ADDITIVI

Passiamo in rassegna i principali additivi presenti nei cosmetici:

ANTIOSSIDANTI E SEQUESTRANTI

L'uso degli antiossidanti nella preparazione di un cosmetico è doppiamente importante: i lipidi naturali a volte presenti nel prodotto possono infatti irrancidire a causa di ossidazioni irreversibili dovute ad agenti fisici quali luce e aria, oppure alla presenza in tracce di alcuni ioni metallici (in particolare ferro e rame). Il deterioramento del prodotto, individuabile dal cattivo odore e dall'aspetto tipicamente avariato, si può evitare aggiungendo nella formulazione gli antiossi­danti. I principali sono:

il BHT (butil idrossi toluolo),

il BHA (butil idrossi anisolo),

la vitamina E (alfa-tocoferolo),

il beta-carotene

e altre molecole in grado di rallentare l'ossidazione della fase grassa e quindi l'irrancidimento.

La presenza di doppi legami nella struttura chimica dei grassi insaturi, com­porta un'alta reattività che occorre prevenire conservando il prodotto finito in ambiente adatto.Il contenitore risulta quindi importante: il tubo è più igienico e protettivo rispet­to al vasetto.

Gli antiossidanti svolgono un'altra azione protettiva: contrastano a livello cuta­neo i "radicali liberi" (frammenti molecolari altamente reattivi e nocivi).I radicali liberi rappresentano una delle principali cause dell'invecchiamento dell'organismo. In campo dermatologico, essi sono dannosi in quanto si sviluppano maggiormente sotto lo stimolo di radiazioni (solari o nucleari) e di certi inquinanti ambientali (smog, fumo). Gli antiossidanti funzionano da scavenger ovvero da spazzini nei confronti di questi agenti tossici.Ecco pertanto dimostrata la doppia utilità degli antiossidanti. Per quanto riguarda la presenza di ioni metallici, si può intervenire aggiungendo in fase di produzione sostanze "sequestranti" o "chelanti", cioè inibenti gli ioni. Le sostanze più utilizzate in tal senso sono:

l'EDTA (acido etilen diamino tetraceticó) e i suoi sali che rafforzano l'efficacia degli antiossidanti. RADICALI LIBERI: "I PIRATI CELLULARI"

I radicali liberi sono molecole reattive instabili, che si producono durante i processi metabolici delle cellule. Sono alla spasmodica ricerca di stabilità, perché hanno un elettrone in meno e come abili pirati in cerca di preda assaltano i grassi delle membrane cellulari. Risultato? Si innesca una reazione a catena, la perossidazione lipidica. Dopo i grassi verranno coinvolte le proteine, gli enzimi, l'acido ialuronico (che cementa una cellula all'altra) e il collagene (componente del tes­suto connettivo) con grave danno della struttura della membrana cellulare. Alla fine la cellula sarà meno efficiente nel produrre energia e invecchierà. Ma non basta, i terribili radicali innescano i processi biochimici che sono alla base dello sviluppo di svariate malattie come carcinomi, atcrosclerosi, epatiti, diabete, tanto per citarne alcune. Per fortuna questi attacchi sono neutralizzati da fattori antios­sidanti presenti nelle cellule come le vitamine A, E, C, e il selenio.

 

 

 

CONSERVANTI (PRESERVANTI)

Tra i conservanti necessari per impedire l'inquinamento microbico di molti cosme­tici (in particolare quelli sotto forma di emulsione e soluzione, nei quali la fase acquo­sa rappresenta un substrato ideale per la proliferazione microbica), troviamo:

i parabeni,

gli isotiazolinonì e

l'imidazolidinil-urea.

Questi conservanti, usati spesso in miscele sinergiche, risultano efficaci nei con­fronti di un ampio spettro di microrganismi, ma possono essere causa di sensibilizzazioni cutanee. E quindi molto importante impiegare le quantità minime necessarie per raggiungere l'effetto preservante, per evitare quanto più possibile fenomeni di allergia. Rispettare scrupolosamente le norme igieniche in fase di produzione è una condizione imprescindibile da parte di ogni laboratorio cosmetico. L'assenza di qualsiasi forma di microrganismi evita il deterioramento dei pro­dotti e, in caso di germi patogeni, eventuali rischi per il consumatore. Occorre infi­ne ricordare che in molti casi il preservante è usato non solo come tale ma, in dosi maggiori, anche per ottenere specifiche funzioni aggiuntive in vari cosmetici (deodoranti, shampoo antiforfora, colluttori, eccetera). Oltre ai conservanti di sintesi ne ricordiamo alcuni di origine naturale: olì essen­ziali di limone, di timo, di lavanda e un estratto vegetale che si ricava dal "Lichene islandico" chiamato acido usnico e inoltre, l'estratto di semi di pompelmo (Citrus grandi).

