In questa pagina sono riportati alcuni articoli

pubblicati od in via di pubblicazione sul Giornale del Club

 

Article 1 "Tecniche Spaziali" di M. Caporale

Article 2 "La Rotary Foundation in breve" di M. Modugno

Article 3 "Visitando alcuni Rotary Clubs all'estero" di M. Modugno

Article 4 "Il progetto A.D.A." di A. Santacroce e L. Strabioli

Article 5 "Il progetto FORUM 1999." di P. Anzalone

Article 6 "A Vision for ROTARY 2000" di Jerry Wijngaard D7080

Article 7 "Relazione del Presidente per l'anno 2000-2001 del Club Pomezia-Lavinium " di G. Moroni

 

 

 


 

Article 1 : "Tecniche Spaziali" di Mario Caporale

L'impatto dei disastri, sia naturali che tecnologici, sul progresso dello sviluppo sociale ed economico sta diventando sempre maggiore, e tale da essere considerato un aspetto importante nei piani di sviluppo dei vari Paesi. A titolo di esempio il terremoto dell’Irpina (1980) ha generato un danno alla comunita’ che e’ stimabile per difetto nell’ordine di 30000 Miliardi di Lire. Considerando che dall’analisi probabilistica del rischio sismico in Italia si ha una possibilita’ che fenomeni tipo Irpinia si ripetano con cadenza ogni 10-30 anni, se ne deduce un impatto sull’economia del paese non indifferente.
All'obiettivo di ridurre l'incidenza dei disastri la tecnologia attuale può fornire un validissimo contributo. In particolare la tecnologia spaziale può fornire un elevato contributo al miglioramento del livello informativo necessario alla gestione dei rischi maggiori.

Per disastro si intende una alterazione significativa del funzionamento di una comunita' che provoca perdite di vite umane, danneggiamento e perdita dei beni mobili ed immobili, degrado dell'ambiente. Il rischio e' uno stato di minaccia o di immanenza di disastro per effetto di cause naturali o indotte dall'uomo su una determinata zona.
I maggiori disastri che affliggono le varie nazioni nel mondo possono essere distinti sostanzialmente in :
· Disastri naturali (Sismici (Terremoti, Eruzioni vulcaniche), Idrogeologici (Inondazioni, frane), Incendi forestali).
· Disastri Tecnologici (Nucleari, Chimici, da trasporto di sostanze pericolose).

In termini di servizi necessari alla gestione dei rischi, si possono riscontrare diverse comunanze tra le esigenze relative alle varie tipologie di disastri che possono essere riassunte in maniera generale e valida per tutti i tipi di rischi come segue:

· monitoraggio routinario del rischio;
· conoscenza del territorio (cartografia bi- tri-dimensionale delle aree esposte);
· disponibilita’ dei dati di vulnerabilita’;
· monitoraggio dei parametri tipici del rischio;
· localizzazione dei mezzi della protezione civile e dei sistemi di trasporto a rischio;
· affidabilita’ dei sistemi di comunicazione nelle fasi di crisi;
· conoscenza delle condizioni meteorologiche a livello locale e regionale;
· pronta valutazione dei danni causati da disastri.

Queste comunanze sono relative all'utilizzo di servizi quali le telecomunicazioni, le informazioni geografiche del territorio, la gestione dei mezzi operativi di emergenza e le infrastrutture di comando e controllo.

Gestire i rischi significa sviluppare e implementare tutte quelle funzionalita' che consentono, da un lato, la prevenzione dei rischi (dove possibile) e comunque la preparazione di tutto cio' che serve per affrontare il rischio nel migliore dei modi, con il minore danno possibile alla popolazione e alle cose, la mitigazione del danno, una volta avvenuta la calamita', ripristinando il piu' presto possibile i servizi. Il rischio non puo’ essere annullato ma puo’ essere "controllato", nel senso di limitarne i danni a livelli "accettabili". La "accettabilità" e’ da considerarsi in termini di costo-beneficio, essendo volta a massimizzare la resa di infrastrutture, investimenti, risorse, ecc.
La riduzione della vulnerabilita' puo' prevedere la predisposizione e l'attuazione di piani per l'emergenza, la conduzione di campagne di formazione e sensibilizzazione del pubblico, le attivita' volte a contenere il degrado ambientale, l'impegno nella distribuzione delle risorse economiche.

Ogni emergenza a seguito di un evento disastroso puo’ essere affrontata con efficacia solo se e’ stata fatta una adeguata preparazione in anticipo. Ne consegue che un tipico processo di gestione rischi prevede tre fasi principali: Conoscenza e Prevenzione, Allarme e Crisi, Post Crisi.
La fase di Conoscenza e Prevenzione consente di effettuare il cosiddetto "Risk Assessment". La conoscenza della probabilita’ del rischio e della sua intensita’ nell’area in esame e’ fondamentale per comprendere la vulnerabilita’ topografica, strutturale e socio-sistemica ovvero l’impatto degli effetti avversi di un potenziale disastro. In questa fase vengono sviluppati piani di previsione e prevenzione al fine di affrontare con preparazione possibili crisi. Modelli previsionali vengono sviluppati per tipologia di rischio in supporto alla preparazione dei piani di intervento. Una conoscenza dettagliata del territorio sotto vari aspetti e’ fondamentale per la definizione della vulnerabilita’. Mappe di rischio associate a mappe tematiche consentono di definire la vulnerabilita’ al fine di implementare le piu’ opportune misure protettive e preventive.

La fase di Allarme e Crisi vede l’attuazione dei Piani operativi in occasione di eventi disastrosi. La preparazione sviluppata nella fase precedente consente di ottimizzare le risorse durante le operazioni nella gestione della crisi. Vengono effettuate le prime stime dei danni al fine di attualizzare i piani di intervento. Durante questa fase la necessita’ di servizi pronti ("real-time") e’ molto alta. Le decisioni devono essere prese prontamente al fine di operare nel migliore dei modi (primo soccorso, evacuazioni, riparazione di infrastrutture di base).

