Il Restauro del Mobile Antico

colorare e schiarire il Legno

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Sommario della Sezione:

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Ricettario

Glossario

 

Selezione dal  Forum

 

Impregnanti e mordenti

Colorare l'abete

Patinare il legno

I Mordenti

 

Alcuni consigli pratici per la terra di Cassel

 

Una piccola aggiunta di colla solubile in acqua ne migliora l'ancoraggio al legno, mentre l'aggiunta di alcali, quali l'ammoniaca, ne favorisce la penetrazione nelle fibre.

 

 

In Breve

 

Mordente ad acqua

 è facile da stendere, ma presenta il problema che le varie zone del legno possono assorbire in modo diverso l'acqua e quindi assumere una colorazione più o meno intensa. Pertanto un mordente all'acqua è da usare su legni poco porosi e quindi poco assorbenti.


Mordente ad alcol 

asciuga molto rapidamente ma bisogna fare attenzione a quando si applica perché se si passa due volte sullo stesso punto la zona risulterà più scura di altre, quindi la tecnica di applicazione deve essere più accurata. In compenso la superficie trattata con mordente ad alcol risulta molto brillante.


Mordente diluito in olio

 è facile da stendere, ha un assorbimento più lento e quindi più uniforme su tutta la superficie, ma presenta il problema che bisogna attendere alcuni giorni prima di passare a fasi ulteriori di finitura in quanto l'asciugatura avviene durante questo tempo.

 

 

L'arte di tingere il legno era conosciuta fin dall'antichità, si dal tempo degli Egizi e dei Persiani. Questa tecnica è stata documentata però solo in epoca più tarda: greco-romana. Abbandonata durante il medioevo, fu reintrodotta alla fine del Quattrocento grazie ad alcuni intarsiatori che, per rendere un maggior effetto cromatico alle tessere usate la utilizzarono nei loro laboratori. Infatti , le tessere vennero colorite e ombreggiate effettuando la bollitura  delle essenze con liquidi colorati con estratti naturali.
La tintura a differenza della verniciatura, permette di conferire al legno 

la colorazione desiderata senza avere l'effetto coprente proprio della verniciatura. Pertanto, dopo la tintura i disegni delle venature, la tessitura delle fibre, i nodi o marezzature restano ben visibili lasciando al legno questa inimitabile caratteristica che lo rende unico e così vivo.

L'ebanista o il restauratore sono interessati alla coloritura superficiale dell'essenza che viene sottoposta a questo trattamento prima o durante la fase di lucidatura

La tintura del legno, potrebbe in un primo momento sembrare cosa alquanto semplice, ma così non è: il risultato della tintura dipende   sia dal tipo di tinta usata che dalla reazione delle sostanze contenute del legno. La tinta deve essere compatibile con tutti gli altri materiali che intervengono nel restauro:colle,stucchi, cere o gommalacca. Apprestarsi a tingere il legno potrebbe quindi supporre una elevata conoscenza tecnica e scientifica. I vecchi restauratori, possiedono una conoscenza empirica di questi fenomeni, data da numerosi anni di esperienza: tale conoscenza porta sicuramente a ottimi risultati. 

Per chi si avvicina a questo ambiente, un principiante può incontrare qualche difficoltà in quanto non è semplice orientarsi per mancanza di regole ben precise. Questi appunti possono solo   aiutare in parte, e il provare e riprovare possono essere un buon inizio per toccare con mano e fare esperienza.

 

I Mordenti

Alle tinte naturali, di origine vegetale o minerale si sono aggiunte sostanze sintetiche derivanti dal catrame. Fra le tinte di origine vegetale , usate sin dalla antichità: il the, la cicoria ed il mallo di noce sono quelle più note, vanno preparate per infusione e utilizzate a caldo. Queste tinte venivano usate per ravvivare le essenze nazionali (legno di frutto, quercia e faggio). Altre tinte, forse meno note sono la curcuma, il campeggio, l'indaco, il cartamo e lo zafferano. Altri coloranti erano di origine animale estratti da alcuni insetti della famiglia degli Omotteri, come la cocciniglia ed il Kermes.

