palazzo Madama Rossi di Visone |
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Indice Palazzo Madama Rossi
[Nota 1]: Risale al 1500 la costruzione della chiesa di San Pietro Apostolo, oggi meglio nota come Oratorio di San Rocco. Il cambiamento di titolo risale al 1523 quando, imperversando la peste, i Visonesi dedicarono la chiesa al Santo, ben noto per le sue doti taumaturgiche, nella speranza di risparmiare al paese il contagio dalla pestilenza
[Nota 2] Cfr., M.C.Goslino, C. Mignone, E.Oliveri, Visone. Vita quotidiana nei secoli, Edizioni dell’Orso, Torino, 1994, p.7 Restauro architettonico Palazzo Madama Rossi |
Visone (Al) Palazzo Madama Rossi
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L'importanza assunta in città dalla Famiglia è anche dimostrata dal fatto che nel 1862 viene concesso ai Rossi il privilegio di assistere alle funzioni religiose dell'adiacente Oratorio di San Rocco, sfruttando una finestra presente sul lato sinistro dell'oratorio direttamente collegata ad una stanza del Palazzo. L'Ultima residente della famiglia Rossi a palazzo è la "madama" del Cavaliere Rossi, proprietaria tra l'altro della vecchia filanda per la lavorazione della seta e della lana . Dai Rossi l'edificio diventa proprietà della famiglia Lerma, nel 1930 passa ai Carozzi (Giacomo), tre anni dopo (1933) ai Buzzi (fratelli Alessandro e Luigi) per poi tornare nuovamente di proprietà dei Lerma (Pietro, di Milano).
Tra il 1954/55 si ha notizia di una prima parcellizzazione
(Rogito Filia) mentre la costituzione dell'attuale Condominio Madama Rossi
risale alla fine degli anni Novanta. Questi continui cambiamenti di proprietà
comportano sostanziali mutamenti architettonici spesso giustificati dalla
necessità di adeguamento alle nuove esigenze abitative. Negli anni si assiste
così alla perdita dei pregevoli dipinti che ornavano il grande Salone dei
Ricevimenti al piano nobile , alla scomparsa (ancora visibile almeno fino al
1950) di un importante affresco nella loggia interna del cortile, opera del
pittore Pietro Maria Ivaldi (detto Il Muto) ; alla distruzione nel cortile
interno del palazzo di un antico pozzo e alla quasi totale scomparsa di ciò che
resta di due antiche meridiane (sovrapposte). |
Gli affreschi della volta (a botte lunettata) della loggia, che coprono interamente la superficie muraria, sono prevalentemente a tema figurativo (divinità antropomorfe, putti, satiri..) ed ispirate alla mitologia classica.
La nota scena di Arianna nell'atto di uccidere il leone pronto ad assalire Bacco addormentato, rappresentata in uno dei due medaglioni centrali, si presenta oggi poco leggibile, essendo attraversata da una vistosa lacuna che porta a vista la sottostante tessitura muraria in mattoni disposti a foglio. L'avanzatissimo degrado interessa l'intero apparato decorativo e rivela la necessità di un intervento immediato di messa in sicurezza e l'opportunità di valutare adeguate protezioni per contrastare l'azione aggressiva degli agenti atmosferici (vd. foto). |
DESCRIZIONE DEL PROSPETTO SU VIA ACQUI
L'attuale configurazione del prospetto deriva presumibilmente dalla fusione di
tre corpi di fabbrica: quello orientale comprendente la loggia, quello centrale,
più alto degli altri due, soprannominato "la torretta" e il terzo, quello
occidentale, realizzato in aderenza all'Oratorio di San Rocco.
L'intero prospetto si presente attualmente intonacato con una tinta a base
di calce, in alcuni punti è ancora visibile la vecchia decorazione
caratterizzata da semplici cornici di contorno finestra e da una cornice che si
sviluppava presumibilmente lungo tutto il prospetto, interrompendosi in
corrispondenza del portale. L'edificio si estende su tre livelli nei due corpi
laterali e su quattro in quello centrale, con una differenza di quota tra il
piano strada e quello del cortile interno (che si trova ad un piano superiore).
Nella parte superiore la facciata si conclude con un cornicione in mattoni
sagomato, raccordato alla copertura tramite particolari passa fuori in legno.
Il corpo orientale si distingue per il bel loggiato cinquecentesco,
completamente affrescato nel suo interno, realizzato in pietra locale estratta
dalla cava di Santa Croce presso l’attuale Cappelletta dei Foresti. Sotto il loggiato, all’interno di una finestra tamponata, è visibile una piccola edicola votiva in marmo, dalla forma classica (colonnine corinzie reggenti un architrave), con all’interno una nicchia dipinta che fino a pochi anni fa custodiva una piccola scultura raffigurante la Madonna (vedid. foto a fianco). Il portone principale di ingresso si apre sul corpo occidentale ed immette nel cortile interno. Il portale lapideo è costituito da due lesene scanalate, sormontate da un capitello semplice e raccordate ad un arco a tutto sesto, anch’esso scanalato, con concio in chiave. La realizzazione in tempi recenti di un balcone soprastante ha causato il taglio della parte superiore dell’arco. Da un’analisi a vista sembrerebbe però che tale inserimento non ha danneggiato la pietra in quanto il piano di calpestio del balcone è stato realizzato in cemento, quindi senza richiedere il taglio della muratura per l’incastro della lastra. Il cortile interno è contraddistinto da un bel loggiato su due livelli e da un ampio scalone di collegamento tra il corpo occidentale a quello centrale. All’interno del cortile, sulla parete nord, restano le tracce di due meridiane sovrapposte: la prima realizzata ad affresco della quale si conserva ancora nella parte superiore un medaglione blu recante la data del 1864 (quella presumibilmente di esecuzione); la seconda, praticamente illeggibile, realizzata a secco sulla precedente. Percorrendo l’ampio scalone si raggiunge, infine, il loggiato del secondo piano e da qui, attraverso una scala di dimensioni più ridotte, si arriva all’ultimo piano del corpo soprannominato la “Torretta”. |
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Ultimo Aggiornamento: 01/12/05.