Ci
siamo, oggi tocchiamo il punto più alto del nostro cammino: i
1.041 metri di altitudine del Passo della Cisa. Attraversiamo Berceto
sul tracciato della antica via Francigena passando davanti al duomo.
Incontriamo il parroco che ci informa che troveremo sulla strada un
gruppo consistente di ragazzi argentini, belgi e tedeschi che, in attesa
di recarsi a Roma per le Giornate mondiali della gioventù, percorrono
a piedi il tratto appenninico, da Parma a Sarzana, della Via Francigena.
Lasciata
Berceto ci addentriamo nei boschi stupendi di queste montagne che, tra
scoiattoli e orme di cinghiali, ci porta in prossimità del passo.
Sbuchiamo sulla statale nei pressi di una Casa cantoniera restaurata
e adibita a ostello per i pellegrini.
Qui in
provincia di Parma hanno fatto le cose sul serio: oltre a realizzare
i punti di tappa con numerosi ostelli, hanno segnalato con delle colonnine
stradali molto frequenti, recanti il simbolo del pellegrino, tutto il
percorso: impossibile perdersi!
Nel frattempo
ecco i primi ciclisti del gruppo di Bisuschio. Accidenti ma quello che
arriva è il don, è il 5°. Grande! Arriviamo al passo
che non sono ancora arrivati tutti, sono tantissimi, sembra il Giro
dItalia. Facciamo la foto insieme, poi loro proseguono, mentre
noi visitiamo il santuario della Madonna della Guardia.
Intanto,
annunciati dai canti, arrivano i ragazzi stranieri.
Ci aspetta
ora la lunga discesa fino a Pontremoli. Lasciamo lEmilia-Romagna
per entrare in Toscana. Dopo una serie di ripidi tornanti arriviamo
a Montelungo, dove a malincuore rifiutiamo un invito a pranzo del parroco
di Villafranca, abbiamo già mangiato in cima al passo e abbiamo
ancora parecchia strada da percorrere.
I boschi
ora non sono più formati da abeti ma da splendidi castagneti.
Intanto, dopo unaltra serie di tornanti, vediamo Pontremoli ormai
vicina. La lunga discesa si fa sentire nelle gambe e nei piedi. Non
si sa come faccia Toni con le sue vesciche a camminare. Lo nominiamo
"vescicaro".
Ecco Pontremoli
con i suoi numerosi ponti. Ci rechiamo subito al duomo e qui veniamo
letteralmente prelevati dal cavaliere ufficiale Giovanni Pioli che ci
porta al palazzo vescovile per firmare il registro che testimonia il
passaggio dei pellegrini. Sfogliandolo troviamo le tracce del passaggio
dei nostri amici don Luciano e don Maurizio con i loro rispettivi gruppi.
Loro saranno quasi arrivati, devono arrivare in tempo per il Giubileo
dei giovani.
Il nostro
ostello è in cima al colle nel castello del Piagnaio. Sembra
incredibile ma siamo i padroni del castello: non cè nessun
altro fuorché noi tre (e qualche fantasma come in tutti i castelli
che si rispettano). È
notte e dalle mura osserviamo le luci sottostanti della città.
Beh ragazzi si va a dormire, ma a chi tocca il primo turno di guardia?
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