Cooperazione e Sviluppo

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Nella sezione "Articoli" potrete trovare testi inerenti alla Cooperazione e allo Sviluppo:


Definizioni
Libri
Il Progetto
Ben venuti nella pagina dedicata alla COOPERAZIONE e allo SVILUPPO!
Qui potrete trovare alcune definizioni tratte da vari dizionari e da altri siti in rete.
Potrete inoltre scegliere tra vari link dedicati o inerenti all'argomento.
Sulle Organizzazioni Non Governative (ONG)
troverte informazioni su come operano e quali sono i loro principi fondatori,
nonchè gli indirizzi delle principali ONG presenti a Roma.
ONG
ONG a Roma
Link
























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Definizioni


Le definizioni qui riportate sono tutte tratte dall'ENCICLOPEDIA DELL'ECONOMIA GARZANTI.
Queste definizioni pertanto sono state date da un punto di vista economico.

Cooperazione
Sviluppo Economico
Sottosviluppo
PVS (Paesi in Via di Sviluppo)
Organizzazioni Internazionali

Per poter avere altre definizioni siconsiglia di vistare il sito www.cocis.it e cercare nell'archivio

.
Oppure alle pagine del sito Onu Italia qui sotto elencate:




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COOPERAZIONE

Comportamento mediante il quale più soggetti perseguono un obiettivo comune. Si pensi alla Cooperazione Internazionale tra più stati che cercano di agire in modo concertato al fine di ottenere obiettivi politco-socio-economici.



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SVILUPPO ECONOMICO

  • In termini generali per "sviluppo economico" si intende il processo di crescita della produzione di beni a disposizione di una certa popolazione.Quando entrambe queste grandezze crescono allo stesso ritmo e il prodotto procapite rimane costante, si può parlare di sviluppo estensivo; mente quando il ritmo di crescita del prodotto eccede quello della popolazione si può parlare di sviluppo intensivo.
    Prima del secolo XVIII lo sviluppo economico in gran parte del mondo è stato di tipo estensivo. Ciò è avvenuto per esmpio in Europa tra i secoli X e XIII: un periodo di espansione economica, con la formazione di una nuova rete di centri sittadini e vie commerciali, basata su un'agricoltura che si estendeva grazie alla messa a coltura di nuove terre (disboscando, drenando, prosciugando, ecc.); o in Cina tra i secoli XIV e XIX, con una popolazione e una produzione agricola che crebbero regolarmente secondo tassi stimati attorno al valore (notevole per quei tempi) dello 0,5% annuo; o nel secolo XIX, in quei paesi dell'Sia orientale per i quali si è appurato (S. Ishikawa, 1982) che l'addensamento delle popolazioni sulle terre si traduceva in aumenti delle rese per ettaro del riso, tali da non far diminuire le produzioni procapite dello stesso. Va però notato che a partire dal Cinquecento lo sviluppo economico assunse nei paesi europei, e solo in quelli, un carattere sia pur blandamente intensivo. Nei secoli XVI e XVII (l'epoca agraria avanzata, secondo la tipologia di A. Maddison, 1982) il tasso di crescita del prodotto pro capite di quei paesi fu dello 0,1% annuo (con un tasso di crescita della popolazione dello 0,2%), mentre nel secolo XVIII e agli inizi del XIX (l'epoca del capitalismo mercantile, secondo la stessa tipologia) esso fu dello 0,2% annuo (con un tasso di crescita della popolazione dello 0,4%). Il perdurare di questi sia pur minimi tassi positivi di crescita per più di tre secoli fece sì che, alla vigilia della rivoluzione industriale inglese, i prodotti pro capite dei paesei europei fossero significativamente supriori a quelli del resto del mondo: un fatto questo, di grande importanza per il successivo sviluppo economico mondiale.

  • Lo "sviluppo ecnomico moderno". Con il termine di sviluppoeconomico si intende però normalmente lo sviluppo intensivo, con le caratteristiche da esso assunte in Inghilterra dalla fine del secolo XVIII e via via nel corso dei due secoli seguenti in tutti i paesi che oggi si riconoscono come sviluppati (PS). Questo sviluppo può essere definito come una crescita elevata e prolungata del prodotto pro capite e della popolazione, accompagnata da importanti trasformazioni strutturali, sociali e culturali, e innescata da un progresso tecnologico fondato sulla scienza. Secondo la già citata periodizzazione di Maddison che riguarda solo l'Europa, l'epoca dello sviluppo economico moderno coincide con il capitalismo, che viene distinto dal precedente capitalismo mercantile non solo per il maggior ricorso al capitale fisso e al lavoro qualificato, per lo sviluppo piuttosto che per la mera appropriazione delle risorse naturali e per una riduzione dello sfruttamento delle aree esterne, ma soprattutto per il fatto che l'investimento in capitale fisso e in miglioramenti delle risorse naturali rappresenta il veicolo principale del progresso tecnico.
    Lo sviluppo economico moderno non solo si diffuse progressivamente dall'Inghilterra all'Europa occidentale, negli USA e nel resto del mondo, ma ha anche dato luogo alla formazione di un sistema economico mondiale integrato, tale cioè che la rimozione da esso di qualche paese principale o di un gruppo di paesi cambierebbe le prospettive di sviluppo dei rimanenti paesi.


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    SOTTOSVILUPPO

    Lo svilupo economico dei diversi paesi è avvenuto in modo tale da far aumentare non solo le differenze assolute, ma anche i rapporti tra i loro livelli di sviluppo (misurati sinteticamente con i livelli dei prodotti o redditi procapite). In altre parole, spesso (anche se non sempre) saggi di crescita più elevati in un certo periodo sono risultati congiunti con livelli più elevati del reddito pro capite all'inizio dello stesso periodo. Ed è proprio facendo riferimento a questo fatto che si può parlare del sottosviluppo di buona parte delle economie del Terzo Mondo o Sud, rispetto allo sviluppo delle economie industriali avanzate, capitalistiche e socialiste, dei paesi del Nord.


