Galleria Artanda
di
Carmelina Barbato
ACQUI TERME,
VIA ALLA BOLLENTE 11
TEL. 0144/325479
CELL.380/2922098
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Sergio
Unia in mostra dal 23 settembre al 15 ottobre |
COMUNICATO STAMPA
La GALLERIA ARTANDA,
con il patrocinio della Provincia di Alessandria - Assessorato alla
Cultura e del Comune di Acqui Terme - Assessorato alla Cultura,
organizza una rassegna artistica dedicata all’attività ultratrentennale
del maestro Sergio Ùnia, scultore di fama consolidata che vanta alti
riconoscimenti sia in Italia che all’estero.
La mostra si pone sul
percorso di un’importante stagione artistica che ha visto l’Artista
impegnato alle Olimpiadi di Torino 2006, nell’allestimento di una
personale presso la Galleria Sant’Agostino del capoluogo piemontese e in
un’antologica presso il Museo Manzù di Ardea, Roma.
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Il lavoro di Sergio Ùnia è sempre stato valutato positivamente dalla
critica: dalle recensioni di Gabriele Mandel a quelle di Angelo
Mistrangelo, da Adele Mencio a Renzo Guasco fino a Vittorio Sgarbi che
inserisce il nome del Maestro nel suo libro “I giudizi di Sgarbi. 99
Artisti dai cataloghi e dintorni” edito nel 2005 da Mondadori.
Sergio Ùnia torna
nuovamente ad Acqui in una personale che propone l’esposizione
contestuale delle sue opere presso la Galleria Artanda - dove l’Artista
è in permanenza - e le sale espositive dell’ex Opificio Kaimano. La
rassegna, curata dal critico d’arte Clizia Orlando, è stata
realizzata con il contributo della Provincia di Alessandria e del Comune
di Acqui Terme.
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La personale di Sergio Ùnia “Omaggio
alla bellezza” sarà inaugurata sabato 23 settembre 2006
presso la Sala Conferenze dell’ex Opificio Kaimano alle ore
17.30 e
durerà fino a domenica 15 ottobre con esposizione
contestuale delle opere presso la
Galleria Artanda (grafiche e bronzetti) e i locali
espositivi dell’ex Opificio Kaimano.
Orari: dal martedì alla domenica - 16.30/20.00.
Informazioni: 0144.325470 email:studioarc@email.it
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SERGIO ÙNIA
“OMAGGIO ALLA BELLEZZA”
a cura di Clizia Orlando
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Il concetto di "bellezza" abita la scultura di Sergio Ùnia.
L' inconfutabile affermazione non deve essere intesa come riduttivo
giudizio critico: apprezzamento di una forma priva di contenuto.
Nell'arte di Ùnia si ritrova il senso sublime di una bellezza
estetica, legata a canoni classici, dove la perfezione delle forme
racchiude una molteplicità di contenuti.
Nel suo universo plastico si affermano figure femminili, delicate
presenze, colte in una naturale gestualità che è svelata dal sapore
della materia.
L'esperienza maturata dallo scultore lo pone tra i più significativi
protagonisti di quella tendenza artistica, che, rifiutando le
innovazioni linguistiche proposte dalle avanguardie del'900, si è
cimentata nella ricerca di un'armonia formale, "al ritorno del
mestiere" per dirla alla De Chirico, senza dimenticare il valore del
messaggio. |
L'intima sensibilità
dell'artista, che sa guardare e vedere, si traduce nel lirismo delle sue
figure e il prodigio si svela nella sapienza tecnica, lasciando
affiorare dalla superficie del modellato il palpito del ritmo vitale,
dell'ordine armonico, dell'energia spirituale che anima il mondo fisico.
Lo spazio accoglie le sobrie nudità di questi corpi, linee eleganti in
cui si rincorrono memorie, più o meno recenti, di autori che hanno
segnato la storia dell'arte, riferimenti importanti per la formazione
dello scultore, maestri dai quali Unia ha saputo poi, pur rimanendo
fedele al proposito figurativo, svincolarsi nella risoluzione
dell'impianto scultoreo approdando ad uno stile rigorosamente personale.
