BREVE STORIA DELLE APPARIZIONI E DEI VEGGENTI A MEDJUGORJE

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Seconda fase - La collina interdetta

Martedì 30 giugno 1981. Lontano, a Cerno.

Il martedì 30, la folla attende invano i veggenti. Nel primo pomeriggio, due giovani donne, Ljubica e Mirjana, contattate dalla polizia, li hanno portati a fare una passeggiata, per tenerli lontano dalla collina dove l’afflusso della gente preoccupa la polizia: a Sarajevo sospettano che si tratti di un complotto clerico-nazionalista. Essi si sentono stanchi e sfiniti per questa esperienza nuova che ridimensiona le loro persone e per i continui interrogatori. Accettano quindi con gioia quell’evasione. Si stipano in sette dentro un auto, le due donne e i cinque veggenti, perché Ivan non è voluto andare. Vanno a vedere le cascate di Kravica, la piccola Niagara jugoslava e Caplijina, dove le due donne offrono dolci e succhi di frutta… All’ora dell’apparizione, sono ancora in viaggio da Ljubuski a Citluk. A destra il piccolo Jakov guarda all’orizzonte la linea blu delle colline. Fa fermare improvvisamente la macchina all’imbocco di un sentiero e si slancia verso il pendìo. Al di sopra della collina, sull’orizzonte blu, ora emerge una luce: la Gospa avanza sulla sua nuvola verso di loro, fino a giungere molto vicina. - Ti dispiacerebbe se ti aspettiamo in chiesa? - chiede Mirjana, perché la polizia ora proibisce l’accesso alla collina e minaccia le loro famiglie. La Gospa sembra esitare: - Si, alla stessa ora. Di ritorno, il parroco li interroga a lungo, in canonica, di fronte a un registratore. Anche Ljubica e Mirjana sono presenti e si sentono turbate, perché hanno visto quei fenomeni luminosi. Non collaboreranno più con la polizia.

Mercoledì 1 luglio 1981. L’apparizione nel furgone.

L’indomani, 1 luglio, nel pomeriggio, poco prima dell’apparizione la polizia torna nuovamente a Biakovici. Tre ragazze, Ivanka, Mirjana e Vicka vengono fatte salire sul furgone della polizia. Ma all’improvviso il furgone scompare ai loro occhi e vedono solo l’apparizione, inattesa e breve.

Giovedì 2 luglio. Prima apparizione in canonica.

A biakovici, il villaggio dei veggenti, la tensione cresce. La polizia controlla i loro movimenti ed essi si sentono spiati. Ruzika, sorella di Marija, va a chiedere consiglio a fra’ Jozo: - Cosa dobbiamo fare? Quando torna a casa attua una manovra diversiva e verso le 17,30 fa portare i veggenti, in auto, verso la canonica, dove hanno l’apparizione nella terza stanza a sinistra entrando. Sono soli, perché il parroco è andato in chiesa, invasa dalla folla, molto prima della messa delle 18. Anche i veggenti vanno in chiesa. C’è grande fervore, Jozo Zovko, che fino a quel momento ha predicato nel deserto (ai soli terziari) il ripristino di alcuni digiuni a pane e acqua, propone di farne uno… - … per tre giorni, per essere illuminati. - Lo vogliamo fare risponde la folla dei parrocchiani entusiasti. Prima dell’Ite missa est, dà la parola a Bicka e a Jakov. E’ stata conservata la registrazione. - Ora vi parlerà un bambino. Non lo vedete perché è troppo piccolo. La sua testa non sporge al di sopra dell’altare, ma la sua voce è ferma: - Oggi ho chiesto alla Madonna di lasciarci un segno. Essa ha solo mosso la testa così, (gesto di affermazione) e poi è scomparsa. Prima di andarsene ci ha detto: “Arrivederci, angeli miei”. ’ un vezzeggiativo che in Croazia le nonne usano per i loro nipotini.

Venerdì 3 luglio 1981. Esci e proteggi i veggenti.

