MATERIE PRIME
I medicinali sono
generalmente composti dal "principio attivo" o farmaco vero e proprio
e dall'"eccipiente", costituito da sostanze inerti necessarie a
veicolare il principio attivo, permettendone la somministrazione sotto forma di
sciroppo, compressa, supposta, eccetera. A volte viene aggiunto l'additivo per
migliorare l'aspetto, il sapore, il colore, la conservazione del prodotto.
In campo cosmetico ci si
giova del medesimo meccanismo usato per i farmaci, ma rivolto ad altre finalità
e con varie modifiche.
Si ricordi che l'art. 1
della legge 713 del 11-10-86 (legge italiana cosmetici) afferma che i prodotti
cosmetici non devono vantare attività terapeutiche, per cui il principio attivo
trova nel termine "SOSTANZA FUNZIONALE" una più corretta
definizione. Inoltre, in campo cosmetico, a differenza di quello farmaceutico,
è difficile distinguere inequivocabilmente l'ECCIPIENTE dalla sostanza
funzionale. Infatti se consideriamo una crema idratante al collagene o un latte
lenitivo alla calendola, queste risultano essere le "sostanze
funzionali", mentre l'emulsione di base costituisce
"l'eccipiente", anche se a sua volta può svolgere azioni funzionali.
(Una crema base da massaggio ad esempio, può essere costituita soltanto da una
serie di eccipienti e svolgere una buona azione lubrificante e ammorbidente).
Riassumendo, chiameremo
sostanze funzionali quelle che conferiscono al cosmetico una determinata e
finalizzata caratteristica, e materie prime di base le sostanze di supporto.
Restano gli additivi, essenziali per la corretta produzione e conservazione del
cosmetico, come:
ANTIOSSIDANTI,
AROMATIZZANTI, UMETTANTI, CONSERVANTI.
MATERIE PRIME DI BASE
(ECCIPIENTI) GRASSI (LIPIDI)
Natura e sintesi chimica
mettono a disposizione del Cosmetologo migliaia di sostanze con caratteristiche
idonee agli impieghi più svariati. I grassi, o lipidi, comprendono varie
sostanze che hanno fra loro in comune diverse proprietà quali l'untuosità al tatto,
l'insolubilità in acqua, la solubilità in solventi organici (esempio etere,
alcool).
I grassi (intendendo
genericamente anche sostanze che dal punto di vista chimico grassi non sono,
come gli idrocarburi e gli alcoli grassi) sono tra le materie prime più
utilizzate in cosmetologia.
I
GRASSI E LA PELLE
La pelle sa costruire da sé
la "crema" di cui ha bisogno per mantenersi sana, producendo
sapientemente acqua, squalene, paraffina, trigliceridi, cere, colesterolo e
acidi grassi. Se però la cute diventa secca esistono molti lipidi naturali in
grado di restituirle il giusto equilibrio. Infatti in una pelle sana questo è
dato dalla presenza del mantello idro-acido-lipidico, il quale, oltre al N.M.F.
(Natural Moisturizing Factor) e all'acqua (fase idrofila), possiede un sistema
di tipo lipofilo dovuto alla secrezione sebacea. Il sebo di per sé svolge
azione lubrificante, idratante ed emolliente costituendo il normale
completamento delle altre secrezioni con le quali forma una vera e propria
"emulsione naturale", non occlusiva, ma egualmente protettiva. Il
sebo è composto da: squalene (10%),
paraffina (5%), trigliceridi (35%), cere ed esteri sterolici (20%), acidi
grassi liberi (20%), colesterolo libero (10%). Squalene, paraffina,
trigliceridi ed esteri sono lubrificanti e protettivi filmogeni. Gli acidi
grassi sono antimicrobici ed eudermia, quindi evitano l'essiccazione e la
desquamazione. Il colesterolo ha azione emulsionante, emolliente e
coidratante. Come si può vedere, il sebo contiene tutti gli elementi tipici di
un'emulsione (tranne l'acqua) che viene infatti formata a contatto con il
sudore. Possiamo quindi affermare che la pelle si costruisce da sé la crema di
cui ha bisogno e che è da queste conoscenze che bisogna partire per la
formulazione di un cosmetico. Ecco perché è corretto usare sostanze di base
quanto più sebo-simili, cioè sostanze il più possibile affini a quelle che
produciamo naturalmente, in modo da ottenere prodotti non solo efficaci ma
anche privi quanto più possibile di allergenicità.
LE FUNZIONI DEI LIPIDI
Analizziamo ora più
approfonditamente le svariate funzioni svolte dai grassi:
LUBRIFICAZIONE.
