La
Mediazione scolastica nella logica della prevenzione
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Tamara
Murgia: L'evoluzione e lo sviluppo della Mediazione in Sardegna, vista
con gli occhi di giovani Mediatrici. Constatazioni, esperienze, progetti,
difficoltà incontrate, aspettative professionali, sono i sentieri che
si stanno percorrendo per ricreare nell'Isola un contesto arcaico che
originariamente 'utilizzava' i processi di Mediazione nelle diatribe familiari,
nelle contese e nelle dispute, nei casi di banditismo e nei sequestri
di persona.
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ROSALBA ADDUCCI laureata in Giurisprudenza, Mediatrice;
TAMARA MURGIA, laureanda in Scienza Politiche, Mediatrice |
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Nell'affrontare il tema della mediazione scolastica come forma di prevenzione
è particolarmente utile inserirvi il fenomeno mafioso e della criminalità. Si costituirono allora molte piccole associazioni di tre o quattro persone formanti la cosca. Le cosche, talvolta alleate, ma spesso in lotta tra di loro, dominavano, ad esempio il territorio di un comune, servendosi di valenti o incoscienti desiderosi di partecipare del prestigio o dei guadagni. La mafia interveniva sempre per difendere "l'ordine", per procurare in ogni contrattazione in ogni contrasto un "accordo tra amici", che però doveva venire accettato, a scanso di pene anche mortali; impunite sempre per l'omertà che costringeva la popolazione soggetta. La protezione della classe dei proprietari che, con poca spesa, tenevano così soggette le masse contadine, l'appoggio dei partiti che con l'aiuto della mafia si garantivano la base elettorale, il continuo compromesso degli organi pubblici, talora inquinati da elementi mafiosi e comunque impotenti a rompere quella catena di complicità con profonde riforme soprattutto nella distribuzione della proprietà, consolidarono la mafia, contro la quale ebbero scarsa efficacia i provvedimenti emanati in più occasioni e la stessa azione poliziesca. Il che porta a considerare la mafia come fenomeno del tutto legato oltre che a un particolare costume di fierezza a cui piace fare del diritto una concezione del tutto personale, e che considera inutile o addirittura disonorevole ricorrere ai poteri pubblici per esercitare i propri diritti e accetta l'omertà come legge d'onore, anche a una precisa struttura sociale, in cui essa si inserisce per difenderla e insieme per sfruttarla. In Calabria, l'Organizzazione è conosciuta col nome di 'ndrangheta,
che vuol dire fibbia, dal nome del fermaglio che all'estremità
della cinghia. Nell'ambito del progetto didattico "Lotta alla mafia" realizzato dagli alunni di una scuola media calabrese è particolarmente interessante constatare come i ragazzi abbiano affrontato il fenomeno mafioso con vari elaborati (ricerche, temi, disegni, poesie) (2), dai quali emerge, tra l'altro, la riflessione sulle possibilità di un superamento del problema attraverso il lavoro, l'impegno sociale e culturale. Pertanto , è proprio mediante i bambini e i ragazzi che si può e si deve diffondere una cultura diversa; una cultura che abbia come epicentro "l'Educazione alla pace". A questo devono mirare gli educatori, gli amministratori, gli intellettuali, e non solo, tutti si devono impegnare per indirizzare i ragazzi verso la retta via, cioè verso la comprensione del fenomeno in termini positivi; o per meglio dire verso una gestione positiva di ogni tipo di conflitto. |
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