glossario del Restauro
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Di seguito viene riportata una breve spiegazione dei termini comunemente utilizzati nel Restauro ligneo
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
E' un acido solido, velenoso e incolore. Presente in molte piante, viene preparato industrialmente per la sbiancatura del legno.
Viene prevalentemente impiegata in operazioni di sbiancamento e decolorazione e presenta anche il vantaggio di decomporsi spontaneamente in acqua ed ossigeno. E' presente in diverse concentrazioni espresse in "volumi".
Derivata dalla distillazione del petrolio si usa solitamente per "pulire i pennelli". Ha difficoltà a solubilizzare le resine, mentre agisce facilmente su grassi, bitumi, cere e paraffine. E' buona norma pulire sempre i pennelli dopo averli usati per non essere
costretti ad acquistarne di nuovi in continuazione.
E' la parte del tronco appena sotto la corteccia. E' formato da cellule vive e costituiscono l'apparato circolatorio della pianta. (vai all'approfondimento: Il Legno)
Prodotto facilmente reperibile in commercio da usare come solvente (minimo a 95 volumi) per la gommalacca oppure da miscelare con due parti di essenza di trementina per ottenere un composto valido per la pulizia leggera di un mobile senza ricorrere a metodi più forti come l'ammoniaca o gli sverniciatori
Derivato dallo spagnolo alcoba (docu-mentato fin dal 1202 su etimologia araba, perindicare "volta, cupola" e anche "stanzino adia-cente a una sala"), il termine, ripreso nel '700,indica il piccolo padiglione destinato al riposo, equindi fornito di letto, e separato in un angolodella stanza da un arco, un'architrave o una ba-laustra, in legno o in ferro battuto, spesso delimi-tato per mezzo di tende e cortinaggi.
Alzata: la parte superiore di un mobile a due corpi, o più specificatamente del trumò e di alcune credenze, generalmente con ante pannellate o a specchio, e terminati con una cimasa variamente decorata e lavorata.
Ammantatura (dal Forum: Risposta di Pino)
Il procedimento consiste nella stesura sulla superficie lignea di strati sottilissimi di un misto di gesso di
Bologna e colla di coniglio, sino a formare una superficie compatta di alcuni millimetri di spessore sulla quale si può successivamente colorare a tempera oppure, previa applicazione di bolo armeno dorare a foglia. Nel caso di laccature dopo la stesura della tempera si procede con l'applicazione di una vernice a base di sandracca diluita in alcool etilico a 99°, filtrata ed addizionata a trementina veneta (non essenza di trementina) per evitare successivi sfarinamenti della
sandracca nel tempo. Non si usa se non per ottenere effetti coloristici
particolari, la gommalacca poiché altera il tono della tempera. L'ammanitura si esegue mediante l'applicazione di un primo strato di colla di coniglio molto diluita, e di successivi strati caldi di gesso di
Bologna miscelato a colla di coniglio (operazione da eseguire con delicatezza senza mescolare se non dopo tempo per evitare la formazione di bolle d'aria). Tra uno strato e l'altro si carteggia in modo da eliminare qualsiasi imperfezione ed alla fine con raschietti da gesso si ravvivano spigoli e motivi ornamentali. Nel sito, con riferimento alla doratura, trovi corrette ed esaurienti indicazioni sulla preparazione del gesso e la sua applicazione. E' un lavoro affascinante, sia per la doratura sia per la laccatura che io adoro: laccherei
qualsiasi cosa.
si formano nel tronco dall'alternarsi della crescita del legno primaverile e di quello autunnale. (vai all'approfondimento: Il Legno)
E' un colorante , disponibile in diverse sfumature, che si trova in commercio nei negozi di Belle Arti. Esistono Aniline ad acqua o ad alcool. Quelle ad acqua si applicano direttamente sul mobile colorandone le fibre. E' un processo irreversibile. Quelle ad alcool possono essere usate per colorare la gommalacca, pertanto possono essere rimosse in fase di sverniciatura.
Da usare per protezione su un mobile nuovo o per disinfestazione su di uno antico. Va spennellato il liquido su tutte le superfici non lucidate. Sarebbe ideale costruire una camera a gas, magari con dei fogli di nylon, in cui mettervi il mobiletto con un prodotto antitarlo in una vaschetta affinché evaporando possa penetrare ulteriormente nel legno ed attendere almeno 20 giorni. Per far prima basta limitarsi a spennellare il liquido sul manufatto e "siringarlo" nei fori creati dai tarli.
Termine, derivato dal latino, per indicare cassa, scatola o cofanetto, chiuso con un coperchio e in genere riposto in luogo appartato. La parola è quindi usata sia come sinonimo di cassa,cassettone o cassapanca per riporre la biancheria o anche il grano, sia come scrigno o forziere per custodire il denaro e gli oggetti preziosi.
Termine francese, già presente alla fine del XII secolo per indicare l'armadio. Nel '400 la parola viene attribuita a un mobile chiuso da una grande anta con quattro esili colonne che ne costituivano la parte centrale; talvolta è riferita però anche a un tipo di credenza e a uno scrittoio ribaltabile (secretaire en armoire} che, una volta chiusi, assomigliavano a un armadio. Con la sua diffusione negli arredi cinquecenteschi, {'armoire assume definitivamente la configurazione tipologica tradizionale, con due ante, lesene, frontone decorato ed eventuale aggiunta di altri elementi architettonici
Artiglio e Palla
Forma del piede della gamba cabriole sagomata a mo di artiglio che afferra una sfera. La tipologia che sostituisce il piede a zoccolo e a mazza caratteristico del periodo Queen Anne in Inghilterra, si diffonde a partire dagli anni 1720 nel primo periodo giorgiano fino ai primi due terzi del secolo, insieme all'altro motivo a zampa di leone.
Bacellatura: motivo decorativo usato nell’arte della lavorazione del legno, generalmente applicato al basamento, composto di baccelli (dal latino bàcolum o bastoncello) in altorilievo, inseriti in un intaglio che richiama la forma di ovulo.
