Dalle Origini al Risorgimento
Resuttano nasce ufficialmente per volere del barone Giuseppe Di Napoli il quale, acquistata due anni prima la baronia del feudo a nome del figlio Gerolamo, ottenne per quest'ultimo il titolo di Principe, e il riconoscimento del borgo come "terra del Regno" il 7 giugno 1627.
Tuttavia il circondario resuttanese (indipendentemente dalla sua attuale attribuzione amministrativa) presenta notevoli testimonianze di ben più antichi insediamenti. Musosino fu certamente un ricco abitato del 1° Millennio a.C.; Terravecchia di Cuti, l' unico dei siti di interesse archeologico nel quale si è avuto uno scavo scientifico nel 1959, conserva reperti che testimoniano la presenza di un villaggio tra l'inizio del VI e la metà del IV sec. a.C.
Stando alle informazioni attualmente disponibili (tutte ricavate dalle pubblicazioni sulla storia del paese), bisogna fare un salto fino al X sec. d.C. per stabilire un punto fisso dal quale poter seguire un itinerario storico continuo che ci conduca fino ai nostri giorni. Sotto la dominazione araba, infatti, il "rahàl" (fattoria) costituiva l'unità fondiaria fondamentale dell'entroterra siculo, ed è da esso che si svilupparono molti comuni, tra i quali anche Resuttano. La conquista normanna, completata tra il 1061 e il 1091, segnò l'introduzione in Sicilia del sistema feudale, che resistette sotto le diverse dominazioni fino alla sua abolizione (politica, ma non di fatto) avvenuta nel 1812.
Dopo il Vespro subentrò un periodo di guerriglia e di generale crisi, che ebbe come immediata conseguenza il quasi completo distacco dall'autorità regia da parte dei baroni che, da quel momento, poterono esercitare il totale controllo dei feudi e della popolazione. I successivi due secoli furono caratterizzati dalle lotte tra i baroni e tra questi e il re. A testimonianza di ciò bastano le vicissitudini riguardanti la proprietà del castello di Resuttano (e quindi del feudo), che i Ventimiglia di Geraci rischiarono di perdere quando, nel 1393, re Martino I, a causa del loro tradimento, lo concesse ad Andrea Denti (la proprietà dei Ventimiglia fu ristabilita tre anni dopo).
Anche quando i viceré aragonesi (1412-1516) riusciranno a ristabilire un minimo di sovranità, il barone conserverà, nei confronti dei sudditi, un potere pressoché illimitato, mentre la gestione della terra, man mano che il feudatario si estranea dalle sue terre, acquisisce sempre più quella forma barone-amministratore-contadini, che segnerà profondamente la struttura socio-economica del territorio.
Con la fondazione del borgo (1627) la popolazione, proveniente per lo più dai centri madoniti vicini, inizia a raccogliersi sulla collina di Rachilebi, a quattro chilometri dal fiume.
La dinastia dei Di Napoli detenne il principato di Resuttano fino alla fine del feudalesimo.
Con la Costituzione del 1812 si entra nel Risorgimento, il periodo storico sul quale si sono concentrati maggiormente gli studi più recenti sulla storia di Resuttano.