Tappa n. 11 mercoledì 16 agosto 2000
PONTE A CAPPIANO - GAMBASSI TERME
 

Lunghezza: 45,7 km (60.201 passi) - Tempo: 9 ore 10 minuti
Strade sterrate, strade secondarie asfaltate; sereno.

 

  La Via
Francigena

Da oggi fino a Siena, quindi per tre tappe, viaggiamo senza zaini. Infatti stasera e domani sono con noi ancora i parenti di Samuele con Filippo e ci porteranno loro gli zaini in macchina. Oggi li lasciamo all’ostello e passeranno loro a prenderli. Mentre l’indomani terremo uno zainetto portatile con lo stretto necessario e loro ci porteranno il resto a Siena dove arriveremo venerdì.

Questa mattina ci svegliamo immersi in una nebbia fitta che sembra di essere a novembre.

Invitiamo Giuseppe ad aggiungersi a noi, ma lui ha in programma un percorso diverso per giungere a Siena, passando per Castelfiorentino e Poggibonsi, mentre noi attraverseremo S. Miniato e le colline che ci porteranno a S. Giminiano e Colle di val d’Elsa.

Attraversando Fucecchio facciamo un incontro molto toccante: un’anziana ci ferma e si commuove, piange, ci chiede, arrivati a Roma, una preghiera particolare per lei. Le assicuriamo che ci ricorderemo.

A S. Pierino attraversiamo l’Arno e a S. Miniato salutiamo Giuseppe. In S. Miniato alta decidiamo di far provviste, in quanto sulla cartina non sono segnati paesi fino a Gambassi Terme.

Ormai il paesaggio è quello tipicamente toscano da cartolina: colline che spaziano a vista d’occhio, terra arida come le crete senesi, filari di cipressi… Ben presto però quest’incantevole paesaggio si trasforma in un labirinto senza uscita. Non troviamo i punti di riferimento segnati sulla cartina (una fantomatica cabina dell’Enel probabilmente mai esistita) e anche gli incroci non coincidono con quelli disegnati sulla carta. Procediamo alla cieca, senza trovare un’anima viva mentre il sole si fa più cocente. Finalmente, dopo continui saliscendi polverosi, in cima a una collina vediamo nei pressi di un bivio un cartello, indica su una freccia: Mosca km 3.088 sull’altra: Londra km 1.636. Non è possibile, è una presa in giro. Ci fermiamo sotto l’ombra di un albero e ci consoliamo con la "mora del pellegrino" che non è una donna mora, bensì le more selvatiche dei rovi che in questo momento sembravano le cose più buone del mondo. Proseguendo vediamo con sollievo un agriturismo, almeno sapremo dove siamo. Scopriamo di essere sulla collina a fianco a quella su cui dovevamo passare, per fortuna che questo sterrato si congiunge a quello corretto, quindi non dobbiamo far altro che proseguire. Arriviamo così alla pieve di Coiano, maestosa ma ormai abbandonata.

Il caldo oggi è atroce ci saranno 40° C. Facciamo sosta nei pressi di un casale. Una famiglia di contadini ci offre acqua fresca. Intanto il paesaggio alterna colline aride ad altre coltivate a girasoli. Le more ci accompagnano abbondanti e finalmente dietro un colle il panorama cambia totalmente: il bosco con la sua ombra, ci accompagna nell’ultimo tratto della tappa.

In prossimità di Pieve a Chianni, le indicazioni della Via Francigena ci fanno fare un giro dell’oca incomprensibile: eravamo sotto l’abitato di Gambassi Terme e ora ci troviamo sulla collina a fianco. Non è possibile! Ma non avranno mica girato i cartelli?

Siamo finalmente a Gambassi Terme ma noi dobbiamo continuare fino alla località Agreste. Paolo decide di fermarsi qui, anche perché noi domani abbiamo in programma una tappa breve di 16 km, mentre lui vorrebbe anticipare il suo arrivo a Roma. Ci salutiamo un po’a malincuore e ci diamo appuntamento per il giorno 25 a Roma.


 

La preghiera
del pellegrino


 

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Camminando sugli sterrati tra gli ulivi


 
Samuele sulle colline nei pressi di Coiano
I girasoli ci accompagnano nel cammino