Introduzione

3 WMF ITALIA 2000

Sensibilizzazione alla mediazione
nel rapporto medico paziente.

MARGHERITA SPISSU


ABSTRACT

Home
Papers
   

Country:
Italy

Language:
Italian

Il 21 luglio 2000 appare sul quotidiano La Repubblica un articolo che riguarda l'ennesimo caso di "mala sanità". Ludovica, una bambina di 3 mesi, muore nel giro di poche ore per broncopolmonite.
"I medici non hanno saputo salvarla" è l'accusa, tradotta immediatamente in forma di denuncia agli
uffici della Procura, da parte del padre, egli stesso medico, comprensibilmente angosciato e attanagliato da sentimenti di impotenza, di rabbia per essersi sentito "ingannato" da una struttura sanitaria che promette assistenza e si dimostra incapace di fornirla, e di dubbio, un dubbio atroce sulla possibilità che "forse" sua figlia poteva essere salvata.
Senza nulla togliere alla ricerca della tutela sia dell'ammalato che del medico, senza nulla togliere all'intervento della giustizia, resta pur sempre il problema umano, che potrebbe forse essere gestito attraverso processi di mediazione.

 


 

SENSIBILIZZAZIONE ALLA MEDIAZIONE
NEL RAPPORTO MEDICO PAZIENTE

 
 


Il caso di Ludovica

Il 21 luglio 2000 appare sul quotidiano La Repubblica un articolo che riguarda l'ennesimo caso di "mala sanità".
Ludovica, una bambina di 3 mesi, muore nel giro di poche ore per broncopolmonite. "I medici non hanno saputo salvarla" è l'accusa, tradotta immediatamente in forma di denuncia agli uffici della Procura, da parte del padre, egli stesso medico, comprensibilmente angosciato e attanagliato da sentimenti di impotenza, di rabbia per essersi sentito "ingannato" da una struttura sanitaria che promette assistenza e si dimostra incapace di fornirla, e di dubbio, un dubbio atroce sulla possibilità che "forse" sua
figlia poteva essere salvata.

Dall'altra parte della "barricata" si trovano i medici del Pronto Soccorso. Ciò che colpisce è che, di fronte alle ragioni di un padre straziato dal dolore, la "parte lesa", il "mal assistito", sono presenti parallele e contrapposte ragioni e motivazioni da parte di coloro che, nella vicenda, rivestono il ruolo di "carnefici", di "mal assistenti". Per loro, l'ipotesi
di reato è omicidio colposo per colpa medica.


Dalla parte del "mal assistito" ------- Dalla parte del "mal assistente"


Si ritiene importante sottolineare come questo conflitto si svolga in un "territorio" particolare: la Sanità. Pertanto, nel tentativo di prevenire e orientare il processo di giustizia, è indispensabile prendere in considerazione le dinamiche in gioco nel rapporto medico - paziente.
Il mediatore, in gran parte dei casi, agisce efficacemente su conflitti che si riallacciano alle aree dei dati e degli interessi al fine di aiutare le parti a trovare una soluzione ragionevole che piaccia ad entrambe. Tuttavia, in tale peculiare contesto, una soluzione "ragionevole" si può raggiungere solo dopo aver elaborato le componenti emotive in gioco.

"L'emozione, come vissuto affettivo e come impulso, diventa una chiave per aprire la porta chiusa della razionalità e penetrare nel profondo della psiche umana" afferma Canestrari.
Al di là delle indagini scientifiche e degli iter giudiziari, esistono dei processi umani da considerare. Tra questi la riattivazione della comunicazione verbale. E' attraverso l'ascolto che si può incontrare l'altro, iniziare l'elaborazione dell'accaduto: del lutto, della sofferenza,
della colpa, e poter intravedere le proprie ragioni, i propri punti di vista, i propri vissuti e quelli dell'altro.

Freud afferma che tra medico e paziente si instaura quel fenomeno particolare da lui definito "transfert", ossia "trasferimento" dei vissuti arcaici con le proprie figure di riferimento. In questo gioco riaffiorano quindi vissuti di soggezione e stima, autorità e dipendenza, amore e odio, aspettative e frustrazioni, idealizzazioni e tradimenti.
La figura del medico potrebbe essere collocata, dunque, all'interno delle aspettative idealizzate nell'Olimpo dell'onnipotenza e quando questa, per le sue peculiarità umane, fallisce, nasce la frustrazione, l'odio, la vendetta.


La ragione non può ostacolare del tutto questi fenomeni quando è annebbiata dalla sofferenza, dal lutto, dalla perdita. Anche l'idealizzato potrebbe, in tal senso, essere considerato una vittima, in quanto consapevole di non poter rispondere alle aspettative, ed il "senso del limite", sostiene ancora Freud, è uno degli aspetti più difficili da accettare.
Si tratta di dinamiche complesse, intricate e intricanti, che coinvolgono le nostre parti profonde ed emozionali. Tenere conto che tali meccanismi emotivi potrebbero essere presenti e svolgere un ruolo importante nell'ambito di questo tipo di conflitto, si rivelerebbe fondamentale nel tentativo di una gestione positiva di esso.

