5^ puntata

Il comodo alibi del decreto Gasparri per l'installazione di altre 40.000 antenne. Pastena chiede il risanamento dall'inquinamento elettromagnetico che la affligge da anni.

 Finalmente una buona notizia: la Corte Costituzionale con la sentenza n. 307 depositata il 7 ottobre 2003 ha stabilito che:
 
Saranno le Regioni a stabilire dove sorgeranno gli impianti!
In pratica da oggi le Regioni e gli Enti Locali torneranno ad avere piena potestà nell'individuazione delle zone dove potranno essere installati gli  impianti telefonici.
Potranno così indicare aree interdette all'installazione di impianti, quali ad esempio zone dove sorgono ospedali, scuole, centri abitati.
I nostri Amministratori, il nostro dimissionario e mai rimpianto assessore all'ambiente, il nostro sindaco De Biase non potranno più nascondersi dietro il comodo alibi del decreto Gasparri.
Cosa aspettano ad intervenire ed a dichiarare il popoloso quartiere di Pastena <<area interdetta>> agli impianti di telefonia, dove tutti i gestori (Telecom, Wind ed Omnitel) vi hanno  colpevolmente concentrato i loro apparati di trasmissione, l'uno accanto all'altro ed in prossimità di scuole (elementare A. Gatto), asili (materna di S.Margherita), parchi (Villa Carrara)?
 Quando l'Amministrazione comunale salernitana farà delocalizzare le antenne che, in questo quartiere, vi sono state installate abusivamente?
Del resto anche
nel "Regolamento comunale per l'installazione e l'esercizio degli Impianti di telecomunicazioni"  all' Art. 3 - comma 2 viene detto che "Non dovranno inoltre essere realizzate installazioni di stazioni radio base in prossimità di ... asili, scuole ..., ospedali, ...parchi e giardini".
Diamogli finalmente attuazione!          Cosa si aspetta ancora?
Corre voce che con le nuove tecnologie fornite da Cisco ogni gestore avrà bisogno di una sola antenna per coprire l'intera città.
Pastena ha già pagato un prezzo salatissimo in questo ultimo decennio, subendo gli effetti di un pesantissimo inquinamento da elettrosmog, in una zona ad altissima densità abitativa.
Per la localizzazione delle "super-antenne" dovranno essere individuate zone distanti dal centro abitato, possibilmente sulle colline circostanti.
Infine, il sindaco De Biase si era impegnato a verificare l'abusivismo del traliccio Telecom di Via Settembrini. Sono passati quasi quattro anni e ancora non ci ha fornito una risposta al riguardo!

 
Perchè!
Eppure ci troviamo al cospetto di un imponente traliccio metallico (vedere foto).
Ed il rilascio della concessione edilizia per la sua installazione era indispensabile perchè tale traliccio, oltre a incidere sull'ambiente da un punto di vista urbanistico, costituendo volume, rappresenta anche un deturpamento estetico notevole oltre a comportare un potenziale pericolo per la sua pesantezza.
E' sopportabile quel peso per il solaio della palazzina TELECOM di Via Settembrini?
Perchè non vi sono state installate le luci di segnalazione notturne?
Nessuno ha mai voluto rispondere a questi nostri interrogativi che portiamo avanti da troppi anni.
 
