazza che amava più di ogni altra cosa al mondo: questo gli
bastava per vivere altri mille secoli. In passato aveva fatto delle scelte
maledette, ma non avrebbe vissuto con il fantasma del rimorso.
Dopo
aver fato l’amore, mentre sulla luce del sole e su quella giornata così
insolita e coinvolgente si stava scrivendo la parola "FINE", Laura
propose:"Resta con me, ricominciamo da noi due...". "Ho paura di
farti male!", rispose lui in fretta, come a voler scacciare quella
possibilità. Lei chiuse gli occhi sul mondo. Il suo orgoglio non le
avrebbe permesso di piangere tra le dita.
Quando
riuscì a riprendersi dallo smarrimento, Marco non c’era più. Alle sue
spalle, L’eco della porta che si chiudeva.
La pezza sono io ma che vergogna, che importa, tocca a te, avanti
sogna...
Marco
fumava appoggiato ad un lampione spento. La paura di sbagliare ancora, era più forte della voglia di
vivere quell’amore fragile insieme a Laura. Un vento improvviso aveva
cominciato a spezzare le carte di caramelle e i giornali abbandonati lungo
la strada. Dietro la barche abbandonate, due ragazzi preparavano una nuova
dose, forse l’ultima. Poveri pezzi di cielo rubato erano già stati
condannati, senza possibilità di appello, da un destino troppo infame.
Laura piombò in strada rischiando di finire sotto
un’auto che procedeva a forte velocità. Se in qualche modo poteva
tornare utile, il suo sogno di trovarlo ancora là si era realizzato. Con
quel poco di voce che ancora le restava, lei protestò:"Ho aspettato
tutto questo tempo inutilmente?". "Mi dispiace...", rispose Marco ,
"Io sono uno sbandato, non posso offrirti niente di più del mio amore
fragile". Poi dopo aver accennato un saluto frettoloso, aggiunse:"Non
so ancora dove dormirò questa notte, ma forse non ha importanza!".
"Per me ha un‘importanza incredibile...", disse lei regalandogli un
sorriso.
La
notte stava per inghiottire quel tratto di lungomare e tutto il resto come
nello spezzone di un film già visto. Interrogativi e paranoie
volteggiavano sui tetti delle palazzine in ristrutturazione.
Quando
lei aveva ormai perso ogni residuo di speranza, Marco le prese le mani
fissandola negli occhi:"Facciamo come dici tu, ma dovrai abituarti a
convivere con i miei difetti!".
Evitando
un gatto randagio che saltò fuori da un mucchio di spazzatura abbandonata
per caso, Marco E Laura decisero di tornare verso il monolocale. L’alba
di un nuovo giorno avrebbe posato una miriade di raggi dorati sulle
lenzuola profumate, sui loro corpi e su quell’amore tutto da vivere.
Eventualmente puoi, sempre ridere poi...
|