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Special Event
sulla Cooperazione allo Sviluppo

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ENGLISH ITALIANO FRANCAIS ESPANOL

Seminario Internazionale

La cooperazione per ridurre l’esclusione sociale
27 giugno 2000
Ore 13,30 – 15,45


Conference Centre of Varembé(CCV)
Sala A
Rue de Varembé 9
Ginevra

Conclusioni

A fronte di grandi processi vecchi e nuovi di esclusione sociale, la molteplicità delle azioni positive, delle pratiche promosse da cooperazioni governative e non governative e articolate con le iniziative localmente sostenute da gruppi sociali in ogni angolo del pianeta, configurano un potenziale di risposta e di implementazione delle dichiarazioni di Copenaghen. È certamente l’emancipazione femminile il più dirompente processo, registrabile in vari paesi, che sia risultato capace di determinare ed accompagnare grandi cambiamenti sociali, nuove dinamiche, esigenze ed ottenimento di servizi primari, articolazione di sistemi comunitari di welfare, riduzione di conflitti violenti, correzioni all’andamento demografico, nuova attenzione a tutti i gruppi più vulnerabili.

Considerando sviluppo ed espansione dei diritti come sinonimi, la cooperazione internazionale a favore dei gruppi più vulnerabili rappresenta indiscutibilmente la forma più nobile e tra le più efficaci di collaborazione allo sviluppo umano.

Tre questioni appaiono aperte alla discussione:

    a.La tendenza a considerare il concetto di inclusione come ideologia positiva rappresenta un mondo dotato di un’area centrale in via di espansione che gradualmente includerà aree sempre più vaste, lasciando intendere che alla fine del processo tutti saranno inclusi. È tuttavia più credibile riconoscere che i processi di inclusione sono storicamente il risultato di conflitti o di complesse negoziazioni e soprattutto di pratiche che rendono evidenti le necessità di superare istituti arcaici e istituzioni che favoriscono e riproducono esclusione sociale.

    b.L’assimilazione tra povertà ed esclusione sociale, in un mondo nel quale la ricchezza compare come principale obbiettivo, configura la povertà come esclusione dal comune obbiettivo. Questa visione non sembra dar conto della presenza di drammatici processi di esclusione sociale nei paesi economicamente più progrediti, come ad esempio il destino della popolazione più anziana anche all’interno dell’Unione Europea. Indicatore di sviluppo umano è l’aumento della speranza di vita: non è sufficiente aggiungere anni alla vita ma occorre aggiungere vita agli anni.

    c.L’affrontare il tema dell’esclusione sociale deve privilegiare la questione delle istituzioni totalitarie di esclusione che riguardano devianti, minori e anziani nei paesi più progrediti. Una cooperazione con i paesi in via di sviluppo sul tema dei gruppi più vulnerabili e dei processi di esclusione sociale deve essere l’espressione di pratiche critiche e di mutazioni effettive efficacemente operanti nei paesi sviluppati.

L’agenda dei prossimi anni non può non contenere tre punti programmatici:

    1.La necessità dell’appoggio dei Governi e delle Agenzie Internazionali all’azione di gruppi locali operanti contro l’esclusione sociale.

    2.La necessità dell’appoggio dei Governi e delle Agenzie Internazionali allo sviluppo di Reti di collegamento sui temi dello sviluppo umano tra esperienze localmente impegnate.

    3.L’appoggio, con caratteristiche di priorità, alle pratiche di riduzione e trasformazione concreta di istituzioni dell’esclusione con aspetti anche totalitari presenti in ogni paese.

 

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