Il Restauro del Mobile Antico

antico, falso o in Stile

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Gli Ospiti de "Il Restauro del Mobile Antico"

 

 

Indice

 

Come difendersi dai falsi

La spettografia molecolare

 

Approfondimenti

Come difendersi dai falsi

Cosa Guardare

Falsi  e riproduzioni

Il Vero e il Falso

La Diagnostica

 

 

Selezione dal Forum

Imitazione mobili antichi

 

 

Sommario della Sezione:

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

I falsi e  le riproduzioni

Il vero Falso

Quando per la costruzione di un mobile, in luogo del legno nuovo si usa legname vecchio, o addirittura antico, magari ricavato da arredi in demolizione, travi lignei di antiche soffittature, rivestimenti parietali, montanti di infissi, ecc.
Quando si utilizzano chiodi, serrature, chiavi, bronzi, ed altro materiale recuperato da demolizioni. Quando si adoperano colla a caldo animale, vernici per la lucidatura a spirito e gomma lacca, o cera vergine d'api secondo l'epoca, quando da vecchi armadi in disuso, si ricavano modificandoli splendide librerie, quando l'artigiano torna a lavorare con ferri manuali, pialla, sega,ecc. In questi casi anche se manca l'intenzione di ingannare il potenziale cliente, è evidente che non possiamo parlare di semplice imitazione, ma di vera contraffazione.

Dato che un mobile costruito con tutte le dovizie messe a disposizione dall'esperienza (come intarsi, intagli, code di rondine fatte a mano, cornici, vetri non regolari che vedendoli in controluce si evidenziano le imperfezione derivate dalla fusione del vetro, a causa delle diverse calorie e della fusione esistente in epoche passate) viene a costare assai più di alcuni mobili in "stile" è difficile che il fabbricante o uno dei successivi compratori, o rivenditori, notato l'abile esecuzione e lo stile del mobile, resista alla tentazione di dichiararlo antico per lucrarvi di più.

Ecco perciò che dalla semplice imitazione legata allo stile e alla moda, che ha un proprio mercato legittimo, si passa al falso d'arte.
Da qui la definizione di falso, usata fra gli antiquari, "è falso l'arredo che non appartiene alla datazione dell'epoca di cui rappresenta lo stile". Definizione talvolta eccessiva poiché comprenderebbe anche i mobili di onesta imitazione, eseguiti con alta perizia artigiana, come i mobili prodotti dopo la parentesi della Seconda Repubblica(1848-51).  

Mobile in Stile

Innanzi tutto occorre distinguere l'imitazione esplicita, dalla quale va escluso ogni intento ingannevole, dalla contraffazione in cui l'intento ingannevole può essere parzialmente o totalmente presente.
Non c'è dubbio infatti che i cosiddetti mobili "in stile" sono semplicemente ispirati all'antico e presentano tali caratteristiche di inautenticità che nessuno può confonderli con i modelli da cui derivano.

La natura del legno, le essenze pregiate degli intarsi, l'uso del compensato o del truciolato, per le parti non visibili, la perfezione degli incastri, la presenza di chiodi d'acciaio, e delle colle sintetiche,il tipo di tinteggiatura e lucidatura fatta con macchinari ed a spruzzo, denunciano chiaramente l'esecuzione industriale di questi mobili che vengono offerti sul mercato dai comuni mobilieri a prezzi di gran lunga inferiori agli equivalenti antichi.

Inoltre, si deve menzionare un'altra categoria di mobili, proposti in alcune vendite per televisione, importati dai paesi sottosviluppati e venduti come mobili antichi. In quest'ultimi le impiallacciature e gli intarsi sono interamente stampate.


Appartengono a questa categoria di mobili che intendono riproporre lo stile Quattrocento Fiorentino-Toscano in genere, come pure l'Umbro, il Laziale, il Veneziano, anche se non mancano imitazioni di altri epoche e zone diverse.

