gli eventi della galleria Artanda

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 GLI EVENTI 2006 DELLA  GALLERIA ARTANDA

Galleria Artanda

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di

 Carmelina Barbato

 

ACQUI TERME,

VIA ALLA BOLLENTE 11

 

TEL. 0144/325479

CELL.380/2922098

 

 

Gli Eventi 2006

5 novembre

Autunno 2006

22 ott - 5 Nov.

23 sett -15 Ott

3-19 Sett. 2006

22 Aprile 2006

 

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         Sergio Unia  in mostra dal 23 settembre al 15 ottobre

COMUNICATO STAMPA
 

La GALLERIA ARTANDA, con il patrocinio della Provincia di Alessandria - Assessorato alla Cultura e del Comune di Acqui Terme - Assessorato alla Cultura, organizza una rassegna artistica dedicata all’attività ultratrentennale del maestro Sergio Ùnia, scultore di fama consolidata che vanta alti riconoscimenti sia in Italia che all’estero.

La mostra si pone sul percorso di un’importante stagione artistica che ha visto l’Artista impegnato alle Olimpiadi di Torino 2006, nell’allestimento di una personale presso la Galleria Sant’Agostino del capoluogo piemontese e in un’antologica presso il Museo Manzù di Ardea, Roma.

 


Il lavoro di Sergio Ùnia è sempre stato valutato positivamente dalla critica: dalle recensioni di Gabriele Mandel a quelle di Angelo Mistrangelo, da Adele Mencio a Renzo Guasco fino a Vittorio Sgarbi che inserisce il nome del Maestro nel suo libro “I giudizi di Sgarbi. 99 Artisti dai cataloghi e dintorni” edito nel 2005 da Mondadori.

Sergio Ùnia torna nuovamente ad Acqui in una personale che propone l’esposizione contestuale delle sue opere presso la Galleria Artanda - dove l’Artista è in permanenza - e le sale espositive dell’ex Opificio Kaimano. La rassegna, curata dal critico d’arte Clizia Orlando, è stata realizzata con il contributo della Provincia di Alessandria e del Comune di Acqui Terme.

 

La personale di Sergio Ùnia “Omaggio alla bellezza” sarà inaugurata sabato 23 settembre 2006 presso la Sala Conferenze dell’ex Opificio Kaimano alle ore 17.30 e
durerà fino a domenica 15 ottobre con esposizione contestuale delle opere presso la
Galleria Artanda (grafiche e bronzetti) e i locali espositivi dell’ex Opificio Kaimano.


Orari: dal martedì alla domenica - 16.30/20.00.
Informazioni: 0144.325470 email:studioarc@email.it

 

 


SERGIO ÙNIA

“OMAGGIO ALLA BELLEZZA”
a cura di Clizia Orlando


 

Il concetto di "bellezza" abita la scultura di Sergio Ùnia.
L' inconfutabile affermazione non deve essere intesa come riduttivo giudizio critico: apprezzamento di una forma priva di contenuto. Nell'arte di Ùnia si ritrova il senso sublime di una bellezza estetica, legata a canoni classici, dove la perfezione delle forme racchiude una molteplicità di contenuti.
Nel suo universo plastico si affermano figure femminili, delicate presenze, colte in una naturale gestualità che è svelata dal sapore della materia.

L'esperienza maturata dallo scultore lo pone tra i più significativi protagonisti di quella tendenza artistica, che, rifiutando le innovazioni linguistiche proposte dalle avanguardie del'900, si è cimentata nella ricerca di un'armonia formale, "al ritorno del mestiere" per dirla alla De Chirico, senza dimenticare il valore del messaggio.

L'intima sensibilità dell'artista, che sa guardare e vedere, si traduce nel lirismo delle sue figure e il prodigio si svela nella sapienza tecnica, lasciando affiorare dalla superficie del modellato il palpito del ritmo vitale, dell'ordine armonico, dell'energia spirituale che anima il mondo fisico. Lo spazio accoglie le sobrie nudità di questi corpi, linee eleganti in cui si rincorrono memorie, più o meno recenti, di autori che hanno segnato la storia dell'arte, riferimenti importanti per la formazione dello scultore, maestri dai quali Unia ha saputo poi, pur rimanendo fedele al proposito figurativo, svincolarsi nella risoluzione dell'impianto scultoreo approdando ad uno stile rigorosamente personale.

