Tappa n. 9 lunedì 14 agosto 2000
PIETRASANTA - LUCCA
 

Lunghezza: 37 km (48.013 passi) - Tempo: 7 ore 45 minuti
Sterrati, sentieri nei boschi e strada asfaltata; sereno.

 

  La Via
Francigena

Siamo quasi raddoppiati di numero, siamo passati da 3 a 5 in una sera! Infatti Paolo ha deciso di unirsi a noi per qualche giorno. Lo accogliamo volentieri e ascoltiamo con interesse la sua esperienza. Anche lui come noi, ha avuto e vissuto l’incontro con la gente con quell’intensità che ci ha accompagnato nella nostra settima di cammino. Bello, molto bello tutto questo!

Oggi è una tappa ricca di chiese e ospizi per i pellegrini. Visitiamo poco fuori Pietrasanta la pieve di S. Giovanni. Giunti a Camaiore attraverso un suggestivo bosco di bambù, visitiamo la chiesa di S. Lazzaro e la pieve di S. Pietro. In piazza un maresciallo dei carabinieri in pensione ci offre la colazione e ci illustra la città. Scopriamo anche che ci precede un gruppo di pellegrini a cavallo, infatti sulle successive strade sterrate troviamo le orme dei cavalli.

Arriviamo verso l’una a Valpromaro dove sostiamo per il pranzo. Prendiamo dei panini in un negozio di alimentari e la titolare ci fa accomodare in un locale messo a disposizione della parrocchia per i pellegrini.

E qui facciamo conoscenza con un vecchietto che in un’ora e mezza ci racconta spassosamente tutta la sua vita. Un mito! In questi giorni è il suo compleanno (non si ricorda il giorno preciso), prendiamo una torta e lo invitiamo a festeggiare con noi!

Dopo questo simpatico intermezzo, ripartiamo e in breve ci troviamo su un sentiero talmente impervio, in mezzo al bosco e ai rovi che fatichiamo ad uscirne fuori, anche perché non troviamo più segnalazioni. Alla fine sbuchiamo dal bosco in cima al passo delle Gavine.

Anche in cima al passo troviamo una vecchia chiesa con annesso l’ospizio per i pellegrini. E proprio in quest’ospizio esisteva un locale dove venivano messi i pellegrini affetti da malattie contagiose e controllati attraverso un foro nel muro, detto appunto gavina. Ci guardiamo e all’unanimità nominiamo Toni "vescicaro gavinate".

Percorrendo una serie di tornanti, scendiamo in una pittoresca valle secondaria e ci dirigiamo verso Nave. Ormai Lucca è all’orizzonte, ma ci aspetta un lungo rettilineo e, anche qui, come a Piacenza, sembra interminabile.

Nel duomo di S. Martino visitiamo l’immagine del Volto Santo venerato da tutti i pellegrini dell’antichità e osserviamo la scultura raffigurante il labirinto, che simboleggia il pellegrinaggio a Gerusalemme, percorso pieno di difficoltà.


 

La preghiera
del pellegrino


 

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Il labirinto, scolpito sul duomo
di Lucca