La fase di Post Crisi riguarda sostanzialmente il ripristino del funzionamento dei servizi nell’area colpita dal disastro dopo una attenta conoscenza dei danni causati dal disastro. Le lezioni apprese dalla crisi gestita diventano patrimonio per la fase di Conoscenza e Prevenzione.

I Servizi spaziali sono in grado di fornire un valido supporto in tutte le varie fasi della gestione del rischio, sia per quanto concerne la gestione dell’emergenza, quando avviene un disastro, sia nelle fasi di post-crisi, per un pronto ripristino delle funzionalita’ essenziali che nelle fasi di conoscenza e prevenzione, mirate a ridurre e/o mitigare gli effetti di un probabile disastro.
Le applicazioni spaziali, dalle telecomunicazioni, alla navigazione, all’osservazione della terra, alla collezione dei dati consentono:

° di supportare le operazioni dei mezzi mobili e delle truppe di salvataggio attraverso una localizzazione in tempo reale ed una interconnessione attraverso terminali di tipo palmare e veicolare;
° di ristabilire le telecomunicazioni nell’area interessata dal disastro attraverso reti locali di emergenza facenti uso di piccoli terminali;
° di collezionare dati da reti di sensori distribuiti sul territorio attraversi piccoli terminali;
° di osservare e monitorare, con risoluzione via via crescente, risorse terrestri, condizioni meteorologiche e cambiamenti climatici.

Da analisi effettuate risulta che investendo, per esempio per il rischio sismico, 10 - 15 Miliardi di Lire per anno e per nazione in applicazioni satellitari, e’ possibile avere una incidenza sulla diminuzione dei costi sostenuti per la gestione di disastri che di gran lunga si ripaga degli investimenti effettuati.
I benefici derivanti dall’uso di tecniche spaziali possono avere impatti di tipo diretto, indiretto e intangibile. I benefici diretti sono per esempio la riduzione dei costi operativi. I benefici di tipo indiretto sono per esempio la riduzione della vulnerabilità attraverso azioni di medio-lungo periodo o la riduzione dei tassi assicurativi. I benefici intangibili possono essere la riduzione delle sofferenze, la conservazione delle risorse naturali.

Gli attuali servizi spaziali di Telecomunicazioni sono in grado di soddisfare molti requisiti per la gestione dei rischi. Cio’ riflette la maturita’ operativa raggiunta da tali servizi sia per le comunicazioni mobili, che per quelle fisse o semi-fisse. Certamente un miglioramento in termini di "globalizzazione" e "larghezza di banda" e’ altamente benvenuto.
Gli attuali servizi spaziali di Meteorologia, un altro esempio di servizi operativi maturi, sono in grado di incontrare la maggioranza delle esigenze per la gestione dei rischi maggiori. Miglioramenti sono tuttavia necessari per rischi come gli Uragani e i Tornado per i quali capacita’ di previsioni e monitoraggio dei rapidi cambiamenti meteorologici sono estremamente necessari.
Gli attuali servizi spaziali di Localizzazione della posizione sono in grado di fornire utile supporto alla gestione dei rischi. L’uso esteso del sistema GPS ne e’ testimonianza.
Gli attuali servizi spaziali di Collezione dati possono fornire un valido supporto nelle attivita’ di monitoraggio su scala routinaria. Tuttavia per alcuni tipi di rischi (Uragani, rischi nucleari) la loro capacita’ di "rimbalzo" dati deve essere migliorata.
Gli attuali servizi spaziali di Osservazione sono in grado di fornire un valido supporto nelle fasi di Conoscenza e Prevenzione per la gestione dei rischi. La loro capacita’ di supportare le fasi di gestione delle Emergenze e’ attualmente limitata da problemi di bassa tempestivita’ nella fornitura del servizio e non adeguata capacita’ risolutiva di osservazione.

I limiti che l’attuale tecnologia spaziale presenta nel soddisfare i requisiti per la gestione dei Rischi, e cioè sostanzialmente la risoluzione e la frequenza di rivisitazione per le missioni di telerilevamento e la globalità di copertura e la multimedialita’ per le missioni di telecomunicazioni, sono in via di superamento con l’avvento delle nuove missioni:

° Osservazione della Terra con sensori ad alta risoluzione nel visibile (e.g. EARTHWATCH, SPACE IMAGING)
° Osservazione della Terra con sensori ad alta risoluzione nel visibile e microonde (e.g.COSMO/Skymed)
° Telecomunicazioni globali ( e.g. IRIDIUM, ORBCOMM)
° Telecomunicazioni a larga banda per multimedialita’.

Missioni ad Alta Risoluzione
Le nuove missioni satellitari ad alta risoluzione, tra le quali emergono per qualita’, credibilita’ e disponibilita’ sul mercato le missioni EARTHWATCH e SPACE IMAGING, forniranno immagini, anche se solo nello spettro del visibile, di qualita’ aerofotogrammetrica a costi sensibilmente competitivi con quelli delle foto da aereo. Inoltre saranno in grado di fornire i dati con elevata tempestivita’, avere una capacita’ di copertura globale ed una elevata frequenza di rivisitazione (dell’ordine di 36 ore). Tali missioni saranno disponibili a partire dalla seconda meta’ del 1997.

Missioni mirate all’osservazione "giorno-notte" ed in ogni condizione atmosferica devono far uso di tecnologie di osservazione a microonde. Una di tali missioni, COSMO/Skymed, e’ stata avviata dalla Agenzia Spaziale Italiana ed ha l’ambizioso obiettivo di realizzare una costellazione di 7 satelliti operanti con sensori sia ottici che a microonde con elevata capacita’ risolutiva per applicazioni di protezione ambientale e gestione rischi.