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    PVS - Paesi in Via di Sviluppo

    I Paesi in Via di Sviluppo sono quei paesi accomunati da un basso prodotto interno lordo (Pil) procapite. Ma l'esame delle caratteristiche comuni dei PVS suggerisce che queste sono presenti nei singoli paesi in modi molto differenziati. Così si possono distinguere:

    •  i paesi a basso PIl pro capite e con alta incidenza della povertà dell'Africa Subsahariana, le cui strutture produttive sono dominate da un'agricoltura di sussistenza o da settori di esportazione di prodotti primari, agricoli o minerari, di solito scarsamente o per niente diversificati, il che causa una forte vulnerabilità di fronte alle fluttuazioni dei mercati internazionali;
    •  i paesi con basso PIL pro capite dell'Asia meridionale e orientale , nei quali sono ancora forti le prssioni delle popolazioni sulle terre, ma si sono sviluppati certi settori industriali, soprattutto nei beni di consumo, e quindi risultano buone le capacità d'esportazione su gamma di prodotti primari e manifatturieri;
    •  i paesi a reddito medio di America Latina, Medio Oriente e Nordafrica, nei quali, se da un lato la maggior efficienza produttiva dell'intero sistema economico si traduce in redditi pro capite più elevati di quelli dei paesi asiatici e dell'Africa subsahariana, dall'altro le forti diseguaglianze nella distribuzione del reddito sono responsabili di un'incidenza ancora elevata della povertà.
    Le attuali differenze economiche tra i PVS si possono ricondurre in parte alle differenze che esistevano tra gli stessi alla fine della seconda guerra mondiale, e in parte anche maggiore alle differenze tra gli sviluppi economici delineatisi nel secondo dopoguerra.
    Tra i fattori che hanno concorso a determinare o caratterizzare lo sviluppo economico dei PVS negli anni Cinquanta e Sessanta si possono ricordare i seguenti:
    • La decolonizzazione e la nascita di governi nazionali per i quali lo sviluppo economico era un obiettivo con valenze non solo economiche, ma anche politiche e strategiche.
    • La diffusa convinzione - per effetto anche delle esperienze della pianificazione sovietica e degli interventi in cui, nelle economie dei paesi avanzati, lo stato reagì ai problemi posti dalla "grande depressione" degli anni Trenta, dalla seconda guerra mondiale con il successivo processo di ricostruzione in Europa - della necessità e dell'efficacia dell'intervento statale diretto nell'economia.
      Nel periodo in esame tale intervento si operò in tutti i PVS, sia pure in varia misura: accanto a economie che restarono sostanzialmente di mercato, ve ne erano di completamente pianificate, come quela cinese; in altre si attuarono forti elementi di collettivizzazione nell'agricoltura e di statalizzazione nell'industria, come nell'esempio (sia pure infelice sul piano dei risultati economici) si socialismo "africano" della Tanzania. Nelle economie di mercato l'intervento statale assunse le forme più varie: dalla nazionalizzazione praticamente universale di importanti settori produttivi (nei servizi di pubblica utilità, nelle banche e nell'industria) a quella della distribuzione all'ingrosso dei prodotti dell'agricoltura, tipica di numerosi paesi africani (con i loro marketing boards statali); da elaborati sistemi di licenze con cui i governi controllavano l'impiego della valuta estera da parte degli importatori e le associate decisioni d'investimento, algi elaborati sistemi di dazi, controlli diretti ecc. volti a proteggere certi settori delle industri nazinali; dagli interventi sui salari urbani con la fissazione dei livelli minimi, alla determinazione dei "prezzi politici" dei beni di consumo di massa nelle città.
    • Il ruolo del commercio tra PVS E PPS è un fattore importante. Il boom economico dei PPS in questo periodo determinò anzitutto un'intensa domanda di prodotti primari, agricoli e minerari da parte dei PPS verso i PVS. In secondo luogo, a questa domanda si aggiunse ben presto una domanda di prodotti manifatturieri nei settori dei beni di consumo non durevole (in particolare, tessile). L'importanza di questo meccanismo ha portato eminenti economisti (D.H. Robertson, W.A. Lewis) a riferirsi al commercio dei PVS con i PPS come al "motore della crescita" dei primi.
    • Il commercio estero fu solo un aspetto dell'apertura delle economie dei PVS verso quelle dei paesi avanzati: altri fondamentali canali di trasmissione d'impulsi tra i due gruppi di paesi furono gli investimenti diretti nei PPS; i trasferimenti di capitali, tanto sotto forma di aiuti quanto sotto forma di prestiti ai governi dei PVS da parte di banche dei paesi avanzati.
    • Trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologie, e miglioramenti dei canali per la loro diffusione.
    • La crescente capacità, da parte di numerosi paesi, di controllare lo sfruttamento economico delle proprie risorse. Ciò avvenne soprattutto nei paesi di petrolio del Medio Oriente, i quali con le nazionalizzazioni e la formazione di un cartello dei produttori (OPEC) completarono negli anni Sessanta un graduale processo di appropriazione dei benefici economici delle loro risorse petrolifere;


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    Organizzazioni Internazionali