La sussurrata eloquenza della sua arte offre la possibilità di passeggiare tra sentieri plastici, da qui si levano atmosfere sospese, che trattengono gestualità colte nel quotidiano, frammenti di vita animati da silenti melodie.
Si rivela così l'espressione vera del suo intento e i soggetti si distendono nella sagoma liscia e allo stesso tempo si sollevano nel niveo, compatto rilievo corporeo per essere nudi, che si fanno protagonisti di un intimistico dialogo interiore o danzatrici, che si librano in un euritmico espandersi d'energia.

Questo gusto non è espressione di una volontà di approdo al vero, ma necessità di far vibrare la materia instillando nella forma quel "soffio di vita" di cui parlava Arturo Martini.
 

La corrispondenza che viene a crearsi all'interno dell'opera dà origine ad una situazione affabulatoria, nella quale si rende manifesta l'indagine progressiva sul sentimento della vita contenuta nell'aspetto di queste figure, di quel cammino dell'"essere" che dalla cultura classica e umanistica mediterranea è approdato al contemporaneo. Il suo talento si fonda proprio sulla forza di indagine della realtà, situazione plastica decisamente lontana dal luogo comune di un facile realismo.

La ferma fiducia nella spiritualità immanente alla natura dell'uomo propone la scelta espressiva e stilistica del suo lavoro, dove il sembiante della rappresentazione diviene rivelazione. In questo modo l'autore raggiunge risultati profondi, ponendosi in diretto rapporto poetico con il mondo sorpreso nel suo spontaneo e naturale "vivere". Le linee del modellato lievitano nella luce mostrando la tensione degli arti e la levità dei corpi, il tendersi dei muscoli diviene misterioso riflesso fisico di un'energia organica e spirituale insieme.

 

Ne è esempio la "Danzatrice" del 2004, dove la leggera torsione impressa al busto è sintesi di un etereo librarsi: la figura narra la metamorfosi verso uno stato di trascendenza. Anche nelle immagini più direttamente legate ad attimi del quotidiano traspare dagli sguardi o dalle posture un sentimento ascetico.

La "Ragazza che si spoglia", 2006, sembra evocare un rituale, l'esile corpo adolescenziale traspone questa gestualità, che si compie ogni giorno, in una situazione atemporale, il morbido distendersi della figura termina nelle linee di un delicato panneggio.

Ancora giovani donne sono ritratte in atteggiamenti semplici, segnati da movenze spontanee, sono: "Il mattino (Rossana)", " Ragazza con asciugamano", "Nudo con le trecce".

Nel "Nudo con calze", lo scultore riesce a rendere un'idea di femminilità raffinata e discreta, tratteggiando con tenue aggetto il profilo dell'indumento, a cui fa da contrappunto l'assorta espressione del volto.

I principi di equilibrio e armonia a cui si attiene la sua ricerca plastica sono puntualmente ricordati in "Maternità", del 2002. Nell'impianto scultoreo si sviluppa una logica corrispondenza tra il bambino e il profilo femmineo: la perfezione del moto circolare eccitata nell’intensità centripeta dell’abbraccio.

Nel rispetto di tali canoni prende forma la segreta vitalità dell'esistente, in un flusso che continuamente lega il momentaneo e l'ideale, con ferma coerenza e appassionata ricerca.
Si può dunque asserire che la donna, assoluta protagonista di questo excursus, non è resa vulnerabile nello svelamento del suo sembiante, ma è resa inviolabile nella sua apollinea bellezza, riflesso e allo stesso tempo modello del suo essere. La sensualità, che a tratti, in accenni discreti, emerge dall'opera di Ùnia non è mai fine a se stessa, è il perfetto compimento dell'ideale artistico ed estetico wildiano, è sintesi di poesia, sentimento, grazia.

 

Settembre 2006
 

 

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 Ultimo Aggiornamento: 24/01/08.