Siamo
quasi raddoppiati di numero, siamo passati da 3 a 5 in una sera! Infatti
Paolo ha deciso di unirsi a noi per qualche giorno. Lo accogliamo volentieri
e ascoltiamo con interesse la sua esperienza. Anche lui come noi, ha
avuto e vissuto lincontro con la gente con quellintensità
che ci ha accompagnato nella nostra settima di cammino. Bello, molto
bello tutto questo!
Oggi è
una tappa ricca di chiese e ospizi per i pellegrini. Visitiamo poco
fuori Pietrasanta la pieve di S. Giovanni. Giunti a Camaiore attraverso
un suggestivo bosco di bambù, visitiamo la chiesa di S. Lazzaro
e la pieve di S. Pietro. In piazza un maresciallo dei carabinieri in
pensione ci offre la colazione e ci illustra la città. Scopriamo
anche che ci precede un gruppo di pellegrini a cavallo, infatti sulle
successive strade sterrate troviamo le orme dei cavalli.
Arriviamo
verso luna a Valpromaro dove sostiamo per il pranzo. Prendiamo
dei panini in un negozio di alimentari e la titolare ci fa accomodare
in un locale messo a disposizione della parrocchia per i pellegrini.
E qui facciamo
conoscenza con un vecchietto che in unora e mezza ci racconta
spassosamente tutta la sua vita. Un mito! In questi giorni è
il suo compleanno (non si ricorda il giorno preciso), prendiamo una
torta e lo invitiamo a festeggiare con noi!
Dopo questo
simpatico intermezzo, ripartiamo e in breve ci troviamo su un sentiero
talmente impervio, in mezzo al bosco e ai rovi che fatichiamo ad uscirne
fuori, anche perché non troviamo più segnalazioni. Alla
fine sbuchiamo dal bosco in cima al passo delle Gavine.
Anche in
cima al passo troviamo una vecchia chiesa con annesso lospizio
per i pellegrini. E proprio in questospizio esisteva un locale
dove venivano messi i pellegrini affetti da malattie contagiose e controllati
attraverso un foro nel muro, detto appunto gavina. Ci guardiamo e allunanimità
nominiamo Toni "vescicaro gavinate".
Percorrendo
una serie di tornanti, scendiamo in una pittoresca valle secondaria
e ci dirigiamo verso Nave. Ormai Lucca è allorizzonte,
ma ci aspetta un lungo rettilineo e, anche qui, come a Piacenza, sembra
interminabile.
Nel duomo
di S. Martino visitiamo limmagine del Volto Santo venerato da
tutti i pellegrini dellantichità e osserviamo la scultura
raffigurante il labirinto, che simboleggia il pellegrinaggio a Gerusalemme,
percorso pieno di difficoltà.
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