    Per organizzazioni internazionali si intendono unione di stati istituite mediante accordi internazionali, al fine di promuovere, intensificare e perseguire attività comuni, i quali, quando l'organizzazione è dotata di personalità giuridica internazionale, manifestano una volontà che è direttamente riferibile all'ente e non a tutti gli stati membri simultaneamente e congiuntamente considerati, come nel caso dell'unione di stati priva di responsabilità. L'istituzione di tali organizzazioni è volontaria, in quanto esse sono create in base a un accordo internazionale concluso al termine di una conferenza internazionale. L'atto istitutivo, dopo la firma e la ratifica da parte del numero di stati prestabilito, entra in vigore e diviene la "costituzione" dell'organizzazione internazionale. Un altro elemnto essenziale delgi enti internazionali è il carettere paritario, in quanto in essi i membri godono tutti di uguale posizione. Il principio democratico adottato nelle organizzazioni internazionali ha prodotto nel periodo attuale gravi problemi, poichè la partecipazione degli stati di nuova formazione, dotati di scarsa esperinza politica internazionale, come pure i microstati, entrati a pieno titolo negli enti internazionali a carattere universale, contribuisce, di fatto, ad accrescere la difficoltà nel raggiungimento delle maggioranze necessarie per l'emanazione degli atti riguardanti le attività dell'ente. Si sono diconseguenza prospettate deroghe al principio dell'uguaglianza, attribuendo, in qualche caso, nelle procedure di voto degli organi esecutivi un peso diseguale alla volontà manifestata da taluni membri dell'organizzazione.
    Diversi sono icriteri che si posso adottare per la classificazione delle organizzazioni internazionali. Infatti, se si prende in considerazione l'atto istitutivo, le organizzazioni ossono distinguersi in aperte o chiuse, a seconda che l'atto istitutivo preveda o meno l'ammissione di membri diversi da quelli originari; permanenti o non permanenti, a seconda che nell'atto istitutivo sia stata prevista una durata indeterminata oppure no. Qualora poi si prenda in considerazione l'oggetto dell'attività dell'ente, si potrà procedere a distinguere le seguenti categorie:

    • organizzazioni politiche: sono quelle che hanno come scopo comune il coordinamento e l'armonizzazione della politica degli stati membri. Nelle organizzazioni politiche rientrano ad es., tutti quegli enti che hanno fini comuni molto vasti come l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), l'Organizzazione degli Stati Americani (OAS), il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione degli Stati Africani (OUA);
    • organizzazioni economiche: sono quelle che hanno come fine il raggiungimento di scpi economici generali o particolari. Tra le organizzazioni più importanti si possono citare la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRD), il Fondo Monetario, il GATT, la Comunità Economica Europea (CEE);
    • organizzazioni tecniche: sono quelle che hanno lo scopo di promuovere la cooperazione delgi stati in settori tecnici molto diversi. Esse sono estremamente numerose e tra le più importanti si ricordano l'Unione Postale Universale (UPU), l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), l'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO), l'Organizzazione Internazionale dell'aviazione civile (ICAO);
    • organizzazioni sociali e culturali: sono quelle che hanno come scopo principale l'assistenza e il miglioramento di vita sociale e culturale delle popolazioni degli stati membri. Basti citare tra esse l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la scienza e la cultura (UNESCO)
    • organizzazioni militari: sono quelle che hanno l'obiettivo di garantire al difesa comune di più stati membri. Esse sono prevalntemente suddivise in aree geopolitiche, così la NATO, la SEATO, l'Organizzazione di Sicurezza e Assistenza fra Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti (ANZUS).



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    Libri
    Cooperazione e sviluppo | Organizzazioni Internazionali | Ong e Nonprofit
    Torna Inizio Pagina   Cooperazione e sviluppo
    • La cooperazione decentrata allo sviluppo umano, Ianni Vanna | Rosenberg & Sellier |,Anno 1999. Feltrinelli
    • La realtà della cooperazione 1997-98. L'aiuto allo sviluppo nel rapporto annuale delle ONG internazionali, Mani Tese , Movimondo , Manitese | Rosenberg & Sellier | Anno 1998 Feltrinelli
    • La cooperazione allo sviluppo, Isernia Pierangelo | Il Mulino | Anno 1995 Feltrinelli
    • Il volontariato internazionale come pensiero e come azione. La legge, le ambiguità e la chiarezza della cooperazione allo sviluppo, Tosi Francesco | Edb | Anno 1994 Feltrinelli
    • La crisi della cooperazione italiana. Rapporto sull'aiuto pubblico allo sviluppo, Moscato Antonio , Rhi-Sausi José Luis | Edizioni Associate |Anno 1994 Feltrinelli
    • I problemi della cooperazione allo sviluppo negli anni '90 | Il Mulino | Anno 1993 Feltrinelli
    • Rapporto 1991 sulla cooperazione allo sviluppo dell'Italia, Ercolessi Maria Cristina , Rhi-Sausi J. L. | Edizioni Associate | Anno 1992 Feltrinelli
    • Crescita endogena ed economica apertaLuigi Paganetto Pasquale Lucio Scandizzo | Brossura | Il Mulino | 2001 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Il volume ricostruisce un percorso di ricerca teorica ed empirica sui temi della crescita economica. Il filo conduttore che unisce i diversi capitoli è la domanda "per quali motivi i Paesi mostrano performance di crescita differenti?". Nel quadro di una società ove sta cambiando radicalmente sia il ruolo dello Stato, sia quello del mercato, la definizione degli 'ingredienti' alla base dello sviluppo appare sempre più problematica ed ambigua: alcune società seguono traiettorie di sviluppo
    • Il sogno dell'abbondanza B. Catenacci | Brossura | Cultura della Pace | 1993 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Le Nazioni Unite sono giunte alla conclusione che la crescita economica da sola non permette di risolvere nessuno dei grandi problemi del mondo. Occorre un nuovo tipo di sviluppo: lo sviluppo umano. Ma cosa e quanto hanno fatto la cooperazione italiana ed internazionale per lo sviluppo umano? Questo libro vuole aiutare a conoscere la Cooperazione raccontandone i molti limiti, ma anche le esperienze che lasciano sperare: finisce così con il proporre un modo nuovo di fare cooperazione in cui ci sia finalmente posto per una società civile informata ed attiva.
    • Nuove prospettive per la cooperazione allo sviluppo. I processi di integrazione economica e politica con i paesi del Mediterraneo G. Barba Navaretti R. Faini | Brossura | Il Mulino | 1997 | 1ª ed. | Italiano BOL   |  Feltrinelli
      La cooperazione allo sviluppo, se spesso è stata occasione di spreco e corruzione, non è però da buttare: al contrario, in una progressiva globalizzazione dei rapporti tra gli Stati, può essere strumento fondamentale di beneficio anche per il paese donatore.
    • Capitale sociale e sviluppo. La fiducia come risorsa Antonio Mutti | Brossura | Il Mulino | 1998 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Gli interrogativi più pressanti circa i processi di modernizzazione possono essere così sintetizzati: come mai lo sviluppo di un'economia globale non si accompagna a un'omogeneizzazione dei percorsi di industrializzazione, ma piuttosto a una loro differenziazione? Perché alcuni paesi hanno uno sviluppo sensibilmente più dinamico di altri. I tentativi di risposta più recenti pongono al centro dell'attenzione il cosiddetto "capitale sociale", ovvero una struttura di relazioni fiduciarie tra persone capace di favorire la cooperazione e dunque l'attività produttiva, sia materiale che simbolica. Il volume esamina le diverse implicazioni del concetto di capitale sociale, illuminando alcuni aspetti centrali del processo di modernizzazione.