Missioni di telecomunicazioni globali
La missione IRIDIUM consiste di 66 satelliti di tipo compatto orbitanti intorno alla terra ad una quota di 780 chilometri. Con un piccolo terminale palmare l’utente si connette direttamente ai satelliti (con un collegamento a 1.6 GHz ) avendo una copertura terrestre globale. I servizi forniti sono voce, dati, facsimile e "paging". Inoltre il terminale palmare puo’ operare in modo duale: sia con IRIDIUM che con le reti GSM. Il sistema e’ interconnesso alle esistenti reti terrestri commutate e cellulari, domestiche ed internazionali, pubbliche e private, attraverso stazioni di "gateway" dislocate in tutto il mondo. Il sistema e’ attualmente in fase di "dispiegamento": alcuni satelliti sono gia’ orbitanti, la costellazione completa sara’ operativa entro il 1998.

La missione ORBCOMM consiste di 36 piccoli satelliti orbitanti alla quota di 775 chilometri. Gli utenti comunicano in banda VHF (137-149 MHz) con terminali palmari. Il sistema consente di trasferire messaggi e/o dati in modo bidirezionale tra gli utenti. E’ inoltre fornita una capacita’ di radiolocalizzazione. A terra stazioni di "gateway" consentono di gestire il trasferimento dei messaggi degli utenti sia in maniera autonoma con il sistema ORBCOMM sia attraverso l’uso di tradizionali linee terrestri. Le applicazioni di tale servizio vanno dal monitoraggio ambientale al controllo di mezzi mobili (es. "cargo"), al monitoraggio di trasporti a rischio, al supporto di operazioni di salvataggio, alle comunicazioni personali e per affari. Il sistema e’ attualmente in fase di "dispiegamento": alcuni satelliti sono gia’ orbitanti, la costellazione completa sara’ operativa entro la meta’ del 1998.

Missioni di telecomunicazioni a larga banda.
Queste missioni vanno sotto il nome di "Information highways". Differenti missioni sono attualmente in sviluppo tra le quali vano menzionate SPACEWAY, ASTROLINK e TELEDESIC.

Il sistema SPACEWAY consiste di 17 satelliti geostazionari distributi in gruppi di 4 sulle quattro maggiori aree terrestri (Pacifico, Europa e Africa, America Settentrionale, America Centrale e Meridionale) piu’ un satellite per l’interconnessione tra i vari sistemi orbitanti. Il sistema impiega alte frequenze nelle bande 20 e 30 GHz. La capacita’ globale del sistema e’ stimata in circa 100000 circuiti attivi a 384 Kbps. Il sistema iniziera’ ad operare nel 2000 raggiungendo una configurazione completa nel 2003.

Il sistema ASTROLINK consistera’ inizialmente di 5 satelliti geostazionari, con crescita potenziale a nove. La dislocazione e’ sulle maggiori aree terrestri. Il sistema consentira’ due classi di servizi: continuo e su domanda.
La capacita’ equivalente del sistema e’ di 52000 circuiti duplex a 64 Kbps. Il sistema iniziera’ ad essere operativo intorno al 2000.

Il sistema TELEDESIC (ideato e patrocinato dal famoso Bill Gates) e’ un ambizioso sistema basato su un numero di 840 piccoli satelliti orbitanti in orbite di tipo eliosincrono distribuiti su 21 differenti piani. Ogni satellite e’ interconnesso con gli 8 satelliti adiacenti. La capacita’ di traffico stimata e’ di circa 50 milioni di circuiti telefonici. Il sistema e’ proiettato essere operativo intorno al 2002.

 

 

Article 2 : "La Rotary Foundation in breve" di Mario Modugno

 Non è facile trattare quest’argomento in poche righe, in quanto, non sapendo se la maggioranza dei lettori sia composta da vecchi rotariani o nuovi o non rotariani, ho preferito rivolgermi schematicamente a quest’ultime due categorie di lettori, nella speranza che la prima, già a conoscenza delle informazioni qui di seguito riportate non consideri inutile quest’articolo.

L’obbiettivo della Fondazione Rotary è il raggiungimento della comprensione mondiale e della pace attraverso programmi internazionali in campo assistenziale ed educativo.

I mezzi per realizzare gli scopi della Fondazione Rotary sono i seguenti:

- Borse di Studio:
i borsisti, oltre mille all’anno, che non possono essere rotariani o loro familiari, sono definiti "ambasciatori
di buona volontà";
vi sono cinque tipi di borse di studio: per laureati, per studenti universitari, per la formazione
professionale, per insegnanti di disabili, per giornalismo;
- Scambio Gruppi di Studio (GSE):
viaggi d’un mese presso altre famiglie rotariane d’altri distretti, con finalità professionali e di
pubbliche relazioni, effettuati da gruppi di quattro giovani professionisti o imprenditori d’età
compresa fra i 25 ed i 35 anni;
- Sovvenzioni Speciali:
di supporto a progetti di Clubs o Distretti Rotariani;
- Sovvenzioni per Docenti Universitari:
per corsi in Paesi in Via di Sviluppo;
- Sovvenzioni per il Programma 3 - H (Health, salute; Hunger, fame; Humanity, umanità):
al fine di migliorare i problemi della fame e di sviluppare i legami umani e sociali nel mondo intero;
- Sovvenzioni per Soccorsi d’Emergenza:
in caso di calamità ed eventi eccezionali;
- Volontari del Rotary:
invio di volontari rotariani in Paesi in Via di Sviluppo, impegnandoli in azioni umanitarie, sanitarie e
sociali;
- Polio Plus:
campagna in via di realizzazione finalizzata a debellare la poliomelite in tutto il mondo entro il 2000;
- Forum della Pace

La Fondazione Rotary, nata nel 1917 su proposta dell’allora Presidente del R. I. Arch Klumph, è stata definita "via rotariana" per adempiere all’Azione Internazionale. Essa dipende per intero da contributi volontari di rotariani e lasciti anche di non rotariani.
Ogni persona che si è distinta nella realizzazione degli ideali del Rotary ed ogni benefattore della Fondazione Rotary può essere insignito del "Paul Harris Fellow", in memoria del fondatore del Rotary International.

