ERBARIO

Carpino Nero Cerro Leccio Olmo Campestre
Pioppo Nero Roverella Robinia Tiglio
Sorbo degli Uccellatori Sorbo Torminale BacK Next
Olmo campestre

Ulmus campestris

 

Fitocenosi
In Italia l'olmo campestre è diffuso in quasi tutte le regioni, di solito non oltre i 500 metri di altitudine, eccezionalmente fino ai 1000-1200 metri. Raramente forma boschi puri, ma lo si trova prevalentemente in nuclei sporadici associato alla vegetazione del piano mediterraneo e della zona del castagno.

Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero che può raggiungere i 30-40 metri, con tronco dritto e chioma folta e globoidale, a contrafforti e irregolare. I rametti sono a disposizione distica. Rivestito da una corteccia verde-rossastro lucida desquamante, solcata da fessure longitudinali. Cresce con media rapidità.

Gemme: Ovali, rosso-scure e tomentose.

Foglie: Albero a foglie decidue. Le foglie sono grossolanamente ovoidali e asimmetriche alla base. Hanno margine doppiamente dentato e apice acuto. Alterne e distiche sono portate da un breve picciolo, la lamina da obovata ad ellittica. Colore verde, lucide superiormente, pubescenti inferiormente.

Fiori: I fiori sono ermafroditi, formati da un involucro che racchiude 4-6 stami e un solo pistillo, provvisto di due stigmi allungati. I fiori sono riuniti in glomeruli di colore rosa distanziati sui rami. I fiori compaiono sulla pianta prima delle foglie.

Frutti: Compaiono verso la metà di maggio e sono le cosiddette samare, formate da un unico seme circondato da una larghissima ala membranacea, profondamente incisa in corrispondenza dell'apice

Utilizzo
I grandi esemplari caratterizzanti le corti aziendali, tipici della Pianura Padana sono ormai scomparsi. La specie è considerata altamente ornamentale. Adatta anche per siepi modellate. Consigliabile per vialature, cortine di protezione spontanee o obbligate. Viene attaccato da un fungo "Graphium ulmi" che ne provoca la morte. Le foglie sono appetite dal bestiame, mentre la corteccia si può impiegare per stuoie e cordami. Il legno viene utilizzato per costruzioni a contatto con l'acqua e per fabbricare strumenti agricoli.

Ecologia
Pianta poco esigente, tipica delle zone pianeggianti, desidera clima temperato-caldo, posizioni semi-ombreggiate o di pieno sole. L'olmo campestre predilige suoli profondi, freschi o mediamente ricchi di acqua, si adatta tuttavia anche a situazioni meno favorevoli. Indifferente al substrato, si adatta bene su terreni di natura silicea, calcarea ed anche argillosa. Si adatta peraltro anche ai terreni siccitosi.

Tiglio

Tilia cordata

Fitocenosi
Il tiglio selvatico era certamente un tempo, una delle essenze forestali più diffuse nell'ambiente prealpino e appenninico, in zone oggi in gran parte trasformate in colture, e questo spiega la sua relativa rarità attuale. E' presente sulle Alpi e sugli Appennini, dove non forma boschi puri, ma si trova sporadico oppure in piccoli gruppi frammisto ad altre latifoglie come aceri, querce, carpini, ecc.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero alto fino a 25 metri. Tronco grosso e breve; corteccia liscia e bruna da giovane, quindi nerastra e screpolata longitudinalmente. Rami numerosi e robusti, Chioma densa e ampia. Apparato radicale mediamente superficiale e ampio

Gemme: Ovoidi, globose, divergenti dal ramo , con due perule spesso rossastre, ma non pelose

Foglie: Albero a foglie decidue. Foglie cuoriformi con margini finemente dentati. Portati da piccioli verde-giallo o rosati. Di colore verde brillante sopra e più chiare sotto.

Fiori: I fiori giallognoli e profumati, sono riuniti in numero di 3-15 in corimbi penduli, sorretti da un lungo peduncolo che ha origine da una brattea fogliacea, membranacea, di colore verde chiaro o giallognolo.

Frutti: Sono secchi, ovali, coperti da un feltro di brevi peli e percorsi da costole poco evidenti

Utilizzo
Buon uso sia in parchi che in ambiente urbano. Consigliabile come pianta isolata, per gruppi da ombra, per alberature protettive o ombreggianti, per vialature da parco e cittadine. Il tiglio è una importante specie mellifera. I fiori, opportunamente essiccati, si utilizzano per preparare infusi ad azione diaforetica, anticatarrale e blandamente sedativa. Legno tenero e di facile lavorazione, ma cattivo combustibile.