    Torna Inizio Pagina   Organizzazioni Internazionali
    • Le organizzazioni internazionali, Caffarena Anna | Il Mulino | Anno 2001 Feltrinelli BOL
    • Codice del diritto e delle organizzazioni internazionali | Simone | Anno 2001 Feltrinelli
    • Pace e guerra nel diritto delle relazioni internazionali. Per un approccio gius-filosofico alla fenomenologia del diritto delle relazioni e delle organizzazioni internazionali. Per un approccio gius-filosofico alla fenomenologia del diritto, Cecchini Gian Luigi | Angeli | Anno 2000 Feltrinelli
    • Lezioni di organizzazione internazionale. Vol.I. Le organizzazioni internazionali a livello mondiale e regionale, Saulle Maria Rita | Edizioni Scientifiche Italiane G | Anno 1993 Feltrinelli

    Torna Inizio Pagina   Ong e Nonprofit
    • Le sponsorizzazioni socialiFrancesco Manfredi Elio Borgonovi | Brossura | Etas | 1997 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Sviluppare il sistema non profit - ovvero l'insieme della realtà dell'associazionismo e del volontariato sociale - significa fornirgli gli strumenti gestionali e organizzativi in grado di trasformarlo in una realtà economica autonoma, migliorando il livello quantitativo dei beni e dei servizi da esso prodotti. In questo senso le imprese possono giocare un ruolo rilevante, offrendo al mondo non profit contributi di tipo economico, ma non solo, di cui esso è tuttora sprovvisto. Una delle esperienze più innovative del rapporto tra imprese e organizzazioni non profit è rappresentata dalle sponsorizzazioni sociali: grazie a quello che nell'esperienza statunitense viene definito "il marketing legato alla causa", le aziende contribuiscono allo sviluppo delle organizzazioni non profit ottenendo in cambio la legittimazione della propria strategia sociale. La comprensione dei vantaggi, delle problematiche e dei modelli organizzativi delle sponsorizzazioni sociali diventa quindi centrale sia per chi opera nelle imprese, sia per chi vuole agire sempre più consapevolmente nel settore non profit.
    • Le aziende non profit. I caratteri, la gestione, il controllo Adriano Propersi | Brossura | Etas | 2001 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      Gli enti non profit crescono in numero e in importanza e, pur se caratterizzati dall'assenza del fine lucrativo, sono sempre più condizionati dalla necessità di dover gestire al meglio le risorse a disposizione per adempiere ai loro compiti istituzionali. Analizzando tali soggetti in una prospettiva aziendalistica, il libro ne approfondisce le peculiarità e i problemi gestionali tipici, delinea le relative soluzioni organizzative e definisce i tratti caratteristici dei loro bilanci e i particolari problemi di controllo che questi enti presentano. Questa seconda edizione è stata arricchita con nuovi capitoli, nei quali, in linea con l'evoluzione conosciuta dal Terzo settore negli ultimi anni, vengono affrontati i temi critici degli assetti organizzativi e di governance, della misurazione dell'economicità e del finanziamento degli enti non profit, e vengono illustrate tutte le problematiche contabili, alla luce delle più recenti interpretazioni dottrinali, culminate nella Raccomandazione del febbraio 2001 del Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti sui rendiconti delle aziende non profit. Un'opera destinata innanzitutto agli operatori del settore, che vi possono trovare molteplici spunti e strumenti per la gestione delle proprie realtà, ma di grande utilità anche per gli studenti universitari, che vogliano approfondire e inquadrare meglio le caratteristiche degli enti non profit.
    • Aziende non profit: scenari e strumenti per il terzo settore a cura di Antonio Matacena | Brossura | Egea | 1999 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      Il recente e repentino affermarsi del terzo settore ha messo in luce l'esigenza di dover meglio puntualizzare alcune tematiche relative alle 'aziende non profit', tematiche raramente considerate, nell'attuale dibattito, forse perché si è troppo presi dalla "novità ideologica" dell'esistenza di organizzazioni alternative sia allo stato, sia al mercato; organizzazioni alle quali affidare compiti di supplenza e/o sussidiarietà, si noti, non solo nei confronti di uno stato sociale in forte affanno, ma anche, e forse soprattutto, di un mercato in fase di forte ridefinizione. Nel dibattito pubblico è mancata e manca cioè - una piena consapevolezza dell'alterità delle 'aziende non profit'; - una piena consapevolezza delle articolazioni del terzo settore e delle loro possibili coordinazioni; - una piena consapevolezza delle relazioni esistenti tra 'mission' aziendale, sistemi informativi, comunicazione e meritevolezza, e dimenticando (o forse non considerato): . che la meritevolezza è l'esito esplicito dell'avvenuto accreditamento sociale ed economico delle 'aziende non profit'; . e che l'accreditamento dimostra i suoi effetti in termini di democratizzazione dell'economia civile; democratizzazione derivante dallo svilupparsi della partecipazione diretta ad "affari sociali" volti ad ingenerare utilità collettive riconoscibili. L'obiettivo di questo lavoro è proprio quello di esaminare in un'ottica 'prevalentemente aziendale': a. che cosa è il terzo settore e dove sembra indirizzarsi in Italia; b. quali sono gli attori del terzo settore e come gli stessi comunicano in termini contabili, gestionali e sociali; c. quali sono le variabili critiche per l'aziendalità effettiva degli attori del terzo settore; d. quali sono le attuali condizioni di vincolo, di natura giuridica, all'esistenza di aziende con finalità solidaristiche.