IL "CONSERVANTE IDEALE"

II conservante ideale dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche:

essere attivo a bassa concentrazione svolgere azione battericida nei confronti di un ampio spettro di microrganismi essere sufficientemente biodegradabile non creare metaboliti tossici essere praticamente incolore e inodore non essere tossico né irritante alle concentrazioni d'uso consentite.

UMETTANTI

Per impedire che i prodotti cosmetici si disidratino, vengono utilizzate sostanze igroscopiche chiamate umettanti.

Una sostanza igroscopica trattiene l'acqua in atmosfera umida e la cede in atmosfera secca. Gli umettanti più noti sono: la glicerina o glicerolo, il sorbitolo, il glicole propilenico, il mattitelo e altri polialcoli.

Gli umettanti quindi, oltre a contrastare un eventuale essicamento del prodotto, ne migliorano la plasticità e la morbidezza. Vengono solitamente utilizzati in percentuali variabili dal 3 al 5 per cento da soli o in associazione, nelle creme, nei tonici, nei latti, nei fondotinta e nelle maschere. Il glicerolo è il più noto tra gli umettanti. E un alcool trivalente solubile in acqua e in alcool e possiede una fortissima igroscopicità, tant'è che, utilizzato in percentuali superiori al 5 per cento, può svolgere azione disidratante sottraendo acqua ai tessuti.

ADDENSANTI E GELIFICANTI

Hanno lo scopo di aumentare la viscosità del mezzo in cui vengono dispersi. Vengono anche definiti "additivi reologici" (dal greco: rew=scorrere).Vi sono addensanti specifici per i gel e altri che servono per stabilizzare emul­sioni e sospensioni. Di seguito sono elencati addensanti sia di origine naturale sia sintetica. Addensanti per lipogel. Tra le sostanze addensanti per lipogel, di maggiore interesse cosmetologico, citiamo:

il veegum o bentonite purificata, prodotto derivato dall'argilla che consente ottimi gel a piccole dosi (dal 5 al 10 per cento);

la silice pirogenica o silice precipitata;

lo stearato di alluminio;

l'olio di ricino idrogenato;

le cere microcristalline.

Addensanti per idrogeli. Tra le sostanze impiegate come addensanti per idro­geli (gel acquosi) ricordiamo:

i carraghenati;

gli alginati (ambedue provenienti da alghe);

l'amido estratto dai semi di riso;

alcuni derivati della cellulosa;

le resine carbossiviniliche e carbossiacriliche, il PVP (polivinil-pirrolidone) e il PVP/VA (polivinil-pirrolidone-vinilacetato).

 

ACIDIFICANTI

Nella formulazione di un cosmetico «isodermico» gli acidificanti rivestono un ruolo determinante. In primo luogo l'ambiente acido contrasta la proliferazione micro­bica all'interno di un prodotto; successivamente va detto che il pH del "film idrolipidico" è blandamente acido (4,5-6,5). E’ chiaro che latti, creme e tonici con questi valori rispettano quella che si può definire la "fisiologia cutanea". Per portare i prodotti cosmetici a un pH acido si utilizzano acidi organici, poco aggressivi quali l'acido lattico e il citrico, oppure soluzioni "tampone" come il lattato e il piroglutamato sodico.

Esiste un secondo aspetto della riacidificazione che è strettamente collegato con quello emolliente e restitutivo, in quanto si riferisce a un apporto di acidi grassi insaturi. In questo caso entrano in gioco acidi quali il linoleico, il linolenico e l'arachidonico (o addirittura un poli-insaturo con un triplo legame come lo ximeninico, ricavato dall'olio di Ximenia africana).