Ecologia
Specie abbastanza igrofila, teme l'aridità estiva. Cresce con difficoltà in zone con gelate tardive. Specie mesofila, tendenzialmente sciafila. Predilige terreni di natura calcarea, freschi, asciutti, profondi e basici.

 

Sorbo torminale

Sorbus torminalis

 

Fitocenosi
Il sorbo selvatico è diffuso in Europa, Asia e Africa. In Italia si trova in tutta la penisola e nelle isole, sia in pianura, sia in montagna, senza mai superare, però, i 1000 m. Più raro nelle regioni settentrionali, è particolarmente diffuso nella zona mediterranea, sempre in nuclei sporadici e isolati, nei boschi di latifoglie, negli arbusteti, sulle pendici detritiche e tra le rupi, mostrando una certa predilezione per le stazioni solatie e per i terreni di natura calcarea.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero di medie dimensioni, alto al massimo 12-18 metri; assume talvolta l'aspetto cespuglioso. Eretto, chioma ampia e appiattita, corteccia prima liscia e cinerina, poi brino scura che si sfalda in piccole scaglie. I rami principali sono un po' angolosi, lisci e lucenti, bruno-grigio con lenticelle chiare, ordinate in serie longitudinali

Gemme: Verde vivo e globose, lunghe 4-5 mm

Foglie: Albero a foglie decidue. Le foglie sono assolutamente riconoscibili da quelle degli altri sorbi: sorrette da un lungo picciolo, hanno forma decisamente ovoidale e il loro margine è inciso da 7-9 lobi profondi e acuti, irregolarmente seghettati; Verde scuro sulla pagina sup., verde giallastro su quella inf. rosso-viola in autunno.

Fiori: La fioritura avviene nella tarda primavera in maggio-giugno. I fiori raccolti in grandi corimbi composti, ampi ed eretti, sono ermafroditi con 5 petali bianchi, numerosi stami e un unico pistillo provvisto di due stili.

Frutti: Sono delle piccole bacche sferiche di colore giallo-rosso poi bruno a maturazione. Contengono 4 semi.

Utilizzo
Specie pregevole per il colore che assumono le foglie durante il periodo autunnale e per la sua fioritura. Il legno è di ottima qualità, duro, pesante, di struttura molto omogenea. I frutti hanno sapore decisamente aspro e si addolciscono dopo la maturazione, come le sorbe. Se ne ricavava un tempo una bevanda fermentata, assai simile al "vino di sorbe", mentre per distillazione forniscono una eccellente acquavite.


Ecologia
Specie eliofila, termo-xerofila. Tollera bene la ventosità e sopporta l'ambiente marino. Indifferente al substrato. Predilige terreni calcarei, ma sopporta molto bene anche quelli compatti di natura argillosa.

 

Sorbo degli uccellatori

Sorbus acuparia

 

Fitocenosi
Il sorbo degli uccellatori è diffuso in quasi tutta l'Europa e nell'Asia occidentale. In Italia è presente in nuclei sporadici pressoché in tutta la penisola, dalla pianura fino oltre le zone corrispondenti agli areali del faggio e dell'abete rosso. Si trova nei boschi sia di latifoglie sia di conifere e sulle pendici desertiche e sassose, avventurandosi anche sulle frane appena stabilizzate.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero di medie dimensioni, alto al massimo 10-15 metri con fusto snello sormontato da una chioma arrotondata e non molto densa. Talora può assumere forma arbustiva. Corteccia liscia e di colore grigio-giallastro lucente negli individui giovani diviene poi spessa e nerastra con screpolature trasversali. Pianta a rapido accrescimento.

Gemme: Bruno-violetto scuro, lunghe 1,7 cm, coperte da peluria grigia.

Foglie: Albero a foglie decidue. Foglie lunghe 10-22 cm sono composte da 5-13 foglioline ovoidali oblunghe ad apice appuntito, intere alla base per un breve tratto e per il resto provviste di margine seghettato. Colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro e glauchescente su quella inferiore.

Fiori: I fiori raccolti in infiorescenze a corimbo, sono ermafroditi, piccoli, biancastri, con una corolla formata da 5 petali, numerosi stami ed un unico pistillo.

Frutti: Sono delle piccole bacche sferiche di colore rosso scarlatto a maturazione e di sapore acidulo contenente tre semi.

