Regia: Umberto Lenzi
 Sceneggiatura: Umberto Lenzi
Interpreti:
Tomas Milian, Pino Colizzi, Sal Borgese, Nello Pazzafini
Colonna sonora: Franco Micalizzi



guest star: Massimo Bonetti, Jimmy il Fenomeno


la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


irriguardoso


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con
Internet Movie Database




La banda del gobbo  (1977)

La pellicola, del 1977, si sviluppa nella borgata romana genitrice di due gemelli, il "Gobbo", e "er Monnezza", interpretati entrambi da uno strepitoso Tomas Milian, forse nella sua più grande interpretazione cinematografica, che hanno un rapporto tenero e conflittuale allo stesso tempo.

Umberto Lenzi, regista e sceneggiatore, ha cercato, riuscendoci, di realizzare un film che denunciasse la difficile esistenza di due ragazzi nati e cresciuti nella periferia della Capitale, destinati a vivere ai margini della società civilizzata, senza alcuna possibilità di cambiare la loro triste condizione.

Er Monnezza vive di espedienti e piccoli lavoretti saltuari, mentre il Gobbo è costretto alla delinquenza più spietata. Il linguaggio usato dai gemelli è sicuramente volgare e pittoresco, ma è anche indice di insofferenza e angosciante condizione, in cui il turpilquio è l'unico mezzo per farsi notare e far comprendere agli altri, e soprattutto a se stessi, che si è vivi.

Il Gobbo, (il protagonista assoluto del film), tornato a Roma dalla Corsica, si mette subito in affari con "er Sogliola", "l'Albanese" e Perrone, ma questi lo tradiscono cercando di ucciderlo. Dopo essere fuggito per le fogne capitoline, egli si vendica ammazzando spietatamente i tre delinquenti,ed è a questo punto che il regista ci propone un uomo solo e infelice, che trova nella vendetta la sua unica risposta alla vita.

Per non distogliere l'attenzione dal Gobbo, Lenzi non da molto spazio alla polizia e soprattutto al commissario Sarti, interpretato da Pino Colizzi, tanto incolore quanto anonimo, mentre più convincente appare Isa Danieli nel ruolo di una prostituta sua amante.

E' questo sventurato delinquente il gran mattatore del film, che raggiunge vette di straordinaria commozione quando in un night club, davanti alla Roma bene, si esibisce in un drammatico spettacolo denunciando la società di averlo ucciso sin dalla nascita, per quell'odioso fardello sulla schiena che la natura gli ha donato.

Il Gobbo, disperato, muore precipitando da un ponte a gran velocità sulla sua Giulia. inseguito dalla polizia. La lettera che Vincenzo Marazzi detto Er Gobbo lascia a suo fratello ci fa comprendere di quanto amore il suo cuore sia colmo, nonostante la sua bruttezza esteriore.

La gente perbene non lo ha accettato mai, e lui, solo ed emarginato, preferirà la morte paradossalmente meno fredda e più dignitosa.

L'approfondimento di Minni Malinconico

IL GOBBO TRISTE

Nel 1976 per la prima volta appare sugli schermi di tutta Italia il cattivissimo Gobbo di Roma, interpretato magistralmente dall'incredibile Tomas Milian e partorito dalla mente geniale di uno dei più grandi registi del genere poliziottesco italiano, lo strordinario Umberto Lenzi.

Il regista gira infatti in quell'anno Roma a mano armata, uno dei suoi film più riusciti, in cui spiccano oltre a Merli nel ruolo del commissario Leonardo Tanzi decisissimo e tenace, proprio quel Gobbo che Lenzi riproporrà in chiave più sociale l'anno dopo in La banda del Gobbo, un assassino che vive di rapine, traffici sporchi, e di vite selvaggiamente troncate.

E' interessante comprendere la genesi e l'evoluzione di questo bizzarro personaggio, che ha rappresentato per il regista nel primo film il male assoluto. Nel secondo invece, La banda del Gobbo, è la vittima della società insensibile alla vita miserabile di un deforme borgataro.

In entrambi i film, il Gobbo è destinato a morire, ponendo fine alle sofferenze di un'esistenza avida di una qualsiasi forma di felicità.