Le creme lubrificanti devono
contenere una notevole quantità di sostanze lipidiche per far penetrare le
quali si ricorre solitamente al massaggio della superficie cutanea. In tali
creme è d'obbligo usare grassi sebosimili (squalene, trigliceridi) e non
grassi minerali, tipo la vaselina, di basso costo ma poco eudermici.
EMOLLIENZA E RESTITUZIONE.
Il termine "crema
nutriente" oggi dovrebbe essere sostituito dal termine "crema
restitutiva" nel senso di sebosimile. La nutrizione della pelle va intesa
come una restituzione ad essa di tutte le sostanze lipidiche di natura sebacea
che la cute non ha più, vuoi per colpa di un'eccessiva detergenza o nei casi di
alipia cutanea. Un'ottima funzione emolliente viene svolta da sostanze
contenenti steroli, alcoli terpenici, fitosteroli, lecitine e al limite possiamo
comprendere anche le sostanze ammorbidenti (mucillagini, polisaccaridi), idratanti
e umettanti. La funzione restitutiva è un ampliamento del concetto di
emollienza, in quanto è data da tutte le altre sostanze costituenti il sebo,
come squalene, trigliceridi, acidi grassi (oltre ai succitati grassi
emollienti).
RIACIDIFICAZIONE
La riacidificazione è un
aspetto strettamente collegato con l'emollienza e la "restituzione",
in quanto comporta un apporto di acidi grassi insaturi. In questo caso entrano
in gioco acidi quali il linoleico, il linolenico e l'arachidonico (o addirittura
un polinsaturo con un triplo legame come lo ximeninico,ricavato dall'olio di
Ximenia africana).Questa miscela di acidi grassi costituisce un insieme di
componenti che, oltre a mantenere la cute morbida e compatta, aiuta a
stabilizzare il corretto pH cutaneo.
PROTEZIONE
I lipidi difendono la cute
dagli agenti esterni;
COIBENTAZIONE
stante la loro bassa
conduttività termica, tendono a mantenere costante la temperatura cutanea,
opponendosi all'azione del freddo. I grassi inoltre contribuiscono a veicolare
le sostanze funzionali liposolubili. I lipidi comprendono forme fluide (oli),
pastose (burri e grassi comunemente intesi) e solide (cere). Le sostanze grasse
possono essere di origine minerale, di origine vegetale e di origine animale.
GRASSI MINERALI (IDROCARBURI)
Sono derivati dalla
raffinazione del petrolio. Si presentano allo stato fluido (olio minerale detto
anche olio di vaselina o paraffina liquida), molle (vasellina filante,
petrolato), solido (paraffina, ceresina) (per l'INCI: Paraffinum liquidum).Vengono
utilizzati per molte ragioni: inerzia chimica (pertanto non sono soggetti
all'irrancidimento), buona lavorabilità, costi contenuti. Non hanno molta
affinità con la cute sulla quale svolgono azione solo lubrificante e
protettiva. È doveroso aprire una parentesi sul problema dell'uso dei grassi
minerali come eccipienti. Essi infatti sono tra le sostanze principali di
prodotti per la pelle sia in farmacologia sia in cosmetologia, ma un uso
prolungato può causare una patologia cutanea denominata "acantosi".
Questa affezione consiste in un inspessimento della strato germinativo
dell'epidermide e degli epiteli costituenti le guaine dei follicoli
pilo-sebacei, con conseguente comparsa di una dermatosi.
D'altra parte è assai
difficile eliminare completamente queste sostanze dal panorama dei cosmetici e
anzi è opportuno notare che la vaselina annovera anche estimatori che ne
esaltano le proprietà idratanti dovute al suo potere occlusivo. Infatti il
rallentamento della TEWL* (Trans Epidermal Water Loss o perspiratio
insensibilis) permette una maggiore idratazione dello strato corneo. Risultano
comunque più affini alle strutture epidermiche i GRASSI DI ORIGINE NATURALE.
È corretto anche fare un'ultima considerazione: come si è visto la paraffina è
presente in piccola parte anche nel sebo, per cui percentuali limitate di
idrocarburi possono coesistere nelle creme con altri grassi più naturali,
senza dare problemi.
Prima di analizzare i grassi
vegetali, considerati eccipienti elettivi nella preparazione di cosmetici,
accenniamo ai siliconi, prodotti di sintesi ma sicuramente più biocompatibili
rispetto agli idrocarburi
SILICONI
Sono polimeri* semi-organici
che si ricavano dalla silice (SiO2) la cui struttura base è
R-O-Si-O-R- (Si= silicio, O= ossigeno, R=radicale organico).
A seconda della lunghezza
della catena polimerica si hanno siliconi liquidi, semisolidi e solidi. L'uso
di queste sostanze si sta notevolmente sviluppando in campo cosmetico: i
siliconi, infatti, si dimostrano ottimi eccipienti in quanto in grado di
formare un film protettivo sulla cute che permette una completa traspirazione
da parte di quest'ultima.
