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LA
RADIO La radio, penetrando in ogni momento nello spazio
quotidiano della casa, con la propaganda, la musica, la pubblicità, se contribuì
all'unificazione linguistica della popolazione, ne dissolse, contemporaneamente,
la dimensione privata e ogni autonoma partecipazione sociale, divenendo, sotto
il fascismo, uno strumento decisivo nella nazionalizzazione delle masse. |
IL
CINEMA Più che la radio, è il cinema che in questi anni
influenza profondamente la fantasia collettiva. Infatti il fascismo, alla
ricerca di un consenso unanime, fa ampio ricorso alle strategie del nuovo mezzo
di comunicazione, incentrato sull'uso della parola e dell'immagine. Infatti il
regime attiva fin dal 1924 l'URI (unione radiofonica italiana), che viene poi
trasformata in EIAR. Il regime si assicura così, oltre al monopolio
dell'informazione radiofonica anche quella dell'informazione cinematografica con
la formazione dell'Istituto Luce.
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Negli anni '30 nascono gli studi di Cinecittà, il centro sperimentale di
cinematografia, gli stabilimenti di Tirrenia, importanti riviste di cinema. Lo
Stato sostiene finanziariamente l'industria cinematografica e guarda con
simpatia, fino alla seconda metà degli anno '30 al cinema di evasione americano.
Il cinema nostrano oscilla tra tentativi di fascistizzazione in chiave imperiale
e lo sviluppo del filone dei "telefoni bianchi".
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