Article 3 : "Visitando alcuni Rotary Clubs all'estero" di Mario Modugno

 Il rotariano che viaggia dovrebbe sentire più che il dovere il piacere di visitare altri Rotary Club. Queste visite, oltre che arricchirlo di nuove eventuali relazioni umane, gli danno l’opportunità di confrontarsi con altri professionisti, imprenditori, insegnanti, burocrati, ecc., i quali fanno lo stesso mestiere o non, ma che certamente lo faranno riflettere meglio su alcuni aspetti del Paese che sta visitando. Inoltre, è molto interessante capire come, appartenenti alla stessa Associazione Internazionale, vivono il Rotary, non tanto sotto l’aspetto degli ideali, in quanto esso non cambia, ma soprattutto come organizzazione del Club, delle attività e delle riunioni.
Nella mia vita rotariana quale socio presso club esteri e nelle mie visite ad oltre sessanta Clubs Rotary in giro per il mondo, ho incontrato alcune differenze salienti a volte curiose, a volte stimolanti, rispetto alle riunioni che si svolgono nei nostri clubs in Italia, di cui ne riporto qui di seguito alcune.
L’orario delle riunioni:
- possono essere alle 7 di mattina, quindi prima di andare al lavoro, per una prima
colazione. Esse, in genere, sono sbrigative e molto poco formali. C’è poco tempo per un
incontro a tu per tu fra i soci.
- quelle del caminetto 17,30 / 18,00 sono simili a quelle della mattina, anche se i soci sono
meno addormentati, ma più propensi a scappare per andare a cena.
Il pagamento:
nella maggior parte dei club da me visitati, il costo della colazione, pranzo, cocktail o cena che sia, s’effettua di volta in volta all’ingresso della sala solo da parte dei soci che partecipano alla riunione. (Naturalmente è applicato con più rigore lo statuto relativamente all’obbligatorietà delle presenze.) Le spese generali del Club e della sua segreteria sono ripartite in quote fisse fra tutti i soci, mentre le spese relative alla realizzazione dei programmi sono effettuate attraverso lotterie, multe ai soci, donazioni, ecc.
L’attività:
essa si differenzia in maniera sostanziale da club a club, secondo il grado culturale medio dei soci di un club. Va da sè che i clubs più anziani della capitale o di una città importante avranno un livello medio culturale molto più elevato di quelli di provincia, per cui si potrà notare che i primi saranno più propensi a trasmettere all’esterno proposte di soluzioni o soluzioni stesse a problematiche di carattere generale, mentre i secondi cercheranno di realizzare piccoli programmi che risolveranno i problemi diretti e non le origini dei problemi stessi.
Formalità:
esse rispecchiano naturalmente spesso usi e costumi che non sono specifici del Rotary, ma
delle tradizioni del popolo in cui si svolgono le riunioni del Rotary. Per esempio il nazionalismo è più o meno sentito, per cui la riunione inizierà sempre con l’inno nazionale oppure esso sarà utilizzato solo nelle grandi occasioni. In molti club americani, per esempio, seguendo l’uso vigente nelle chiese protestanti di cantare sempre, impareranno a memoria dei canti specifici del Rotary (chi ne volesse copia posso fornirgliela) ed ad ogni riunione ne canteranno uno.
Rotarianetà:
con questa parola intendo determinare l’interesse che ogni socio o che un club porta verso il Rotary e quindi l’impegno che per esso prodiga. Qui si passa dal fanatico che si vanta d’avere 25 anni di vita rotariana e di non essere mancato neppure ad una riunione, andando all’occasione alla riunione con la febbre, al lavativo che va alla riunione, mangia frettolosamente senza neppure scambiare una parola con il vicino di tavola e scappare appena ne ha la possibilità.
Il cibo e le bevande:
fatti salvi i gusti che non necessariamente devono coincidere con quelli italiani, si passa dalla prima colazione classica al pranzo spartano o ricco, da rinfreschi a cene modeste o ricche, rispettando rigorosamente i gusti e la cucina locale. Per ciò che riguarda le bevande, in genere, il ristorante prevede solo acqua e bibite (nei clubs della Georgia vige il tè freddo), in quanto birra, vino o altri alcolici o sono proibiti o sono a carico del socio che ne fa richiesta. Credo, però, che i rotariani all’estero siano meno esigenti di quelli italiani, in quanto non m’è mai successo di notare qualcuno ordinare un menù diverso dagli altri.

A chi ne vuol sapere di più consiglio di visitare più clubs possibili, perché sono certo che non se pentirà ed inoltre si sentirà più sicuro, perché saprà di poter contare sempre su potenziali amici.