I siliconi di più recente
formulazione economizzano la produzione, in quanto possono essere lavorati a
freddo, inoltre sono idrorepellenti e ben scorrevoli, rendono quindi meno
untuosi e appiccicosi unguenti e creme da massaggio.
La loro struttura
particolare, consente di realizzare cosmetici protettivi e nel contempo
idratanti.
Le emulsioni siliconiche non
irrancidiscono, non irritano e sono prive di tossicità. Per questi motivi
possono trovare impiego anche nei paidocosmetici (cosmetici per bambini).
Molte preparazioni
cosmetiche hanno ricevuto notorietà e fortuna grazie all'impiego di questi
prodotti. In genere tutti i prodotti "barriera" li contengono, dalle
creme per le mani ai prodotti solari.
È da ricordare anche il loro
uso come additivi migliorativi in svariati prodotti (ad esempio come
antischiuma). Un recentissimo impiego che ha determinato una vera e propria
esplosione è stato negli shampoo, ai quali conferiscono eccezionali proprietà
districanti e filmogene.
*Polimeri: molecole a lunga
catena nelle quali un determinato gruppo atomico è ripetuto numerose volte.
I principali derivati
siliconici sono i seguenti: Dimetilpolisilossani, Dimetilpolisilossani
copolioli e Amodimetilpolisilossani.
Non esiste quindi un
silicone unico, ma una serie di materiali con una caratteristica in comune: la
presenza degli elementi silicio e ossigeno.
È proprio il monotono
ripetersi di questa alternanza Si-O-(Si-O)n... che costituisce la spina
dorsale di questi prodotti chimici e ne determina quindi alcune delle più
particolari proprietà.
L'elevata forza del legame
Si-O, rispetto ai comuni legami carbonio-carbonio o carbonio-ossigeno,
determina l'alta stabilità chimica e termica di questi derivati; mentre dalla
notevole lunghezza dei polimeri risulta una bassissima resistenza alla
rotazione e quindi, in definitiva, una enorme flessibilità.
Questo fatto ha due
conseguenze: la prima è quella di permettere la libera rotazione delle catene
laterali che genera così la particolare sensazione "vellutata";
l'altra è quella di permettere all'interno della struttura polimerica la facile
diffusione di molecole gassose. Il che, tradotto nelle formulazioni cosmetiche,
significa la formazione di film traspiranti sulla superficie della pelle.
GRASSI VEGETALI
Gli olì e i burri vegetali,
impiegati nella preparazione dei prodotti di bellezza, sono assai numerosi;
solitamente si ricavano dai semi e dai frutti oleosi e generalmente sono
costituiti da miscele di:
trigliceridi,
acidi grassi liberi,
fitosteroli,
fosfolipidi (tipo lecitine),
vitamine
e da una frazione detta
"insaponificabile".
LA FRAZIONE INSAPONIFICABILE
Riguardo a quest'ultima,
recenti studi ne hanno messo in evidenza l'importanza: vediamo di chiarire il
motivo. Molti grassi vegetali, trattati a caldo con alcali forti in eccesso
(come soda o potassa), si trasformano in saponi (sali alcalini degli acidi
grassi); altri invece contengono una serie di sostanze che, subendo il medesimo
trattamento, non reagiscono. Tale frazione viene perciò chiamata
"insaponificabile"; svolge un'azione fotoprotettiva, lenitiva ed
emolliente, inoltre stimola i fibroblasti dermici, ovvero quelle cellule
responsabili della produzione di fibre collageniche ed elastiche nel derma. I
principali componenti della frazione insaponificabile sono: carotenoidi,
tocoferoli, terpeni e steroli.
CARATTERISTICHE CHIMICHE DEI GRASSI VEGETALI
Molti lipidi
vegetali hanno la caratteristica di essere fortemente insaturi; più precisamente,
gli acidi grassi, che costituiscono insieme alla glicerina i trigliceridi,
ovvero i grassi presentano molti doppi legami tra un atomo di carbonio e un
altro.
Questa
caratteristica li rende instabili e quindi soggetti all'irrancidimento,
imponendo così l'impiego di efficaci miscele antiossidanti nelle formulazioni e
particolari attenzioni in fase di produzione. Fra gli oli vegetali, oltre a
quelli comunemente noti come di arachide, di germe di grano, di oliva, di mandorle,
rivestono grande interesse gli olì di avocado, mais, cartamo, soia, ximenia,
nocciolo, crusca di riso, ricchissimi di vitamine e fitosteroli. Tra i grassi
vegetali solidi, oltre al tradizionale burro di cacao, troviamo il burro di
karité e il burro di cocco, trigliceridi saturi che, a temperatura ambiente si
presentano solidi. Recenti osservazioni hanno fatto comprendere l'importanza di
acidi grassi polinsaturi, nella struttura dello strato corneo; la sua funzione
barriera infatti si deve anche a questi acidi grassi che, insieme a sostanze,
quali i ceramidi, fungono da materiale cementante intercellulare.Ora
analizzeremo i principali grassi di origine vegetale.