La Terra di Cassel. di origine minerale ed impropriamente chiamata mordente noce, è assai diffusa oggi in commercio. Questi prodotto viene estratto dalla torba proveniente dalla zone di Colonia e di Cassel ed è commercializzato in frammenti bruni che si sciolgono in acqua bollente. In commercio esistono tinte color Noce, Mogano, Ebano. Le proporzioni della soluzioni si dosano a seconda dell'intensità di colore che si vuole ottenere. Se si aggiunge qualche goccia di ammoniaca la Terra di Cassel assume sfumature violacee. Mentre, se addizionata con anilina rossa, assume sfumature della tonalità del mogano. Come le altre tinte a base acquosa, la stabilità alla luce è buona. Di seguito riporto un semplice ricettario che può dare un piccolo suggerimento di come procedere per ottenere la tonalità voluta:

Noce chiaro e quercia: diluire la composizione base in acqua (sciogliere un paio di manciate di granuli in mezzo litro d'acqua in ebollizione).

Noce scuro: diminuire la quantità d'acqua nella composizione base.

Noce rossiccio: aggiungere alla composizione base un poco di mogano. 

Mogano Chiaro: aumentare le dosi d'acqua nella composizione base

Mogano scuro:  diminuire la quantità d'acqua nella composizione base.

Mogano con riflessi bruni: alla composizione base aggiungere un poco di noce

Ciliegio: Noce Base più Mogano Base

Ebano con riflessi:Alla composizione base aggiungere un poco di Mogano

Le Aniline

Le tinte estratte dal catrame vengono comunemente chiamate aniline. La gamma dei colori disponibili va dal giallo al bruni cupo, si acquistano in mesticheria sotto forma di polveri commercializzate in bustine da poche decine di grammi. Le aniline si distinguono in dipendenza dal solvente: aniline all'acqua o aniline all'alcool. Le  aniline all'acqua sono, come la terra di Cassel, più stabili alla luce e compatibili con prodotti vernicianti a base alcolica e sintetica.

Altro vantaggio delle tinte ad acqua è la loro praticità, in quanto possono essere miscelate fra di loro e con quelle di origine naturale per ottenere tonalità intermedie. Inoltre il loro impiego è piuttosto semplice in quanto ripassando su una parte appena trattata, non si rischia di lasciare aloni o chiazze più scure dal momento che l'acqua evapora lentamente. 

Le aniline all'alcool sono particolarmente indicate per tingere i legni molto sottili (piallacci e lastroni) che, se trattati con grandi quantità d'acqua, si imbarcano e deformano tendendosi a staccare. L'uso di tinte all'alcool non è comunque semplice poiché l'alcool può deteriorare la colla, per cui occorre proteggere le giunzioni con uno strato di paraffina. Possono dare luogo a tinte non uniformi se stese da mani poco esperte e non ultimo, la lucidatura a gommalacca è possibile solo dopo circa una quarantina di giorni dal trattamento di tintura.

Esiste anche un metodo di tintura del legno che si basa non sull'aggiunta di pigmenti colorati, ma sulla reazione con  i tannini del legno facendoli diventare più scuri. Questo metodo, chiamato mordenzatura, da effetti esteticamente molto validi, ma è di una elevata difficoltà in quanto l'esito no è prevedibile a priori se non con una grande esperienza.

Uno dei mordenti più usati è il bicromato di potassio, particolarmente adatto per scurire la quercia ed il mogano e quindi ad uniformare la tinta delle parti nuove con quella della struttura più vecchia.

Schiarire il legno

L'imbiancamento è un procedimento usato per schiarire i legni che poi verranno tinti in seguito al fine di uniformare meglio le integrazioni.

L'acqua ossigenata è la sostanza sbiancante più consigliabile dal momento che svolge un'azione poco dannosa sulle fibre legnose, è adatta tutte essenze e non richiede risciacquo poiché i suoi  componenti evaporano spontaneamente durante l'essiccazione.     L'acqua ossigenata ad alte concentrazioni (60-130 volumi)  stabilizza con acido forte, va attivata al momento dell'uso con sostanza alcalina, ad esempio l'ammoniaca diluita.