Metodo per cuocere, riscaldare o sciogliere una sostanza a temperatura costante senza porla a diretto contatto con il fuoco. Si inserisce un recipiente in cui vi è la sostanza da riscaldare in un altro più grande riempito d'acqua fino a metà circa, posto questo sulla fiamma. In questo modo non si oltrepassa mai la
temperatura di 100 gradi.
Balaustro: sostegno a forma di bassa colonna circolare, più largo alla base, caratteristico nelle gambe dei tavoli, sedie e letti in stile Luigi XIII, dopo l’introduzione della lavorazione al tornio.
Sovrastruttura in legno intagliato,
fissata al soffitto o nella parte alta della parete, o sorretta da quattro o più montanti, spesso ornata
di stoffe e cortinaggi, con funzioni di prestigio (come simbolo della dignità del trono) e come
protezione del letto. Oltre agli esemplari più monumentali, diffusi soprattutto nello stile Impero,c'è un tipo di baldacchino di dimensioni ridotte
popolare fra il tardo XVII e il tardo XVIII sec.la cui struttura si aggancia a sostegni posti al di
sopra della testiera del letto, senza la presenza dei consueti pilastri montanti da terra. Termine
derivato da "baldacco", forma toscana per Bag-
dad, da dove proveniva il baldakinus (fine XI e XIII secolo), drappo assai pregiato, per lo più di
seta o di broccato, utilizzato tra l'altro nei cortinaggi che proteggevano i letti signorili.
Bambocci, a
Bambocci, a: generalmente i mobili "a Bambocci" sono di produzione genovese del Cinquecento e Seicento, caratterizzati da figure umane scolpite a tuttotondo nel legno, sia con funzione decorativa sia come pomoli o maniglie di tiretti e cassetti.
Bandella: generalmente una spranga di ferro battuto appiattita che viene fissata (con viti e chiodi) a un anta per consentire la rotazione; la locuzione corretta è "cardine a bandella". Il termine viene anche usato per indicare , in alcune tipologie di tavoli, la parte ripiegabile del piano, come nei tavoli cinquecenteschi e nei tavoli "a cancello".
Stile tipicamente viennese, il cui periodo di diffusione è rigorosamente delimitato tra il 1815 ed il 1848. Trae il suo nome dall'immaginario personaggio, tipico rappresentante della società borghese dell'epoca, nato dalla fantasia di due giornalisti che facevano della satira di costume. Ideati per un uso sostanzialmente domestico, i mobili B. sono quasi sempre realizzati in legni indigeni (ciliegio, acero, frassino). di piccole dimensioni e di aspetto sobrio e rassicurante e spesso ingentiliti da linee curve, si contrappongono allo stile monumentale e rigoroso dei mobili Impero.
Bombé: termine francese che indica nei mobili settecenteschi la linea convessa della facciata e spesso anche quella dei fianchi. È frequente nei cassettoni e nei cantonali. Il bombé a doppia mossa ha un doppio movimento curvilineo: in senso orizzontale e anche in quello verticale.
Borchia: oggetto in metallo, legno o altro materiale, in forma circolare e convessa, liscia o decorata usata per coprire chiodi o ornare tappezzerie.
Boulle Andrè-Charles
Il
suo nome è legato all'omonima tecnica d'intarsio, da lui inventata, che
rinnovò il mobile seicentesco e lo arricchì di modi tipicamente
barocchi. Ebanista di Luigi XIV, Boulle era
nato nel 1648, dimostrando presto la sua straordinaria abilità:
modellava e plasmava a piacimento con rara capacità tecnica. Artista
completo, architetto, scultore, bronzista, ebanista, pittore, incisore,
realizzò grandiose opere nel più puro stile barocco,utilizzando la
tecnica di intarsio di sua invenzione, che gli avrebbe dato le maggiori
soddisfazioni e che venne imitata fino alla seconda metà
dell'Ottocento.
Boulle Tecnica
È
una tecnica a intarsio molto originale che prende il nome dal notissimo
ebanista di Luigi XIV, André-Charles
Boulle. Tale tecnica consiste nel
ritagliare, come nei lavori di traforo, due lamine accostate, una di
metallo e I altra di tartaruga o di altro materiale analogo. Si
ottengono due parti perfettamente identiche e ugualmente ritagliate e
sagomate con cui si costituisce, a piacimento, il fondo e il disegno. Si
possono avere, perciò, due pannelli decorativi: di volta in volta si può
adattare come fondo la lamina di tartaruga e come disegno quella in
metallo, oppure viceversa. Nel primo caso il pannello sarà più
Bugnato: decorazione di diversa forma, a punta di diamante, a cuscinetto piano o semitondo, usata soprattutto per i mobili della prima metà del XVII secolo.
E' una terra argillosa particolare che si usa come base per la foglia d'oro nella tecnica della doratura, conferisce trasparenza all'oro e determina la tonalità cromatica.Si trova in commercio in varie colorazioni. Permette di trattenere la foglia d'oro con molta aderenza. Si prepara mettendo della colla di coniglio molto diluita in un barattolino aggiungendo il bolo in giusta quantità. Si deve ottenere una soluzione liquida a tal punto da coprire il bianco del gesso senza lasciare pennellate troppo pastose. (Vai all'approfondimento: La Doratura)
Andrea Brustolon (1662-1732) fu geniale intagliatore veneziano che influenzò in maniera decisiva la creazione mobiliera veneta di quel periodo, tanto da dar vita a uno "stile Brustolon". Alla fine degli anni Settanta soggiornò a Roma dove subì fortemente l'influenza del Bernini riproponendo su legno la concezione della miglior scuola di scultura barocca con figurazioni intagliate a tutto tondo. Tipiche sono le poltrone sorrette da cariatidi ornate di statue e di sculture che non sono più soltanto decorative ma si pongono come parte integrante della struttura del mobile. Delle sue numerose opere realizzate soprattutto nel veneto, oltre ai superbi esemplari di mobili in mostra a Ca' Rezzonico, vanno ricordati l'altare per la chiesa di san Floriano di Zoldo, la Pala d'Altare di San Pietro a Belluno insieme al reliquario della sagrestia della chiesa dei Frari a Venezia. Si può certamente affermare che il mobile barocco italiano ha avuto nel Brustolon interprete maggiore.