Olio di germe di
grano. Olio ottenuto per pressione dei germi di grano (triticum
sativum, Pocaceae). Contiene acido linoleico, oleico e frazione
insaponificabile con tocoferoli, sitosteroli e fosfolipidi.È un olio con
proprietà antiossidanti, caratterizzato da una elevata eudermia. Componente
lipidico per emulsioni, indicato nella preparazione di prodotti emollienti,
idratanti e restitutivi.
Olio di nocciolo. Olio ottenuto
per pressione dei semi di Corylus avellana. Contiene acido miristico, stearico,
oleico, linoleico, arachico e palmitico.
Olio ortodermico di lieve odore gradevole, che
conserva integri nel suo insaponificabile quei princìpi attivi liposolubili. È
un componente lipidico per emulsioni di eccellente risultato cosmetico.L'olio
dì nocciola (l'olio isolato dal frutto del genere Corylus) è simile nella
composizione all'olio di mandorle dolci. I due olì possono essere usati quasi
vicendevolmente in tutti i tipi di prodotti cosmetici, quali i prodotti per la
cura della pelle, i rossetti e le preparazione abbronzanti. Si riferisce che
l'olio di nocciola penetra nella pelle più rapidamente dell'olio di mandorle
dolci.
L'olio di mais. Olio ottenuto
per spremitura dei semi di Zea mays. Contiene gliceridi dell'acido miristico,
palmitico, stearico, oleico, linoleico e una frazione insaponificabile
costituita da gamma-tocoferolo, fosfolipidi e sitosteroli. Possiede ottima
limpidità, è stabile anche a basse temperature, resistenza notevole alle
alterazioni ossidati ve senza alcuna addizione di antiossidanti.
L'olio di
avocado. Olio ottenuto per pressione della polpa disidratata della Persea
gratissima. Contiene gliceridi di acidi grassi, olio essenziale, diterpeni,
alcoli fitosterolici e triterpenici e vitamine liposolubili tra le quali in
maggior quantità è presente il beta-carotene.
Olio di
indiscusse qualità eutrofiche, addolcenti, emollienti, riepitelizzanti e
restitutive. Possiede un'ottima untuosità, un buon potere penetrante ed è
scarsamente rancescibile.
L'olio di
mandorle dolci. Olio ottenuto per pressione di semi maturi del Prunus
amygdalus var. dulcis. Contiene gliceridi dell'acido oleico e linoleico e acidi
grassi saturi tra cui l'acido miristico. Olio usato largamente in cosmetica per
le sue proprietà lubrificanti ed emollienti.
L'olio di cocco. Olio ricavato
per pressione dei semi di Cocos nucifera ed è un solido a temperatura ambiente.
Il prodotto naturale contiene una quantità insolitamente elevata di acidi
grassi a catena corta, che sono importanti nella preparazione dei trigliceridi
a catena media.
L'olio di cocco si usa in un'ampia varietà di
prodotti cosmetici, ma il suo livello di impiego viene mantenuto basso per
evitare il grasso eccessivo che è determinato dal suo alto punto di fusione.
Gli usi comprendono preparazioni per la pelle e per i capelli, prodotti da
bagno, tinture per capelli, depilatoli, shampoo e prodotti abbronzanti.
L'olio di
palmisti. Olio che si ottiene (generalmente) per estrazione con solvente
della noce di Elaeis guineensis. Gli acidi grassi dell'olio di palmisti sono
prevalentemente saturi. L'olio di palmisti si usa nei cosmetici come agente
occlusivo e per dare corpo nelle creme e nei gel.
L'olio di
albicocca. Olio che si ottiene per pressione del nocciolo del Prunus
armeniaca. Esso assomiglia all'olio di mandorle dolci e, in modo simile, lascia
una sensazione vellutata sulla pelle. È stato riferito che l'olio di albicocca
veniva già impiegato nel periodo precristiano. Oggi è utilizzato nei prodotti
emollienti per la cura della pelle, negli olì da bagno e nelle preparazioni per
capelli.
L'olio di noce di macadamia. Si ottiene per
pressione delle noci dell'albero di Macadamia ternifoglia. Questo olio vegetale
assomiglia all'olio di visone, Penetra bene nella pelle e lascia una mano
vellutata sulla pelle. Si usa nei prodotti per la cura della pelle e in quelli
da trucco.