 
18 ottobre 2003

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Nuova antenna a Pastena scatena quasi una rissa 
Deve intervenire la polizia per calmare le ire dei residenti.    Spunta un'altra - l'ennesima - antenna di telefonia mobile a Pastena e si impenna l'allarme elettrosmog nel quartiere, il più tartassato e a rischio della città. I residenti, stanchi, hanno deciso di farsi giustizia da soli, insorgendo contro gli operai che cercavano di entrare nel palazzo per dare il via ai lavori. E' accaduto due giorni fa, in via Posidonia 164. Per scongiurare problemi di ordine pubblico, si è reso necessario l'intervento della Polizia. I tecnici hanno preso a lavorare scortati, non prima, però, di aver mostrato alle forze dell'ordine e all'avvocato Consuelo Ascolese, consigliere comunale ed ex presidente di quartiere, tutti i documenti e le autorizzazioni. «Regolari, è ovvio, ma c'era da immaginarselo - ha spiegato l'Ascolese - il gestore (la Ericsonn) ha stipulato con l'Inpdap, ente proprietario del palazzo, un contratto di dieci anni. I condomini non sono stati informati di nulla: si sono ritrovati nel palazzo alcuni tecnici e, stanchi della situazione, hanno dato vita ad una sommossa popolare». A Pastena il malcontento ha raggiunto vette pericolose. Nel quartiere a rischio emissioni elettromagnetiche, il Dipartimento di Prevenzione dell'Asl ha più volte riscontrato, in passato, valori fuori norma. I dati parlano di parametri ''limite'' che hanno superato, in varie occasioni, la soglia massima prevista dalla normativa di sei volt al metro, arrivando fino al 9,9 volt al metro di via Posidonia e via Trento. Proprio in via Posidonia, a breve, campeggerà una nuova antenna, a metà strada tra la scuola elementare di via Gaeta e la Villa comunale Carrara, nel cuore della zona orientale. Il comitato di quartiere, presieduto da Giusy Cammarota, dalle pagine web del sito ufficiale, ha condannato la vicenda e le ripetute installazioni. Il consigliere comunale Consuelo Ascolese, da parte sua, ha scritto all'assessore Pierangelo Cardalesi sollecitando nuovi controlli. Proprio quest'ultimo, spogliato, dal recente decreto legge Gasparri, di tutti i poteri decisionali, ha garantito tutela ai cittadini: «La legge non ci consente di entrare nel merito delle autorizzazioni - ha spiegato - ma cercheremo di tenere sotto controllo le emissioni elettromagnetiche, così da non creare allarmismi. A Pastena, zona a rischio della città, installeremo una centralina di monitoraggio per verificare se i gestori rispettano i valori limiti - prosegue l'amministratore comunale -, pronti a revocare le concessioni se riscontreremo dati fuori norma». Il problema vero è che l'ondata di antenne non accenna a placarsi. Di questo passo Salerno sarà invasa da tralicci e stazioni telefoniche. Anche se, ormai, la pazienza dei cittadini ha superato ogni limite.  
tratto dall'articolo di:

Caterina La Bella
 - la Città - giovedi 10 ottobre 2002

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IL DECRETO GASPARRI NON E' OPERATIVO !

Eccovi la buona notizia di fine anno. Il Decreto Gasparri NON è OPERATIVO
o, per essere più precisi, NON è ANCORA OPERATIVO. Il perché lo hanno ben
spiegato gli avvocati presenti al Seminario giuridico promosso ad Abano
Terme dal Forum dei Comitati veneti insieme all'assessorato all'Ambiente di
quel Comune. Tra i relatori anche il professor Giandomenico Falcon di
Padova, emerito giurista, che ha preparato il ricorso alla Corte
Costituzionale contro il Decreto Gasparri per la Regione Umbria e
l'avvocato Matteo Ceruti consulente del Comune di Abano Terme.
Quello che è stato affermato dal pool di avvocati presenti, comunque, si
ritrova nella Circolare del 30 ottobre 2002 inviata a tutti i Sindaci, ai
Presidenti delle Province ed al Direttore Generale ARPA dall'Assessorato
all'Ambiente della Regione Emilia-Romagna ed avente per oggetto "Indirizzi
regionali sul D. Lgs. n.198/02 recante "Disposizioni per la localizzazione
di impianti fissi per l'emittenza radio e televisiva e di impianti per la
telefonia mobile".

A ) Trasrivo testualmente dalla Circolare:

"Il quadro normativo, già incerto, derivante dal susseguirsi nel tempo di
due norme confliggenti sulla stessa materia, una delle quali
presumibilmente incostituzionale, appare ancora più confuso se si pone
l'accento su una probabile INAPPLICABILITA' TEMPORANEA del decreto n.198/02
(D.Lgs. Gasparri, nota del redattore). AI SENSI DELL'ART.1 DELLA LEGGE
443/01. infatti, in sede di prima applicazione della legge una
DELIBERAZIONE  CIPE , DA ADOTTARSI ENTRO IL 31 DICEMBRE 2001, avrebbe
dovuto INDIVIDUARE ESATTAMENTE LE  INFRASTRUTTURE  DEFINITE  STRATEGICHE.
In realtà la deliberazione CIPE n.121 del 21 dicebre 2001 ha indicato,
NELL'ALLEGATO  5 dedicato alle INFRASTUTTURE di TELECOMUNICAZIONI, solo
generici investimenti monetari, e RINVIATO  A  SUCCESSIVA   DELIBERAZIONE ,
 da adottarsi d'intesa con le regioni, la PUNTUALE  INDIVIDUAZIONE DELLE
INFRASTRUTTURE. IL   DECRETO   SAREBBE  PERTANTO  I N A P P L I C A B I L E
 fino a tale  SUCCESSIVA  DETERMINAZIONE".

