ARTE CONTADINA, TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO
Cronistoria di un Museo mai realizzato… o non voluto
Se ne è già parlato, ma non ci stancheremo mai di
ribadirne l'importanza almeno fino a quando non sarà dato il
giusto riconoscimento in Museo di ciò che, purtroppo, ancora
oggi è solo "Mostra permanente di Arte popolare e
Cultura contadina". Cercheremo anzitutto di fare il punto
sulla "storia" di Gaetano Di Vito e sulla sua
meritoria opera di cultore delle tradizioni popolari. Gaetano
nasce 25 anni fa, primo di quattro fratelli e sorelle da padre
falegname e madre casalinga; ancora giovincello, un mite
giovedì di fine giugno, girovagando per i campi senza
particolare meta, fu attratto da un contadino che stava per
abbandonare una vecchia falce, ormai inutilizzabile. Il
ragazzo provò quasi dolore per quel gesto e istintivamente
chiese all'agricoltore di regalargli quell'attrezzo ormai
logoro. Da qui inizia una straordinaria storia, sfociata nella
imponente raccolta di oggetti antichi di uso contadino e non
che tra mille difficoltà di ogni sorta è stata allestita in
un locale di appena 20 mq nella centralissima via Roma. Oggi,
gli oggetti esposti sono talmente tanti che se pur sistemati
con certosina pazienza, rischiano di far scoppiare il locale a
causa, appunto, di una esorbitante sproporzione tra numero di
pezzi e spazio esistente. Proprio per questo resta
utilizzabile solo un ridotto corridoio per il passaggio dei
visitatori; molti oggetti non possono essere esposti, e troppi
di quelli presenti si confondono tra loro non ricevendo una
giusta collocazione. È giusto ricordare che da parecchi anni
ormai, Gaetano sacrifica i pochi momenti di relax per la
ricerca quasi spasmodica di tutto ciò che agli altri risulta
essere inutile. Cerca, vagando tra soffitte, depositi,
anfratti, scantinati di vecchi casolari e volentieri si presta
a lavorare nelle campagne per ricevere in compenso un
particolare oggetto che andrà ad arricchire la sua mostra.
Proprio per questa sua particolare attitudine, Gaetano è
divenuto per i suoi compaesani un personaggio abbastanza
"famoso". Nella Mostra, che è costretto a gestire
in proprio senza ricavarne alcuna sovvenzione economica e il
cui accesso è gratuito, si trovano oggetti di tutte le misure
e pesi. Gaetano Di Vito, un esempio per imprese di questo
tipo, meriterebbe sicuramente maggiore comprensione e
soprattutto considerazione da parte dell'amministrazione
comunale, la cui attenzione sembra essere rivolta da un'altra
parte, affinché iniziative degne di rispetto come la sua
possano essere salvaguardate nella speranza di poter, un
giorno, rendere "leggenda" quello che oggi è già
di diritto "storia". Questo giovane, semplice,
schivo ma sempre disponibile è stato additato da
"qualcuno", rappresentante di una sparuta minoranza
di ignoranti, come "un possessore di cianfrusaglie";
basta visitare la mostra per capire che ci si trova di fronte
a un collezionista d'arte e di cultura. È quasi una
esposizione di "tesori", è uno specchio del passato
e una finestra sul futuro. Senza ombra di dubbio uno dei beni
esposti più imponenti è la bandiera dell'Unione Agricola
Operaia fondata e diretta dall'illustre commendatore Crescenzo
Miletti, ricamata a fili d'oro e certamente simbolo di uno dei
periodi più importanti della storia del nostro paese; oggetti
del periodo neolitico, come asce, punte di frecce, conchiglie
fossilizzate sono disseminate su vari espositori alla rinfusa;
attrezzi per la lavorazione dei campi e strumenti di vita
quotidiana, come piatti bicchieri, costumi , strumenti da
lavoro per calzolai, falegnami e arrotini sapientemente
collocati rappresentano certamente la parte più curiosa e
emozionante della Mostra; posta su un antico comò del 1700 si
può ammirare un'antichissima statua in cera di Santa Filomena
particolarmente venerata nel non lontano paese di Mugnano del
Cardinale. È inutile comunque che ci dilunghiamo con un esoso
quanto inutile elenco dato che certamente la maggior parte dei
lettori ha potuto personalmente rendersi conto della mole e
dell'importanza degli oggetti di cui si discute.
Quella di Gaetano Di Vito è sicuramente un'iniziativa
lodevole; non lasciamo, cari Lettori, che a causa di assurde
incomprensioni prenda il largo alla volta di qualche paese
limitrofo. Il nostro invito è rivolto soprattutto agli
amministratori affinché si impegnino in tal senso e rendano
partecipe l'intera cittadinanza, informandola su cosa stia
succedendo a riguardo.
V.
Giangregorio
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