Tappa n. 6 venerdì 11 agosto 2000
BERCETO - PONTREMOLI
 

Lunghezza: 29,7 km (38.541 passi) - Tempo: 7 ore e 4 minuti
Sentieri nei boschi; strada statale asfaltata; sereno.

 

  La Via
Francigena

Ci siamo, oggi tocchiamo il punto più alto del nostro cammino: i 1.041 metri di altitudine del Passo della Cisa. Attraversiamo Berceto sul tracciato della antica via Francigena passando davanti al duomo. Incontriamo il parroco che ci informa che troveremo sulla strada un gruppo consistente di ragazzi argentini, belgi e tedeschi che, in attesa di recarsi a Roma per le Giornate mondiali della gioventù, percorrono a piedi il tratto appenninico, da Parma a Sarzana, della Via Francigena.

Lasciata Berceto ci addentriamo nei boschi stupendi di queste montagne che, tra scoiattoli e orme di cinghiali, ci porta in prossimità del passo. Sbuchiamo sulla statale nei pressi di una Casa cantoniera restaurata e adibita a ostello per i pellegrini.

Qui in provincia di Parma hanno fatto le cose sul serio: oltre a realizzare i punti di tappa con numerosi ostelli, hanno segnalato con delle colonnine stradali molto frequenti, recanti il simbolo del pellegrino, tutto il percorso: impossibile perdersi!

Nel frattempo ecco i primi ciclisti del gruppo di Bisuschio. Accidenti ma quello che arriva è il don, è il 5°. Grande! Arriviamo al passo che non sono ancora arrivati tutti, sono tantissimi, sembra il Giro d’Italia. Facciamo la foto insieme, poi loro proseguono, mentre noi visitiamo il santuario della Madonna della Guardia.

Intanto, annunciati dai canti, arrivano i ragazzi stranieri.

Ci aspetta ora la lunga discesa fino a Pontremoli. Lasciamo l’Emilia-Romagna per entrare in Toscana. Dopo una serie di ripidi tornanti arriviamo a Montelungo, dove a malincuore rifiutiamo un invito a pranzo del parroco di Villafranca, abbiamo già mangiato in cima al passo e abbiamo ancora parecchia strada da percorrere.

I boschi ora non sono più formati da abeti ma da splendidi castagneti. Intanto, dopo un’altra serie di tornanti, vediamo Pontremoli ormai vicina. La lunga discesa si fa sentire nelle gambe e nei piedi. Non si sa come faccia Toni con le sue vesciche a camminare. Lo nominiamo "vescicaro".

Ecco Pontremoli con i suoi numerosi ponti. Ci rechiamo subito al duomo e qui veniamo letteralmente prelevati dal cavaliere ufficiale Giovanni Pioli che ci porta al palazzo vescovile per firmare il registro che testimonia il passaggio dei pellegrini. Sfogliandolo troviamo le tracce del passaggio dei nostri amici don Luciano e don Maurizio con i loro rispettivi gruppi. Loro saranno quasi arrivati, devono arrivare in tempo per il Giubileo dei giovani.

Il nostro ostello è in cima al colle nel castello del Piagnaio. Sembra incredibile ma siamo i padroni del castello: non c’è nessun altro fuorché noi tre (e qualche fantasma come in tutti i castelli che si rispettano). È notte e dalle mura osserviamo le luci sottostanti della città. Beh ragazzi si va a dormire, ma a chi tocca il primo turno di guardia?


 

La preghiera
del pellegrino


 

Il nostro
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