B ) E questo è quanto mi ha dichiarato l'avv. Matteo Ceruti ( a cui invio
per conoscenza) :

"L'art. 1 del D.Lgs. Gasparri individua come campo di applicazione le sole
infrastrutture di telecomunicazione dichiarate strategiche ai sensi
dell'art. 1 della Legge 443/2001. L'art. 1 ci parla della procedura di
individuazione delle infrastrutture strategiche prevedendo che IN SEDE DI
PRIMA APPLICAZIONE della legge spetta al CIPE APPROVARE IL PROGRAMMA
ANNUALE entro il 31 dicembre 2001. La DELIBERA  CIPE  n. 121 /  2001
individua, ALL'ALLEGATO  5 , il PROGRAMMA delle infrastrutture strategiche
nel settore delle telecomunicazioni LIMITANDOSI  tuttavia  ad INDICARE  i
soli FLUSSI DI INVESTIMENTI PREVISTI DAGLI OPERATORI PRIVATI,  mentre  R I
N V I A  espressamente ad una FUTURA  DELIBERA,   SINO   AD  OGGI   NON
ANCORA  A P P R O V A T A, la   DISTINTA   delle opere considerate
STRATEGICHE.
In   mancanza   di   questa   individuazione    il  decreto   198/ 2002  
NON   PUO'   CONSIDERARSI   ANCORA   OPERATIVO  così come è stato anche
ribadito dall'UPI (Unione Province Italiane) in occasione dell'esame dello
schema di decreto legislativo in sede di Conferenza Stato / Regioni /  Enti
Locali".
 
Sperando di averVi fatto cosa utile,

dott.ssa Beatrice Bardelli
Coordinamento regionale Comitati contro l'elettrosmog- TOSCANA   

 

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ATTENZIONE
IMPORTANTE !!!
SI PREGA DI DIVULGARE  CON URGENZA !!!!


la  federazione nazionale  dei Verdi ha deciso di impugnare il decreto Gasparri  "SBLOCCA  ANTENNE " affidando l'incarico all'Avvocato Emanuele Montini.
La federazione dei verdi invita quindi    associazioni e comitati  sensibili alle tematiche ambientali (comitati contro centrali, inceneritori, discariche  ecc. ecc. ecc.)
e non solo all'elettrosmog ad aderire al  ricorso che
SARA'  SOSTENUTO ECONOMICAMENTE   COMPLETAMENTE
dalla  Federazione dei Verdi.
Per adesioni contattare:
e.montini@libero.it
fax   06 /  39746188 

(è sufficiente inviare una @mail con l'indicazione del nome e cognome del rappresentante della Associazione o Comitato che intende aderire, con recapito telefonico ed indirizzo @mail)
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Pubblichiamo l'e-mail ricevuta dal ForumElettrosmogCONACEM:
 
Oggetto: le ADESIONI ORA SONO UNA CINQUANTINA
Data: martedì 20 agosto 2002

33 adesioni di comitati ed associazioni. A questi si aggiungono 2 comuni (fra cui Modena) ed innumerevoli cittadini.
Il Dlgs Gasparri è ormai alla firma del Capo dello Stato. Se Ciampi firmasse andrebbe in pubblicazione sulla gazzetta ed essendo una fonte primaria si potrebbe soltanto ricorrere alla Corte Costituzionale. Tale ricorso non può essere fatto direttamente da noi (Lo possono fare soltanto le Regioni), ma occorrerà che qualche Comune lo utilizzi per consentire la realizzazione di antenne. A questo punto, in qualsiasi parte d'Italia dovesse accadere, saremo pronti, su segnalazione degli interessati, a fare
ricorso al TAR ed a sollevare davanti a quel giudice l'eccezione d'incostituzionalità del Dlgs Gasparri.
Per quanto riguarda, invece, i DM Gasparri (quelli sui tetti di emissioni per alta e bassa frequenza) si potranno impugnare direttamente, ma occorrerà che siano pubblicati anch'essi (per ora devono ancora andare alla commissione ambiente della Camera, prevista per settembre).
Ti prego di ringraziare tutti, il CONACEM e Te, Regina dei Mari, per prima, nonchè  Cinzia, per aver aderito alla nostra azione. Ci aggiorniamo a breve.