Cabriole, gamba a: termine francese che indica una gamba a “capriolo”, perché è la stilizzazione del garretto anteriore del capriolo, usato a motivo ornamentale. E’ una linea formata da due curve: la superioreconvessa, l’inferiore concava; si usava nel Settecento per sedie e tavoli
Calatoio: si chiama così il piano ribaltabile di uno scrittoio che, una volta abbassato e fissato con catenelle o mediante tiranti o sostenuto da tiretti, serve quale piano per scrivere. E’ presente nelle ribalte e secreteres.
Capitonné: il termine indica una caratteristica imbottitura di sedie, poltrone, divani e anche testiere di letti, dove la stoffa imbottita è fermata da borchie con l’effetto di essere suddivisa in parti uguali.
carcassa: così viene chiamata la struttura portante di un mobile, escludendo gli elementi aggiunti, come lastronature o impiallacciature, cassetti o modanature.
Cariatide: un elemento architettonico con funzione di sostegno, o un motivo decorativo a forma di figura femminile che generalmente sorregge una cesta sulla testa, Si applicava come elemento delle fronti, degli smussi dei cassettoni o dei cassoni, in tal caso prendeva il nome di “pendaglio”.
Cartiglio: un motivo ornamentale in voga soprattutto nel Seicento caratterizzato dalla raffigurazione , scolpita o dipinta, di un rotolo di carta stilizzato generalmente contenente una iscrizione, Viene anche chiamato “cartoccio”.
In
commercio vi sono vari tipi di carta abrasiva e per utilizzarla
adeguatamente bisogna conoscerne le caratteristiche. La carta abrasiva
si differenzia, da un tipo all’altro, a seconda della sostanza
applicata su di essa, della grossezza dei granuli di tale sostanza
abrasiva e del tipo di supporto sul quale la sostanza è applicata. Il
supporto può essere in carta ma anche in tela (ed altri materiali
flessibili). Su di esso vengono incollati i granuli abrasivi con
collanti speciali ad alta tenuta.
Il variare della grossolanità della sostanza abrasiva determina la
capacità di eseguire finiture più o meno raffinate con asportazione di
materiale maggiore o minore.
Per distinguere tale caratteristica le carte abrasive sono dotate di una
numerazione:
più “grossolana” è la sostanza più basso sarà il numero della
carta (es. 40, 80, ecc.);
più fine è la sostanza abrasiva e più alto risulterà il numero della
carta (es. 240, 400, ecc.).
Lo “scatto” da un valore all’altro va di 20 in 20.
Cavicchio: è il nome dato ad un pezzetto di legno arrotondato usato per realizzare o rinforzare i giunti (comunemente è detto “spina”).
prodotto naturale che opportunamente preparato (disciolto con piccole quantità di cera di Carnauba ed essenza di trementina) è in grado di conferire al mobile una finitura calda e soffusa. L'uso della cera per la lucidatura si perde nei secoli. (vai alla Scheda Tecnica).
Thomas Chippendale (1718 - 1779), inglese, autore di The Gentleman and Cabinet-marker's Director (un semplice catalogo di modelli pubblicato per la prima volta nel 1754 e destinato a diventare un oggetto di culto fino ad essere ristampato e aggiornato due volte nel 1759 e nel 1762), fu considerato di fatto per tutta la metà del XVIII sec. o, quanto meno, fino all'affermarsi del del neoclassico il faro e termine di paragone cardine dell'ebanisteria inglese. Il suo stile è riuscito a fondere con gusto le caratteristiche del rococò con palesi influenze orientali, evitando però, nella maggioranza dei casi, la pacchianeria dei suoi molti contemporanei. Ebbe una vera predilezione per il legno di mogano ed ebbe l'indubbio pregio di riaffermare la tradizione di solidità e imponenza dei mobili inglesi riuscendo nel contempo ad affrancarli da alcune pesantezze, specie con l'uso del traforo. Riservò la sua fantasia, bizzarramente innamorata di un misto di gotico e orientale, alla decorazione di mobili meno "impegnativi" come specchiere e baldacchini. Il suo nome passò presto l'Atlantico e oltre che nel suo paese natale, godette di lunga e meritata fortuna negli Stati Uniti.
Cimasa: termine architettonico che indica, in origine, la cornice superiore che assume la funzione decorativa nell’insieme della struttura; da qui cimasa è passato ad indicare la parte cuspidale di un mobile o di una specchiera.
Cineseria: disegni ornamentali su imitazioni di motivi cinesi, molto di moda nel Seicento e nel Settecento per la decorazione in particolare dei cassettoni veneziani.
difetto naturale del legno. Si tratta del distacco di due anelli di crescita contigui, causato dal gelo o da eccessivo calore. (vai all'approfondimento: Difetti del Legno)
Coda di rondine, incastro a: incastro in cui una parte del legno ha il bordo tagliato a cunei e l’altra presenza delle sporgenze uguali alle parti intagliate: sporgenze ed intagli si incastrano fra di loro. E ’ utilizzata generalmente per la realizzazione dei cassetti.
È
di origine organica. Fino a circa 40-60 anni fa era praticamente
l’unica colla che veniva usata per gli assemblaggi in legno. Si
utilizza tuttora nelle riparazioni di vecchi mobili e nel restauro per
mantenerne inalterate le caratteristiche costruttive.