    • Gestire il non profit. Guida pratica alla gestione degli Enti senza fini di lucro a cura di Salvatore Pettinato | Brossura | Il Sole 24 Ore | 1998 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      Con la normativa di fine '97 sulle Onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale (D.Lgs. 460) si è introdotto in Italia un nuovo regime tributario per gli enti non profit, che avrà sicuramente effetti anche in campo extrafiscale. Cosa cambierà, dunque, nel terzo settore? Qual è l'impatto delle novità giuridico-amministrative sulla gestione economica e organizzativa di questi enti? Governare il non profit è un impegno faticoso e complesso: da una parte, oltre alla pressione in sé della mobilitazione idealistica, le spinte sempre più forti all'innovazione, alla ricerca di strumenti più efficaci e di organizzazioni legislative, i "lacci" burocratici e le esigenze formative di nuove professionalità. Ma governare si deve. E l'ente senza fine di lucro può essere governato bene, nel rispetto delle regole, in modo corretto e trasparente e con risultati di successo. Questo volume riflette l'esperienza e le conoscenze di specialisti tra i più affermati, appartenenti alle aree di più frequente utilizzo in materia, i cui lavoratori figurano qui reciprocamente coordinati nell'intento di offrire un compendio dalla visuale completa e aggiornata. Gestire il non profit si rivolge soprattutto a professionisti e consulenti, manager, dirigenti e organi istituzionali di organizzazioni non profit. Offre una trattazione di taglio eminentemente operativo, agganciata ai principi e alle pratiche, precisa ed esauriente nell'informazione. Gli ampi e aggiornati riferimenti bibliografici e legislativi fanno dell'opera uno strumento di consultazione e approfondimento essenziale per qualunque percorso di studio o applicazione professionale.
    • Introduzione al management delle aziende non profit Marco Grumo | Brossura | Etas | 2001 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      Il settore del non profit sta occupando spazi sempre più grandi nel nuovo modello di "Welfare State". Anche in Italia, la domanda sociale assume caratteri di crescente complessità e variabilità, in un contesto di generalizzata razionalizzazione dell'intervento pubblico nella società. Tutto ciò impone alle organizzazioni non profit un maggior orientamento della gestione ai principi di economicità, efficacia ed efficienza quale presupposto fondamentale per il raggiungimento di obiettivi di durabilità ed autonomia sia economica sia teleologica. Il volume si propone come strumento operativo per manager e responsabili di aziende e organizzazioni non profit, nonché come riferimento complementare ai testi base di economia aziendale.
    • Le condizioni di sviluppo a cura di Antonello Zangrandi Antonello Zangrandi | Brossura | Egea | 2000 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      L'economia e lo sviluppo delle aziende non profit sono analizzati nella ricerca delle condizioni che permettono a queste di operare in modo autonomo per il raggiungimento delle proprie finalità. Sono affrontati i temi relativi alla 'ragion d'essere' economica di queste aziende, ai processi di collaborazione tra le aziende non profit e amministrazioni pubbliche. Si pone in evidenza nei vari contributi la rilevazione del binomio autonomia ed economicità per rendere da un lato lo sviluppo aziendale perseguibile (sostenibile) e dall'altro rispettoso delle finalità che hanno portato alla costituzione dell'azienda non profit. Tutto ciò necessita di competenze professionali e di cultura aziendale, cioè cultura in grado di favorire un forte orientamento a promuovere le condizioni che favoriscono il consolidarsi e il svilupparsi armonico di tutte quelle risorse necessarie per il raggiungimento delle finalità proprie di ciascuna azienda. Il testo raccoglie le sintesi di una ricerca sul tema del non profit che studiosi di economia aziendale di cinque università (Bologna, Milano-Bocconi, Parma, Trento e Venezia) hanno congiuntamente sviluppato in questi anni. Con i contributi di F. Bandini, E. Borgonovi, G. Fiorentini, G. Marcon, A. Matacena, M. Tieghi, C. Travaglini, A. Zangrandi.
    • Internet per le aziende non profit Silvia Nidasio Giovanni Tamborini | Brossura | Egea | 2000 | 1ª ed. | Italiano BOL |  Feltrinelli
      Il libro è stato pensato per gli operatori delle aziende non profit che, quasi certamente, non si dedicheranno in prima persona alla realizzazione pratica del sito, ma dovranno sicuramente essere in grado di prevederne i contenuti e giudicarne l'aspetto da un punto di vista grafico e funzionale. Il libro colma una lacuna nel panorama italiano, illustrando gli usi più utili cui Internet può prestarsi per il perseguimento di cause sociali.
    • Aziende non profit: scenari e strumenti per il terzo settore a cura di Antonio Matacena | Brossura | Egea | 1999 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Il recente e repentino affermarsi del terzo settore ha messo in luce l'esigenza di dover meglio puntualizzare alcune tematiche relative alle 'aziende non profit', tematiche raramente considerate, nell'attuale dibattito, forse perché si è troppo presi dalla "novità ideologica" dell'esistenza di organizzazioni alternative sia allo stato, sia al mercato; organizzazioni alle quali affidare compiti di supplenza e/o sussidiarietà, si noti, non solo nei confronti di uno stato sociale in forte affanno, ma anche, e forse soprattutto, di un mercato in fase di forte ridefinizione. Nel dibattito pubblico è mancata e manca cioè - una piena consapevolezza dell'alterità delle 'aziende non profit'; - una piena consapevolezza delle articolazioni del terzo settore e delle loro possibili coordinazioni; - una piena consapevolezza delle relazioni esistenti tra 'mission' aziendale, sistemi informativi, comunicazione e meritevolezza, e dimenticando (o forse non considerato): . che la meritevolezza è l'esito esplicito dell'avvenuto accreditamento sociale ed economico delle 'aziende non profit'; . e che l'accreditamento dimostra i suoi effetti in termini di democratizzazione dell'economia civile; democratizzazione derivante dallo svilupparsi della partecipazione diretta ad "affari sociali" volti ad ingenerare utilità collettive riconoscibili. L'obiettivo di questo lavoro è proprio quello di esaminare in un'ottica 'prevalentemente aziendale': a. che cosa è il terzo settore e dove sembra indirizzarsi in Italia; b. quali sono gli attori del terzo settore e come gli stessi comunicano in termini contabili, gestionali e sociali; c. quali sono le variabili critiche per l'aziendalità effettiva degli attori del terzo settore; d. quali sono le attuali condizioni di vincolo, di natura giuridica, all'esistenza di aziende con finalità solidaristiche.