Ma, per avere una possibilità che questi fattori emergano, per essere presi in considerazione da entrambe le parti e quindi elaborati, è necessario che si strutturi un processo di comunicazione verbale, di accesso all'ascolto dell'altro e dunque al suo riconoscimento.
"Si definisce frustrazione la condizione in cui viene a trovarsi l'organismo quando è ostacolato in modo permanente o temporaneo, nella soddisfazione dei propri bisogni."
"L'aggressività è quella reazione alla frustrazione che tende alla distruzione, all'allontanamento o a mettere comunque in difficoltà, in cattiva luce, la persona o l'affetto che è avvertito come causa della frustrazione.
Ciò costituisce una reazione inadeguata nella misura in cui tale aggressione non risolve il problema, pur scaricando l'energia accumulata. L'aggressività può essere aperta oppure larvata, ossia, in vario grado attenuata, mascherata."

Nessuna condanna e nessuna assoluzione potrebbe intralciare queste dinamiche di relazione. Pertanto, senza nulla togliere alla ricerca della tutela sia dell'ammalato
che del medico, senza nulla togliere all'intervento della giustizia, resta pur sempre il problema umano, che potrebbe, forse, essere gestito attraverso processi di mediazione.


La comunicazione

"La parola rappresenta uno strumento fondamentale della comunicazione umana e qualunque alterazione patologica di questa potenzialità inchioda gli interlocutori ad un penoso vuoto di contatto".

Al di la dei "ruoli" cristallizzati e pre-definiti di medico e di paziente, creare una comunicazione su un piano "inter-personale" ossia da persona a persona, permetterebbe al paziente di non idealizzare il medico ammettendo in lui dei limiti "umani", ed allo stesso medico di considerare prima della "malattia", prima dell' "ammalato", la persona. La sanità è legata ad un "sistema" dove il singolo è certamente un elemento importante, ma non il solo, l'unico determinante le situazioni. E' possibile che, non riuscendo con facilità a trovare un "responsabile" su cui riversare la propria aggressività per alleviare il senso di frustrazione, la persona che non si sente curata o semplicemente accolta, accudita e considerata, cerchi affannosamente, a priori, un "capro espiatorio".

Viceversa, può non sempre risultare semplice o immediato per un membro isolato sopperire a tutto il "sistema", mettersi empaticamente "nei panni" della persona che a lui si rivolge, assisterla efficacemente anche quando mancano mezzi e strumenti indispensabili.
Un processo di mediazione permetterebbe, forse, che accuse ed alibi, oltre a passare attraverso il "vaglio" del sistema legale, procedessero attraverso la considerazione, su un piano umano, da parte dei diretti interessati nel conflitto, ad un confronto "tra persone".
Se anche fosse impossibile dirimere un contenzioso, quanto meno si avvierebbe, attraverso la comunicazione, un processo di apprendimento. I contendenti entrando in contatto l'uno con le ragioni dell'altro, avrebbero la possibilità di liberarsi dalla propria visione fantasmatica e persecutoria della vicenda, spesso resa tale dalla chiusura nei confronti di un diverso punto di vista; potrebbero accedere ad una visione più realistica, più completa e soprattutto non più "sterile" nel senso che dall'esperienza trarrebbero spunti per una crescita personale e professionale che potrebbe sfociare in processi di collaborazione al fine di migliorare il rapporto tra personale sanitario e paziente.
La sensibilizzazione alla mediazione, in ambito sanitario, avrebbe in tal senso non solo l'obbiettivo di una gestione positiva dei conflitti ma, anche, della loro prevenzione.


Bibliografia

- Bonino S., Grandi L., La frustrazione: teoria e sperimentazione, Ed. Boringhieri 1976.
- Buzzi I., Haynes J.M., Introduzione alla mediazione familiare, Ed. Giuffrè.
- Buzzi I., Pinna S., Esperienze pratiche per mediare i conflitti, Ed. Punto di fuga.
- Canestrari R., Psicologia generale e dello sviluppo, Ed. CLUEB, Bologna.
- Caprera G.V., Psicoanalisi e aggressività, Ed. Bompiani 1981.
- Carotenuto A., Amare tradire, Ed. Bompiani.
- S. Freud, Opere, Boringhieri.
- S. Freud, Osservazione di un amore da transfert, in Opere, Boringhieri 1975.
- S. Freud, Metapsicologia, L'inconscio, in Opere 1976.
- S. Freud, Ricordare ripetere elaborare, Opere, Boringhieri
- S. Freud, La dinamica del transfert, Opere, Borighieri 1974
- Quotidiano La Repubblica, 21/07/00.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Search Home Papers
Credits Sponsors Agenda
Elenco contributi Ricerca relazioni top page