Un abbraccio a tutti

Emanuele Montini

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Elettrosmog, cancellati i regolamenti e le leggi regionali 
      E ora antenne come funghi grazie al Decreto Gasparri 
      Massimo Rossi,
      sindaco di Grottammare
    
      "Le infrastrutture di telecomunicazioni per impianti radioelettrici" (impianti radio-trasmittenti, ripetitori di servizi di telecomunicazione, stazioni radio base per reti mobili GSM/UMTS, ecc.) . "sono opere di interesse nazionale", "sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento".
      Con questa norma di inconsueta e brutale chiarezza il governo Berlusconi, grazie alla solerte iniziativa del ministro Gasparri, ha fatto tabula rasa di centinaia di regolamenti comunali e varie leggi regionali volte ad assicurare ai cittadini un'adeguata protezione dall'esposizione a campi elettromagnetici. Leggi, regolamenti e norme urbanistiche ottenute grazie alla mobilitazione di un vasto e capillare movimento, fatto di associazioni e comitati spontanei (in qualche caso "cavalcati" strumentalmente persino da forze del centro destra!)
      Un movimento che era riuscito a far approvare nel febbraio dell'anno scorso la Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettromagnetici (la Legge 36/2001) che riconosceva, appunto, a Regioni e Comuni competenze, rispettivamente legislative e regolamentari in materia; prerogative peraltro rafforzate e rese esclusive dalla successiva, tanto sbandierata, riforma del titolo V° della Costituzione.

      Il bello è che il decreto legislativo 4/9/2002 n°198, già vigente, in quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 Settembre scorso con la sinistra denominazione: "Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del paese.", nel ribadire la competenza comunale al rilascio delle autorizzazioni all'installazione degli impianti in questione, in realtà, priva assolutamente gli enti locali di ogni strumento per disciplinare tali installazioni.

      Le "antenne" potranno quindi sorgere come funghi ovunque, magari vicino ad asili, scuole, ospedali, in barba al principio di precauzione che aveva ispirato tanti regolamenti comunali, in quanto, tali installazioni vengono di fatto subordinate al solo parere (sul progetto!) dell'ARPA regionale.


      Il silenzio-assenso
      e altre amenità
      Ma c'è di più. Per dare maggiore certezza ai gestori dei servizi di telefonia e di telecomunicazione si introduce, in una materia così complessa e delicata, la procedura del silenzio assenso in base alla quale dopo 90 giorni dall'istanza, il gestore stesso si intenderà autorizzato all'installazione qualora il Comune non avesse ancora risposto!

      Non solo: per gli impianti di potenza inferiore ai 20 Watt, si prevede incredibilmente la procedura della semplice DIA (denuncia di inizio attività), in base alla quale basta comunicare l'installazione senza attendere alcuna autorizzazione in merito!

      Incredibile e sconcertante infine la norma contenuta nell'articolo 11 del Decreto con la quale si permette ai gestori di agire direttamente in giudizio contro quei cittadini che si oppongano alla installazione sulla loro proprietà delle infrastrutture per reti di telecomunicazioni!!!

      Come dire: adesso basta con la melina, qui sono in ballo milioni e milioni di euro, pertanto si fa sul serio!!


      Una legge
      incostituzionale
      Questa Legge oltre ad essere brutalmente antidemocratica appare palesemente incostituzionale. In primo luogo, infatti, l'articolo 117 del nuovo testo costituzionale nell'elencare le materie su cui lo Stato ha legislazione esclusiva, oltre a non annoverare quella di cui si parla (.a meno che si tratti di tutela dell'ambiente!!!), ribadisce espressamente che "spetta alle regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato", mentre l'articolo 118, senza possibilità di equivoci, attribuisce ai Comuni tutte le funzioni amministrative (tra queste, certamente quella di autodefinire le norme urbanistiche per il proprio territorio).