Si acquista in perline e si scioglie a bagnomaria mescolandola con acqua
(75 g di colla per 100 g d’acqua). Si applica tiepida e fluida, quindi
si accostano i pezzi da incollare che devono essere messi in morsa per
almeno 8 ore.
detta anche di lapin, si ottiene dalla pelle di animali come gatti, conigli, lepri immergendola in un bagno di acqua di calce. Era conosciuta prima della colla da falegname e, rispetto a questa ha una tenacia inferiore. Viene usata nella doratura. (Vai all'approfondimento: La Doratura).
conosciuta anche come ittocolla; si ricava dalle vesciche natatorie di alcune specie di pesci quali storioni ed affini. Si trova in commercio sotto forma di lastre trasparenti. Viene usata nella doratura. (Vai all'approfondimento: La Doratura)
Si usa per tagliare la foglia d'oro. Va usato con estrema cura, la lama non va toccata con le dita, in tal caso va sgrassata con alcool. E' utile anche per prelevare la foglia d'oro dal libretto e porla sul cuscinetto. (Vai all'approfondimento: La Doratura)
Commesso: intarsio con pietre dure e semipreziose o con marmi policromi, Si tratta di un’arte tipicamente fiorentina con cui si usava intarsiare con motivi a colori vivaci soprattutto i piani dei cassettoni.
Sostanze che vengono fatte penetrare allo stato fluido all'interno delle porosità del legno con lo scopo di ricostruire attraverso un procedimento di presa, una struttura dotata di coesione.
E' la parte più esterna del tronco ed è costituita da cellule morte. (vai all'approfondimento: Il Legno).
Cressent Charles (1685-1768): Eminente ebanista francese, ma anche scultore e lavoratore di metalli, fu uno dei principali artisti del gusto Reggenza e quindi dello stile Luigi XV. Non solo disegnava e costruiva mobili, ma realizzava egli stesso i modelli in cera per le applicazioni in bronzo particolarmente caratteristiche della sua produzione, che si ispirava in gran parte all'arte ornamentale del pittore Watteau. Celebri i suoi raffinati busti femminili in bronzo chiamati espagnolettes (usati generalmente come applicazioni decorative sui montanti dei comò, sulla parte alta delle gambe come sulle stesse bocchette delle serrature), che conservano la delicata eleganza degli originali di Watteau. Sono considerati la massima espressione dell'arte francese della lavorazione dei metalli. Cressent aveva una tale abilità nel combinare armoniosamente il legno al metallo da conferire ai suoi esemplari di ebanisteria una singolare unitarietà. Di gran pregio i suoi bureaux plats, scrittoi con gambe sporgenti a capriolo e coronate da espagnolettes
Serve ad adagiare la foglia d'oro per poi tagliarla nella misura voluta.(Vai all'approfondimento: La Doratura)
Termine che indica la rimozione di vernici, dorature o patinature dalla superficie di un mobile per portare il legno al suo colore naturale o alla pittura originale.
Si può estrarre gran parte della cera contenuta nella gommalacca con un procedimento semplice. Si prepara una soluzione in alcool con densità del 50%, e la si lascia in un contenitore ermetico per una settimana circa. Quindi si filtra con carta filtro, o altri filtri cartacei eventualmente reperibili. La soluzione filtrata è quasi completamente priva di cera, e si può usare come tale, o dopo ulteriore diluita con alcool.
Si parla di giusta densità della colla Garavella durante la sua preparazione. La fluidità della colla si verifica immergendo il pennello nel fluido, una volta sollevatolo, esso scorre sulle setole con un flusso continuo, esente da grumi e non suddividendosi in goccioline. (vai all'approfondimento: La Colla Garavella )
Dentellatura: motivo architettonico ripetuto e continuo usato nelle cornici dei mobili a struttura architettonica come armadi e stipi e nella fascia inferiore dei ripiani di tavoli.
Liquido che aggiunto a una sostanza con cui risulta compatibile e miscibile (vernici, adesivi, stucchi, resine in genere) ne diminuisce la concentrazione, senza però avere interazione chimica e innescare reazioni.
Dubois Jacques, Rene
Dubois Jacques (1693-1763), Rene (1737-1799) - Fra i più celebri ebanisti del Settecento francese, la loro produzione appartiene quasi tutta allo stile Luigi XV. Furono entrambi nominati maestri, nel 1742 Jacques, e nel 1755 il figlio Rene. Costruirono soprattutto cassettoni - particolarmente celebre quello realizzato con lacca nera e applicazioni in bronzo dorato da Rene per le nozze di Maria Antonietta - angoliere e vari tipi di scrivanie che decorarono con intarsi policromi a marqueteries, pitture e lacche. Due famosi esemplari di Jacques Dubois sono conservati al Museo del Louvre, fra cui il famoso bureau de Vergennes in legno di rosa sul quale la stampigliatura di Dubois compare accanto a quella dell'ebanista Migeon. Fra le opere particolarmente rinomate del figlio Rene, oltre alla commode di lacca nera, un grande e raffinato bureau destinato alla zarina di Russia.
La parte più interna del tronco è formata da cellule morte e a livello commerciale è quella più pregiata, perchè essendo la parte più vecchia della pianta è quella più stabile e meno soggetta agli attacchi di parassiti. (vai all'approfondimento: Il Legno
caratteristica tipica della Colla Garavella che le permette di potersi adattare ai ritiri del legno che cambiano a seconda dell'essenza, della sua percentuale di umidità residua, del tipo di taglio e dei fattori climatici esterni. (vai all'approfondimento: La Colla Garavella )
Erma: colonna a sezione quadrangolare sormontata da una testa umana raffigurante il dio Hermes, molto usata nelle decorazioni dei mobili Direttorio e Impero come mezzo busto o soltanto la testa di una figura umana.