Article 4 : "Il Progetto A.D.A. " di Agostino Santacroce e Luigi Strabioli

Il progetto A.D.A. nasce dalla esigenza di creare una completa e capillare informazione riguardo i problemi dell'AIDS, della DROGA, e dell'ALCOLISMO. Argomenti, questi, forse ampiamente sfruttati dalle pagine di molti giornali o facilmente presenti nelle nostre case attraverso la televisione che ogni giorno non manca di ricordarci cronicisticamente queste realta', ma al di la di numerose e senz'altro utili campagne, ancora non e' stato proposto un piano organico di sensibilizzazione alla prevenzione. Sembra, infatti, che le notizie che i mass media divulgano siano piuttosto semplici resoconti o asettiche statistiche sullo stato attuale dei problemi. Il progetto A.D.A. si propone, invece, di raccogliere e sistematizzare le conoscenze scientifiche riguardanti gli argomenti sopra citati e soprattutto di comunicare tali conoscenze nel modo piu' semplice e chiaro possibile, affinche' tali informazioni possano giungere in maniera immediata e diretta anche alle fasce di popolazione piu' giovani. L' educazione in tema di salute oggi non e' piu', quindi, solo " educazione sanitaria" ossia semplice trasmissione di conoscenze concernenti il funzionamento del proprio corpo, l'insorgenza delle patologie piu' comuni, i fattori di rischio individuali o collettivi, bensi essa viene piu' correttamente intesa come "educazione alla salute". Con questa correzione terminologica si vuole sottolineare il ruolo primario assunto da iniziative di promozione attiva dell'adattamento della vita umana al suo ambiente e al tempo stesso dell'ambiente ad idonei livelli di qualita' della vita. E' opportuno che vi siano stimoli alla riflessione sui nessi di casualita' tra eventi e conseguenze degli stessi, al fine di suscitare la modifica degli atteggiamenti culturali e dei comportamenti che hanno aspetti piu' o meno diretti sul livello di salute individuale e collettivo. In considerazione di tutto cio', il progetto A.D.A. si pone come un messaggio educativo diffuso attraverso vari mezzi di comunicazione di massa, un intervento educativo che ha come fine quello di stimolare l'adesione ad un comportamento e promulgare l'accettazione collettiva di un modello nuovo di salute. Il progetto A.D.A si sviluppa attraverso una serie di interventi sul territorio con lo scopo di rendere accessibili le cognizioni sanitarie, e soprattutto di coinvolgere la pubblica opinione circa il problema della profilassi. Numerose sono le modalita' e molteplici gli interventi in cui il progetto A.D.A. si articola e si snoda: sono previste, infatti, vere e proprie campagne di informazione trasmesse attraverso la carta stampata, ed i manifesti pubblicitari che verranno distribuiti sul territorio. Di grande interesse e' anche la realizzazione di materiale informativo presentato sotto forma di opuscoli che verranno ripartiti nelle scuole: in questi vi si illustra chiaramente la problematica in questione e si evidenziano tutta una serie di notizie per meglio conoscere queste condizioni ( AIDS, droga , alcool). E' proprio la "conoscenza" e " l' informazione" accurata e comprensibile su cui si e' soffermata l'attenzione di coloro i quali si sono dedicati alla realizzazione di questo progetto: la consapevolezza che da una corretta comprensione del problema nasce la possibilita' di affrontarlo, riconoscerlo e fronteggiarlo per risolverlo. E' prevista, inoltre, la realizzazione di un videotape i cui contenuti sono paralleli e in linea con gli altri modi, sopra citati di indicazione. Questa varieta' di mezzi divulgativi dimostra l'intenzione preminente di rendere accessibili gli argomenti alla maggior parte delle persone appartenenti a qualsiasi eta' ed a qualsiasi livello culturale. Ma il punto di maggiore interesse e' l'istituzione di un numero telefonico messo a disposizione dei cittadini dove questi ultimi potranno trovare, chiamando, la risposta piu' adeguata alle loro piu' svariate domande. Il numero telefonico, inoltre, fornisce anche la possibilita' di trovare personale qu alificato in grado di fornire un'assistenza psicologica per coloro i quali si trovassero a vivere in prima persona il problema AIDS, della droga, dell'alcolismo. E' nei proponimenti degli autori del progetto A.D.A. di fornire non soluzioni spicciole a problemi ormai tristemente noti, ma di sollevare l'attenzione di noi tutti verso realta' sempre piu' comuni e sempre piu' vicine alla nostra quotidianita'. Si dovrebbe iniziare a pensare che la nostra disponibilita' e la nostra sensibilita' nei confronti di coloro i quali vivono una esistenza per noi a volte incomprensibile sia per loro la migliore terapia.

