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NE CON GLI UNI NE CON GLI ALTRI MA DALLA PARTE DEI POPOLI OPPRESSI Sia Bin Laden che Bush si muovono sulla filosofia del O con
noi o contro di noi, con terminologia diversa nel concreto tutti e due stanno
suonando le trombe della guerra santa. Guerra santa che di santo ha ben poco giacché legata ad uno scontro
di carattere imperialistico per il controllo di uno dei fattori indispensabili per limposizione
e la conservazione dellimperialismo; le risorse energetiche. Questa guerra è la conseguenza di una comparia imperialistica andata
male, una comparia costituita dal Pakistan, Bin Laden e gli Stati Uniti che per avere il
controllo delle risorse energetiche della regione del Mar Caspio e del Caucaso hanno
inventato e foraggiato i Thalebani per scacciare i russi ed avere in Afghanistan un
governo stabile. Un governo stabile che permettesse ad un consorzio internazionale con
alla testa la società petrolifera americana UNOCAL di costruire un gasdotto che dal
Turkmenistan, attraverso lAfghanistan sfociasse in Pakistan. Un accordo dunque tra capitalismi da cui gli Stati Uniti, disponibili
anche a riconoscere il governo dei Thalebani, si proponevano di ottenere un controllo
sulle risorse energetiche della Regione che aggiunto al controllo su quelle del Medio
Oriente, messo al sicuro dopo la guerra del Golfo, dovevano assicurargli la leadership
mondiale. Altro che guerra di religione o contro i terroristi, lattuale
guerra come del resto le altre, è dovuta e alimentata dalla volontà di conseguire o
mantenere capacità imperialistiche. Lintegralismo religioso ed il terrorismo non sono mai le
ragioni di una guerra ma sono piuttosto delle armi da guerra, armi molto potenti da
mettere in campo quando sono impari le strutture belliche dei contendenti. Bush e Bin
Laden sanno benissimo qual è limportanza della posta in gioco e ognuno mette in
campo le armi migliori che possiede, sacrificando la vita, le libertà sociali e la
dignità di persone e di popoli, senza escludere che se dopo tante distruzioni e morti
innocenti, non vi sarà un vincitore si possa rimettere sù la comparia. In questo genere di confronti tutto è possibile, la categoria dellingiustificabile
rimane vuota, anche le stragi e i genocidi vanno a riempire la categoria del
giustificabile. Pronti nellesecrazione per le stragi subite si è altrettanto
pronti nella giustificazione di quelle perpetrate. E da questa logica che nasce la strage delle torri gemelle, ma
anche quella dello sterminio del popolo Ceceno, della strage di bambini causati dallembargo
allIRAQ e quella dei bombardamenti intelligenti in Iugoslavia, una logica vecchia
quanto è vecchia la storia delluomo ma che nei tempi moderni ha avuto dei maestri
che le hanno dato una veste scientifica e programmata, della quale è stato fatto il varo
e verificata lefficienza a Iroshima e Nagasaki. Ed è anche da questa logica che nasce linternazionalismo dellimperialismo
e del capitale che, rivelatosi più efficiente dellinternazionalismo proletario, ha
saputo formare un fronte unico ( vedi laccordo tra Busceddu barrosu e Putineddu su
zullu ) per tutelare gli stati-nazione, perpetuare la soggezione delle nazioni senza stato
e dare corso al perfezionamento del liberismo e della globalizzazione, ultimi mostri del
capitalismo. Da figli di una nazione senza stato, impegnato in una lotta di
liberazione nazionale, non possiamo fare altro che inquadrare linterpretazione di
ogni evento, compresa la guerra in Afganistan, nella categoria della positività se
aiutano la nostra lotta e in quella della negatività se la frenano. Non avendo nessuna morale da rispettare allinfuori di quella
interna alla nostra nazione e non essendo disponibili a piangere per nessun tipo di
oppressore, non abbiamo dubbi che un indebolimento dellimperialismo americano
causerà un indebolimento dellimperialismo italiano e del sistema degli
stati-nazione e permetterà di fare un passo in avanti alle lotte di liberazione nazionale
e alla costruzione di aggregati tra popoli basati sulleguaglianza e non sulla
sudditanza. Ecco perché noi indipendentisti non ci schiereremo con nessuno dei
due compagni di merende, noi stiamo dalla nostra parte, dalla parte dei popoli
oppressi, ignorati e sfruttati e dalla parte delle persone che, senza nessuna colpa,
saranno la carne da macello da sacrificare sugli altari dellimperialismo
internazionale. Qualche perplessità gli indipendenti la hanno anche verso i