Espanolette: tipica figura di busto femminile realizzata in metallo (generalmente in bronzo) usta come applicazione decorativa, caratteristica degli stili francesi reggenza e Luigi XV. Era posta sui montanti dei comò come sulla parte alta delle gambe a cabriole delle scrivanie o anche sulle bocchette delle serrature
E'
un liquido aromatico estratto dal legno
di pino. È il più comune dei solventi e diluenti di pitture e vernici.
Serve anche per pulire, smacchiare e per sgrassare.
Bisogna chiuderla bene dopo l’uso altrimenti ingiallisce ed evapora.
Se si toglie la pittura dalle mani con l’acquaragia bisogna poi
lavarsi con acqua e sapone. Qualche goccia di acquaragia ammorbidisce i
pennelli secchi.
Attenzione
Non accostarla a fiamme libere perché è fortemente infiammabile.
termine che designa le specie arboree ed il legno che si ricava da esse (vai al dettaglio delle ESSENZE)
Festone: motivo decorativo a ghirlanda di foglie di quercia o d’alloro, con frutti o fiori fermati da nastri, realizzato in stucco, intagliato o dipinto, sovente usato nell’ornamento decorativo dei mobili d’arte.
Fiamma: ornamento scolpito a forma di foglia stilizzata, intagliato nel legno, usato per decorare i braccioli o i montanti dei seggioloni del Cinquecento.
Filettatura: tecnica decorativa che consiste nell’inserimento di una listarella di legno o di altra materia su un fondo di colore contrastante. Le filettature di ottone sono caratteristiche dei mobili inglesi di stile Regency e francesi di stile Luigi XVI.
termine con cui, in ebanisteria, si indicano i trattamenti di levigatura, lucidatura e tintura
sottilissima lamina d'oro che viene applicata nella tecnica della doratura al supporto ligneo preventivamente preparato. (vai alla Scheda Tecnica)
Formella: elemento decorativo di diversa forma racchiuso in una cornice, di metallo, di ceramica, di legno o di altro materiale; nei mobili di solito le formelle sono intagliate o dipinte sulla facciata e talvolta sui fianchi di armadi e cassettoni.
Gesso di Bologna. E' la forma stabile del gesso. Può essere mescolato a qualsiasi legante senza che ne alteri le caratteristiche. Si tratta di solfato di calcio idrato. Ha una morbidezza al tatto unica dovuta alla finezza della grana di cui è composto. Viene usato per ottenere lo stucco ed anche nella tecnica di Doratura. (Vai all'approfondimento: La Doratura , Lo Stucco)
Grembiale: indica la parte inferiore sagomata di un cassettone (ma anche di un tavolo a muro) che connette i due sostegni anteriori o che scorre sotto il fregio, in questo ultimo caso è detto anche mantovana.
sostanza resinosa di origine vegetale preparata per la preparazione di vernici ad alcool. Si presenta in scaglie da sciogliere in alcool, capace di creare un sottilissimo strato di finitura lucidissima e di grande effetto, ma estremamente delicato, basta molto poco per rovinare la lucidatura. (vai alla Scheda Tecnica)
deformazione di una tavola causata dal diverso ritiro delle fibre. (vai all'approfondimento:Difetti del Legno)
strato di legno, particolarmente pregiato per essenza, venature e colore, generalmente non superiore al millimetro (in questo caso si parlerebbe di lastronatura), utilizzato per decorare superfici a vista di mobili realizzati dall’Ottocento in avanti in quanto prima lo spessore dei rivestimenti era tale da intendersi solo come lastronatura. Lo spessore di un foglio di impiallacciatura dei mobili moderni non supera di solito il mezzo millimetro.
Intarsio (o tarsia) : lavoro di ebanisteria che consiste nella decorazione di un mobile con legni di diverse qualità, o con altro materiale, inseriti secondo un disegno prestabilito. Nei lavori in legno nel medioevo, appare in forma assai modesta per assumere proporzioni e importanza sempre maggiori nel corso del Quattrocento e soprattutto nel Cinquecento. Alla fine de Seicento, dall’Italia e in particolare da Firenze, si diffonde in Francia dove Boulle e altri artisti operanti nella manifattura dei mobili della corona, fondata da Luigi XIV, creano sofisticati lavori di intarsio composti in tartaruga, madreperla, legni preziosi, rame e altro materiale, ottenendo modelli di raffinatezza ed eleganza che saranno imitati in tutta Europa per quasi due secoli. In Itali, nel XVIII secolo si distinsero i mobili intarsiati in avorio e legni pregiati del Maggiolini e del piffetti. Maggiolini impegnava un’enorme quantità di legni diversi (pare oltre ottanta) sfruttando tutte le originarie tonalità di colore. Legato alla pura arte dell’intarsio, il grande maestro lombardo solo in casi rarissimi, pensiamo all’azzurro e al rosa, usava la tinta artificiale; gli splendidi effetti di ombreggiatura erano ottenuti (come del resto anche oggi), immergendo i piccoli pezzi in sabbia rovente. (vai all'approfondimento)
Intarsio Certosina
è un genere di intarsio con osso o avorio a sottili disegni geometrici; pare che il nome derivi dai monaci seguaci di san Brunone, fondatore appunto dell'ordine Certosino. (vai all'approfondimento)
Lacca povera: (arte povera) arte decorativa usata a Venezia nel XVIII secolo, in sostituzione della laccatura, per decorare mobili e oggetti in legno su imitazione dei mobili orientali. Prima il decoro veniva stampato su un foglio di carta, poi incollato sul legno e infine ripassato con una vernice trasparente, la sandracca, che rendeva uniforme la superficie.