L'olio di oliva. Si ottiene per
pressione a freddo dei frutti macerati e dei semi di varie specie di Olea
europa. L'olio di oliva
si può usare nei cosmetici solo in piccole quantità poiché quest'olio tende a
lasciare una mano oleosa ed attaccaticcia sulla pelle. Non di meno, è stato incluso
in tutti i tipi di prodotti cosmetici, comprese le preparazioni per la cura
della pelle, i prodotti per la protezione contro i raggi solari e i prodotti
per la rasatura.
L'olio di palma. Si ottiene
(generalmente con mezzi chimici o col calore) dai frutti dell’Elaeis
guineensis. Differisce dall'olio di palmisti per il suo alto contenuto di
acido oleico. L'olio di palma
si usa come agente occlusivo. È un ingrediente nei prodotti per la cura della
pelle e nelle preparazioni per bagno.
L'olio di pula
di riso. Si ottiene per pressione o estrazione dalle parti rotte che
ricoprono l’Orìza sativa. Questo olio è stato usato come agente occlusivo nelle
preparazioni per la cura della pelle e nei prodotti detergenti per la pelle.
L'olio di semi
di ribes nero. Si ottiene per
estrazione dei semi di Ribes nigrum (semi neri). I semi di Ribes uva crispa
(uva spina) e di Ribes rubrum (seme rosso) danno olì simili. Essi contengono
elevati livelli di acido linolenico e sono delle buone fonti di acido
gamma-linolenico. Ci si aspetta che il loro impiego nei prodotti cosmetici
aumenti alla luce del successo ottenuto dall'olio di primrose.
L'olio di semi
di borracine. Si estrae dai semi della Borago officinalis. Si usa in diversi
prodotti per la cura della pelle a motivo del suo contenuto relativamente alto
di acido gamma-linolenico.
L'olio di
rapunzia si ottiene generalmente dai semi rotti della Oenothera. Per
estrazione con esano. L'olio contiene circa il 97-98% di trigliceridi, l'1-2%
di insaponificabili e lo 0.5-1.0% di glicolipidi. La popolarità
dell'olio di primrose come ingrediente cosmetico per la cura della pelle sta
aumentando rapidamente, soprattutto perché il suo impiego nel trattamento
topico di alcune affezioni della pelle sembra recare benefici ai pazienti.
L'olio di girasole. Si ottiene per estrazione o per pressione dei
semi di Helianthus annuus. In funzione del luogo e della specie, il contenuto
di acido oleico può variare dal 15 al 65% mentre il contenuto di acido
linoleico può essere compreso tra il 20 e il 75%. L'olio di girasole è
comunemente impiegato nei prodotti per la cura della pelle, nei condizionanti
per capelli e negli oli da bagno.
Olio di ximenia. Si ricava
principalmente dai semi della Ximenia africana (famiglia delle Oleaceae); oltre
che di acido ximeninico, è ricco di altri acidi grassi quali lo stearico, il
linoleico e l'oleico.Le sue proprietà emollienti sono simili a quelle dell'olio
di avocado ed è considerato tra i più utili per il trattamento normalizzante
delle pelli secche, screpolate e fessurate.
Olio di soia. Ottenuto dai
semi di Soja hispida o di Glycine soja (leguminosae), costituisce una delle
principali fonti di fosfolipidi (lecitina di soia).
La lecitina è un
complesso di fosforo, acidi grassi insaturi, sostanze vitaminiche del gruppo B
(colina e inositolo), e possiede ottime proprietà eutrofiche; può anche essere
considerato un emulsionante naturale. L'olio di soia è ricco inoltre di vitamina
E e frazione insaponificabile.
Olio di
arachide. Si estrae dai semi sgusciati di Arachis hipogaea (Tabaceae).
L'olio grezzo è usato in saponeria e, previa antiossidazione, come componente
lipidico, in emulsioni fluide e consistenti; contiene vitamine e acidi grassi
quali l'acido linoleico, arachidonico, palmitico, stearico e oleico.
Olio di
vinaccioli. Estratto dai semi (vinaccioli) di Vitis vinifera (Vitaceae), è
ricco di acidi grassi insaturi e di tocoferoli, che lo rendono stabile e quindi
facilmente utilizzabile nella produzione di cosmetici. Nei semi sono
presenti anche sostanze chiamate procianidoli, attualmente oggetto di studio
per la spiccata azione antiradicalica e dermoprotettiva.
Olio di sesamo. Estratto dai
semi di Sesamum indicum (Pedaliacaé), è un olio relativamente stabile
nonostante l'insaturazione.