L'azione dell'acqua ossigenata è determinata dalla sua scomposizione in acqua ed ossigeno atomico il quale, ossidando le sostanze coloranti del legno ne provoca la decolorazione. 

L'acqua ossigenata si passa sul legno con uno straccio bianco non di cotone poiché questa fibra si degrada facilmente a contatto con essa. 

Nota di Massimo Bertucelli

Per la sbiancatura del legno, ho utilizzato una soluzione ottenuta componendo al 95% acqua ossigenata a 100 volumi e per il rimanente 5% ammoniaca pura.

Per ciò che attiene al processo di sbiancamento , dopo avere indossato dei guanti protettivi, con un pennello ho incominciato a spennellare la parte da trattare lasciando qualche minuto come tempo d'azione della soluzione sul legno.

Mi raccomando di usare anche una mascherina , perchè i vapori dell'ammoniaca sono terribili. Successivamente con una pezza di cotone si strofina energicamente la parte da trattare.

Se il risultato ottenuto non risponde alle aspettative l'operazione si può ripetere a distanza di qualche ora, sostituendo alla pezza un po' di lana d'acciaio tipo 00 .

Una volta terminata l'operazione di sbiancamento e' consigliabile ripulire la parte trattata con un po' d'alcool e strofinarlo con una pezza di cotone per asportare residui di soluzione e fili di lana d'acciaio.

Personalmente sono rimasto soddisfatto del risultato che ho ottenuto, ma se qualcun altro ha esperienze con altri sbiancanti sarei grato se vorreste

mettermene al corrente.

 

Buon lavoro a tutti Massimo Bartoccelli

 

Attenzione 

L'acqua ossigenata a concentrazione 130 volumi, la si acquista in farmacia. Nell'uso occorre prendere tutte le precauzioni per evitare il contatto con la pelle e con gli occhi in quanto a questa concentrazione è altamente corrosiva. Anche l'uso dell'ammoniaca è pericoloso per inalazione dei vapori. Quindi, se non si è certi di operare in tutta sicurezza è meglio non mettersi nemmeno ad iniziare il lavoro con l'uso di questi prodotti.

 

Altre sostanze sbiancanti sono:

Candeggina: Tecnicamente Ipoclorito di sodio in concentrazione al 12%. Prima dell'uso questa va ulteriormente diluita in proporzione variabile (1:1, 1:3). Chiaramente una maggiore diluizione ha un potere sbiancante inferiore, ma si evita quella colorazione giallastra tipica della candeggina. Per aumentarne l'efficacia, si può aggiungere al prodotto una  piccola quantità d'acido cloridrico o acido acetico.

Acido Ossalico: è un acido organico molto tossico da diluire in acqua o alcool. Se usato a caldo il suo potere decolorante aumenta. Dopo il trattamento il legno deve essere accuratamente lavato.

Idrosolfito di Sodio: si usa in soluzione acquosa la 10% che ne potenzia gli effetti. Anche in questo caso, dopo il trattamento il legno va lavato.

Pergamenato di potassio: Si presenta sotto l'aspetto di un sale color violetto solubile in acqua. E' un potente sbiancante, ma di uso disagevole. Infatti l'applicazione sul legno, lascia incrostazioni saline che vanno poi rimosse con acido cloridico. E' necessario poi lavare abbondantemente con acqua.


Selezionato dal Forum

 

Impregnanti e mordenti
Sono agli inizi e vorrei conoscere la differenza tra impregnante e mordente. Hanno la stessa funzione? 

 

Filippo lunedì 18 febbraio 2002 - 11.41.32 


Risponde Pino
L'impregnante è un prodotto moderno che ha sia la funzione di colorare il legno sia quella di proteggerlo da funghi, agenti atmosferici ecc.. Il suo uso è preliminare ad una finitura con vernice per legno e si deve sempre accertare la compatibilità dell'impregnante con la composizione della vernice che s'intende adottare.
Il mordente è un prodotto tradizionale il cui unico scopo è la coloritura del legno: detta coloritura è compatibile con la finitura del mobile a gommalacca ed a cera. Il mordente costituisce strumento di colorazione comunemente utilizzato nella produzione tradizionale del mobile quindi è tecnica di colorazione utilizzabile nel restauro e filologicamente corretta. Ciao Pino. 


