ORIGINE
DEL NOME
Per quanto riguarda
l’origine del nome, sono state avanzate alcune ipotesi, anche se non
tutte esaurienti. Una è quella per il cui il nome soleminis deriverebbe
da: OLEAM-OLEAMINIS da qui il sardo OLEAMINI e quindi S’OLEAMINI e
SOLEMINIS. Altra
sarebbe da ricercare in SOLMINIMUS piccolissimo sole diventato Soleminis
dopo l’imbarbarimento del termine originario latino. Altre
interessantissime supposizione, anche perché ci permette di avere dei
riscontri oggettivi, è quella che nome derivi dal SOL o divinità dio del
sole il Febo dei Greci, più tardi identificato come Apollo, padre di
Fetone, di Pasifae, di Circe, e EMINENS luogo elevato,
in senso verticale, sporgente all’infuori in senso orizzontale, cioè
qualcosa che spicca chiaramente, che si mostra, che si manifesta in modo
evidente, che si vede. Accostando
le due ipotesi formulate, potremmo azzardare ad attribuire al toponimo il
significato di luogo in cui si venera il dio sole. Altra
soluzione fa risalire la radice SOL a popolazioni dell’area
medio-orientale stanziatesi nella nostra Isola nel periodo prenuragico e a
testimonianza di ciò vengono citate varie città antiche con la stessa
radice: es. Soloi in Cilicia, Soli a Cipro.
STORIA
DEL PAESE
Fino alla conquista
aragonese le epoche storiche erano prive di dati. L'estrema
carenza di documenti non da notizie sulle origini del paese. Soleminis
apparteneva alla curatoria del Parteolla nel giudicato di Cagliari. Nel
1258 il centro risulta in possesso della nobile famiglia pisana dei
Gherardesca e nel 1297 del Comune di Pisa per disposizione testamentaria.
La prima certezza storica sul villaggio di Soleminis ci è data da
documenti che risalgono al 1320-23 riguardano le statistiche
pisano-aragonesi relative alle rendite attribuite alle ville sarde.
Nel 1324 Soleminis fu
data in feudo all'aragonese Arnaldo Ballester e nel 1327 al mercante di
Barcellona Pietro di Mediavilla. Successivamente nel 1345 il paese passò
a Francesco di San Clemente che lo tenne fino alla morte dopo la quale
venne nuovamente incamerato dalla Corona e successivamente ceduto nel 1392
a Giordano de Tola. Nel 1442 Giordano de Tola vendette il feudo a
Calcerando Torrelas e ai suoi fratelli in un momento in cui il villaggio
era ormai in rovina e quasi spopolato. Nel corso del XVI secolo il feudo
passò in proprietà di diversi signori dei quali non si è riusciti ad
accertare i nomi ad eccezione di don Pietro Massa. Nei primi decenni del
600 Soleminis risulta ancora spopolato e dopo la morte del suo ultimo
possessore rientra a disposizione della Corona. Nel 1637 il feudo fu
venduto a Francesco Vito che così ottenne il titolo di marchese di
Soleminis. Il paese fu distrutto dalla peste del 1652-56. Nel
1678 il paese venne rifondato con il nome di Villanova Soleminis. La
famiglia dei Vico conservò il feudo fino al 1756 quando per sentenza del
fisco passò alla famiglia degli Amat loro discendenti per parte di madre.
Il 17 giugno 1836 con la caduta dei privilegi feudali a seguito della
legge delle chiudende si riunì a Cagliari il consiglio comunale di
Soleminis che decretò che i vassalli <<avevano la piena
disponibilità delle proprie terre acquistate con i giusti titoli e
mantenevano la facoltà di disporne anche con i forestieri>>. Si
lamentava ancora il fatto che il marchese considerasse forestieri i
vassalli soleminesi trasferitisi in altri centri e che in conseguenza di
ciò li obbligasse al pagamento della portadia.
testi
tratti dal libro "AA.VV. - SOLEMINIS un paese e la sua storia -
Comune di Soleminis"
|