Ma se lo stesso tipo di mobile viene fatto da un abile artigiano rispettando le proporzioni, i legni, le impiallacciature o lastronature e l'eventuale modello per esempio allo scopo di completare un tavolo estensibile senza prolunghe, ricostruire un fianco di un cassettone, rifare una gamba ad una sedia, ricostruire con legni ricavati da armadi in demolizione una coppia di comodini, o un cassettone, solo un esperto saprà riconoscere a colpo d'occhio l'originale dall'imitazione. Talvolta anche gli esperti per riconoscere un imitazione devono soffermarsi su diversi particolari che considerati tutti insieme rivelano inequivocabilmente l'esecuzione recente.
 

Mobile ritardatario

"I mobili eseguiti in provincia per una sorta di prolungamento stilistico quando nelle capitali e negli ambienti eleganti la moda era già cambiata sono definiti mobili ritardatari, che non possono essere definiti non autentici, anche se il loro valore commerciale è inferiore a quello dei mobili di cui prolungano lo stile.

A Firenze, in Toscana, in Umbria, si continuavano a fabbricare in pieno Seicento mobili in tutto simili a quelli del Rinascimento(1500). Gli artigiani dell'Alto Veneto hanno seguitato ad ispirarsi allo stile Luigi XV, quando a Venezia era già passato di moda. Lo stile neoclassico, apparentemente semplice, adatto alla modesta borghesia e alla società dell'Italia ottocentesca, è stato ripetuto quasi senza varianti fino al primo 900.
"

Per riconoscere un mobile ritardatario un'altro criterio possibile è quello estetico, poiché un mobile eseguito in provincia o in città che si accontenta di ripetere stili passati per una clientela borghese, non presenta quei caratteri di estro, invenzione, eleganza che distinguono le creazioni di artigiani alla moda. Generalmente un mobile ritardatario è pesante, goffo, meno curato negli intagli e negli intarsi meno ricco di decorazioni, nelle eventuali dorature, nei bronzi. Inoltre, trattandosi di esecuzioni stilistiche inferiori, è raro che l'artigiano abbia appreso perfettamente un modello, perciò lo stilizza senza rispettare l'equilibrio delle parti, magari esagerando.

 

Falsi Parziali 

Nel commercio antiquario, capita spesso di sentir affermare che il mobile è originale ma gli è stata sostituita una parte. Questi casi vengono definiti "falsi parziali" ossia ci troviamo al limite tra la falsificazione ed il restauro.
Quando le singole parti provengono da elementi diversi, ed assemblati in un unico mobile si tratta di un mobile ricostruito che ha una sua quotazione, ma mai come quell’originale. 

"La produzione ed il commercio di mobili ricostruiti con parti antiche, o ricomposti con diversi parti di mobili analoghi, ebbe inizio in Italia, ed il loro momento più felice si registrò in Umbria, Toscana intorno alla seconda metà dell'Ottocento.
In questo periodo ci fu una grossa richiesta di mobili italiani da parte di molti stranieri che, innamoratosi delle nostre stupende case arredate con gusto, vollero arredare le loro residenze con i nostri arredi rinascimentali. I più esperti chiedevano pezzi autentici, questo provocò un vero saccheggio dei nostri palazzi e conventi. Altri si accontentavano di mobili manomessi o ricostruiti, con parti più o meno antiche, nelle botteghe artigiane.

Ma prima di dire "falsari" agli antiquari dell'epoca, bisogna ricordare la mania del neogotico e del Rinascimentale che aveva provocato una moda nell'arredamento d'oltre Atlantico.
La richiesta incalzante provocò la ricostruzione totale o parziale degli arredi. Ma non solo gli stranieri privilegiavano questi arredi ma anche gli italiani nell' arredamento di ville. In questo periodo "troneggiavano" pezzi ricomposti o parzialmente ricostruiti, perfino nelle sale dei Musei.