    • Aziende non profit: casi di gestione Anna Merlo | Brossura | Egea | 2000 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Il volume, attraverso una raccolta di casi di studio di aziende non profit dalle molteplici caratteristiche, si propone di verificare la compatibilità dell'approccio economico-aziendale a tali aziende, nonché di individuarne le specificità e di valutarne il valore aggiunto, rispetto all'efficacia e all'efficienza delle stesse aziende. Il volume si apre con una breve parte definitoria del settore non profit, che richiama e sintetizza i principali approcci concettuali e disciplinari e i relativi autori, e con un saggio relativo alle prospettive sociali, economiche e politiche dello stesso. Nella parte centrale, i casi di studio presentano le varie aziende, che nella loro diversità ben rappresentano la grande diversificazione del settore non profit, e lo stato dell'arte rispetto al loro grado di aziendalità /processo di aziendalizzazione. Il volume si conclude con una parte in cui si espongono considerazioni generali circa gli elementi che, sulla base dei casi indagati, risultano determinati per l'avvio del processo di aziendalizzazione, e circa i punti critici dell'organizzazione e gestione del particolare tipo di aziende in oggetto.
    • Contabilità e bilanci delle aziende non profit: Piano dei conti, registrazioni contabili, schemi di bilancio, relazioni di gestione per cooperative sociali, Ong, associazioni e organizzazioni di volontariato Franco Colombo Primo Ceppellini | Libro + CD-Rom | Il Sole 24 Ore Norme & Tributi | 2001 | 1ª ed. | Italiano BOL
      Il libro offre un contributo alle aziende non profit e alle Onlus per impostare e gestire un corretto sistema contabile basato su specifici principi contabili, precisando i requisiti di un'adeguata informativa economico-contabile e l'opportunità di sistemi e rendiconti adatti alle specifiche esigenze delle diverse tipologie di aziende non profit. Vengono richiamati i principi contabili utilizzati negli Stati Uniti per le aziende non profit, mentre gi schemi di rendicontazione sono mutuati dai principi contabili e dalle norme stabilite per l'Inghilterra dalla "Charity Commission", adatti alla realtà italiana in quanto legati a una cultura europea del sistema del non profit. L'ultima parte del libro è dedicata all'analisi dei bilanci di alcune aziende non profit che meglio hanno rappresentato le proprie attività fornendo indicazioni sulla capacità di raggiungere i propri scopi istituzionali, avvalorata dalla presentazione dei risultati della gestione. Il volume è corredato da un utile elenco di indirizzi web relativi a siti di organizzazione non profit e siti di servizi per il non profit. Nel CD-Rom allegato sono contenuti, a titolo esemplificativo, i bilanci di alcune aziende non profit, ognuna appartenente a una diversa categoria, oltre a un Piano di conti per progetti di una Ong.
    • Fair Trade. La sfida etica al mercato mondiale Tonino Perna | Brossura | Bollati Boringhieri | 1998 | 1ª ed. | Italiano Feltrinelli
      Trent'anni fa, quando un gruppo di giovani inaugurò a Brekelen, piccola città olandese, il primo "world shop" (bottega del mondo), non poteva immaginare quale sviluppo avrebbe avuto il movimento del "fair trade" (commercio equo). Oggi il "fair trade" è una realtà che coinvolge decine di migliaia di volontari e centinaia di associazioni in tutta Europa (ma anche nell'America settentrionale, in Giappone, in Australia ecc.) e più di un milione di lavoratori (contadini, artigiani ecc...) organizzati in cooperative, associazioni, comunità del Sud del mondo. A partire dall'analisi del "fair trade", delle sue potenzialità e dei suoi limiti, il libro studia le risposte della società civile internazionale (ONG, non profit, finanza etica) alla globalizzazione e alla rapina di un'economia monetaria virtuale. I contributi teorici più significativi riguardano sia un approccio "sociale" alla teoria della moneta, sia un'analisi del "comportamento" e del ruolo dei "consumatori" in una fase storica - quella che stiamo vivendo - in cui si è perso il senso e la direzione dell'agire sociale. L'esposizione non è rivolta solo agli addetti ai lavori, ma intende diffondere la conoscenza delle organizzazioni non profit (in particolare il commercio equo e la finanza etica) che in vario modo contribuiscono sia a proteggere la società, sia a gettare semi per la costruzione di un'economia "altra".
    • Le organizzazioni nel nuovo welfare: l'approccio sociologico. Pubblico, privato sociale, cooperazione e non profit | Maggioli Editore | Anno 2001 Feltrinelli
      I contributi di diversi autori esperti in materia e che, dal punto di vista sociologico, intendono offrire i primi strumenti a tutti coloro che hanno necessità di acquisire conoscenze e strumenti di analisi per capire le trasformazioni dello stato sociale intervenute negli ultimi anni e il ruolo dell'associazionismo.
    • Azione volontaria e processi di trasformazione del settore nonprofit, Borzaga Carlo , Fazzi Luca | Angeli | Anno 2001 Feltrinelli
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    Progetti






