antico, falso o in Stile

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  Difendersi dai Falsi Falsi e riproduzioni Il vero e il Falso Consigli utili  

 

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Gli Ospiti de "Il Restauro del Mobile Antico"


Indice

 

Come difendersi dai falsi

Falsi e Riproduzioni

Il Vero e il Falso

Consigli Utili


Approfondimento

Spettografia molecolare

 

Museo Arte e Scienza

Autenticità dei Mobili

Copie e Falsi Antiquariato

Datazione Spettrografica


Link Utili

 


Considerazioni generali e suggerimenti su 

come distinguere "il Vero e il Falso"

 

 

Per meglio comprendere le varie tecniche e specializzazioni che andremo ad esaminare è importante conoscere la materia prima: 

 

il legno. Senza voler troppo sottilizzare esistono in natura due grandi categorie di alberi: quelli che forniscono legno "dolce" e quelli che forniscono legno "duro". Tra i legni duri più usati per la costruzione di mobili potremo ricordare: noce, ciliegio, olmo, pero, larice, frassino, faggio, quercia, castagno, palissandro, mogano, bois de rose, bosso, albicocco, ecc... ecc...; tra quelli dolci spiccano principalmente: abete, pioppo, tiglio e cirmolo.

Fino ai primi anni del sec.XIV° per ottenere delle tavole adatte alla costruzione, si usava un sistema alquanto rozzo: diversi cunei di ferro venivano piantati lungo l'asse esterno del tronco più o meno sulle linee dei raggi midollari; il successivo approfondimento verso il centro dell'albero dei suddetti cunei ne provocava la separazione lungo l'asse longitudinale. Applicando più volte lo stesso metodo sulle due metà fino al raggiungimento dello spessore voluto, portava ad ottenere delle tavole con sezione a cuneo che prima di venire usate subivano una squadratura con l'ascia.

Con l'avvento del taglio con la sega, poterono ricavarsi assi più sottili di quelle ottenute col metodo dei cunei. La tecnica consisteva nell'appoggiare il tronco da lavorare, parallelamente al lato lungo, sopra ad una fossa rettangolare; due uomini alternativamente facevano forza su una sega a due manici, uno, verosimilmente il padrone della segheria, posto sopra il tronco, l'altro sul fondo della fossa.Questo tipo di segheria manuale sopravvisse nei piccoli centri per un certo periodo, anche dopo l'avvento di macchine mosse dall'acqua o verso la metà dell'ottocento dal motore a vapore.

Essenzialmente due erano i metodi di taglio usati per trasformare i tronchi in tavole: la segatura a taglio semplice con cui il tronco era segato in tagli paralleli nel senso della lunghezza; 

la segatura a quarti con cui il tronco veniva dapprima sezionato in quattro parti, ognuna di queste parti veniva poi trasformata in assi con tagli radiali o tangenziali alla circonferenza. 

A seconda del taglio adottato si aveva una diversa stabilità e un diverso aspetto delle tavole.Il legno ridotto in tavole ha poi bisogno di un certo periodo di stagionatura per permettere all'alta percentuale di acqua, in esso contenuta, di evaporare, fino a raggiungere i valori dell'atmosfera in cui i mobili saranno tenuti. 

In genere gli alberi vengono abbattuti d'inverno quando la percentuale di umidità è al minimo. Il legno è igroscopico per cui assorbe e cede acqua a seconda dei valori presenti in atmosfera. Gli anelli annuali di un tronco sono composti di esili fasce di colore scuro che rappresentano la lenta crescita invernale, e di più ampie fasce di colore chiaro che rappresentano la rapida crescita estiva. 

Dato che le maggiori dilatazioni o contrazioni avvengono maggiormente lungo gli anelli che rappresentano la crescita estiva, rispetto a quelli invernali, in media di due volte, le variazioni delle condizioni atmosferiche contribuiranno a maggiori problemi di deformazione e curvatura, sulle tavole segate tangezialmente che per la distribuzione disomogenea degli anelli, subiranno dilatazioni o contrazioni più irregolari rispetto a quelle segate radialmente.

Il legno praticamente non si muove lungo le venature che indicano nell'albero vivo, la direzione di scorrimento della linfa. Abbiamo detto che a seconda del taglio usato si otterranno naturalmente pannelli con aspetto diverso. A seconda del legno e dell'aspetto finale desiderato, una opportuna scelta di taglio darà al manufatto un valore aggiunto inimitabile. Questa raffinatezza è comunque solo osservabile in prodotti di altissima qualità progettuale ed esecutiva, dove ad esempio le caratteristiche venature a forma di V o di U, tipiche del taglio tangenziale, saranno usate solamente in forma di piallaccio, perché lo spessore sottile dell'essenza compenserà egregiamente l'instabilità della fibra.
Soprattutto difficoltà di trasporto imporranno, ai mobilieri delle varie aree geografiche, fino alla metà del settecento, l'uso di legni disponibili nelle vicinanze. Da quell'epoca in poi uno stile di vita sempre più pacifico, comodo e civile, dedicherà più tempo e denaro alla produzione di arredi sempre più importanti ed a questo scopo si ricercarono, materie prime sempre più lontano e tecniche di lavorazione più complesse e raffinate.

E' opinione diffusa, ma in parte errata, che si possa datare scientificamente il legno con l'esame al Carbonio 14 C. Questo metodo è però applicabile solamente su materiali antecedenti all'anno 1650 circa. Una precisa datazione scientifica per le opere d'arte in legno costruite negli ultimi 400 anni è quindi utile, da affiancare alle perizie basate sino ad oggi soltanto su fattori estetici e storici.

La Fondazione Matthaes ha sviluppato e brevettato nel suo laboratorio di ricerche del Museo d'Arte e Scienza di Milano (già Museo del Collezionista d'Arte), un tale metodo di datazione: la Spettrografia Molecolare. Metodo che è stato perfezionato in collaborazione con importanti centri di ricerche e musei europei.

Questo metodo si basa sui seguenti fattori:Ogni molecola è composta da atomi che vibrano su una nota frequenza se colpiti da radiazioni. Inserendo una piccolissima quantità del legno di un albero appena tagliato in uno spettrometro, che registra le vibrazioni degli atomi dei singoli composti, appare una curva sullo schermo di un computer, che assomma le vibrazioni molecolari e la loro intensità. Questa curva è come una impronta digitale e in questo caso definisce il tipo di un legno nuovo.Col passare del tempo un sottile strato esterno dell'oggetto in legno si decompone rapidamente, mentre la massa del legno interno da cui viene preso il campione da misurare, degrada a causa di microbi e processi chimici graduali e lenti, poco influenzati dall'ambiente. La decomposizione delle molecole durante i secoli passati, trasforma la curva originale che diventa così l'impronta tipica per un legno di una certa età.

La datazione assoluta si ottiene confrontando l'impronta in esame con impronte di molti campioni di sicura datazione.La precisione del metodo dipende dal tipo di legno. Per i legni che più comunemente sono stati usati nell'antiquariato, questa precisione è oggi di +/- 10/20 anni.

Una serie di professionisti antiquari/restauratori, sono stati selezionati in Italia e nel mondo dal Museo d'Arte e Scienza di Milano (già Museo del Collezionista d'Arte) e dopo opportuna preparazione, autorizzati ufficialmente ad eseguire prelievi da oggetti lignei in nome e per conto del Museo sopracitato. Ogni prelievo viene accompagnato da documentazione fotografica attestante la provenienza del campione in esame. Il sottoscritto si onora di essere stato tra i primi collaboratori di detto Istituto. 

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 Ultimo Aggiornamento: 05/12/07.