Usciamo
dalla città da Porta Franceta o Francigena. Ci immettiamo ben
presto su sterrati in mezzo a noccioleti e a fondi chiusi, subendo un
attacco di tafani scatenati.
Grazie
al libretto di Massimiliano, evitiamo un bel tratto di statale Cassia
e in breve giungiamo a Monterosi. Qui con grande sorpresa riceviamo
unaccoglienza calorosa da parte di un gruppo di signore che ci
offrono da bere e da mangiare. Rimaniamo senza parole di fronte a tanta
generosità. Ringraziandole, ci rechiamo nella piazza dove incontriamo
ancora il gruppo dei cremonesi con cui dividiamo i vari doni ricevuti.
Facciamo le stesse tappe, ma loro partono più presto di noi,
poi ci ritroviamo sulla strada.
E, a proposito
di incontri, riecco Paolo!
Ma da dove arriva? Scopriamo una cosa che ha dellincredibile.
Questa notte abbiamo dormito nella stessa casa, noi al piano di sotto,
lui al piano di sopra, abbiamo utilizzato le stesse docce e gli stessi
servizi nel cortile di fronte alla nostra stanza e non ci siamo incontrati.
Ci ritroviamo sulla strada!
Lasciamo
Monterosi e, dopo poche centinaia di metri, ci rendiamo conto che questa
sarà la peggiore tappa a livello di sicurezza stradale. Stiamo
camminando sulla nuova Cassia a quattro corsie divise da uno spartitraffico.
Praticamente è come se fossimo su unautostrada, per giunta
in alcuni punti non cè nemmeno la corsia demergenza.
Facciamo
sosta nei pressi di un distributore dove ci raggiunge in macchina il
fratello di Paolo che ci porta acqua fresca. Paolo oggi vuole proseguire
fino a Roma.
Camminando
il più veloce possibile per cercare di terminare al più
presto questo percorso in autostrada, giungiamo nei pressi de La Storta
dove prendiamo la diramazione della vecchia Cassia che ritorna ad essere
una strada normale e ben presto arriviamo dalle suore che ci ospiteranno
questa notte. Salutiamo Paolo e ci diamo appuntamento per lindomani
a Monte Mario nelle vicinanze di casa sua.
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