tecnica che proviene dall'Oriente e fu diffusa in Europa da alcuni padri gesuiti alla metà del Seicento. Le parti da decorare vengono rivestite con tela incollata sul legno; un prima mano di colla serve a chiuderne la porosità, successive mani di colla e gesso rendono il corpo del mobile liscio e compatto. Una mano di tempera colorata serve da fondo alla decorazione ; sulle dorature e sulle decorazioni si passano diverse mani di di sandracca, una colla resinosa trasparente color paglierino che era il completamento della laccatura
a differenza dell' impiallacciatura , la tecnica della lastronatura si diffonde già nel corso del Cinquecento. Si chiama lastrone uno strato di legno in essenza normalmente pregiata posta a scopo decorativo sopra una superficie in massello, normalmente di essenza meno pregiata. Il lastrone ha spessore superiore al millimetro: lo spessore delle prime lastronature poteva raggiungere mezzo centimetro per diminuire nel corso dei secoli grazie alle nuove tecniche di taglio del legno. E' possibile incontrare mobili antichi pregiati dove, a causa di molteplici e spesso non congrui interventi di levigatura,, il lastrone originale è venuto ad assottigliarsi al punto da confonderlo con ciò che più correttamente prende il nome di impiallacciatura
elemento architettonico a forma di semicolonna, liscia e scannellata, addossata e sporgente da una parete o superficie piana, frequentemente usata per adornare i montanti di armadi e credenze.
Nome
del celebre artigiano di Pazza Parabiago, nato appunto a Parabiago in
provincia di Milano. Figlio di un artigiano, a maggior età si mise in
proprio dopo un lungo apprendistato. Il suo laboratorio era limitato ad
una attività del tipo paesano, se non lo avesse scoperto il pittore
Giuseppe Levati che, notando la qualità dei suoi mobili (amava lavorare
sul massello di noce), ne ordinò subito l'esecuzione di un cassettone
di cui ne fornì il disegno con intarsi.
Con questo episodio (1766) iniziò, a soli 28 anni, la carriera del
Maggiolini; ben presto divenne uno dei più famosi artefici dell'epoca,
mobiliere dell'alta aristocrazia e della corte, fu oggetto della satira
del poemetto Il Giorno , del Parini.
La bellezza dei suoi mobili e degli intarsi è derivata sopratutto
all'abbondanza dei legni usati, pare 86 tipi di essenze, con qualità
diverse di fibra, venature, e colore. Maggiolini usò la tecnica della
tintura solo per l'azzurro ed il rosa, e ottenne molte particolari
ombreggiature con l'immersione dei minuti pezzi di legno destinati
all'intarsio nella sabbia arroventata. La produzione migliore è quella
compresa tra il 1780-96, anno in cui fini il dominio austriaco ed
arrivarono i francesi con le mobilie di mogano lucidissimo con
decorazioni in bronzo dorato al mercurio. Alla sua morte nel 1814 il suo
laboratorio che contava trenta operai, passò al figlio Carlo Francesco
fino al 1834 e a Cherubino Mezzanzanica fino al 1866.
è un termine francese che indica un particolare tipo di intarsio dove pezzettini di forme e legni diversi, o anche di altro materiale del medesimo spessore, vengono combinati in maniera da creare un disegno, che viene incollato su una superficie lignea. Per ottenere una maggiore varietà di chiaroscuri e di tonalità di colore, i diversi legni utilizzati venivano ombrati e tinti mediante colorazioni chimiche e l'applicazione di metalli roventi. Sino al Neoclassico i disegni dominanti erano di genere floreale e naturalistico, con la seconda metà del del Settecento anche la marqueterie segui il nuovo gusto classicheggiante, in una maggiore dominanza di motivi geometrici o legati a figure mitologiche.
Modanatura applicata: genere di decorazione a rilievo di sagome lignee che venva incollata o inchiodata sulle superfici dei mobili quali frontali di cassetti, sportelli e parti anteriori o fianchi
Modanatura inserita: a differenza di quella applicata che era un pezzo "aggiunto", questo genere di modanatura veniva intagliata sulla stessa superficie del mobile.
Il mordente è un colorante che viene applicato su legno per conferirgli un colore particolare o semplicemente per scurirlo. L'applicazione del mordente è una operazione irreversibile in quanto vengono coloratele fibre del legno. Pertanto si richiede estrema attenzione poiché eventuali errori non sono facilmente recuperabili.
I mordenti sono, in generale,
costituiti da aniline che si acquistano sotto forma di polveri o in
grani e che possono essere disciolte, secondo il tipo, in acqua, alcol o
olio per essere applicate su legno. Ogni tipo di soluzione presenta
svantaggi e vantaggi.
Indipendentemente dal tipo di mordente applicato, la superficie da
trattare deve essere ben liscia e spolverata, eventualmente sgrassata
con una soluzione di acqua e ammoniaca che, tra l'altro, ha la proprietà
di allargare i pori del legno e favorire la successiva penetrazione del
mordente. Il mordente può essere applicato a pennello oppure a tampone.
Mordente ad acqua è facile da stendere, ma presenta il problema
che le varie zone del legno possono assorbire in modo diverso l'acqua e
quindi assumere una colorazione più o meno intensa. Pertanto un
mordente all'acqua è da usare su legni poco porosi e quindi poco
assorbenti.
Mordente ad alcol asciuga molto rapidamente ma bisogna fare
attenzione a quando si applica perché se si passa due volte sullo
stesso punto la zona risulterà più scura di altre, quindi la tecnica
di applicazione deve essere più accurata. In compenso la superficie
trattata con mordente ad alcol risulta molto brillante.
Mordente diluito in olio è facile da stendere, ha un
assorbimento più lento e quindi più uniforme su tutta la superficie,
ma presenta il problema che bisogna attendere alcuni giorni prima di
passare a fasi ulteriori di finitura in quanto l'asciugatura avviene
durante questo tempo.
difetto naturale del legno, provocato dall' inglobamento all'interno del tronco di un ramo vivo o secco. (vai all'approfondimento: Difetti del Legno)
Ottimo
impregnante e verniciante per legno, si applica a pennello o a tampone
strofinando accuratamente per farlo penetrare nelle fibre.
Ad asciugatura avvenuta si può applicare cera o altra finitura
trasparente. Si usa su tutti i legni ma preferibilmente su quelli chiari
per scurirli leggermente. Viene fornito in due versioni: crudo o cotto.
