Il pensiero
condizionante e quello non condizionante
Il
problema del libero arbitrio è uno di quelli che più hanno fatto
discutere perché, intimamente, l’essere umano aspira alla libertà e si
sente libero, mentre la realtà gli dimostra il continuo condizionamento a
cui è sottoposto.
Patañjali
chiarisce il fenomeno nel quinto sutra del primo pada: vrittayah
panciattayah klista aklistah – Le vritti sono di cinque tipi,
condizionanti o non condizionanti.
Assolutamente
libero è solo l’Io profondo, la Coscienza pura (purusha); il fenomenico
è condizionante e noi ne restiamo invischiati attraverso l’emozione, la
zona rossa dello schema precedente.
Tale concezione non è ovviamente solo di Patañjali ma pervade tutta la
filosofia Samkhya e si ritrova per diretta derivazione
nel Buddismo, secondo il quale il distacco emotivo è la via maestra per
il superamento del dolore e per l’acquisizione della conoscenza
attraverso la successione: distacco- calma – sapienza. Il distacco
emotivo induce automaticamente la calma dello spirito e questa, a sua
volta, genera obbiettività e conoscenza superiore. L'insegnamento passa
poi nei Vangeli, dimostrando ulteriormente la comune matrice culturale.