Qualcosa di simile, anche se in misura inferiore, in direzione del mercato inglese, avvenne con mobili Veneziani del Settecento.
Forse la percentuale di autenticità è stata superiore, ma certo che non tutti i mobili spediti in Inghilterra nell'Ottocento, da una grande Ditta veneta, erano al di sopra di ogni sospetto.
Ne sanno qualcosa gli antiquari italiani che dopo la grande guerra comprarono nelle aste Londinesi i mobili che avevano lasciato Venezia nell'Ottocento, oltre a quelli originali ce n'erano parecchi largamente rimaneggiati, ricostruiti cent'anni prima.
La stessa cosa, è accaduta ad antiquari della Toscana negli anni '70 che andarono in America ad acquistare i mobili fiorentini nelle aste."


Matrimonio

Esistono, inoltre, gli arredi sposati "matrimonio", termine usato in campo internazionale tra antiquari per definire quei mobili composti da due parti ad esempio una credenza a doppio corpo (parte bassa e parte alta). In alcuni casi quando una delle due parti è mancante il restauratore sostituisce la parte mancante con un'altra dello stesso stile.

L'eventuale controversia sull'autenticità di questa tipologia di mobile è risolvibile non teoricamente ma nella vendita a minor prezzo. Il costo ridotto di un mobile, qualora non ne venga precisato il motivo, dovrebbe indurre il cliente ad effettuare un accertamento più approfondito.

 

Spettografia Molecolare

Purtroppo chi non è addentrato nel ramo si dovrà rivolgere ad un perito d'arte molto qualificato, ed in alcuni casi quando l'arredo è un' Opera d'Arte, e di gran valore per essere oggettivamente certi (oltre il parere dell'esperto che sa riconoscere il vecchio dall'antico, dal mobile ritardatario, al falso) è necessario l'aiuto della scienza e in questo caso della spettrografia Molecolore I.R. 

Cos'è questa spettrografia? E' un metodo usato da molti esperti d'arte, collezionisti a livello internazionale per garantirsi con certezza matematica dei loro investimenti d'arte.
Ogni molecola è composta da atomi che vibrano su una frequenza se colpiti da radiazioni.
Inserendo una piccolissima quantità del legno di un albero appena tagliato in uno spettrometro, che registra le vibrazioni degli atomi dei singoli composti, appare una curva sullo schermo di un computer, che assomma le vibrazioni molecolari chimiche.
Col passar degli anni un sottile strato esterno dell'arredo in legno si decompone rapidamente mentre la massa interna del legno, da cui viene preso tramite carotaggio il campione da misurare, degrada a causa di microbi e processi chimici graduali e lenti, poco influenzati dall'ambiente. La decomposizione delle molecole durante i secoli passati trasforma la curva originale che diventa così l'impronta tipica per un legno di una certa età. La datazione assoluta si ottiene confrontando l'impronta in esame con impronte di molti campioni per legno di una certa età. Il confronto dell'impronta in esame viene fatto con impronte di molti campioni di accertata e sicura datazione. La precisione del metodo dipende dal tipo di legno, per i legni comunemente più usati nell'antiquariato questa precisione è oggi di +/- 10 anni; la possibilità di una datazione errata dovuta all'uso di legno vecchio per un'opera recente è molto limitata.

Il legno sviluppa all'esterno una patina (che chiameremo tempo vita), subisce l'attacco di tarli e vermi con caratteristiche tipiche e si corrode per l'usura.
In alcuni casi, sopratutto nel prolungamento ottocentesco del Luigi XVI, si può essere aiutati dai materiali adoperati, dalle tracce lasciate da strumenti meccanici e dalle tecniche costruttive più aggiornate.
Inoltre vale anche qui quello che si è detto sulla grana del legno, sulla patina, sugli elementi accessori. E' evidente però che trattandosi sempre di mobili antichi le differenze sono esigue e soltanto pochissimi esperti sono in grado di apprezzare, per esempio, le diverse tonalità delle parti grezze di un mobile del primo o secondo Impero, o di altri stili ed epoche.


Selezione dal Forum

Imitazione mobili antichi

Domanda: Renzo
Lo so che la patina di un vecchio mobile è inimitabile e che è impossibile realizzare in breve tempo e artificialmente ciò che è avvenuto in svariati anni di uso. Ma penso sia utile conoscere efficaci tecniche per dare ad un legno nuovo l'aspetto il più vicino possibile a quello antico. 

