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Centro di Visita "Il lupo": a San Sebastiano di
Bisegna, area riservata allo sviluppo del lupo appenninico, è facilmente
avvistabile più di qualche esemplare.
Lupo
appenninico
| IDENTIFICAZIONE:
Talvolta erroneamente scambiato per un cane
rinselvatichito o per un ibrido (vale a
dire per un incrocio tra un cane e un lupo), il lupo si riconosce dalla
testa larga, ingrandita da un folto e lungo pelo dietro le guance, mentre il
collo è tozzo e corto, le orecchie sono dritte. Il colore varia,
dall'estate all'inverno da un marrone grigiastro a un grigio più chiaro e
pallido. Il suo peso può arrivare al mezzo quintale.
| Comportamento:
animale che generalmente vive in gruppo, il lupo ha una
serie di atteggiamenti tipici: muove la coda in segno di saluto; rizza il
pelo e ringhia in atteggiamento di dominio; abbassa le orecchie e la coda,
mettendola tra le zampe, in segno di sottomissione e paura. I componenti del
gruppo collaborano talvolta nella caccia, ma non si conoscono comunque casi
di aggressione nei confronti dell'uomo. Dopo la nascita, i piccoli rimangono
con i genitori almeno un anno.
| Alimentazione:
grandi erbivori come cervi e caprioli, ma anche prede più
piccole come lepri, uccelli e roditori, oltre a carogne, frutta e ortaggi.
| Habitat:
prevalentemente abita nelle foreste.
| Segni di presenza:
le orme sono simili a quelle di un grosso cane, ma disposte
su un'unica fila. Gli escrementi sono pieni di peli.
| Avvistamento:
il lupo e un animale difficile da avvistare: di abitudini
prevalentemente notturne, durante il giorno si rifugia nei luoghi più
selvaggi e inaccessibili del Parco.
| Durata della vita:
10-17 anni.
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Lupo appenninico (Canis
lupus italicus). Deve essere valutata con attenzione
l'individuazione della popolazione appenninica caratterizzata da fattori
morfologici ed etologici, e riproduttivamente isolata, al fine di riconoscervi
una sottospecie geografica meridionale di dimensioni minori del Lupo europeo.
L'attuale popolazione di Lupo appenninico viene stimata nel Parco a circa 40-50
individui, e più o meno a 450-500 in Italia: vi è stato dunque un
recuperoforte e rapido, che ha consentito la riconquista di territori
appenninici perduti (come l'Appennino Dauno e l'Aspromonte), e persino la
colonizzazione di nuovi territori (Appennino settentrionale ed Alpi Marittime,
anche sul versante francese). Ancor più interessante il fatto che nel Parco
questo predatore, a seguito del ritorno degli ungulati sue preda d'elezione,
abbia ripreso regolarmente e con successo a cacciare in branco. Un ruolo poco
noto ma assai importante viene poi svolto, specialmente negli inverni più
freddi ed innevati, dal lupo nel controllo delle popolazioni di cinghiale (Sus
scrofa), spesso non pure ed introdotte nell'Appennino a scopo venatorio.
E’ sintomatico sottolineare come i danni del lupo al bestiame domestico siano
virtualmente inesistenti nelle zone naturali equilibrate, dove abbondano le
prede selvatiche; e vengano lamentati eccessivamente altrove, in presenza di
consistenti nuclei e branchi di cani randagi ed inselvatichiti. Poiché è noto
che l’80% dei danni lamentati da pastori e allevatori vengono causati appunto
da tali cani, si può presumere con fondamento che proprio la presenza del lupo,
che nelle zone protette li elimina o allontana, contribuisca a far decrescere
significativamente i danni al bestiame domestico.
Gli obiettivi futuri di tutela considerano essenziale l'estensione su scala
più vasta delle strategie di conservazione del Parco, con la successione di
interventi di protezione (funzionamento delle nuove Aree protette), promozione
(creazione di Aree faunistiche del Lupo appenninico) e compensazione (piena
tempestiva corresponsione di indennizzi per i danni effettivi al bestiame
domestico).
Materiale gentilmente concesso dal Sito Ufficiale del Parco
Nazionale d'Abruzzo
© Tutti i diritti riservati
www.pna.it
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