Utilizzo
Specie pregevole per il colore dei frutti oltre che per il fogliame di un bel verde vivo. Collocazione consigliabile: per gruppi misti di latifoglie, per vialature e per formare associazioni boschive. I frutti aciduli e poco saporiti, possono essere mangiati solo dopo la cottura. Con essi si fanno gelatine, acquaviti e liquori. Leggermente astringenti, si usano per preparare marmellate antidiarroiche.


Ecologia
Specie mediamente eliofila, indifferente al substrato. Desidera clima temperato-freddo o temperato, con presenza di umidità atmosferica. Indifferente al substrato, predilige comunque terreni freschi anche di natura calcarea.

Robinia

Robinia pseudoacacia

 

Fitocenosi
La sua comparsa in Italia risale a circa 200 anni fa. Da allora si è diffusa enormemente non solo a scopi ornamentali, ma anche forestali, finche si è spontaneizzata in tutto il territorio. La si trova lungo le siepi e gli argini, nei boschi misti di querce, castagni, noccioli, betulle. Tende a comportarsi come infestante, soprattutto nella valle Padana e nelle valli appenniniche e pre-appenniniche. Tende a formare boscaglie dense e spinose, povere di sottobosco erbaceo e di funghi.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero alto sino a 20-25 metri, con fusto eretto, spesso biforcato e chioma espansa e leggera. Talora assume aspetto cespuglioso. Corteccia rugosa, bruna e fessurata longitudinalmente. Apparato radicale ampio e sviluppato in profondità. Pianta ad accrescimento rapido.

Gemme: Piccole e nascoste dai piccioli fino all’autunno.

Foglie: Albero a foglie decidue. Foglie imparipennate, composte da 7-9 foglioline ovoidali oblunghe a margini interi. Le due stipole situate alla base di ogni foglia sono per lo più trasformate in robusti aculei. Lunghe fino a 20-25 cm. Colore verde lucido sulla pagina superiore, grigio-verdognolo su quella inferiore.

Fiori: La fioritura avviene in maggio-giugno sotto forma di lunghi grappoli penduli composti da 15-25 fiori bianchi. Ogni fiore ha la corolla formata da petali più o meno della stessa lunghezza: il vessillo ha forma tondeggiante le ali sono munite di una specie di orecchietta e la carena è ad apice ottuso. Fioritura molto profumata

Frutti: Sono dei legumi coriacei, lunghi 5-10 cm, che si aprono a maturazione secondo due valve. Contengono da 4 a 10 semi oblunghi, neri od olivacei, molto duri.

Utilizzo
Pianta molto ornamentale, è particolarmente adatta per ambienti urbani difficili. Nonostante l'appariscenza dei grappoli a fiori bianchi la Robinia non è da considerare tra i migliori alberi da giardino per la sua grande capacità ad espandere gli apparati radicali a danno delle altre specie coltivate. Consigliabile per vialature, cortine vegetali di protezione e mascheramento; ottima per consolidare terreni dannosi e scoscesi. I fiori sono calmanti, antispasmodici, colagoghi, leggermente tonici e astringenti. Poiché tutta la pianta contiene sostanza tossiche, il suo impiego richiede una certa prudenza. Il legno è duro ricco di tannini resistenti all'umidità. Ottimo combustibile.


Ecologia
Specie rustica, infestante. Desidera clima temperato o temperato caldo, esposizioni luminose e solatie. Può sopportare prolungate siccità. Essenza rustica. Predilige terreno sciolto, tendenzialmente sabbioso. Cresce stentatamente in quelli troppo compatti di natura argillosa, ancora meno in quelli calcarei.

 

Roverella

Quercus pubescens

Fitocenosi
La roverella è una delle querce caducifoglie attualmente più diffuse nel nostro paese. Nella catena alpina si trova solo sulle pendici più meridionali, submontane, tra 200-800 metri di altitudine, accompagnata da una folla di arbusti e alberelli favoriti dalla luminosità. Predomina invece nella parte peninsulare del nostro paese fino in Calabria, Sicilia e Sardegna, dove forma boschi puri molto estesi. Più spesso si trova però associata con cerri, carpini neri, aceri e ornielli a formare i cosiddetti boschi "mediterraneo-montani", che rappresentano una zona di transizione tra la fascia mediterranea e quella submediterranea.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero alto sino a 20-25 m. con fusto breve e contorto a rami sinuosi. Frequentemente assume l'aspetto di un arbusto a rami sottili e divergenti, alto 3-4 metri. Ha portamento espanso e chioma irregolare. La corteccia dapprima grigia, diviene bruno-scura a maturità, profondamente fessurata secondo linee longitudinali e trasversali che individuano placche quadrangolari. Apparato radicale fittonante e profondo. Crescita lenta e grande longevità

Gemme: Decisamente grigie e pelose.