La sussurrata eloquenza
della sua arte offre la possibilità di passeggiare tra sentieri
plastici, da qui si levano atmosfere sospese, che trattengono gestualità
colte nel quotidiano, frammenti di vita animati da silenti melodie.
Si rivela così l'espressione vera del suo intento e i soggetti si
distendono nella sagoma liscia e allo stesso tempo si sollevano nel
niveo, compatto rilievo corporeo per essere nudi, che si fanno
protagonisti di un intimistico dialogo interiore o danzatrici, che si
librano in un euritmico espandersi d'energia.
Questo gusto non è
espressione di una volontà di approdo al vero, ma necessità di far
vibrare la materia instillando nella forma quel "soffio di vita" di cui
parlava Arturo Martini.
La corrispondenza che viene a crearsi all'interno dell'opera dà
origine ad una situazione affabulatoria, nella quale si rende
manifesta l'indagine progressiva sul sentimento della vita contenuta
nell'aspetto di queste figure, di quel cammino dell'"essere" che
dalla cultura classica e umanistica mediterranea è approdato al
contemporaneo. Il suo talento si fonda proprio sulla forza di
indagine della realtà, situazione plastica decisamente lontana dal
luogo comune di un facile realismo.
La ferma fiducia nella spiritualità immanente alla natura dell'uomo
propone la scelta espressiva e stilistica del suo lavoro, dove il
sembiante della rappresentazione diviene rivelazione. In questo modo
l'autore raggiunge risultati profondi, ponendosi in diretto rapporto
poetico con il mondo sorpreso nel suo spontaneo e naturale "vivere".
Le linee del modellato lievitano nella luce mostrando la tensione
degli arti e la levità dei corpi, il tendersi dei muscoli diviene
misterioso riflesso fisico di un'energia organica e spirituale
insieme. |
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Ne è esempio la
"Danzatrice" del 2004, dove la leggera torsione impressa al busto è
sintesi di un etereo librarsi: la figura narra la metamorfosi verso uno
stato di trascendenza. Anche nelle immagini più direttamente legate ad
attimi del quotidiano traspare dagli sguardi o dalle posture un
sentimento ascetico.
La "Ragazza che si
spoglia", 2006, sembra evocare un rituale, l'esile corpo adolescenziale
traspone questa gestualità, che si compie ogni giorno, in una situazione
atemporale, il morbido distendersi della figura termina nelle linee di
un delicato panneggio.
Ancora giovani donne
sono ritratte in atteggiamenti semplici, segnati da movenze spontanee,
sono: "Il mattino (Rossana)", " Ragazza con asciugamano", "Nudo con le
trecce".
Nel "Nudo con calze",
lo scultore riesce a rendere un'idea di femminilità raffinata e
discreta, tratteggiando con tenue aggetto il profilo dell'indumento, a
cui fa da contrappunto l'assorta espressione del volto.
I principi di
equilibrio e armonia a cui si attiene la sua ricerca plastica sono
puntualmente ricordati in "Maternità", del 2002. Nell'impianto scultoreo
si sviluppa una logica corrispondenza tra il bambino e il profilo
femmineo: la perfezione del moto circolare eccitata nell’intensità
centripeta dell’abbraccio.
Nel rispetto di tali
canoni prende forma la segreta vitalità dell'esistente, in un flusso che
continuamente lega il momentaneo e l'ideale, con ferma coerenza e
appassionata ricerca.
Si può dunque asserire che la donna, assoluta protagonista di questo
excursus, non è resa vulnerabile nello svelamento del suo sembiante, ma
è resa inviolabile nella sua apollinea bellezza, riflesso e allo stesso
tempo modello del suo essere. La sensualità, che a tratti, in accenni
discreti, emerge dall'opera di Ùnia non è mai fine a se stessa, è il
perfetto compimento dell'ideale artistico ed estetico wildiano, è
sintesi di poesia, sentimento, grazia.
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Settembre 2006
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