Article 5 : "Il Progetto FORUM 1999" di Pasquale Anzalone

All'insegna del motto: "ci deve essere un modo migliore...", che caratterizza il nostro anno Rotariano 1998-99, il Rotary Club Pomezia Lavinium ha in programma, per la fine di aprile dell'anno prossimo, la realizzazione di un Forum, i cui temi, di sicuro interesse generale, si ricollegano alle linee guida del dibattito politico-culturale di questo fine millennio. Gli eventi storici che hanno segnato l'ultimo decennio, in modo così profondo e decisivo per le sorti di milioni di uomini (caduta del muro di Berlino, disgregazione dell'Unione Sovietica, fine della dittatura comunista, ricostituzione su basi democratiche dei paesi appartenenti al blocco sovietico, etc.), propongono nuovi scenari e possibili sviluppi all'attenzione dei responsabili delle politiche mondiali e nazionali. Il fallimento del Comunismo significa necessariamente una vittoria incondizionata del Capitalismo? Il trionfante liberismo economico occidentale, che affida le sue fortune alle ferree leggi del mercato, dovrà essere mitigato o riteniamo utile lasciare che esso operi incontrastato, in una sorta di nuova edizione del vecchio principio del "laissez faire", così produttivo di ricchezza e disuguaglianze sociali? Come pensiamo di affrontare alcune delle più importanti emergenze socio-economiche planetarie dei prossimi anni, quali ad esempio la disoccupazione (soprattutto tecnologica e giovanile). Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (IOL) il 30% delle forze lavoro mondiali è disoccupata o sottoccupata (circa 1 miliardo di persone); secondo la stessa organizzazione la produttività aumenta in media ad un ritmo di circa il 2% l'anno, in seguito al progresso scientifico, tecnologico ed organizzativo (razionalizzazione dei processi produttivi nei settori industriale e terziario). Consegue che, per creare nuovi posti di lavoro, l'incremento del PIL in termini reali deve necessariamente essere, in media, superiore al 2% l'anno. Nei paesi maggiormente industrializzati (G7), il tasso di crescita del PIL tende a ridursi nel tempo (2-3% l'anno); tra le varie cause: saturazione dei mercati, invecchiamento della popolazione. Altra importante emergenza è certamente quella che vede, in particolare, il nostro paese già fortemente impegnato nel contenerla, vale a dire l'emigrazione di ingenti masse provenienti dai paesi più poveri del mondo verso i paesi più ricchi e democratici, secondo la direzione sud-nord, ovvero, negli ultimi anni , est-ovest. Quali problemi saremo chiamati a risolvere in queste società multietniche che richiedono un impegno, non facile, di civile convivenza con razze e culture diverse? Secondo alcuni studiosi, le intense emigrazioni creeranno nel breve termine problemi di confronti e scontri culturali, ma nel medio-lungo termine esse andrebbero viste come un arricchimento di notevoli risorse umane e sociali da parte dei paesi di destinazione, dove i flussi migratori andranno a riempire spazi demografici lasciati vuoti dalle popolazioni autoctone. La religione cattolica (nel suo noto significato di 'universale') presenta i requisiti di fondo per accogliere e superare i problemi etico-sociali che le emigrazioni pongono? Occorrerà insomma ricercare nuove soluzioni orientate ad una convivenza civile e pacifica tra le diverse etnie. Il fenomeno della globalizzazione di questi ultimissimi anni pone in rilievo l'esistenza di interdipendenze sempre maggiori tra i vari paesi. Fino a pochi decenni fa gli spostamenti di persone, merci, capitali finanziari riguardavano proporzioni limitate di individui e tempi relativamente lunghi. Oggi, com'è noto, il fenomeno è notevolmente cresciuto in intensità e velocità. Le risposte a tali interrogativi richiederanno probabilmente una riformulazione del sistema dei valori all'interno delle nuove società omologate e globalizzate. Da più parti si segnala l'urgenza di rispondere ai "fallimenti" ideologici e strutturali dei sistemi politici ed economici moderni, attraverso una nuova definizione della solidarietà (laica, cattolica, inter-razziale), che occorrerà riconvertire dal piano strettamente individuale (carità verso il singolo) a quello più dignitoso, per chi la riceve e per chi la offre, di solidarietà "istituzionale", sociale. Dove l'interesse privato non potrà giungere, occorrerà probabilmente promuovere l'intervento di istituzioni pubbliche, libere associazioni, organizzazioni religiose, che provvedano a contenere e rimuovere gli squilibri che il sistema sociale produce, con i suoi ordinamenti giuridici, economici, politici, morali. Insomma, vi è spazio per un più moderno sistema di valori che possa indirizzare l'azione delle classi dirigenti verso una più larga partecipazione della popolazione alla vita del paese nei suoi molteplici aspetti economici, politici e sociali. Vi è poi un filo ideale che collega la solidarietà sociale ai problemi della disoccupazione, in termini di interventi appropriati e moderni atti a superare le discrasie che le nuove tecniche produttive possono indurre nel sistema socio-economico creando,con la disoccupazione, aree diffuse di povertà e di emarginazione. Secondo alcuni occorrerà un cambiamento della mentalità lavorativa (un arguto commentatore economico osservava, in un dibattito sulla disoccupazione, che non è lontano il tempo in cui lavorare diventerà un lusso, che solo pochi si potranno concedere. Dovremo forse pagare, anziché essere pagati, per svolgere un'attività lavorativa?). Occorre pensare a nuovi luoghi (per esempio telelavoro) e a nuovi tempi e modalità del lavoro (le 35 ore settimanali sono una prima possibile ed adeguata risposta al problema?). Altri pongono l'accento sulla necessità di investire in conoscenze (ricerca scientifica) ed intelligenza (innovazioni, brevetti, etc.). A quest'ultimo riguardo, i tempi sono probabilmente maturi per un serio impegno culturale volto al superamento del gap esistente tra progresso scientifico (così rapido e strepitoso) e progresso morale che, viceversa, procede piuttosto lentamente e spesso disorientato. I temi, di argomento speculativo e teorico, come si vede, sono numerosi e stimolanti. Non mancano tuttavia argomenti di contenuto più pragmatico e concreto, riguardanti l'area che più da vicino interessa il nostro Club, vale a dire l'area industriale di Pomezia, con le sue problematiche produttive e sociali. Vi sono trasformazioni in atto? Esistono programmi di ristrutturazione e sviluppo? In che modo dialogare proficuamente con amministratori pubblici e con i rappresentanti di istituzioni di formazione e qualificazione professionale per un più razionale sviluppo dell'area? A dibattere questi temi saranno invitati esperti e personalità di rilievo nazionale e locale, di varia provenienza politica, amministrativa, religiosa, economica e scientifica, dai quali, siamo convinti, riceveremo tutti interessanti ed utili indicazioni ai molti quesiti che il Forum solleverà.

 

Article 6 : "A VISION FOR ROTARY 2000" di Jerry Wijngaard D7080

(Here are some excerpts from a speech by incoming DG Jerry Wijngaard, D7080. The ROTI Institute
appreciates Jerry sharing these ideas for the use and benefit of Club Presidents & Rotary Leaders around
the world.)