Foglie: Dapprima pelose, poi vellutate e infine, allo stadio adulto, coriacee, hanno forma ovato allungata, con margine inciso da 4-7 paia di lobi a volte distanziati e arrotondati, suddivisi in lobi più piccoli. La pagina inferiore è leggermente pelosa (chioma più pallida delle altre querce).

Fiori: Monoici; i maschili in amenti lunghi fino a 10 cm., quelli femminili in piccole spighe pelose, lunghe circa mezzo cm. La fioritura avviene in primavera.

Frutti: Achenio (ghianda) riunito in gruppi di 2-4, sorretti da un peduncolo brevissimo, inserito all'ascella delle foglie. Hanno forma ovoidale e sono in parte protette da una cupola cosparsa da abbondante peluria e formata da piccole squame.

Utilizzo
Specie di notevole valore estetico per giardini di medie dimensioni nelle regioni centrali e meridionali italiane. Particolarmente indicata nelle zone appenniniche su terreni anche argillosi. Sopporta il taglio ed è adatta per formare siepi. Per la sua frugalità, la roverella viene spesso usata nei rimboschimenti delle pendici calcaree, mediante semina diretta. Le ghiande vengono impiegate per l'alimentazione del bestiame. Il legno duro e resistente all'acqua, è utilizzato per costruzioni navali, traversine ferroviarie e strumenti agricoli.


Ecologia
Predilige temperature miti, o addirittura calde. Specie termofila e xerofila. E' sensibile alle gelate tardive; resistente ai venti secchi estivi ed al clima marino. Specie prettamente eliofila. Specie frugale, vegeta bene su tutti i tipi di terreno, anche su quelli di natura calcareo-argillosa, secchi, rocciosi e mediocri.

 

Leccio         Quercus ilex

 

Fitocenosi
E' uno degli elementi più rappresentativi della flora della macchia mediterranea, dove costituisce la principale formazione climax. Vegeta in massa nella zona fitoclimatica del Lauretum soprattutto nella sottozona media e fredda. Lo si trova anche nella zona del Castanetum, nelle stazioni ad inverno mite e nelle rupi calcaree. Da origine a boschi puri oppure a boschi misti a specie prettamente mediterranee.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero sempreverde alto fino 25 m. con tronco del diametro superiore al metro. Spesso piccolo albero o cespuglio. Chioma densa di colore verde cupo di forma ovale poi appiattita, corteccia grigio-bruno finemente screpolata in piccole placche pressoché quadrate. Sistema radicale fittonante e molto sviluppato; radici laterali che danno origine a polloni. Specie a crescita lenta.

Gemme: Ibernanti, piccole, arrotondate, con perule poco numerose e tomentose

Foglie: Persistenti 2-3 anni, semplici, alterne, spesse e coriacee, con picciolo breve ornato da due stipule brune, verdi lucenti di sopra, a lamina molto variabile. Ovali bislunghe e grosse, dentato-spinose e poco pelose nei polloni/giovani lanceolate, ovate, bianco tomentose (inf.) e a contorno intero nelle piante adulte.

Fiori: Pianta monoica. Fiori maschili in amenti cilindrici, tomentosi, penduli; i femminili in spighe allungate, 6-7 flore, con asse tomentoso biancastro, con perigonio a 6 divisioni e 4 stigmi rossi

Frutti: Achenio (ghianda) singolo o a coppie portato da un peduncolo lungo circa 1 cm, con cupola con squame ben distinte. Tegumento della ghianda vellutato internamente. Grandi 1,5-4 per 1-2 cm. di colore castano scuro leggermente pruinose e spesso con striature scure

Utilizzo
Pianta molto resistente ai venti salsi. Prospera nelle località marine, dove può essere utilizzato per viali, parcheggi ed alberature stradali. In passato fu utilizzato nei giardini rinascimentali per la realizzazione, mediante potatura di forme alte e rigide, in contrasto con siepi basse. Il legno, duro e di facile imbarcatura, si usa soprattutto come materiale da combustione. Le ghiande si impiegano nell'alimentazione del bestiame, in particolare dei maiali. La corteccia fornisce tannini.


