Saffica...Mente...Gigi


Gigi Fernanded e Martina Navratilova
Wimbledon 94, incontro di semifinale (vinto da Martina)
Gigi Fernandez è una doppista, eppure le sue performances in
singolare non sono certo trascurabili e la semifinale raggiunta a
Wimbledon nel 1994 lo dimostra ampiamente.




"I hope it's not too late". Spero non sia troppo tardi...dice una bella e vecchia canzone di Neil Young che avrebbe potuto fare da sottofondo musicale alla performance realizzata da Gigi Fernandez a wimbledon. No riteniamo che non è mai troppo tardi, almeno finchè ci srà qualcuno in grado di apprezzare lo spettacolo, il contenuto tecnico e le emozioni del tennis, e la 30enne campionessa di Puerto Rico è certamente capace di garantire questa miscela di ingredienti. Ci sono volute le semifinali di Wimbledon perchè qualcuno si accorgesse del suo"braccio", anche perchè la maggiranza l'ha sempre considerata soltanto una doppista tenendola quindi relativamente in considerazione. La corsa della Fern andez verso il penultimo round dei "Championships" ha avuto contorni simili ad un'altro tragitto che aveva già percorso in passato. Nel lontano 1984, sull'erba di Newport , Gigi si era fatta notare per la prima volta dai media rag giungendo la finale del torneo. Aveva perso all'ultimo round delle qualifica zioni ma , grazie all'improvviso ritiro di Pam Shriver per un influenza, si era trovata di nuovo in gara . Non sprecava quell'occasione e ,

giocando con le gambe incerottate per un infortunio, raggiungeva il matchclou dove l'attendeva l'allora imbattibile Martina Navratilova . Grazie a questo risultato la Fernandez è diventata anche la prima lucky-loser ad approdare al turno conclusivo di un event del Virginia Slim . Dopo quell'exploit le conferme hanno faticato ad arrivare , e Gigi ha cominciato a produrre prestazioni altalenanti . Aveva difficoltà a conservare a lungo la concentrazione e , così , a volte gridava sfogando la rabbia , discuteva con gli arbitri per le chiamate dubbie e rompeva qualche racchetta . Non era in grado di nascondere quello che provava mentre correva dietro a paure inconscie sogni ed emozioni che la lasciavano senza idee per il suo gioco. Questi comportamenti avevano convinto molti esperti a non occuparsi di lei perchè non sarebbe mai diventata una campionessa . Solo pochi-i più sensibili- hanno tentato di comprenderla certi che , prima o poi , il suo talento e i suio sforzi avrebbero avuto il successo che meritavano. Avevano ragione . Gigi Fernandez che è residente ad Aspen ed ha acquisito la cittadinanza americana , è riuscita a migliorare grazie all'aiuto dei suio due coach Julie Anthony (all'epoca anche la sua compagna) e Peter Moore ma anche alla sua maturazione individuale . Le sue qualità sono rimaste inalterate: la passione per il gioco, la buona abitudine di sorridere e di divertirsi. Oggi è solo più in forma , sia mentalmente che fisicamente , oltre ad essere più saggia . Nei sei confronti disputati nell'ultima edizine di Wimbledon(1994) abbiamo visto una Fernandez concentrata come non mai, senza cali psicologici ne crisi di stanchezza , frutto del duro lavoro svolto in tutti questi anni e specificamente prima del torneo . Noi siamo lieti che in molti abbiano apprezzato il suo tennis.

articolo di Laura Baccara tratto dalla rivista "Tennis Oggi" 1994



continua...


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