L’olio crudo è più lento da asciugare e forma una leggera pellicola
superficiale, mentre quello cotto asciuga più rapidamente e non forma
pellicola, ma dal punto di vista della protezione del legno si ottengono
uguali risultati.
spesse imbottiture sulla parte alta degli schienali di poltrone e divani, nate per riparare dall'aria le persone sedute; il termine è usato anche erroneamente, per definire le ampie volute dei braccioli dei divani.
Si trova in commercio in speciali libretti che separano i singoli fogli. Solitamente il formato è 8x8 con uno spessore di 0,00001 mm. . Non può essere toccato con le dita e, durante l'uso, occorre fare attenzione anche ad eventuali spifferi d'aria ( addirittura alla respirazione), perchè, essendo leggerissimo potrebbe arricciarsi e volare via. Va conservato in luogo asciutto, e prima dell'uso è consigliabile tenere il libretto vicino ad una blanda fonte di calore. (Vai all'approfondimento: La Doratura)
Pastiglia, decorazione a
arte decorativa tipica della tradizione italiana rinascimentale che rimane in uso per gran parte del XVII secolo. Sulla superficie del mobile da decorare veniva applicato un sottile tessuto sul quale venivano poi passate diverse mani di "pastiglia", cioè di gesso con della polvere di marmo per rendere più compatto l'impasto, e colla formare una pasta da lasciare indurire. Di solito i motivi decorativi erano in bassorilievo, realizzati attraverso successive pennellate; alla fine veniva applicata la doratura.
La patina di un mobile è quella colorazione/decolorazione che assume l'oggetto col trascorrere del tempo e con l'usura.
L'aria, la luce sono elementi fondamentali che contribuiscono a dare al legno quell'aspetto "antico" e vellutato che tanto piace.
Il colore cambia a seconda della maggiore o minore esposizione alla luce. Anche lo stesso uso del mobile col passare degli anni produce quell'aspetto tipico e piacevole al tatto.
Le imperfezioni si "ammorbidiscono" e diventano parte integrante del mobile stesso.
La patina allora altro non è che quel "vestito" che indossa il mobile e che è espressione del tempo trascorso e della sua vita.
Va mantenuto il più possibile integro come testimonianza della sua autenticità, ne costituisce una parte integrante.
Non si deve quindi intervenire drasticamente nella pulitura di un mobile, ma come vedremo si dovrà procedere per gradi allo scopo di rimuovere lo sporco senza intaccare però la sua patina. (Vai all'approfondimento: La Patina)
Serve per prendere la foglia d'oro che è stata tagliata e adagiarla sul pezzo che va dorato. Ha un pelo molto morbido che fa aderire la foglia. (Vai all'approfondimento: La Doratura)
altrimenti conosciuto come brunitoio. E' uno strumento che serve a comprimere e rendere lucido l'oro una volta asciutto il bolo sottostante.(Vai all'approfondimento: La Doratura)
Piffetti Pietro (? -1777) - Celebre stipettaio e intarsiatore che svolse la sua attività soprattutto a Torino, dove si trasferì su invito di Carlo Emanuele III nel 1731. Qui costruì innumerevoli mobili riccamente intarsiati e impiallacciati, destinati alle residenze reali. I suoi esemplari sono rinomati per l'eleganza delle proporzioni e la raffinatezza degli intarsi nei quali si combinano con splendidi effetti, oltre a legni rari, osso, avorio, tartaruga, argento e bronzo. Il mobile "piffettiano" risente dell'influenza della "maniera Boulle", anche se l'artista esprime uno stile personale, contenendo gli eccessi decorativi del famoso ebanista francese. Con Bonzanigo e Maggiolini forma il trio dei più famosi ebanisti italiani.
indica una porzione di legno massello o piallaccio, caratterizzato dall'elegantissimo disegno naturale con chiazze simili a pime; viene ottenuto tagliando in senso longitudinale parte dell'albero nel punto in cui il tronco si biforca a formare due rami. La "piuma" può essere ottenuta da vari alberi come per esempio il Noce o l'Acero, ma la più comune è quella ricavata dal mogano.
Polvere di Pomice: Finissima polvere bianca della stessa consistenza del talco, viene usata nella preparazione del fondo per la lucidatura a tampone per chiudere i pori del legno. La si trova nei negozi di ferramenta che abbiano forniture per le Belle Arti.
è la parte del tronco più pregiata per venatura e gioco di nodi che si ricava dalla zona in cui si diramano le radica; veniva utilizzata in particolar modo per realizzare le parti di lastronatura che decorano i mobili pregiati.
procedimento che mira alla conservazione delle opere d'arte ed al recupero delle condizioni originarie. Le moderne teorie di restauro non si avvalgono di integrazioni invisibili e abbellenti, ma si preoccupano di consolidare, ripulire e proteggere l'oggetto, segnalandone qualunque recente intervento. ( vai all'approfondimento: Principi di Restauro)
Lo stile Restaurazione è detto anche Carlo X comprende il periodo fra il 1815 ed il 1830. Questo stile si affermò nella Francia restaurata dopo la tempesta napoleonica col desiderio di riordinare le cose e con l'assurdo tentativo di riproporle come erano prima della rivoluzione francese. I mobili Restaurazione costituiscono l'ultima produzione artigianale prima della larga diffusione dei mobili in serie, destinati ad una vasta clientela. Il mobile Restaurazione risente del gusto Impero, ma ne attenua la monumentalità e l'eccesso decorativo; si prediligono i legni chiari quali frassino e acero.