Ecologia
Esige stazioni ad inverno mite in quanto è una pianta che entra in vegetazione verso gli ultimi di aprile primi di maggio. In questo modo difficilmente riesce a sopportare i forti abbassamenti di temperatura. Moderatamente termofila, risulta molto xerotollerante. Predilige allo stato giovanile un certo grado di copertura e sopporta bene condizioni di ombreggiamento allo stato adulto. Si adatta con facilità ad una vasta gamma di terreni evitando solamente quelli spiccatamente argillosi; non sopporta i ristagni di umidità.

 

 

Cerro

Quercus cerris



Fitocenosi
Forma boschi puri o misti con leccio, roverella, orniello, castagno, acero, carpino, faggio, abete e pino laricio, a seconda della stazione climatica. Dopo i Balcani la penisola italiana rappresenta il principale territorio di diffusione del cerro, dove questo magnifico albero assume una notevole importanza per la vasta superficie occupata. E' particolarmente presente sugli Appennini ed anche in Sicilia. Assume particolare importanza nel Molise, nella Campania e nella Lucania, dove specialmente su terreni argillosi, forma magnifiche foreste. E' anche molto abbondante nei terreni vulcanici dell'alto Lazio. Nella zona prealpina risulta invece molto più raro e sporadico.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Grande albero (altezza 35 metri e diametro 1.30 metri e longevità fino a 200 anni e anche più. Tronco diritto e slanciato e chioma ovale, allungata, ristretta di media compattezza. Ritidoma liscio e grigiastro in piante giovani, di colore grigio-cenere, fessurato abbastanza profondamente in stretti solchi verticali e orizzontali in piante adulte. Apparato radicale molto sviluppato, con fittone di rapido accrescimento.

Gemme: Ibernanti, alterne-spiralate, ovoidali, piccole, con perule numerose, embricate, bruno-rossastre, pubescenti circondate alla base da stipole lineari, subulate, tomentose, persistenti, lunghe fino 25 mm.

Foglie: Tardivamente caduche, alterne, semplici di consistenza coriacea, leggermente ruvide con picciolo lungo 25 mm, ornato di stipole lineari. Lamina obovata ed oblunga, inciso-lobata più o meno profondamente ai margini con 4-7 paia di lobi triangolari.

Fiori: Monoici; i maschili in amenti cilindrici lassi e penduli; i femminili, singoli o in gruppi di 2-5, brevemente peduncolati. Fra l'impollinazione e la maturazione intercorrono 14 mesi.

Frutti: Achenio (ghianda) ovato-allungato, ombelicato, tomentoso all'apice e per il resto glabro protetto per un terzo o sino a metà da una cupola a squame lineari, brune, tomentose ed estroflesse matura nel secondo anno. Colore bruno-rossastro.

Utilizzo
Il profilo alto ed espanso di questa quercia la rende un bellissimo albero da parco, dove se mantenuta isolata assume un portamento particolarmente maestoso può inoltre venire impiegata per alberature stradali. Il cerro è la più ornamentale delle querce caducifoglie. Il suo legno, molto duro, pesante, compatto e soggetto ad incurvarsi, viene impiegato solo per fabbricare traversine ferroviarie o come combustibile. Le ghiande sono molto amare e quindi poco appetite dal bestiame.


Ecologia
Mesofilo nei riguardi della umidità e della temperatura. E' meno esigente di luce rispetto alle altre quercine; tendenzialmente eliofila. Sensibile alle gelate tardive ed ai freddi intensi. Ubiquitario nei riguardi del terreno, cresce anche in quelli argillosi, purché non troppo compatti; terreni di elezione per il cerro sono invece quelli vulcanici.

 

Pioppo nero

Populus nigra

 

Fitocenosi
Allo stato spontaneo si trova lungo i corsi di acqua della penisola, dal livello del mare fino a 1200 m. sulle Alpi e 1600 m. sugli Appennini. Assieme al Pioppo bianco è costituente di base della Associazione mediterranea che accoglie un certo numero di altre specie alle quali l'umidità del suolo permette di sopportare una atmosfera calda e secca (Olmo, Frassino, Salici, Ontano nero, ecc.).


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero di notevoli dimensioni (20-25 m.) a portamento eretto, con diametro del tronco fino a 1 m. Tronco diritto, nodoso, con corteccia bianco-grigiastra da giovane, indi nerastra e spessa, fessurata longitudinalmente. Chioma piramidale, ampia, largamente ovata e rada. Specie a crescita rapida. Radici superficiali ampie.