 

 

Coloritura abete
Non è facile trovare siti ben fatti e utili come questo. Complimenti!
Anche se la mia richiesta non si riferisce al restauro vero e proprio spero comunque di avere una risposta. Ho costruito un tavolo di abete e vorrei dargli quel caratteristico colore "mielato" tipico dei vecchi mobili.Cerco qualche consiglio sui prodotti più adatti.

Grazie Franco domenica 17 febbraio 2002 - 6.47.01 


Risponde Pino
Puoi usare impregnanti di tinta rovere chiaro, oppure mordenti noce chiaro molto diluiti. Dipende dalla fiunitura che vuoi ottenere. Probabilmente la tinta miele può risultare dalla applicazione di gommalacca il cui colore ambrato sull'abete dovrebbe portare a quella tonalità. In questo caso non usare impregnanti ma mordenti, poi applica la gommalacca a tampone. Se il tavolo è rustico applica gommalacca a pennello, opacizza con paglietta o carta vetrata sottile, e finisci a cera. Ovviamente ci sono molte alternative, trattandosi di mobile nuovo, con l'uso di impregnanti e vernici più resistenti. Difficilmente eguagliano sul piano estetico le finiture tradizionali ma rendono il mobile più pratico e resistente.

Pino


Patinare il legno a imitazione mobili antichi
Lo so che la patina di un vecchio mobile è inimitabile e che è impossibile realizzare in breve tempo e artificialmente ciò che è avvenuto in svariati anni di uso. Ma penso sia utile conoscere efficaci tecniche per dare ad un legno nuovo l'aspetto il più vicino possibile a quello antico. Questo naturalmente senza voler far passare per antico un mobile che non lo è! So che nella zona di Bassano del Grappa (TV) molti artigiani producono mobili che sono pregevoli copie di quelli antichi. C'è qualcuno in grado di darmi suggerimenti sulle tecniche e sui prodotti più adatti per questo scopo? 

Renzo martedì 19 febbraio 2002 - 11.17.08 


Risponde: Giuseppe
Nel restauro, si usa patinare i mobili quando questi si trovano con una patina originale inesistente (dopo la sverniciatura da prodotti sintetici o da vernici ad olio), oppure se sottoposti ad eccessiva umidità per lungo tempo. Ci si trova nella necessità di patinare i mobili anche quando vengono effettuate delle reintegrazioni di parti mancanti, piani o parti di questi, frontalini di cassetti ecc.
Occorre , in queste reintegrazioni usare la stessa essenza usata originalmente, poi con mordente adatto, uniformare la colorazione al resto del manufatto, ed infine trattare il mobile con una corretta finitura a cera, mista o solo gommalacca.
Se si tratta di un mobile nuovo che si vuole antichizzare, il discorso cambia leggermente, in quanto non c'è la necessità di uniformare il colore, ma di scurire opportunamente l'essenza usata per dare quel colore caldo di un legno patinato. La finitura è poi la stessa .
Vedi nel sito i dettagli per la colorazione e rifinitura.
Saluti
Giuseppe Giuseppe giovedì 21 febbraio 2002 - 9.51.48 



Risponde: Pino
Come al solito Giuseppe ti ha detto tutto. Mi permetto solo di darti un consiglio sul trattamento del legno preliminare alla finitura. Una delle caratteristiche del mobile antico è quella di presentare un legno con aspetto che a volte si dice "inossato", derivante dalla progressiva riduzione, per perdita di umidità, della massa legnosa con il passare di lungo tempo. Tale aspetto non è riproducibile alla perfezione e contraddistingue il legno effettivamente antico: ho tuttavia sperimentato un accorgimento che uso sulle sostituzioni a volte inevitabili e non sempre possibili con legno della stessa essenza ugualmente antico. Si tratta di passare sulla superficie del legno nuovo, soprattutto sugli spigoli troppo vivi, un oggetto metallico premuto con grande forza (per i pezzi piccoli uso la testa di un martello per quelli grandi un ferro da stiro (ovviamente freddo tenuto leggermente di spigolo) o un batticarne liscio. In questo modo la superficie schiacciata, una volta rifinita, si avvicina di più anche al tatto alle parti autentiche del mobile e si ottiene una migliore mimesi. Prova, se vuoi e fammi sapere. 