Viene molto
usato nella preparazione di prodotti solari, poiché tra tutti i lipidi
vegetali risulta essere il più efficace nell'azione filtrante nei confronti dei
raggi U.V.B.
Olio di cartamo. Estratto dai
semi di Carthamus tinctorim (Asteraceae), viene usato nella preparazione di
eleoliti per bambini e nei prodotti solari, oltre che in latti, unguenti e
lipogeli.
Olio di caffè. Estratto dai
semi di Coffea Arabica, è un olio esotico dotato di ottima scorrevolezza, il
che lo rende ideale nei prodotti cosmetici da massaggio.
BURRI
Burro di karité. Estratto dal
seme del Butyrospermum parkii (Sapotaceae), la cui pianta è piuttosto diffusa
in America centrale, è molto usato in prodotti per pelli secche, disidratate e
fotosensibili, in virtù di una elevata percentuale di frazione insaponificabile.Questo
burro si presenta sotto forma di massa piuttosto consistente; è utilizzato puro
come protettivo solare.
Burro di cacao. Si ottiene dai
semi di Theobroma cacao (Sterculiaceae); in virtù delle sue eccellenti capacità
ammorbidenti e protettive, viene tradizionalmente impiegato per la produzione
di stick per labbra.
Burro di Shorea. Noto anche come
sego del Borneo, si ottiene dalla Shorea stempierà.
Esso assomiglia al burro di cacao nella
composizione e nella struttura ed è stato usato per adulterarlo.Sebbene sia
nuovo per l'industria cosmetica, ci si aspetta che questo lipide venga
utilizzato per le preparazioni per la cura della pelle e per i prodotti
abbronzanti.
LIPOSOMI
Interessante e
ancora pieno di prospettive si è dimostrato l'utilizzo dei liposomi in
dermocosmesi quali vettori di sostanze funzionali e come agenti protettivi e
idratanti. I liposomi, detti anche "banghasomi" in quanto scoperti da
Bangham nel 1961, sono strutture vescicolari microscopiche costituite da
fosfolipidi, o meglio ottenute mediante dispersione in mezzo acquoso di
sostanze lipofile rappresentate per la maggior parte da determinati fosfolipidi
(i fosfolipidi sono tra gli elementi strutturali delle membrane cellulari),
all'interno delle quali si dispongono in doppi strati intervallati da spazi
acquosi.
Il significato
etimologico del termine liposoma è corpo grasso (lipo=grasso, soma=corpo). In
conseguenza della loro struttura vescicolare e della loro composizione, i
liposomi possiedono alcune proprietà delle membrane naturali quali ad esempio
la permeabilità a ioni e a soluti. Tutto ciò permette loro di avere un'elevata
affinità con le suddette membrane e di conseguenza di essere utilizzati nei
cosmetici come eccipienti.
I liposomi,
quindi, non sono un'invenzione tecnica bensì un'imitazione di sostanze presenti
sia nelle membrane cellulari sia nell'epidermide, dove, avvolti in particolari
vescicole (chiamate "corpi di Odland"), vengono espulsi dalle cellule
granulose nella zona cosiddetta lucida e distrutti enzimaticamente con la
formazione di sostanze quali i ceramidi, il colesterolo e vari acidi grassi
responsabili di svolgere un'azione di barriera e di cementazione tra cellule
epidermiche.
Pertanto, i
liposomi dipinti dai pubblicitari come piccole astronavi in grado di superare
ogni ostacolo e insinuarsi nel derma profondo, ristrutturandolo, rigenerandolo
e apportando sostanze benefiche, sono una rappresentazione che non risponde
alla realtà. Risultano però efficaci come sostanze "restitutive". I
liposomi studiati, oltre che per scopi cosmetologici anche (e con un certo successo)
in farmacologia, possono essere classificati in base alla loro struttura in
semplici e complessi.
1 primi
contengono acqua e sostanze idrosolubili in essa disciolte, i secondi contengono
sostanze capaci di legarsi con i fosfolipidi presenti nelle vescicole per
essere successivamente rilasciate.
UNILAMELLARl E
PLURILAMELLARI
Una
classificazione più tecnica è quella di liposoma unilamellare o
plurilamellare. Il primo è formato da grandi vescicole unilamellari (LUV) del
diametro di 0.02-0.05 nm.
Il secondo è
composto da vescicole multilamellari (MLV) del diametro di 0,2-10 nm, che
contengono due o più lamelle concentriche, costituite appunto da doppi strati
di fosfolipidi (a somiglianzà degli strati di una cipolla) (vedi figura).