Gemme: Piccole, resinose-vischiose, con odore balsamico e sapore aromatico amaro.

Foglie: Alterne, triangolari o romboidali, più lunghe che larghe, verdi lucenti, acute all'apice dentate ai margini (tranne che alla base), lisce e glabre, con nervature rilevate nella pagina inferiore. Di consistenza un po’ coriacea, con picciolo compresso ornato di stipole triangolari caduche. In autunno diventano di colore giallo banana.

Fiori: Specie dioica. Fiori in amenti: i maschili (lunghi 10-15 cm.) rossastri con 6-30 stami e antere rosse; i femminili più gracili, sono verdognoli con stami gialli.

Frutti: Capsula glabra, che matura poche settimane dopo la fioritura. Da essa fuoriescono i semi, assai piccoli e muniti di lunghi peli sericei, chiamati volgarmente "cotone". Grazie alla presenza di questi peli il seme può essere trasportato anche a notevole distanza.

Utilizzo
Per i suoi pregi ornamentali e per la sua rapida crescita trova impiego nella formazione di alberature stradali, lungo argini ed all'interno di giardini e parchi, isolato o a gruppi. Il legno, tenero e biancastro, è utilizzato nell'industria cartaria per la produzione di cellulosa. Se ne ricava anche il carbone vegetale usato in medicina. Le gemme si usavano nella medicina popolare come febbrifughe. La radica è adoperata per lavori di ebanisteria. I suoi lunghi rami flessibili sono adoperati per fare canestri.


Ecologia
E' una specie eliofila e mediamente termofila; più rustica del pioppo bianco nei riguardi del terreno, colonizza anche ghiaioni e alluvioni ciottolose. E' più rustico del pioppo bianco nei riguardi del terreno. Trova il suo optimum nei terreni freschi, profondi e sciolti. Vegeta con difficoltà dove l'acqua ristagna.

 

Carpino nero

Ostrya carpinifolia

 



Fitocenosi
E' comune soprattutto lungo le pendici delle Alpi, quale componente tipico della vegetazione delle vallate riparate e calde. Popola i radi querceti di roveri, farnie, roverelle, ma può associarsi anche al faggio e all'orniello, spingendosi in questo caso, fino a 1500-1600 metri. Vegeta rigoglioso sulle colline brulle o ricoperte da scarsa vegetazione e può scendere anche nelle zone più decisamente pianeggianti.


Caratteristiche ornamentali

Portamento: Albero alto in media 15-20 metri, con tronco diritto e regolare e chioma raccolta, allungata e leggermente conica. Tronco lievemente costoluto alla base; corteccia bruno-grigia, prima liscia e poi superficialmente fessurata. Specie a rapido ritmo di accrescimento. Apparato radicale generalmente superficiale.

Gemme: Verdi e affusolate.

Foglie: Albero a foglie decidue. Le foglie di forma ovoidale-allungata sono acuminate all'apice doppiamente dentate lungo il margine e un po' incurvate su se stesse nel senso della lunghezza. Colore verde scuro-opaco

Fiori: Le infiorescenze maschili (amenti), sono pendule e lunghe 4-8 cm e riunite in gruppetti. Specie monoica. Le infiorescenze femminili (amenti) sono più corte e formate da brattee che si inseriscono sull'asse della infiorescenza sono lunghe 2-3 cm.

Frutti: piccoli acheni lisci e lucidi, racchiusi in una specie di vescichetta bianco-giallognola, membranosa, derivante dalle primitive brattee dell'infiorescenza femminile che, dopo la fecondazione, si sono ripiegate fino a saldarsi l'una con l'altra.

Utilizzo
Consigliabile per cortine frangivento, siepi potate. Pianta ampiamente impiegata nelle alberature urbane. Specie altamente decorativa, in particolare modo in primavera quando le branche sono coperte da lunghe infiorescenze maschili pendule. E’ impiegato soprattutto come pianta ornamentale. Il legno trova impiego soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone; si presta anche per al fabbricazione di pezzi di macchine, attrezzi e oggetti di artigianato.


Ecologia
E' una specie eliofila, resistente alla siccità e dotata di ottima adattabilità alle diverse condizioni climatiche. Predilige terreni medio-sciolti, profondi e freschi di qualsiasi natura. Si adatta abbastanza bene anche ai terreni di natura calcarea. Colonizza, come specie pioniera, le stazioni denudate e le radure.

 

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