Tappa n. 17 martedì 22 agosto 2000
BOLSENA - VITERBO
 

Lunghezza: 36 km (49.928 passi) - Tempo: 7 ore 20 minuti
Strada statale Cassia, sterrati, vecchia Cassia romana con basolato; sereno.

 

  La Via
Francigena

Oggi siamo solo in quattro, non c’è Paolo e si sente che manca qualcuno, ormai faceva parte di noi. Poco prima di Montefiascone superiamo un importante punto: la distanza dei 100 km dalla meta.

In città troviamo il gruppo di Cremona che ci aveva preceduto alla partenza, sono un po’ stanchi per via delle vesciche. Da noi ormai il titolo di “vescicaro gavinate” è passato da Toni a Marisa.

Dopo la visita a S. Flaviano, antica chiesa romanica, ci avviamo, attraverso la campagna, verso Viterbo che vediamo in lontananza alle pendici dei monti Cimini. Questo è uno dei tratti più emozionanti percorso fino ad oggi: stiamo camminando sulla storia di oltre 2000 anni fa, sull’antica via Cassia romana. I nostri piedi stanno calpestando le stesse pietre che hanno visto passare gli antichi romani, e chissà quanti altri popoli nei secoli seguenti. Quasi c’è timore ad appoggiare i piedi per non rovinare il basolato. Timore che non hanno avuto coloro che hanno concesso di costruire ai lati di questo monumento storico: vediamo infatti colate di cemento che collegano l’antico basolato con i cancelli di ingresso delle case, lampioni piantati tra una pietra e l’altra. Purtroppo l’Italia è anche questo!

Camminiamo per diversi chilometri su questa antica strada romana. All’ora di pranzo ci fermiamo presso un casolare per chiedere come al solito due cose: acqua e ombra. Il contadino ci offre volentieri anche del vino prodotto da lui e si ferma volentieri a parlare con noi. Ci racconta tantissimi episodi della sua vita, e ad un certo punto, sfogliando un vecchio quaderno, comincia a leggerci delle poesie molto belle. Sono scritte da lui. Ci fermiamo ad ascoltarlo volentieri fino alle 16.

Nelle vicinanze di Viterbo facciamo una deviazione su consiglio del poeta-contadino, per recarci al Bagnaccio: sono sorgenti di acqua sulfurea che fuoriesce alla temperatura di oltre 60° C, convogliata in vasche apposite in cui ci si può immergere per beneficiare delle proprietà termali. C’è pieno di gente e noi non ci facciamo troppi problemi: dopo pochi minuti siamo in acqua anche noi. Restiamo fino alle 18.

Ma arriva Paolo con il suo amico! Ma non doveva andare avanti? Di questo passo arriveremo a Roma prima noi. Lo lasciamo immerso anche lui nelle vasche di acqua calda e ci avviamo in città dove abbiamo appuntamento con Massimiliano Vinci che in serata ci porta (a piedi) a visitare Viterbo. Ci parla con passione della Via Francigena e delle difficoltà avute con le amministrazioni per sensibilizzarle sull’importanza storica, sociale, culturale di questa antica via di comunicazione; del suo percorrere più volte l’itinerario per realizzare il suo preziosissimo libretto, ricco di tante indicazioni utili ai pellegrini.

Lo lasciamo a tarda notte ringraziandolo per la sua disponibilità e generosità.


 

La preghiera
del pellegrino


 

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Al Bagnaccio nelle vicinanze di Viterbo