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Bilancio di paceDue anni e mezzo dopo la sua nascita ufficiale, …Pace Fatta ripropone il sesto Happening del Commercio Equo Solidale: ma è possibile chiamarsi ed ‘essere’ ‘pace fatta’ a solo un anno dalla fine dei bombardamenti nel Kosovo, pochi mesi dopo il massacro di Timor Est, e mentre ‘viviamo’ in diretta con le tragedie del Corno d’Africa, con 1 milione di morti dovuti all’embargo commerciale in Iraq, con il dramma delle popolazioni curde, del Tibet, del Perù, del Chiapas e di tutti gli indigeni, ma senza dimenticare un milione di profughi in più nell’ultimo anno, le discriminazioni contro le donne. Viene
da chiedersi come sia possibile parlare di una economia di equità e solidarietà
con i lavoratori del Sud del Mondo, mentre chi ci rappresenta accetta la truffa
del cioccolato senza burro di cacao ma con o.g.m.; o quando le grandi
‘sorelle’ dell’ingegneria genetica, dopo essersi pubblicamente impegnate a
interrompere le ricerche e la commercializzazione di semi ‘suicidi’, nel
solo 1999 hanno chiesto e ottenuto almeno 7 nuovi brevetti Terminator. Ad
ogni modo, …Pace Fatta continua a
offrire stimoli e provocazioni per parlare anche di tutto ciò, e per dialogare
e collaborare con tutti – singoli, istituzioni, gruppi – non ponendosi con
uno schieramento politico o dalla parte di ‘qualcuno’, bensì
trasversalmente. Nella carta di intenti, lo scorso anno, abbiamo accolto
l’invito di don Valentino Salvoldi a far sbocciare un fiore di pace,
progettando un impegno attivo nel commercio equo, nell’educazione alla
mondialità, nella cooperazione locale e internazionale, nella formazione
personale e pubblica: ribadendo principi come la pace, l’accoglienza, la
solidarietà, l’attenzione responsabile, l’impegno all’informazione, siamo
convinti di non proclamare valori esclusivi di un’associazione, ma di
ricordare qualcosa di universale, che deve avere i colori di un arcobaleno e non
la monocromìa di una sola bandiera! Non cerchiamo un sincretismo di idee che tutto tollera e tutto accetta, ma vogliamo costruire una vera realtà multiculturale e di integrazione e pace. Per questo motivo, dopo esserci ‘sporcati le mani’ parlando di un Chiapas in guerra e dimenticato, di 110 milioni di per mine antiuomo ancora sparse – in buona parte provenienti dall’Italia -, e ricordando lo scandalo di un debito estero che continua ad uccidere, siamo convinti della “necessità di collocare il concetto di pace tra i contenuti fondamentali di una strategia di sviluppo sostenibile”. Consapevoli di non essere alla ricerca di facili soluzioni o risposte definitive, ancora proponiamo i prodotti del Commercio Equo Solidale come occasione di incontro e di consumo più ‘buono’. E festeggiando al ritmo di tamburi africani, con i sapori di una cucina etnica, vogliamo dare un nuovo contributo alla costruzione di percorsi di pace, una pace che non sia soltanto assenza di conflitti, ma giustizia per tutti. Federica e Monica |
Inviate a pacefatta@tiscalinet.it i vostri messaggi. Aggiornato il 31/07/01 . |