La Samaritana


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La Samaritana
1990 - Olio su tela, cm 50x70

Capisco il perchè dei colori più freschi e delle forme accentuatamente ricurve. Sono una proiezione dell'idea che il pittore ha della donna e della sua capacità nel leggere la trama che si dipana dietro le apparenze del reale.
La femminilità di questa donna è tale da permetterle una libertà assoluta verso i propri sentimenti. Il rapporto reale, concreto, con le cose e con il loro più essenziale significato, le fa avvertire una continuità tra lei, l'acqua e chi le ha chiesto aiuto.
C'è un senso di pacatezza nelle forme. Nella ristrettezza dello spazio riservato alle figure emerge chiaramente il legame che le cementa come un continuo.
La Samaritana vive il divino nella flagranza del suo quotidiano.
La scienza sottile della rappresentazione genera in noi una percezione e una risposta mentale sorprendente.
I personaggi sono descritti con tocchi attenti di colore, quasi bagliori di forte presenza nel magma del fondo. L'immagine, assai leggibile, la messa in scena circostanziata e il gusto dell'aneddoto non svelano ciò che, argine alle apparenze, deve restare comunque nascosto.
La luce indaga la superficie ma non oltrepassa il limite della forma.
La leggera stesura cromatica rimanda alla tridimensionalità reale, ma la consistenza ottica è sospesa misteriosamente nell'atmosfera.
Il mimetismo della figurazione è consapevole di una propria ovvietà, del tutto precaria, e rispecchia lo spettacolo dell'immaginario filtrato dalla nostra percezione del mondo e reso valido dalla sola specificità illusoria della tecnica pittorica.


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