Distesa su tre
colli (Albano, Belvedere e Sacro), LUCERA, fiorente città
della provincia di Foggia, è collocata nella zona nord-occidentale della
Capitanata, a circa 235 metri di altezza, con una bella vista panoramica
sul Tavoliere delle Puglie (a sud-est), sul semicerchio dei monti
Subappenninici (ad ovest) e sul promontorio del Gargano (a nord-est).
La città vanta
origini antichissime, essendo ricca di tradizioni, storia, cultura, arte e
civiltà. Del suo splendore parlano nei loro scritti Strabone, Polibio,
Plinio, Orazio, Tacito, Aristotele, Cicerone, Cesare, Livio ed altri ancora.
Di origine osca, il suo nome deriverebbe dalle radici etrusche luc
(bosco) eri (sacro), per la presenza nei tempi arcaici di un bosco
sacro, la cui contaminazione era vietata da una lex de luco sacro o lex
lucerina.
Edificata molto
probabilmente su un territorio più vasto di quello attuale ed abitata dagli
aborigeni prima della fondazione di Roma, fu prospera capitale della Daunia.
La leggenda la dice cara a Diomede, che la rese famosa e potente, quando -
come racconta Omero - dopo la distruzione della sua patria (V sec. prima
della nascita di Roma), l’eroe troiano approdò sul promontorio del Gargano
e, portandosi tra i Dauni per affermare il suo potere, venne da questi
accolto nella città di Lucera e quivi, nel tempio di Minerva, depose le
armi, i doni ed il famoso Palladio (la statua di Atena Iliaca
trafugata nel saccheggio di Troia).
Fedelissima a Roma, specie al tempo delle guerre sannitiche, Luceria diventa
Colonia juris latini nel 314 a.C. e per la sua grande lealtà fu sempre
tenuta in grande considerazione dai Consoli e dal Senato (Lucerinis bonis et
fidelibus sociis - Livio: IX, X), ricevendone ampia autonomia e indipendenza
d’azione: diritto di conio, proprie leggi, proprio fisco, propri magistrati.
Nel 90 a.C., in rispetto della lex iulia de civitate, Roma concedeva alla
sempre fedele Lucera la propria cittadinanza, iscrivendola alla nobile Tribù
Claudia. Durante la guerra civile, prima che Cesare presidiasse la città con
una propria guarnigione, Lucera fu quartier generale delle truppe di Pompeo.
Nel periodo imperiale testimonianze dello splendore della città furono
l’erezione di alcuni circhi, numerosi templi (tra cui quelli di Cerere,
Diana, Minerva e Apollo), del Foro, delle Terme, dell’Anfiteatro: tutti
monumenti, tranne questi ultimi due, andati miseramente distrutti o
inglobati in edifici più moderni. In epoca tardo imperiale Lucera registra
la fondazione di una delle prime comunità cristiane: prima dell’anno 60
l’apostolo Pietro, di passaggio per la città romana, battezzando nelle acque
del fiume Vulgano, pose a capo della nascente Diocesi il vescovo San Basso,
martire cristiano sotto l’imperatore Traiano (a. 112). Questi ebbe come
successori San Pardo (251-264), il Beato Giovanni (302-328), San Marco
(328-350), S. Giovanni II (a. 350 e ss.) e S. Marco II (a. 743 e ss.), i
quali rifulsero per capacità e doti religiose.
Nell’alto medioevo, per la sua posizione mediana tra oriente e occidente,
tra Roma e Bisanzio, Lucera fu continuamente contesa tra longobardi e
bizantini. Sotto Costantino il Grande divenne capoluogo della provincia
dell’Apulia, vasto territorio esteso dagli Abruzzi alla penisola
Salentina e residenza di un Correttore. Verso il 575, passata sotto
il dominio dei longobardi, Lucera dipese dai Duchi di Benevento, che la
elevarono a sede del Castaldato. Conquistata dall’imperatore
d’Oriente Costante II nel 663, dopo essere stata saccheggiata e distrutta,
sotto i bizantini Lucera risorse, divenendo sede del "Catapano", e per
questo capoluogo della Capitanata. Riedificata dal Duca Romualdo nel
712 e passata nuovamente ai longobardi, dopo lungo assedio, nell’802 la
città si arrese al franco Pipino, figlio di Carlo Magno e Re d’Italia, ma
nello stesso anno fu riguadagnata a Grimoaldo, Duca di Benevento,
assolvendo, fino al Mille la funzione di sentinella longobarda contro le
marce irrompenti dei bizantini. Caduta di nuovo sotto il dominio di Bisanzio,
Lucera fu governata da quattro Castaldi e durante la successiva
dominazione normanna, a partire dall’XI secolo, la città diede un notevole
contributo a tutte le Crociate e si arricchì notevolmente.
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