      In secondo luogo il Decreto legislativo in questione trae origine da una presunta delega che sarebbe stata conferita al Governo con la famigerata "legge obiettivo" del Ministro Lunardi. In realtà tale delega non è affatto riconducibile alla legge 443/2001 in quanto nella delibera di programmazione del CIPE a cui la stessa legge rinviava per l'esatta individuazione delle opere oggetto della delega stessa, non vengono indicate con precisione opere relative a "reti di telecomunicazione".

      C'è da dire inoltre che a nulla sono valse le dure prese di posizione, contrarie al provvedimento in questione, assunte nei mesi scorsi da ANCI, UPI e buona parte delle Regioni.

      L'ANCI, in particolare, con uno specifico ordine del giorno, approvato all'unanimità (compresi i sindaci del centro destra!!!) su proposta del sottoscritto, nel Consiglio Nazionale del 26 giugno scorso, aveva chiesto al Governo e al Parlamento di modificare il testo dello schema del decreto presentato da Gasparri in Conferenza Unificata qualche giorno prima. .Ma come è oramai chiaro a tutti, il tanto sbandierato Federalismo vale solo quando è funzionale al bussines, alle privatizzazioni e alla distruzione delle garanzie dei cittadini, ma si dimentica quando può rappresentare un ostacolo al raggiungimento dei medesimi obiettivi!


      Agire subito
      Che fare quindi di fronte a tanto "scempio" del diritto e dei diritti dei cittadini?

      Innanzitutto si tratta di innescare una risposta dal basso, da parte dei comitati e del movimento in generale, contro l'arroganza del Ministro Gasparri e delle potenti compagnie telefoniche.

      C'è bisogno di una risposta che sia in grado di riaffermare che la sovranità sul futuro dei nostri territori non può e non deve appartenere ai poteri economici in funzione dei loro affari, che lo sviluppo ed il progresso tecnologico non sono concetti "neutri", i cui contenuti ed i cui passaggi debbono essere calati dall'alto in modo autoritario e ineluttabile.

      Una risposta forte che, nel concreto, induca le Regioni ad impugnare immediatamente la Legge di fronte alla Corte Costituzionale per chiederne la dichiarazione di incostituzionalità e per indurre i Consigli Comunali ad adottare ordini del giorno di indirizzo, nei confronti dei funzionari preposti al rilascio delle autorizzazioni, volte alla disapplicazione della stessa norma ed a sollevare l'eccezione di costituzionalità in caso di azione legale delle compagnie interessate.
 

messaggio tratto da:    
************** FORUM **** ELETTROSMOG **** CONACEM ******************
 http://www.conacem.it/forum.htm

Tratto dal FORUM **** ELETTROSMOG **** CONACEM -


   02/08/2002 - TLC: ANTENNE, APPROVATO DECRETO GASPARRI DI SEMPLIFICAZIONE

Con il "decreto Gasparri ", approvato oggi dal consiglio dei ministri su proposta del titolare delle Comunicazioni, si accelereranno le procedure per la realizzazione delle infrastrutture per le reti umts, la tv digitale terrestre e la banda larga. '
Il decreto legislativo semplifica le installazioni di reti e antenne di tlc sul territorio nazionale, e introduce la formula di silenzio-assenso per le autorizzazioni alle installazioni.
Per le installazioni di impianti Umts, ''con potenza in singola antenna uguale o inferiore ai 20 watts'', il decreto prevede che sia ''sufficiente la denuncia di inizio attivita'''.
Se le amministrazioni locali esprimono dissenso e' convocata entro 30 giorni una conferenza di servizi che si esprime a maggioranza, sostituendo ''a tutti gli effetti gli atti di competenza delle singole amministrazioni''. Se il dissenso e' espresso, all'interno della conferenza di servizi, da un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, della salute o del patrimonio artistico ''la decisione e' rimessa al consiglio dei ministri''.
Le agenzie regionali dell'ambiente, come si legge nell'articolo 4 del decreto, avranno 20 giorni di tempo, da quando e' stata presentata la richiesta di installazione, per pronunciarsi sulla compatibilita'  degli impianti con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualita' fissati uniformemente su scala nazionale.