As you know, our theme for the past year was “Follow Your Rotary Dream.” Worldwide, we were expected to follow this annual theme with action. Many Rotarians have shown the will and ability to take some impossible dreams and turn them into reality.
As an engineer, I am not very good at dreaming. I suppose it is lucky for me that president-elect Carlo is an
engineer too, as this year’s theme does not talk about dreams. Instead, our incoming International President
wants us to improve Rotary by making changes . . . changes he considers long overdue.
I know as you do, that this new century is simply a change of date from December 31 to January 1. Yet,
most people believe that the start of a new year or a new decade will bring change. Our expectations are
even greater as we anticipate a new century and the exciting changes it may bring.
With that in mind, incoming President Carlo wants us to ask ourselves:
Is it not time to make some changes in Rotary . . . changes that will give us a stronger and yet more flexible
structure . . . changes that will allow us to confidently face the increasing needs of the coming century?
With almost a century of successful service behind us, many Rotarians might ask “But why do we need to
change?”
The most obvious reason is that Rotary is losing members, some of which may be attributed to changes
within our society. But I believe that the reason also lies in many of our own mistakes. For years, a large
portion of the membership has disregarded many of our basic rules and this has lowered the credibility of our
structure. An organization with low credibility will naturally have trouble attracting committed new members.
If we are to strengthen Rotary for the coming century, we must begin by strengthening our internal
relationships. We must educate Rotarians and encourage change to begin at the grass roots level and then
move up, rather than coming from the top down.
Our strength also depends on the quality of membership. By nature we are all very different as human
beings which means not everyone will be a committed Rotarian, dedicated to service and eager to promote
fellowship, tolerance, world understanding and peace.
In our understandable rush to reverse membership losses, let us consider both quality and quantity. Let us
not pursue quantity at the expense of quality.
One of our primary responsibilities is to bring new members into Rotary, but we cannot tolerate mediocrity!
We need excellence if Rotarians are to be leaders in their communities. We should not only enjoy the
proposal and induction of new members, but must also remember that this is a great responsibility we have
as committed Rotarians.
Uncommitted or uninformed members can do great harm to our organization because they cannot effectively
promote our spirit of service. They may also lower the morale within the club and damage our image in the
community. Therefore, a top priority in the coming year must be to transform such disaffected members into
highly committed Rotarians.
Today, we have roughly 1.2 million members with an estimate of only 30 percent of those being committed
Rotarians. When you consider the good we are doing in the world today, imagine what we could accomplish
if we transformed the remaining 70 percent of our membership into wholly committed Rotarians! Our
success could virtually change the future of mankind in the 21st century.
I suggest that this be part of our task for the coming year . . . a year of long needed consolidation. Let us
work together to achieve that 100 percent commitment so we can create a better future, not only for Rotary
but for each of the communities we serve.
Guiding our organization into a new millennium requires three core principles . . . fundamental values that
will provide a basis for our actions. They are:
1. Consistency
Some Rotarians might argue that our rules are inconsistent with the times in which we live. If this is the
case, we must work to change the rules through the Council on Legislation. The coming Rotary year will be
a year of preparation for the 2001 Council and so we will have a special opportunity to initiate change. By
developing rules that can be applied and respected by everyone, we can create a structure that will
promote consistency, retain and attract new members.
2. Credibility
By formulating such rules we will also enhance our credibility which has traditionally been a hallmark of
Rotarians. We strive to set the standards for ethical behavior within our businesses and professions and we
value integrity in all interpersonal dealings. Yet, if our clubs are not living up to the requirements of our
organization, how can we expect others to believe in Rotary and what it stands for?
If Rotarians are not carrying out meaningful service projects in their communities, how can we expect those
communities to value our existence and want to become part of our cause? Only by fully embracing the
ideals of Rotary can we achieve credibility in our communities and throughout the world.
3. Continuity
The future of our organization depends on members and clubs being consistent with our rules and credible
in their actions. However, there is a third requirement as well, and that is continuity. An organization that
changes not only its leaders but also its programs and goals on an annual basis faces serious difficulties in
long-term planning. To be truly effective as Rotary leaders we must support multi-year programs, even and
perhaps especially those we did not initiate ourselves.
We can no longer afford to reinvent ourselves every 1st of July. President Carlo will not introduce any new
programs this year. Instead, he is asking us to emphasize our current programs. Taken together, they cover
all of today’s and tomorrow’s most critical issues: hunger, poverty, shelters, at-risk children, the environment,
and literacy, just to name a few.
In other words, we are being asked to respect our past, even as we are planning our future. We do not have
to reinvent Rotary every July 1st. Rather, we must build on what has gone before to strengthen our future.
Achieving continuity requires a great and meaningful change in attitude. It means respecting the programs
of our predecessors, as well as working as a team with our successors. It means suppressing our own egos
for the good of Rotary.

These, then, are the three principles we must follow in preparing for Rotary 2000: Consistency, Credibility,
and Continuity. It will not be easy, because change is never easy. And changing our rules and our structure
may be less difficult than changing some of the attitudes that have become ingrained in our membership.
In our endeavors to make these changes we must fully support each other. The office of District Governor is
not a position of power. It is a great opportunity to serve, and to serve well one must set the standard for
leadership by example.
I take this obligation to lead by example very seriously, just as I hope every Rotary leader and Club
President will, during their term. In fact, it is not simply my hope . . . it is what all of us must do.
These, then are the three principles that we must follow in making Rotary stronger - consistency, credibility
and continuity. Together, they create the theme for our coming year:
? Rotary 2000: Act with Consistency, Credibility, Continuity *

My fellow Rotarians, let us be consistent with our rules and beliefs. Let us be credible in all our actions. Let
us cultivate the humility and generosity essential for continuity in our service. And let us share these
principles with all Rotarians around the world as we work to achieve a membership of fully committed
Rotarians for the next century!