Questa miscela di acidi grassi costituisce un insieme di componenti che oltre ad acidificare mantiene la cute morbida e compatta.

COLORANTI

In cosmesi hanno due funzioni: vengono usati come additivi per tonici o creme in modo da rendere il loro aspetto estetico e la loro presentazione più accattivante, oppure come elementi essenziali per i prodotti da trucco.

Tra tutti i coloranti conosciuti se ne usa solo una piccola parte, cioè i coloranti rite­nuti non tossici e non nocivi, il cui uso è regolamentato negli allegati III e IV della legge 713 sui cosmetici. Anzitutto possiamo dividere i coloranti in naturali e sintetici. Naturali sono i pigmenti ottenuti dalle piante, come clorofilla (verde), carotene (giallo), antociani (per esempio, quelli del mirtillo di colore rosso-viola), o da ani­mali, come la cocciniglia (di colore rosso).

Gli altri, quelli sintetici, sono costituiti da un vasto gruppo di sostanze sia inorganiche che organiche.

Possiamo poi dividere i coloranti in solubili (in acqua o in grassi) e insolubili.

I coloranti naturali sono in genere solubili e vengono usati per latti, creme, tonici, gel. Gli insolubili vengono invece utilizzati nei prodotti decorativi da trucco per viso e occhi (es.: lacche e pigmenti).

Le lacche sono costituite da sali di coloranti idrosolubili precipitati (cioè fissati) su supporti inorganici (per esempio, talco oppure ossido di titanio) e sono molto utilizzati negli smalti e nei rossetti.

I pigmenti sono generalmente ossidi o sali inorganici sia bianchi (per esempio, carbonato di calcio o magnesio), sia colorati (ossidi di ferro), sia con riflessi perlacei (questi ultimi sono molto usati per ciprie, fondotinta, mascara, ombretti).

CONSIGLI PRATICI

Controllare innanzitutto se sulla confezione è indicata la data di scadenza e rispettarla scrupolosamente.

Dare la preferenza a prodotti confezionati in tubo. Oltre a essere pratico,questo formato è più igienico: consente di prelevare soltanto la giusta dose di prodotto senza "contaminare" il resto con il contatto delle dita.

Prelevare il prodotto dai vasetti con apposito dispositivo; mai con le dita.

Nei mesi estivi o in ambienti particolarmente caldi, è preferibile conservare i prodotti più facilmente alterabili (per esempio le creme antirughe, più ric­che di materie grasse) in frigorifero, nel reparto della verdura.

Chiudere sempre scrupolosamente i barattoli.

Lavare frequentemente con sapone e acqua tiepida i piumini da cipria e i pennelli per il fard.

PROFUMI ED ESSENZE

Comprendono sia prodotti naturali, ottenuti per distillazione o spremitura di specifiche parti di piante (oli essenziali), sia miscele di sostanze chimiche definite, ottenute per lo più sinteticamente (composizioni profumate).Sia gli uni che gli altri entrano nelle formulazioni cosmetiche, a dosi diverse a seconda del tipo di prodotto. A causa della notevole allergenicità dei profumi, in alcuni prodotti destinati a pelli delicate e sensibili, il profumo spesso non viene aggiunto. Nei latti e nelle creme la loro presenza ha lo scopo di coprire l'odore talvolta non gradevole delle materie prime e di impartire una profumazione attraente. In questi casi le dosi sono molto basse (intorno allo 0,2-0,5 %). Nei prodotti per bagno (come bagnoschiuma, saponi) le percentuali di profumo sono più alte. Si può comunque concludere che, tra tutti gli additivi descritti, profumi e colo­ranti sono sicuramente i meno importanti nella formulazione di un buon cosmetico. Si può cioè avere un ottimo prodotto senza profumo e incolore.Non bisogna però dimenticare che occorre fare i conti con gli "uomini marketing" attenti a richiamare ogni casa produttrice alle ferree leggi di mercato.E anche vero però che una profumazione indovinata può contraddistinguere un prodotto, evocare sensazioni piacevoli e facilitare l'integrazione sociale tra le per­sone. Gli effetti delle informazioni possono essere misurati con metodologie in grado di valutare le variazioni di umore provocate dai componenti del profumo a livello del sistema limbico cerebrale nonché degli effetti sul sistema endocrino e immunitario.