Ciao, Pino. Pino venerdì 22 febbraio 2002 - 16. 


Uso del Mordente

Voglio ringraziare questo sito per le informazioni messe a disposizione riguardanti il restauro dei mobili e per il suo ricettario per la preparazione degli encausti, ma ho una domanda da fare.

Esiste una procedura di come si preparano i mordenti e , come devono essere applicati dopo un lavoro di pulitura del Mobile?

Risponde Giuseppe

La tinteggiatura del legno è stata usata fin dall'antichità per due principali motivi: o fare apparire un'essenza comune come essenza di valore, oppure per armonizzare le integrazioni lignee con il resto del mobile.

Le tinte sono normalmente all'alcool (aniline) o all'acqua (mordente).

Si usa  colorare il legno anche con terre o olio di lino.

Tempo fa lessi su un libro che trattava di restauro, che una dote del restauratore si avvicina molto a quella della massaia che, in cucina, riesce con l'esperienza acquisita a dosare sapientemente gli ingredienti per ottenere piatti  sapientemente saporiti. 

Questa affermazione non si allontana molto dalla realtà. Spesso e volentieri, le dosi che devo usare le so approssimativamente , e ad occhio preparo il mordente e altri preparati: solo per la preparazione della gommalacca faccio misure precise.

Nella tua email, mi parli di mordente in scaglie, ma quello che conosco io è in granuli neri e da al legno un bel colore noce.

La proporzione da usare in genere è di 1 a 10 rispetto all'acqua. Pertanto in un litro d'acqua, ci vuole circa un etto di mordente.

Tale proporzione, va però variata dipendentemente dalla tonalità più o meno scura che si vuole ottenere.

E' usato nel campo del restauro anche mordente mogano: unendo in proporzioni  "opportune " questi mordenti, si ottengono variegate tonalità.

Se fai bollire l'acqua, il mordente si scioglie più facilmente e completamente senza lasciare troppi residui.

Non ho mai usato, ne sentito parlare dell'aggiunta di ammoniaca.   

Una volta preparato, lo puoi filtrare e conservare in un bottiglia di vetro. Prima di usarlo, se lo scaldi penetra più facilmente nelle fibre del legno.

Per l'applicazione del mordente, io procedo in questo modo:

Dopo aver preparato la superficie, scaldo il movente e provo la tonalità in un legno di scarto della stessa essenza di quello da trattare, oppure su di  una parte nascosta del mobile. Correggo eventualmente la tonalità  aggiungendo anilina o acqua..

Dipendente dall'ampiezza della superficie da trattare userò o  un pennellino ( se la superficie è ridotta) o una spugna. ( se la superficie è ampia).

A portata di mano avrò sempre una spugna umida e pulita per uniformare la distribuzione del mordente.

Supponendo di trattare una superficie ampia, immergo la spugna nel mordente  e, strizzata non eccessivamente, la passo sulla superficie. Una volta passata su tutta la superficie, usando l'altra spugna (solo umida d'acqua e pulita), la passo sulla superficie nel senso delle venature, uniformando in questo modo la distribuzione del mordente.

Occorre prestare attenzione che se si ripassa il mordente dove  già sta asciugando, la parte acquista una tonalità più scura. Questo può essere  una strategia per correggere meglio la tonalità finale,  avendo l' avvertenza è di limitare comunque le passate in quanto l'uso dell'acqua è sempre da ridurre al minimo.

 Giuseppe

 


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 Ultimo Aggiornamento: 29/08/02.

Liberamente tratto da documentazioni tecniche