Il venerdì, il parroco, Jozo Zovko, sta pregando in chiesa per implorare luce: - Signore, che hai parlato ad Abramo e a Mosè; sento il peso di tutta questa folla. Illuminami! D’un tratto (racconta egli stesso), sentii una voce che mi diceva: - Esci e proteggi i bambini. Lasciai la Bibbia e il breviario, feci la genuflessione e aprii la porta. Avevo ancora la mano sulla maniglia, quando vidi i ragazzi correre verso di me: - La polizia ci cerca, nascondeteci! Piangevano. Con loro c’era Anna, una sorella maggiore di Vicka. Li condussi in canonica in una stanza inutilizzata (la terza a sinistra) poi uscii dalla canonica e chiusi la porta a chiave. Poi si reca in chiesa ed ecco irrompere la polizia: - Hai visto i veggenti? Come S. Martino che incontra i suoi persecutori, indica la direzione da dove vengono loro: - Si, da quella parte! E la polizia riparte precipitosamente. Nel frattempo la stanza della canonica scompare davanti agli occhi dei veggenti. La Madonna è lì, tutta gioiosa, mentre loro sono pieni di paura. Li rincuora. Essi pregano e cantano con lei: - Non abbiate paura, avrete la forza di sopportare tutto questo!

Sabato 4 luglio 1981. Ognuno a casa sua.

Il sabato 4 luglio è un giorno di incertezza e di smarrimento. In seguito alle minacce, agli interrogatori, agli esami medici, ecc. i veggenti, sopraffatti dagli avvenimenti, hanno pensato che l’apparizione di venerdì 3 fosse l’ultima. Ed ecco che oggi la Madonna fa una sorpresa a tutti loro, a ciascuno dove si trova. Le apparizioni quindi non sono finite. Si mettono nuovamente d’accordo: - Dove ci troviamo domani?

Quando il parroco diventa veggente.

Ogni giorno, secondo le circostanze, verso le 18, in casa di uno o dell’altro, in campagna, in canonica. L’apparizione a volte si verifica in chiesa, durante la liturgia.

Fra’ Jozo Zovko, responsabile di fronte al popolo, al vescovo, alla polizia e a Dio, è perplesso. Ma un giorno, in chiesa, verso la fine del rosario, vede l’apparizione insieme ai veggenti, nello stesso posto, accanto alla tribuna. La sua predicazione diventa improvvisamente più forte e tonificante. La polizia che aveva approvato la discrezione delle sue precedenti omelie, ora è preoccupata.

Arresto.

I suoi sermoni sono irreprensibili. Tuttavia, il 12 agosto, la morsa si stringe e la polizia scova in una predica dell’11 luglio, dovutamente registrata, un capo d’accusa: - Ha detto, “quarant’anni di deserto!”. E sono esattamente quarant’anni che Tito ha preso il potere. La rivoluzione, quindi, sarebbe il deserto! E una predica sovversiva! Il 17 agosto la polizia si reca in canonica. Le suore vengono sequestrate per qualche tempo. Le elemosine confiscate e il parroco arrestato. Inizia un lungo processo. L’avvocato giustifica fra’ Jozo, per quei “quarant’anni di deserto”, dicendo che parlava degli ebrei, guidati da Mosè verso la terra promessa, più di tremila anni fa, come racconta la Bibbia. Vengono però trovate altre imputazioni per giustificare il processo; il 22 ottobre, è condannato a tre anni e mezzo di carcere. Verrà liberato, dopo un anno e mezzo, grazie alle 40.ooo lettere scritte al presidente della repubblica dai lettori del settimanale il Sabato. Al momento dell’arresto, Tomislav Vlasic’ accorre in aiuto della canonica rimasta senza guida. Ritiene che la situazione sia poco chiara e parte per Mostar, dove mette al corrente il provinciale francescano, fra’ Jozo Pejic: - Prenda il posto del parroco, la nomino a Medjugorje - conclude quell’uomo esperto. Da quel momento Tomislav diventa la mirabile guida spirituale dei veggenti e della parrocchia.

(Vi sarei molto grado se mi comunicaste errori, inesattezze, consigli o mancanza di informazioni in queste pagine. Grazie mille per la vostra collabborazione. Domenico webmaster@madonnadelcastello.it)