Il senatore Sauro Turroni (Verdi) annuncia battaglia in commissione a settembre. "Sono limiti troppo alti - aggiunge - che consentiranno a tutte le società che installano impianti e linee che generano campi elettromagnetici di potere operare senza assicurare le necessarie garanzie e tutele ai cittadini". "Queste norme, emanate alla chetichella in periodo feriale, dovranno comunque confrontarsi con le regole più restrittive emanate da alcune regioni - rileva Turroni - e non riusciranno a sottrarre il Governo ai giudizi severi dei tantissimi cittadini che riuniti in
comitati si stanno battendo da anni in difesa della propria salute. Il centro destra ha buttato la maschera e ha fatto vedere quali interessi privilegi".

6 agosto 2002

Elettrosmog. Pecoraro: con Decreto Gasparri 40 mila antenne selvagge

"I Verdi impugneranno in tutte le sedi questo provvedimento
incostituzionale che consente, in violazione di ogni norma urbanistica e di
tutela della salute, l'installazione di 40 mila nuove antenne". Cosi' il
presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio commenta l'approvazione del
"Decreto Gasparri" avvenuta in consiglio dei ministri. "E' un'indecenza- ha
aggiunto il leader dei Verdi- che a camere chiuse e contro gli impegni
presi in Parlamento sin dalla scorsa legislatura, il governo faccia questa
scelta gravissima. Mobiliteremo migliaia di comitati in tutta Italia. E' un
governo nocivo per la salute dei cittadini e per le stesse imprese perche'
sceglie la strada non un piano nazionale condiviso con le comunita' locali
ma, sulla testa di queste e con una cultura antidemocratica, quella della
forza, scatenando proteste sacrosante". Per Pecoraro Scanio quindi "e'
ancora piu' urgente sostenere con la propria firma il referendum contro la
'servitu' da elettrodotto' che abbiamo promosso, per bloccare anche questo
tentativo di svuotare il potere di scelta a livello locale e di minacciare
pesantemente la salute di tutti noi".


Per ulteriori informazioni visitate http://www.conacem.it/forum.htm
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 Abbiamo ricevuto, al riguardo, il presente intervento del Consigliere Comunale Consuelo Ascolese, che condividiamo in pieno e pubblichiamo molto volentieri:

                                                                                               Al Sindaco di Salerno

                                                                                                dott. Mario De Biase

                                                                                                All’Assessore all’Ambiente

                                                                                               del Comune di Salerno

                                                                                               All’ On. Vincenzo De Luca

                                                                                               All’ On. Tino Iannuzzi

                                                                                               Al Sen. Roberto Manzione

 OGGETTO: DECRETO ELETTROSMOG

 Il giorno 2 agosto u.s. è stata scritta l’ennesima pagina nera sull’elettrosmog. In tale data, infatti, il Ministro Gasparri, con un vero e proprio blitz, ha emanato un decreto per accelerare le procedure per l'installazione di siti per la telefonia mobile, accontentando i gestori che premevano e non considerando affatto i pareri contrari espressi da diverse regioni, dall’ANCI, dall’UPI e da diverse associazioni ambientaliste.

Tale decreto, che di fatto blocca ogni politica di riduzione e prevenzione dell’inquinamento elettromagnetico, prevede una procedura semplificata per l’installazione delle antenne per la telefonia mobile.  I gestori, infatti, avranno la possibilità di presentare la sola denuncia di inizio lavori, con l’introduzione del principio del silenzio-assenso con breve scadenza, con la previsione di una "conferenza dei servizi" in caso di negazione dell'autorizzazione da parte dei Comuni e con il rimando al Consiglio dei Ministri nel caso che un'autorità competente in materia di vincoli artistici o ambientali sia contraria all'autorizzazione.

Appare evidente come, in tal modo, si sia operata, ancora una volta, una forte violazione dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza,  con l’espropriazione, di fatto, del ruolo di prevenzione, controllo e pianificazione che molti enti locali avevano faticosamente conquistato.

E’ chiaro che tale  decreto, che dovrà ora essere sottoposto al vaglio della Commissione Parlamentare competente,  rischia di trasformare le nostre città in una selva di antenne, del tutto in contrasto con il diritto, costituzionalmente garantito, a vivere in un ambiente salubre.