I liposomi
possono svolgere varie azioni eutrofiche. Ardita ma sperimentabile è la
seguente: poiché sappiamo che l'invecchiamento cutaneo è causato, tra l'altro,
dalla disidratazione, per evitarla possiamo intervenire utilizzando i liposomi
come trasportatori di acqua grazie alla loro capacità di veicolare acqua
esogena. I liposomi, infatti, vengono comunemente definiti dei
"carrier".*
Se poi al
momento della dispersione in acqua dei fosfolipidi viene disciolto un princìpio
attivo, esso rimarrà inglobato nei liposomi ed essi diventeranno trasportatori
delle molecole disciolte nell'acqua da essi intrappolata.
I liposomi
rappresentano dunque una forma farmaceutica diversa da quelle abituali e anche
un peculiare eccipiente che può venire usato a fini cosmetologici.
La loro capacità
di trasportare acqua è rivoluzionaria rispetto ai tradizionali sistemi
cosmetologici che ostacolano la TEWL (Trans Epidermic Water Loss, ovvero la
perspiratio insensibilis) con il loro potere occlusivo.
Quanto ai
liposomi complessi, quelli che veicolano anche princìpi attivi, possono essere
utilizzati in svariati inestetismi; basti citare i liposomi contenenti
estratti di mirtillo, di ginseng, ecc.
Ai liposomi è
poi attribuita la capacità di ripristinare la cementazione dello strato corneo
qualora si verificasse una drastica detersione.
Infatti, alcuni
liposomi oltre che da fosfolipidi sono costituiti da sfingomielina, ceramidi,
colesterolo e acidi grassi, sostanze fondamentali per ripristinare le
condizioni fisiologiche dello strato corneo.
Schema
illustrante i meccanismi mediante i quali i liposomi possono trasportare
nell'interno delle cellule viventi sostanze disciolte (intrappolate:
"entrapped") nell'acqua della loro cavità centrale o in quella tra le
singole lamelle. Endocytosis=penetrazione diretta di tutto il liposoma, assunto
dalla cellula la cui membrana si introflette per accoglierlo: i triangolini
neri rappresentano la sostanza intrappolata, le frecce il decorso della penetrazione
endocellulare e la distruzione finale del liposoma, che così libera la sostanza
veicolata nel citoplasma. Adsorption=assorbimento senza endocitosi, meccanismo
ancora oscuro: può darsi che una volta avvenuto il contatto reciproco tra
fosfolipidi del liposoma e fosfolipidi della membrana, i meccanismi del
«flip-flop» condizionino il passaggio intracellulare della sostanza.
Fusion=fusione ed interscambio tra fosfolipidi del liposoma e fosfolipidi di
membrana, (da Juliano, 1981)
FITOSOMI: ESTRATTI A LUNGA
DURATA
Sulla scia dell'invenzione
di queste molecole si è giunti poi alla preparazione dei fitosomi, complessi
liposomiali particolari, utilizzati poiché maggiormente disponibili a cedere
sostanze vegetali.I fitosomi consentono di ottenere risultati funzionali non
raggiungibili utilizzando i tradizionali estratti vegetali.II loro elemento
di base è la lecitina di soia che, legandosi alla sostanza vegetale, da luogo
a una struttura biologicamente funzionale. In pratica la sostanza funzionale vegetale complessata con
la lecitina è in grado di diffondersi meglio nell'epidermide, su cui agisce
progressivamente prolungando la propria efficacia nel tempo (azione
"retard").
Sono già stati
realizzati vari fitosomi tra cui:
fitosoma escina,
derivato dall'ippocastano, per prodotti anticellulite;
fitosoma
glicirretico, derivato dalla liquirizia, per pelli delicate e arrossabili;
fitosoma
centella, per prodotti anticellulite e rassodanti;
fitosoma
ginseng, per prodotti rassodanti e antirughe;
fitosoma
silimarina, ricavato dal cardo mariano, per pelli impure e per pelli rilassate
(i flavonoidi della silimarina hanno infatti un forte effetto antiradicalico e
dermopurificante);
fitosoma gingko
biloba, per prodotti anticellulite e antismagliature; fitosoma visnadina, ricavato
dall' Ammi visnaga, efficace come anticellulite e rassodante; fitosoma uva, che
sfrutta la presenza nei vinaccioli di sostanze dette "oligomeri
procianolidolici" dotate di forte attività antiradicalica e
antinvecchiamento.
Sicuramente i
fitosomi costituiscono oggigiorno la punta avanzata della fitocosmesi
funzionale e la differenza di efficacia tra i fitosomi e i semplici estratti
vegetali è notevole. Concludendo i vantaggi dati dall'uso dei liposomi sono:
facilità di
superamento della barriera cornea (allorché sia necessario) delle sostanze
funzionali presenti all'interno del liposoma stesso;
biodegradabilità,
il che significa non lasciare traccia sulla cute;
atossicità e
quindi assenza di complicazioni irritative.