 

Article 6 : "Relazione del Presidente per l'anno 2000-2001 del Club Pomezia-Lavinium" di G. Moroni

“Servire al di sopra di ogni interesse personale” è questo il motto del Rotary, è questa la direttiva e la predisposizione che mi hanno spinto a far parte di questa meravigliosa associazione, il cui scopo è quello di diffondere l’ideale del “Servire”:
- servire l’interesse generale;
- servire degnamente la società;
- servire la comunità locale.....
.....”per migliorare la qualità della vita”.
Servire come partecipare, per poi impegnarsi e passare subito all’azione, al fine di operare in positivo.
Nel mio operare e nell’operare del Consiglio Direttivo, è il servire ciò che dovrà essere sicuramente incisivo per accrescere l’impegno dei soci, per creare gente attiva, capace di servire a sua volta.
Perché questo è il Rotary.
Gli altri non ci giudicano solo in base alla percentuale di presenza o in funzione ai vari discorsi che teniamo o ascoltiamo nelle svariate rappresentazioni, ma ci valutano soprattutto in base a ciò che facciamo e che faremo “per migliorare la qualità della vita”.
Migliorare la qualità della vita!?!
E’ questo il principio che è parte di me, su cui ho improntato tutte le iniziative e le decisioni prese come uomo, come tecnico, come marito e come padre.
Quindi, è con questo stesso principio che mi propongo di aprire e di proseguire il cammino in questo anno rotariano 2000 - 2001, che mi vede nella carica di Presidente, nella certezza che sarà l’elemento fondamentale da cui scaturiranno le ipotesi e la realizzazione di tutte le operosità, sia interne al nostro Club, per qualificare sempre più in positivo il rispetto del singolo socio nelle sue idee e nella concretizzazione delle stesse, nonché all’esterno di esso per socializzare con gli altri Rotary Club, a noi sempre più o meno vicini, e condividerne i pensieri , le iniziative e, perché no, anche le problematiche.
Insieme potremo modificare certe abitudini, per creare un clima di più solida partecipazione e di più valida collaborazione, al fine di attuare i miglioramenti ed i cambiamenti necessari, “per migliorare la qualità della vita”.
In questo “Servire per migliorare” non dimentichiamo mai il passato, le nostre salde radici, le nostre tradizioni, le uniche cose che nel presente ci possono infondere sicurezza attraverso l’esperienza e ci forniscono una migliore capacità di giudizio.
Non possiamo però procedere guardando soltanto e costantemente indietro. Bisogna sì, avere conoscenza e certezza di quanto di grande è stato fatto, ma anche la convinzione che tanto, tantissimo resta da fare e che lo si “deve fare”.
Affermando che il futuro del nostro Club dipende dalla coscienza con cui noi seguiamo le regole e dando credibilità alle nostre azioni, non sottovalutiamo l’indispensabilità di solidificare, rafforzare e accrescere non solo il numero ma soprattutto la “qualità” dei nostri amici soci, attraverso una efficace ricerca che altro non deve essere che la “ricerca della qualità”, se vogliamo che il Club Pomezia - Lavinium sia e mantenga il ruolo di leader come nel passato ha sempre avuto.
Dobbiamo promuovere nuovi stimoli per avere soci più motivati, atti a servire il Rotary e la comunità, non trascurando di prestare costante attenzione affinché i servizi offerti rispondano alle necessità dovute.
Il miglioramento, il vero progresso del Club, tuttavia, a mio giudizio, non scaturirà unicamente dal risultato delle nostre singole idee, delle nostre personali attività, ma si otterrà solo quando tutti assieme saremo capaci di ascoltare e fare attenzione alle idee e alle proposte degli amici soci dei vari Club Rotary, nonché del nostro stesso. Per questo sarà particolarmente sviluppata, in interclub, ogni propria iniziativa, per stimolare nuovi rapporti di amicizia con gli altri rotariani, oltre a consolidare quelli a cui, da tempo, siamo già legati. Da ciò si deduce che, nella totalità, si possa condividere quello che è e che rappresenta il meraviglioso “sogno rotariano”, pur tuttavia non facendolo rimanere tale, ma, tramite la operosità di tutti tramutarlo in “realtà rotariana”, portando a termine i vari progetti di servizio che abbiano effetti incisivi per un lungo tempo.
Le Commissioni con i loro Presidenti, coordinate dai vari Consiglieri responsabili delle vie d’azione, sono sicuro, saranno in grado di concretizzare progetti e programmi, dando avvio ad un meccanismo inarrestabile, nel rispetto di quello spirito di servizio e di appartenenza che ha permesso la storia del Club Rotary.
Particolarmente impegnata sarà, per cui, la commissione AZIONE INTERNA, la quale, oltre agli obbiettivi prefissi, avrà quello, non ultimo, di promuovere atteggiamenti di tolleranza, umiltà e solidarietà tra i Soci, non pensando più o solo all’egoistico “Io” ma ad un altruistico “Noi”, perché.... “....tutti insieme è meglio”.
La Ruota dentata, nostro simbolo, è piccola cosa se sola, serve a ben poco, ma insieme alle altre a lei simili diventa utilissima, anzi, indispensabile per molti, dando avvio ad un meccanismo inarrestabile, che con la coerenza, la credibilità e la correttezza di tutti coloro che la rappresentano, renderanno onore al fine di far nobile il Rotary, quello stesso Rotary che ci ha nobilitati.






NON SO COSA IN FUTURO POTRÀ ESSERE IL ROTARY CLUB POMEZIA - LAVINIUM....
..... MA UNA COSA E’ CERTA!.....
IL NOSTRO CLUB SARÀ DOMANI TUTTO CIÒ CHE VORREMO E SAREMO CAPACI DI FARE OGGI.

 

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