Per tali ragioni, in qualità di Consigliere comunale, chiedo alle forze politiche di centro-sinistra, ed in modo particolare agli onorevoli Parlamentari della città di Salerno di farsi portavoce di questo problema fortemente sentito dai cittadini, che è già stato ripetute volte sollevato da diversi Comitati di Quartiere, e di contrastare in ogni sede istituzionale quella che da molti viene considerata “una delle peggiori norme della legislatura Berlusconi”.

 

Salerno, li 29.08.2002                                                      Il Consigliere comunale

                                                                                     (avv. Consuelo Ascolese)


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UN PATTO DI QUARTIERE CONTRO IL DECRETO LEGGE DEL GOVERNO CHE
FAVORISCE LE NUOVE INSTALLAZIONI DI STAZIONI RADIO BASE SUI
CONDOMINII:


IL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD RILANCIA UNA NUOVA
INIZIATIVA SU TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO PER ORGANIZZARE LA
CONTROINFORMAZIONE E LA TUTELA DELLA SALUTE DALL'ASSALTO DEI
GESTORI, A SEGUITO DEL DECRETO LOBBYSTICO DEL MINISTRO GASPARRI.

Stipulare un patto di quartiere tra i vari amministratori di
condominio per impedire che i Gestori di telefonia mobile riescano a
far breccia tra i cittadini dietro lo spauracchio: "se non mettete
l'antenna sul vostro terrazzo daremo i soldi ai vostri vicini.."


Il decreto anticostituzionale del Governo, studiato ad hoc per
favorire i Gestori contro le Autonomie Locali e contro le
aspettative di tutela della Salute da parte dei cittadini, mette in
moto un'irresponsabile corsa al profitto contro ogni ragionevole
principio di precauzione e di tutela della Salute della popolazione.


Il patto di quartiere è scaricabile per tutti i comitati italiani ed
europei e per i singoli cittadini dal sito www.comiromanord.it.


Una iniziativa di difesa civica contro la disinformazione dei
Ministeri competenti che si avvalgono della complicità di alcune
istituzioni sanitarie poco coerenti.


Ci riferiamo all'Istituto Superiore di Sanità che, nonostante il
proprio rapporto congiunto con l'ISPESL del 1998 in tema di
elettrosmog, ha sconfessato il suo stesso componente dott. Pietro
Comba per aver sottoscritto la perizia disposta dal Tribunale di
Roma sul nesso tra onde e leucemia nella zona di Roma Nord.


WWW.COMIROMANORD.IT

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APPUNTI SUL “DECRETO GASPARRI”

 

Il cosiddetto "Decreto Gasparri", che contiene "Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 13 settembre 2002,   è in vigore dal 14 settembre 2002.

 

1.       Uno dei maggiori elementi di gravità che si riscontrano nel decreto si trovano all’art. 3

 

Art. 3.

Infrastrutture di telecomunicazioni

1. Le categorie di infrastrutture di telecomunicazioni, considerate strategiche ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 21 dicembre 2001, n. 443, sono opere di interesse nazionale, realizzabili esclusivamente sulla base delle procedure definite dal presente decreto, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 8, comma 1, lettera c), della legge 22 febbraio 2001, n. 36.

2. Le infrastrutture di cui all'articolo 4, ad esclusione delle torri e dei tralicci relativi alle reti di televisione digitale terrestre, sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento.

3. Le infrastrutture di cui agli articoli 7, 8 e 9 sono assimilate ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria di cui all'articolo 16, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, pur restando di proprietà dei rispettivi operatori, e ad esse si applica la normativa vigente in materia.

 

Dunque le infrastrutture per la telefonia mobile sono definite “opere strategiche di interesse nazionale”, nonostante queste siano di proprietà dei Gestori, e senza che ciò sia stato stabilito da alcun atto del Parlamento Italiano Queste infrastrutture sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento. Viene così sottratta ai Comuni la possibilità di pianificare l’uso del proprio territorio e di regolamentare le installazioni degli impianti, come previsto nella Legge quadro 36/2001: in sostanza vengono annullati i poteri delle autonomia locali sanciti dalla riforma del Titolo V della Costituzione Italiana e da diverse sentenze della stessa Corte Costituzionale, oltre che da varie ordinanze del Consiglio di Stato.

 

Art. 5.

Procedimenti autorizzatori relativi alle infrastrutture di telecomunicazioni per impianti radioelettrici

2. [...] Nel caso di installazione di impianti, con tecnologia UMTS o altre, con potenza in singola antenna uguale o inferiore ai 20 Watt, fermo restando il rispetto dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità sopra indicati, è sufficiente la denuncia di inizio attività [...].