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    ONG

    Che cosa sono le ONG?

    Una Organizzazione Non Governativa (ONG) è qualsiasi gruppo locale, nazionale o internazionale di cittadini (cioè che non faccia parte di strutture governative), che lavori non a fini di lucro. Questa semplice definizione significa anche che le organizzazioni definite come ONG hanno una gamma di funzioni estremamente vasta. Le ONG lavorano in campi molto vari come il diritto, l'assistenza ai rifugiati, i diritti umani e il disarmo; il loro lavoro può andare dall'impegno politico all'organizzazione della comunità attorno a temi specifici, all'assistenza medica o tecnica, alla ricerca. Nell'ultimo decennio il ruolo delle ONG nelle vicende locali e internazionali è cresciuto enormemente. In Francia, ad esempio, fra il 1987 e il 1994 sono nate 54.000 nuove organizzazioni; in Cile, in meno di un decennio ne sono nate 27.000. Dal 1980 ad oggi la quantità di aiuti allo sviluppo erogati per il tramite di ONG è più che raddoppiata. Questa crescita in larga misura riflette il desiderio da parte dei cittadini di incidere sulla propria vita e l'ambiente circostante. Grazie alla loro flessibilità, le ONG rappresentano un canale unico nel suo genere, attraverso il quale i cittadini comuni possono partecipare alle decisioni che ritengono incidano sulla loro vita - il che potrebbe significare qualsiasi cosa, dagli alloggi al controllo degli armamenti .

    Testo tratto da http://www.onuitalia.it/docs/conoscere/informazioni4.html



    L'ONU e le ONG

    Nelle riunioni di San Francisco del 1945 nelle quali fu stilata e poi firmata la Carta delle Nazioni Unite, 42 ONG furono invitate dal governo degli USA a partecipare. Esse presentarono bozze di testo per la Carta, parte delle quali furono poi inserite al suo interno. Fra di esse, questo brano dell'articolo 71: 'll Consiglio Economico e Sociale può provvedere ad organizzare la consultazione di organizzazioni non governative...". Questa frase pose le basi della cooperazione fra Nazioni Unite e ONG. II Consiglio concesse lo status consultivo ad un numero limitato di ONG. il che significava che esse potevano partecipare ad alcuni dibattiti. ed in alcuni casi porre dei punti all'ordine del giorno. Altre ONG, intanto, potevano collaborare sul campo con le agenzie specializzate. Più che altrove, è stato probabilmente sul campo che la presenza delle NU cominciò a farsi sentire con forza. Le agenzie specializzate e organismi come il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati si resero conto ben presto che le ONG offrivano loro risorse e competenze di importanza cruciale. Ad esempio, senza la collaborazione delle organizzazioni umanitarie - da CARE a Médecins Sans Frontières - sarebbe stato virtualmente impossibile far fronte alle esigenze dei profughi in fuga dalla guerra. Molte di queste agenzie specializzate intrattengono rapporti diretti con le ONG; possono coordinare l'impegno delle ONG, finanziare loro progetti, o persino ricevere da loro dei fondi per i propri programmi. La collaborazione delle ONG ha anche fatto fare un passo avanti agli obiettivi dell' ONU in altri campi. quali il disarmo, i diritti umani, la scuola, l ambiente. Ia scienza. A partire dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull' Ambiente e lo Sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, una più ampia partecipazione delle ONG nell'affrontare i problemi della globalità divenne un dato di fatto. Più di 1500 organizzazioni furono accreditate per partecipare alla Conferenza. In questa conferenza, e nelle altre che sono seguite, quali la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani (Vienna), la Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo (ll Cairo), il Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale (Copenaghen), e la Quarta Conferenza Mondiale sulla Donna (Pechino), le ONG hanno definito molti dei punti all'ordine del giorno, alcuni dei quali si sono già tramutati in norme di legge. In sintesi, le ONG partecipano al sistema ONU in quattro modi. Sollevano problemi, quali i diritti delle donne e l'ambiente, che vengono poi ad essere inseriti nell'agenda politica del mondo. Incidono sulle decisioni assunte dall'ONU, anche se possiamo dire che hanno un'influenza molto minore in politica che in campo sociale e umanitario. Costruiscono partnership con l ONU per contribuire a realizzare i suoi obiettivi e programmi sul campo. Infine, hanno il compito di importanti controllori dell ONU: osservano, criticano, riferiscono ai cittadini sul ruolo che essa svolge.

