LA SALA CAMINATA
LE RAPPRESENTAZIONI
Le decorazioni si riallacciano alla tipologia
decorativa tipica dei palazzi privati dell'Italia centrale della seconda metà del
Cinquecento. Caratteristica comune è la mescolanza di raffigurazioni storiche,
mitologiche, astrologiche e di araldica che confluivano tutte a celebrare la gloria della
famiglia committente. Il modello iconografico dell'intero ciclo pittorico è il palazzo
Farnese a Caprarola.
PARETE SUD
Da
sinistra il primo riquadro raffigura un Paesaggio lacustre o marino.
Segue la figura allegorica della Disobbedienza,monocroma come
tutte le altre, rappresentata da una donna che cerca di rompere un morso da cavallo. Il
quadro successivo rappresenta Sforza Monaldeschi nella vittoria di Siena
contro gli Spagnoli. All'allegoria della Fortezza,
una donna con elmo e corazza, segue il quadro Enrico II di Francia che
conferisce a Sforza Monaldeschi il grado di colonnello, episodio storico
successo quando egli combatteva per Ottavio Farnese viceduca di Castro. L'ultima figura
allegorica della parete è Biasimo o Momo,
che aveva osato criticare Zeus e che è rappresentato come un vecchio dal mantello coperto
di occhi e lingue. Infine c'è la Nascita di Minerva, ripresa
mentre esce dal cranio di Giove spaccato dalla scure di Vulcano; sull'architrave della
chiesa a destra, facente parte dello sfondo cittadino, è inscritta la data del 1584,
termine dei lavori del ciclo di pitture.
PARETE OVEST
Il
primo riquadro sopra la finestra a sinistra raffigura, sullo sfondo di un borgo arroccato
su una rupe, un Episodio della vita di Ercole. Al centro vi è
l'allegoria dell'Eternità, rappresentata da una donna con in
testa un serpente che si morde la coda, che tiene nella mano destra una sfera d'oro.
Segue, alla sua destra, una scena allegorica identificata dal Fumi come Il
cervo Monaldesco che addenta la vipera, emblema degli altri Monaldechi della Cervara;
si può riconoscere nell'edificio a quattro torri quadrangolari il castello della Sala, di
proprietà Monaldeschi. Satolli non concorda con questa interpretazione, preferendo quella
di allegoria della "iniquità domata".
PARETE NORD
Sopra la porta, da
sinistra, è raffigurato a monocromo il Ritratto
di Sforza Monaldeschi della Cervara. Al di sopra si esso vi sono "...i
castelli del lago di Bolsena, con un cane, rappresentazione del ramo dei Monaldeschi del
cane, lanciatosi contro un lupo che ha fra le zampe un agnello..."
(Fumi). La raffigurazione potrebbe riferirsi alla favola di Esopo "Il pastore e il
cucciolo del lupo", la cui morale mostra come la natura selvaggia non può dar luogo
ad onesti costumi. Sopra il camino, fra le due allegorie prima dell'Ingratitudine
e poi della Pace, è dipinto Sforza Monaldeschi ai
piedi del trono dell'imperatore Carlo V, episodio che si riferisce
probabilmente alla sua partecipazione alla guerra di Germania contro i luterani, anche se
la fisionomia è invece da identificarsi con quella di Enrico II, re di Francia. Il
riquadro successivo rappresenta Sforza Monaldeschi alla presa di Orbetello,
impresa per la quale egli stesso era stato nominato capitano generale. Segue la figura
simbolica della Fedeltà, sul cui piedistallo si legge il nome del committente e la data
di realizzazione. Alla destra vi è una Scena allegorica di
difficile interpretazione.
PARETE
EST
A sinistra, sopra una porta
dipinta a imitazione di quella vera a destra, è rappresentata la Costruzione
di un palazzo, nella quale è possibile riconoscere la storia di Pigmalione
che si innamorò della statua di Afrodite. Al centro vi è l'allegoria della Natura,
raffigurata come una donna che spreme latte dai seni nudi per nutrire i due putti ai suoi
lati. Chiude il ciclo il riquadro raffigurante Plutone, Persefone e Cerbero,
simbolo degli Inferi, visti come una caverna aperta sotto un pendio roccioso.
SOFFITTO
Il soffitto è suddiviso in
quindici cassettoni, otto dei quali ripartiti in quattro riquadri. I pannelli piccoli
raffigurano quattro a quattro, su fondo alternativamente rosso e blu, i Dodici
segni dello Zodiaco e le Venti Costellazioni con
le quindici stelle artiche e le cinque antartiche. A ognuno di questi gruppi si alternano
dipinti su tela raffiguranti figure mitologiche (Amore e Psiche, Crono, Apollo
e Dafne, Icaro, Astrea, Prometeo), ciascuno accompagnato da iscrizioni
esplicative. Al centro c'è lo stemma dei
Monaldeschi della Cervara, sorretto da due puttini alati, al quale
l'aquila, stemma dei conti di Marsciano (proprietari del palazzo dal Seicento). L'ordine
interno dei segni zodiacali risulta difficilmente decifrabile. Satolli ipotizza che
l'intero programma iconografico del soffitto possa riferirsi all'oroscopo di Sforza
Monaldeschi, il cui segno potrebbe essere quello dell'Ariete dominato da Marte, dio della
guerra.