6. La conferenza di servizi deve pronunciarsi entro trenta giorni dalla prima convocazione. L'approvazione, adottata a maggioranza dei presenti, sostituisce ad ogni effetto gli atti di competenza delle singole amministrazioni e vale altresì come dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dei lavori. Della convocazione e dell'esito della conferenza viene tempestivamente informato il Ministero delle comunicazioni.

 

  1. Inoltre il decreto introduce con l’art. 11  limitazioni alla proprietà privata, permettendo ai Gestori di agire direttamente in giudizio contro i Cittadini che vogliono impedire la installazione degli impianti sulla loro proprietà:

 

Art. 11.

Limitazioni legali alla proprietà privata

1. Al fine di accelerare l'installazione delle infrastrutture di telecomunicazioni, all'articolo 232 del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale, di bancoposta e di telecomunicazioni, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156, è aggiunto, in fine, il seguente comma: "L'operatore di telecomunicazioni incaricato del servizio può agire direttamente in giudizio per far cessare eventuali impedimenti e turbative al passaggio ed alla installazione delle infrastrutture.".

 

  1. Il Decreto introduce poi agli arttt. 6 e 7 il meccanismo del silenzio-assenso nel regime autorizzativo per detti impianti, in una materia per la quale la valutazione discrezionale da parte della Pubblica Amministrazione risulta determinante ai fini della tutela della salute pubblica e del patrimonio paesaggistico ed ambientale;.

 

Art. 6.

Esiti e conseguenze

1. Le istanze di autorizzazione e le denunce di attività di cui all'articolo 5, nonché quelle relative alla modifica delle caratteristiche di emissione degli impianti già esistenti, si intendono accolte qualora, entro novanta giorni dalla presentazione del progetto e della relativa domanda [...]. Le opere debbono essere realizzate, a pena di decadenza, nel termine perentorio di dodici mesi dalla ricezione del provvedimento autorizzatorio espresso, ovvero dalla formazione del silenzio-assenso.

 

Art. 7.

Opere civili, scavi e occupazione di suolo pubblico

[...]

7. Trascorso il termine di novanta giorni dalla presentazione della domanda, senza che l'amministrazione abbia concluso il procedimento con un provvedimento espresso ovvero abbia indetto un'apposita conferenza di servizi, la medesima si intende in ogni caso accolta. Nel caso di attraversamenti di strade e comunque di lavori di scavo di lunghezza inferiore ai duecento metri, il termine è ridotto a trenta giorni.

 

  1. Infine, dulcis in fundo, all’art. 12 del Decreto si abroga l’art.2 bis della Legge 1/7/1997 n.189, che recepiva la Direttiva 96/2/CE in materia di Valutazione d’Impatto Ambientale per l’installazione di infrastrutture relative agli impianti di comunicazioni mobili e personali.
  2.  

Conclusioni

 

L’obiettivo principale del centro destra nell’approvare questo decreto, in sintesi, appare quello di agevolare i Gestori della Telefonia Mobile senza preoccuparsi sufficientemente né della salute dei Cittadini né della tutela dell'ambiente e del paesaggio. La Regione Lazio, anch’essa governata dal centro destra, sta riuscendo addirittura a peggiorare le cose. Infatti, l’unica nota positiva del decreto Gasparri, quella che prevede il raggiungimento a livello regionale dei cosiddetti “obiettivi di qualità”, che consentirebbero ad es. l’esclusione di certe aree per motivi sanitari, ambientali, paesaggistici, ecc., è stata completamente ignorata nella proposta di legge regionale n. 410 che il Consiglio si appresta ad approvare: nonostante le richieste dei Verdi e degli la giunta e la commissione non hanno permesso alcuna menzione agli obiettivi di qualità.

 

Al momento in cui scriviamo il Decreto è all’esame della Corte Costituzionale, cui è stato rimesso dal ricorso di alcune Regioni. Tutti auspichiamo e speriamo che la Corte giudichi il Decreto per quello che è: un atto non costituzionale!

 (tratto dal materiale del Gruppo Verdi del Comune di Livorno)

 

 (prossima puntata: I rischi sanitari per l'uso del telefonino)

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