    Testo tratto da http://www.onuitalia.it/docs/conoscere/informazioni4.html

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    ONG a Roma
    AIDOS - Associazione Italiana Donne
    per lo Sviluppo
    Via dei Giubbonari, 30 - 00186 ROMA
    Tel. 06/6873214 - 6873196 (06/6872549 fax)
    E-mail: aidos_italy@compuserve.com

    ADRA Italia (già OSA)
    Lungotevere Michelangelo, 7 - 00192 ROMA
    Tel. 06/3210757 (dir.) - 06/3605944 (fax)
    E-mail: adraitalia@tin.it

    ALISEI
    Via Merulana, 272 - 00185 ROMA
    Tel. 06/483066 (06/483218 fax)
    E-mail: alisei.rm@alisei.org

    AMU - Azione per un Mondo Unito
    C.so Vittoria Colonna, 78/B - 00047 Marino (RM) Tel. 06/9367071 (06/93663192 fax)
    E-mail: amu@focolare.org

    ARCS - Arci Cultura e Sviluppo
    Via dei Monti di Pietralata, 16 - 00157 ROMA Tel. 06/41609500 - 41609206 (06/41609214 fax)
    E-mail: a.r.c.s@agora.stm.it

    ASAL - Associazione Studi America Latina
    Via Tacito, 10 - 00193 ROMA
    Tel. 06/3235389 - 3235372 (06/3235388 fax)
    E-mail: asal@flashnet.it

    A.S.I.A. - Associazione
    per la solidarietà internazionale in Asia
    Via S. Martino della Battaglia, 31 - int. 15 sc.B 00185 ROMA
    Tel. 06/77200880 - 06/77205944 (fax) (Sede operativa)
    Merigar Podere Nuovo - 58031 Arcidosso (GR) (Sede legale)
    E-mail: mc8125@mclink.it

    AUCI - Associazione Universitaria
    per la Cooperazione Internazionale
    L.go Francesco Vito, 1 - 00168 ROMA
    Tel. 06/33054538

    CEIS - Centro Italiano di Solidarietà
    Via A. Ambrosini, 129 - 00147 ROMA
    Tel. 06/541951 (06/5407304 fax)
    E-mail: ceis@ceis.it

    CIC - Centro Internazionale Crocevia
    Via Francesco Ferraironi, 88/G - 00172 ROMA Tel. 06/2413976 (06/2424177 fax)
    E-mail: crocevia@cambio.it

    CIES - Centro di Informazione
    ed Educazione allo Sviluppo
    Via Merulana, 198 - 00185 ROMA
    Tel. 06/77264611 (06/77264628 fax)
    E-mail: cies@cies.it

    CIPSI - Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale
    - Via Rembrandt, 9 - 20147 MILANO
    Tel. 02/48703730 - 02/4079213 (anche fax) (Sede legale)
    - Via Ferdinando Baldelli, 41 - 00146 ROMA
    Tel. 06/5414894 (06/59600533 fax) (Sede operativa)
    E-mail: cipsi@tin.it - cipsirm@tin.it

    CISP - Comitato Internazionale
    per lo Sviluppo dei Popoli
    Via Germanico, 198 - 00192 ROMA
    Tel. 06/3215498 (06/3216163 fax)
    E-mail: cisp.roma@agora.stm.it

    COCIS - Coordinamento delle ONG
    per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo
    Vicolo Scavolino, 61 - 00187 ROMA
    Tel. 06/69924112 (06/69924399 fax)
    E-mail: cocis.roma@iol.it

    COMI - Cooperazione
    per il Mondo in via di Sviluppo
    - Via Giulio Tarra, 20 - 00151 ROMA
    Tel. 06/5827941 (Sede legale)
    - Via S. Giovanni in Laterano, 262 - 00185 ROMA
    Tel. 06/70451061 (anche fax) (Segreteria)
    E-mail: comi@mclink.it

    Associazione Volontari DOKITA
    V.lo del Conte, 2 - 00148 ROMA
    Tel. 06/66155158 (06/66152194 fax)
    E-mail: dokita@tin.it

    Centro ELIS
    - Via Sandro Sandri, 71 - 00159 ROMA
    Tel. 06/4393371
    - Via Sandro Sandri, 45/79 - 00159 ROMA
    Tel. 06/4356041 (06/43560449 fax)
    (Ufficio Cooperazione)
    - Via G. Mazzini, 11 - 00195 ROMA
    Tel. 06/3223040 - 3223034 (06/3222789 fax)
    E-mail: associazione@elis.org

    ESSEGIELLE Cooperazione Internazionale
    - Via della Cicogna, 2 - 00169 ROMA
    Tel. 06/260165 (06/68804897 fax) (Sede legale)
    - P.zza Campitelli, 9 - 00186 ROMA
    Tel. 06/6833361 (anche fax) (Sede amministrativa)

    INTERSOS - Organizzazione Umanitaria per l'Emergenza
    Via Nizza, 154 - 00198 ROMA
    Tel. 06/8537431 (06/85374364 fax)
    E-mail: intersos@tin.it

    MOLISV - Movimento Liberazione e Sviluppo
    P.zza Albania, 10 - 00153 ROMA
    Tel. 06/57300330 - 57300332 - 57300334 - 57300337 (06/5744869 fax)
    E-mail: molisv.movimondo@star.flashnet.it

    OPAM - Opera di Promozione dell'Alfabetizzazione nel Mondo
    Via Pietro Cossa, 41 - 00193 ROMA
    Tel. 06/3203317 - 3203318 - 3203320 (06/3203261 fax)

    OS - Operazione Sviluppo
    Via Carlo Ederle, 1 - 00195 ROMA
    Tel. 06/36001480 - 3232505 - 3232473 (06/36001485 - 3221218 fax)
    E-mail: cerfe@pronet.it

    Progetto Continenti
    - Via F. Baldelli, 41 - 00146 ROMA (Sede operativa)
    Tel. 06/59600533
    - Via dei Cappuccini, 18 - 02042 Collevecchio (RI) (Sede legale)
    Tel. 0765/578534
    E-mail: continenti@iol.it

    PROSVIL - Progetto Sviluppo
    Via di Santa Teresa, 23 - 00198 ROMA
    Tel. 06/8411741 (06/8419709 fax)
    E-mail: prosvil@mail.cgil.it

    RC - Ricerca e Cooperazione
    Via Latina, 276 - 00179 ROMA
    Tel. 06/78346432 - 78346447 (anche fax)
    E-mail: rc@quipo.it

    Comitato Italiano per l'UNICEF
    Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia
    Via Emanuele Orlando, 83 - 00185 ROMA
    Tel. 06/478091 (centr.) - 47809214 (dir.) (06/47809270 fax)


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