Capitolo 4

Il lavorio del corallo non fu più bastevole al suo sostentamento.
Giunto quindi agli anni ventuno si assentò per artigliere di custodia nell'isola delle Formiche


Novembre 1713

Il breve dialogo tra Mastro Tore e Diego era avvenuto alla presenza inopportuna di Mpàppete il malacarne, che per tutto il tempo aveva annuito con un sorriso ebete alle frasi scambiate tra nonno e nipote; tanto che il corallaro, rivolto al ficcanaso, aveva chiesto sbottando:

- Chi ccíè, cíè cosa?

- No, nn..non cíè niente, mm..mastro Tore, nn..non arr..arr rabb..iatevi. Cc..come è andata la pp..esca?

- Bene, ringraziannu u Signuri, Santa Lucia, Santu Patri e la Maronna di Trapani.

- E dd..dove è il cc..orallo?

- A Genua.

- E per li Mastri trapanesi nn..non avete nn..niente?

- Nenti. Se vogliono coralli, li Mastri dei miei cabbasìsi, se li vannu a piscari.

- Cc..cosa avete contro li Mastri?

- Quindici anni di cattività senza una manu di aiuto. Ti abbasta?

- Mastru Tore, vv..vossìa state ss..scherzando col ff..fuoco, - disse Mpàppete, allontanandosi prima che la stizza gli bloccasse del tutto la favella.

Qualche ora dopo il corallaro e Diego erano nella taverna della ëZa Barbara. Mastro Tore si era ripulito e perfino rasato. Ordinò un quarto di vino ambrato alla ostessa e, cercando di capire cosa era successo durante i suoi quasi nove mesi di assenza, chiese al nipote:

- Chi dici la gente dei piemontisi?

- Mah, niente di particolare. Oramai gli spagnoli nessuno li prendeva in considerazione, si capiva che erano barche che non si potevano raddrizzare più. A Palermo sono contenti che il Re vuole stare da loro per un bel po' di tempo, ma pare che è un tipo sparagnino. Veste come un soldato senza soldo e non ha tanta simpatia per le feste, né con i nobili, né con i popolani. Per noi, tutti soldi sparagnati.

- Che sono tirchi li piemontisi, sono tirchi, essendo parenti di li genovisi, - osservò Mastro Tore.

- Però hanno tenuto una dozzina di soldati spagnoli in servizio, tanto per non mandarli a ramengo.

- To patri pure?

- Si pure mio padre. Zio Hugo invece si è congedato prima che tu partissi per Maréttimo, e ora da una mano ai Rettori delle "Donzelle Smarrite".

- Speriamo chi non cummìna vai

- Con líetà che ci ha, che guai potrà combinare?

- Non sempri è quistioni díetà. Puri allíomini maturi ogni tantu intosta la nervatura, - rispose pensoso Mastro Tore .

Il discorso venne interrotto da due boati provenienti dalle mura di Tramontana, ai quali risposero una mezza dozzina di colpi poco convinti dal forte di S. Anna.

- Chi saranno, i turchi?

- Né turchi né turcheschi. Sarà una nave spagnola chi vole provari si i Savoia hanno imparato a usari le artiglierie che loro dovéttiro abbandonari una simana fa. Hanno perso tutto, li spagnoli, todo mangiado, e non si rassegnano. Voi un altro poco di vinu? - suggerì Mastro Tore al nipote.

Nel frattempo, nel forte di S. Anna, i piemontesi si disperavano per la mancanza di munizioni e per lo stato deplorevole delle batterie. Líindomani il conte Campione, comandante la piazza, avrebbe mandato un dispaccio urgente a Palermo per chiedere altri pezzi ed altre munizioni.

Le piazzeforti sotto tiro in quel periodo erano quella di Trapani e di Messina, minacciate rispettivamente da spagnoli e francesi. Le due potenze, da sempre in competizione, stavolta avevano unito le forze contro le coste siciliane, per contrastare líarrivo in forze di inglesi, austriaci e perfino piemontesi nel bel mezzo del Mediterraneo. Nei porti africani, nel frattempo, cíera un gran calafatare di galere, fuste, sciabecchi e galeotte. Come sempre succedeva in quei mari quando i cristiani si scannavano tra di loro, le prospettive di preda per i musulmani di Barberìa si erano fatte ancora più promettenti.

Intanto, sulle mura di Trapani, quando lo scambio di colpi di artiglieria cessò, il ragionamento tra Mastro Tore e Diego riprese a bassa voce:

- Tu, a propositu, picchì tutta sta fretta e furia a maritarti?

- Assunta mi è piaciuta subito; e poi i Rettori del Collegio ci hanno dato dispensa di maritarci più presto del solito, senza fare troppe storie comíè abitudine loro. Mamma, che in Collegio cíè stata, mi disse che forse era una buona cosa ridare ad Assunta una casa e una famiglia.

- Sarà. Ma penso che ci fu un pocu troppa prescia. A propositu di prescia: dumani partu per Marèttimo con líEpifania e quattru omini. Lassai un pocu di travagghiu da fari nellíisola, e si mi aiuta u Signuri, si tutto va beni, veni tu dopu Pasqua con il resto delle coralline. Ho pure qualche proggetto contro i corsari chi frequentano líisola, - aggiunse líanziano corallaro con un lampo di luce bambina negli occhi.- Si hai bisogno di soldi, porta queste carte al Consuli di Genua.

Così dicendo, Mastro Tore lasciò nelle mani del nipote due lettere di cambio del Banco di San Giorgio, lo baciò su una guancia e se ne andò a dormire.

Andrea e Salvatore Martinez nacquero, come previsto, sotto le festività di Natale. Erano due gemelli di corporatura diversa, esile il primo, tracagnotto líaltro, e dallo sguardo vispo. La loro curiosa somiglianza con Hugo de Ribeira fu notata da molti amici e parenti, ma Diego non se ne curò molto, giovane ed inesperto comíera delle cose della vita. Ai due bambini il vecchio Hugo dimostrò un affetto speciale, suggellato da una forte donazione di denaro che avrebbe potuto far vivere i due gemelli di rendita, o quasi. L'anziano caporale aveva sempre stupito per la capacità di far emergere forti somme di denari da vene misteriose; adesso, coi donativi ai piccoli Andrea e Salvatore, si era perfino superato.

Allietato e un po' stupito della cosa, Diego si interessava poco della famiglia, preso comíera nellíeseguire gli ordini del nonno per la collocazione di piccole, pregiate partite di coralli presso i Mastri scultori locali. Memore dellíanno di apprendistato passato a bottega, continuava a mantenere buoni rapporti con Mastro Marceca che spesso, nei pomeriggi delle festività, impartiva al giovane vere e proprie lezioni formali di scultura ed incisione. Il tutto ignorando gli Statuti della Mastranza, che mai avrebbero tollerato pratiche di insegnamento al di fuori delle botteghe.
 

Aprile 1714

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