Questo naturalmente senza voler far passare per antico un mobile che non lo è! So che nella zona di Bassano del Grappa (TV) molti artigiani producono mobili che sono pregevoli copie di quelli antichi. C'è qualcuno in grado di darmi suggerimenti sulle tecniche e sui prodotti più adatti per questo scopo? 

Renzo martedì 19 febbraio 2002 - 11.17.08 

Risponde Giuseppe

Nel restauro, si usa patinare i mobili quando questi si trovano con una patina originale inesistente (dopo la sverniciatura da prodotti sintetici o da vernici ad olio quando si è usata soda caustica), oppure se sottoposti ad eccessiva umidità per lungo tempo. Ci si trova nella necessità di patinare i mobili anche quando vengono effettuate delle reintegrazioni di parti mancanti, piani o parti di questi, frontalini di cassetti ecc.
Occorre , in queste reintegrazioni usare la stessa essenza usata originalmente, poi con mordente adatto, uniformare la colorazione al resto del manufatto, ed infine trattare il mobile con una corretta finitura a cera, mista o solo gommalacca.
Se si tratta di un mobile nuovo che si vuole antichizzare, il discorso cambia leggermente, in quanto non c'è la necessità di uniformare il colore, ma di scurire opportunamente l'essenza usata per dare quel colore caldo di un legno patinato. La finitura è poi la stessa .

Risponde Pino
Come al solito Giuseppe ti ha detto tutto. Mi permetto solo di darti un consiglio sul trattamnto del legno preliminare alla finitura. Una delle caratteristiche del mobile antico è quella di presentare un legno con aspetto che a volte si dice "inossato", derivante dalla progressiva riduzione, per perdita di umidità, della massa legnosa con il passare di lungo tempo. Tale aspetto non è riproducibile alla perfezione e contraddistingue il legno effettivamente antico: ho tuttavia sperimentato un accorgimento che uso sulle sostituzioni a volte inevitabili e non sempre possibili con legno della stessa essenza ugualmente antico. Si tratta di passare sulla superficie del legno nuovo, soprattutto sugli spigoli troppo vivi, un oggetto metallico premuto con grande forza (per i pezzi piccoli uso la testa di un martello per quelli grandi un ferro da stiro (ovviamente freddo tenuto leggermente di spigolo) o un batticarne liscio. In questo modo la superficie schiacciata, una volta rifinita, si avvicina di più anche al tatto alle parti autentiche del mobile e si ottiene una migliore mimesi. Prova, se vuoi e fammi sapere. 

Risponde: Franco

Leggo con sorpresa unita ad una certa soddisfazione che Pino ti ha suggerito una tecnica, che si potrebbe definire di "inossamento artificiale". Anch'io, di mia iniziativa ho sperimentato tale procedura ma avevo un certo timore a divulgarla. Nel mio piccolo pensavo fosse poco ortodossa, non proponibile. Comunque confermo i buoni risultati. 

Replica Pino
Condivido il giudizio di scarsa ortodossia della tecnica con qualche precisazione.
Intanto nel caso specifico si tratta di dare ad un mobile dichiaratamente nuovo un calore simile al mobile antico.
In secondo luogo detta tecnica può essere usata, a mio avviso, solo nel caso di necessità di inserire un pezzo nuovo in un mobile antico, non allo scopo di falsificare, ma per evitare che le parti evidenti presentino un aspetto inestetico con la finitura delle parti autentiche. Occorre ovviamente aver cura di lasciare leggibile il pezzo nuovo non effettuando alcun camuffamento nelle parti che non hanno esigenze estetiche. Almeno io la penso così: anche in pittura il restauro non deve risolversi in un impoverimento estetico del pezzo. Deve essere un onesto intervento, leggibile, ma non necessariamente a tre metri di distanza. 


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 Ultimo Aggiornamento: 28/08/02.