Sono da
sottolineare, però, le perplessità che alcuni studiosi nutrono per quanto
riguarda la loro stabilità nei prodotti emulsionati per la presenza dei tensioattivi
che potrebbero alterarne la struttura. Inoltre la loro capacità di penetrazione
contrasta con le funzioni cosmetiche che dovrebbero limitarsi ad azioni
esclusivamente superficiali.
GRASSI ANIMALI
Essi sono
composti da tre molecole di acidi grassi ed una di glicerolo: i grassi nella
cellula svolgono prevalentemente funzioni di riserva alimentare e quindi energetiche.
Per quanto riguarda i grassi di origine animale è sorta la tendenza ad abbandonarne
l'uso sia per motivi ecologici che per motivi tecnico-economici.
Un esempio è
rappresentato dallo squalene, idrocarburo terpenico insaturo presente anche
nell'olio di fegato di squalo.Dato che irrancidisce facilmente, viene
solitamente idrogenato a dare squalano (vengono eliminati i doppi legami)
oppure prodotto sinteticamente, e questo costituisce un'ottima base per olì ed
emulsioni.
Lo stesso
discorso si può fare per gli olì uropigialici secreti da alcuni uccelli per
impermeabilizzare le ali. Anche questi vengono ricostruiti sinteticamente.
Infine grande
pregio era dato all'impiego nei cosmetici dell'olio di tartaruga ottenuto dal
tessuto muscolare delle tartarughe giganti di mare, quelle che nei documentari
si vedono annaspare sulle spiagge tropicali per depositare le uova.
Considerando tutti i grassi che il mondo vegetale elargisce generosamente, il
parere di chi scrive è di lasciare vivere le povere testuggini. Le creme verranno
prodotte comunque.
CERE*
Sono prodotti
solidi che fondono a temperature abbastanza elevate (dai 50° in su). In
cosmetologia le cere vengono usate come "fattore di consistenza" nei
latti e nelle creme, e come materie prime per la fabbricazione di rossetti,
stick e matite. Si hanno cere di origine minerale, vegetale e animale. Sotto il nome
generico di cere minerali (generalmente idrocarburi), troviamo: paraffina, cera
microcristallina, ozocherite e ceresina. La paraffina si ricava dalla
distillazione del petrolio, le altre mediante estrazioni o trattamenti
particolari di sostanze idrocarburiche.Tra le più note
cere vegetali possono essere citate: la cera carnauba, la cera candelilla e la
cera liquida jojoba. La prima si ricava dalle foglie e dai germogli di una
palma brasiliana. La seconda dalla pianta della Candelilla di origine
messicana. Entrambe sono cere abbastanza dure e donano ai prodotti una
caratteristica brillantezza, inoltre sono ingredienti elettivi nella
fabbricazione delle "cerette epilatorie". L'olio di jojoba è invece
liquido.
Contrariamente
agli olì di origine vegetale la jojoba è costituita in minima parte da
trigliceridi, mentre è quasi totalmente formata da esteri fluidi a catena
lunga. L'olio di jojoba trova impiego in creme restitutive, in preparati per il
massaggio e nei prodotti protettivi e ammorbidenti.
* Chimicamente
le cere possono essere definite esteri tra alcoli e acidi, entrambi a catena
lunga. Dal regno animale si ricavano la cera d'api, dotata di notevole
plasticità, lo spermaceti che si ricava dalla testa del Capodoglio, e la
lanolina che si ottiene invece dallo sgrassaggio della lana. Quest'ultima,
opportunamente purificata, è stata un importante costituente di cosmetici e di
pomate farmaceutiche. Oggi, come del resto lo spermaceti, la lanolina ha
trovato sostituti di origine sintetica più duttili ed economici.
GLI ALCOLI GRASSI
Anche gli
alcoli, possono essere di origine vegetale, animale oppure sintetica. In
cosmetica si utilizzano come fattori di consistenza e di stabilità nelle emulsioni
cosmetiche.
Sono grassi
idrofili e hanno la prerogativa di "catturare" acqua grazie alla loro
funzione idrofila ossidrilica (- OH). Elenchiamo qui di seguito i principali:
Alcool oleico
Alcool insaturo,
che si presenta come un liquido limpido, di aspetto oleoso. Di derivazione
vegetale o anche animale (spermaceti). Ottimo surgrassante ed emolliente.
Alcool cetìlico
Alcool saturo,
che si presenta come una massa bianca cerosa cristallina. Il più importante
fattore di consistenza usato nelle emulsioni O/A.
Alcool
stearilico
Spesso
associato, anche in natura, al cetilico, si presenta come una massa bianca
cerosa cristallina.
Anch'esso utilizzato come
fattore di consistenza. |