BENITO MUSSOLINI e IL FASCISMO

LA RADIO E IL CINEMA

LA RADIO
La radio, penetrando in ogni momento nello spazio quotidiano della casa, con la propaganda, la musica, la pubblicità, se contribuì all'unificazione linguistica della popolazione, ne dissolse, contemporaneamente, la dimensione privata e ogni autonoma partecipazione sociale, divenendo, sotto il fascismo, uno strumento decisivo nella nazionalizzazione delle masse.

IL CINEMA
Più che la radio, è il cinema che in questi anni influenza profondamente la fantasia collettiva. Infatti il fascismo, alla ricerca di un consenso unanime, fa ampio ricorso alle strategie del nuovo mezzo di comunicazione, incentrato sull'uso della parola e dell'immagine. Infatti il regime attiva fin dal 1924 l'URI (unione radiofonica italiana), che viene poi trasformata in EIAR. Il regime si assicura così, oltre al monopolio dell'informazione radiofonica anche quella dell'informazione cinematografica con la formazione dell'Istituto Luce.

Mussolini posa la prima pietra per la costruzione della nuova sede dell'Istituto Luce

  Cinemobili del Luce  Elsa Merlini in "Ultimo ballo" (1941)  

Negli anni '30 nascono gli studi di Cinecittà, il centro sperimentale di cinematografia, gli stabilimenti di Tirrenia, importanti riviste di cinema. Lo Stato sostiene finanziariamente l'industria cinematografica e guarda con simpatia, fino alla seconda metà degli anno '30 al cinema di evasione americano. Il cinema nostrano oscilla tra tentativi di fascistizzazione in chiave imperiale e lo sviluppo del filone dei "telefoni bianchi".

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