altra caratteristica di una buona colla da restauro, ovvero la possibilità di scollare facilmente le parti precedentemente unite al fine di permettere in futuro nuovi interventi di restauro. Vai all'approfondimento: La Colla Garavella )
Riesener Jean Henri (1734-1806) - Ebbe per maestro il famoso ebanista Oeben, come lui di origine tedesca, divenendo a sua volta uno dei maggiori artigiani francesi dell'epoca di Luigi XVI che lo nominò ebanista di corte. Fu lui a terminare e firmare il famoso bureau du roi, iniziato da Oeben. Le sue opere esprimono al meglio le qualità dello stile Luigi XVI, quali la perfezione delle proporzioni, l'unità della composizioni e la massima eleganza. Riesener si specializzò in elaboratissimi intarsi di delicati festoni, mazzi di fiori, cascate di petali e drappeggi; lavorò molto per la regina Maria Antonietta e le marqueteries che compose parevano un vero e proprio roseto, omaggio alla sovrana che prediligeva questi fiori.
riduzione di un tronco in assi con taglio radiale o tangenziale(vai all'approfondimento: Il Legno.
guaina in bronzo lavorato che avvolge la parte terminale dei piedi dei mobili Luigi XV, svolgendo sia una funzione decorativa sia una funzione protettiva della impiallacciatura in una parte facilmente soggetta ad urti; il termine francese corrisponde a sabot.
Sostanza
che è in grado di scioglierne un'altra, sia essa solida o liquida.
Nella comune pratica fai-da-te si viene a contatto con un gran numero di
solventi, alcuni dei quali molto usuali, altri più specifici.
Sono ottimi solventi: l'alcol denaturato, la benzina, l'ammoniaca,
l'acqua ragia, la trementina, ecc.
I solventi servono anche per diluire sostanze diverse, scioglierne
altre, eliminare macchie, pulire e lubrificare oggetti di diverso tipo.
In generale i solventi (a parte il più comune che è l'acqua) sono
tossici e molti sono infiammabili è pertanto utile individuare un posto
sicuro in cui collocare tutte queste sostanze in modo da poterle
chiudere ed impedirne l'accesso a persone non autorizzate.
operazione finalizzata a rendere stabile il legno attraverso un'opportuna essiccazione. (vai all'approfondimento: Il Legno
difetto naturale del legno; si tratta di fessure radiali causate dalle diverse tensioni di crescita dell'albero. (vai all'approfondimento: Difetti del Legno)
E' l'attrezzo che viene utilizzato per applicare la vernice secondo la metodologia che da esso prende il nome(verniciatura a tampone).E' costituito da una pezza di lana che si imbeve nella gommalacca e poi la si avvolge in una pezza di lino o cotone le cui dimensioni dipendono dall'uso specifico. (vai all'approfondimento: Lucidatura a Gommalacca)
in falegnameria è ottenuto tradizionalmente con pangesso (gesso di Bologna) e colla animale; è usato per otturare fori di chiodi o tarli e piccole fessurazioni e crepe. A volte, al posto della colla animale può essere usata la colla vinilica. (vai all'approfondimento Lo Stucco )
Sostanza
chimica che, applicata su una superficie pitturata o verniciata, è in
grado di asportare la pittura o la vernice. Tra i più comuni
svernicianti vi sono le paste semiliquide che vengono applicate a
pennello su superfici di legno o metallo pitturate, e lasciate agire.
La pittura, così aggredita, si stacca e si arriccia e viene facilmente
asportata con una spatola. Ogni operazione di sverniciatura deve essere
effettuata con guanti ed occhiali protettivi poiché si tratta di
sostanze che possono danneggiare la pelle.
Vari sverniciatori disponibili sul mercato sono muniti di un doppio
sistema di chiusura: un tappo a vite posto esternamente e più
all'interno un tappo a pressione. Occorre fare molta attenzione quando
si apre quest'ultimo, in quanto la pressione interna al barattolo
potrebbe farlo saltare mentre lo aprite e provocare schizzi di
sverniciatore.
Per evitare che ciò accada seguite alcune precauzioni:
non agitate il barattolo; non conservatelo in ambienti troppo caldi;
indossate sempre i guanti prima di aprire il barattolo. Se durante il
lavoro venite a contatto con lo sverniciatore, lavate la pelle con
abbondante acqua corrente.
vedi Intarsio
La terra d'ombra è un pigmento di origine naturale composto in prevalenza da ossido di ferro, entrano nella sua composizione altri elementi chimici quali il manganese, ad esempio, che ne rafforza le caratteristiche siccative. Grazie a questa proprietà la terra d'ombra è un pigmento che aiuta ad asciugare le pitture ad olio molto più in fretta. E' molto indicato per colorazioni a pittura, quindi unito ad un legante. Meno indicato per mordenzare il legno, in quanto non essendo solubile in acqua e rimanendo in sospensione non colora effettivamente il legno ma crea un leggero velo superficiale facilmente asportabile. Discreto per colorare la gommalacca, ottimo nella formulazione di stucchi a gesso e di patine anticanti
cassetto di tavolini, scrittoi, armadi; indica anche i sostegni a scomparsa per il piano calatoio di ribalte e trumò.
asse orizzontale, liscia, sagomata o scolpita, che congiunge le gambe delle sedie, di poltrone, divani, sgabelli, panche, tavoli o altri mobili
Essenza di trementina, derivata da alcune conifere. Principale diluente per la preparazione della cera. Ottimo prodotto da usare per la pulitura di un mobile (in modo particolare se era trattato a cera) se non vi è la necessità di ricorrere a sistemi più energici come sverniciatori e simili
E'
un liquido incolore non infiammabile ma tossico. Viene utilizzato come
solvente e come agente pulente.
Attenzione a non respirarne i vapori perché è
un anestetico.
tavolo dal piano di solito ribaltabile (sovente anche girevole) sostenuto da un fusto centrale che si dirama in tre piedi. Viene quindi a indicare un genere di tavolini, generalmente da centro, utilizzati per il gioco degli scacchi e del tric-trac, molto di moda nella Francia del settecento.
motivo strutturale e ornamento a forma di spirale ampiamente usato negli stili Luigi XIV e Luigi XV.
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Ultimo Aggiornamento: 22/08/02.