pacifisti di stato, che molto spesso sono difensori dei diritti dei popoli in casa daltri
e oppressori in casa loro. Siamo sicuri che se per la lotta di liberazione nazionale
scegliessimo, come riteniamo nostro diritto, la lotta armata, per molti dei manifestanti
italiani che parteciperanno alla marcia pacifista dAssisi diventeremmo dei
terroristi, criminali secessionisti che attentano alla sacra indivisibilità della patria
italiana. E anche per questo che non abbiamo sentito un forte incentivo,
anche se manderemo comunque una nostra delegazione, che cinducesse a partecipare
alla marcia di Assisi, non ce la sentivamo di marciare a fianco di forze politiche che
nella nostra terra rappresentano il dominatore italiano e non riconoscono lesistenza
e tanto meno i diritti della nostra nazione. Noi indipendentisti siamo nella condizione di tutti i combattenti che
lottano, per una causa giusta, contro un nemico potente che non solo dispone di eserciti
ma è membro di organismi internazionali formati da stati-nazione. Siamo nella condizione che qualunque nostra azione armata, che non
essendo stato non può essere certo portata avanti con un esercito regolare, sarà dal
sistema imperialistico, compreso lo stato italiano e i partiti che ne formano il sistema
politico di governo ed opposizione, classificata nella categoria degli attentati
terroristici. La dimostrazione di quanto affermato è evidente, basta prendere in
considerazione il caso Basco, Curdo, Ceceno, Palestinese, Irlandese, Corso e di tutti i
patrioti che hanno optato per la lotta armata. E una logica perversa, per noi
inaccettabile, basata su una discriminazione intollerabile, che agli stati-nazione
permette di chiamare guerre le proprie azioni armate ed eroi o padri della patria i propri
combattenti e che relega le lotte armate di liberazione nazionale, delle nazioni senza
stato, negli atti di terrorismo e attribuisce ai patrioti combattenti la qualifica di
criminali terroristi. Dimenticando anche che molti degli attuali stati-nazione sono
arrivati allindipendenza grazie a quelle azioni che oggi classificano come atti
terroristici e grazie a quei combattenti che oggi chiamano eroi ma che ieri erano
terroristi. Il problema terrorismo non è risolvibile, come fanno anche alcuni
pacifisti e partiti politici di sinistra, inquadrandolo negli atti criminali e
combattendolo con azioni di polizia portate avanti dallONU. Nessuna azione di polizia risolverà il problema palestinese, ceceno,
curdo o basco o il problema degli scompensi tra zone ricche e zone povere del mondo creati
dalla globalizzazione. Come non sarà certo il carrozzone ONU, formato quasi
esclusivamente da stati-nazione e controllato dagli stati imperialisti, adesso anche
alleati, a risolvere il problema delle nazioni senza stato o della globalizzazione e dei
conflitti che ne derivano, dato che ne sono alcuni suoi componenti stessi la causa. La soluzione dunque non è conseguibile né con la guerra né con le
azioni di polizia ma solo con il riconoscimento ed il rispetto di tutte le nazioni e della
loro sovranità sul proprio territorio ed in particolare sulle proprie risorse
energetiche, sul superamento della statualità come condizione necessarie per avere
diritti nazionali o con il riconoscimento di tale condizione a tutti i popoli impegnati
nelle lotte di liberazione nazionale e che sono tenuti in stato di sudditanza e
soggezione. Finché ci sarà qualcuno che per conseguire o mantenere la
leadership mondiale, vorrà; avere il controllo delle risorse energetiche mondiali
espropriandole ai legittimi proprietari, avere il controllo dellinformazione,
costruire armi catastrofiche e imporre agli altri di non farlo, fare le classifiche dei
buoni e dei cattivi con annesso bombardamento, ci sarà qualche concorrente della stessa
pasta e ci saranno guerre, vittime innocenti, diritti negati da sacrificare sullaltare
della geopolitica dellimperialismo. Unultima considerazione; Lamerica non eliminerà
Bin Laden come non ha eliminato Sadam, per limperialismo questo tipo di nemici sono
linfa vitale, vanno conservati come il bene più prezioso perché sono alla base dellimpalcatura
imperialistica che ha necessità di mascherare il terrore, le stragi e le ruberie
necessarie a tenere in soggezione altri popoli e la loro stessa nazione. Bush senza Bin Laden sarebbe una figura sbiadita e piatta, nel suo
intimo avrà ringraziato Bin Laden mille volte per averlo tolto dalla mediocrità, come
Bin Laden avrà ringraziato mille volte Bush per averlo scelto come suo nemico.
Bustianu Cumpostu |