Sei nella pagina l'ABC della musica. Descrizione figura: Il logo nella parte superiore c'è; un festone di colore azzurro chiaro con la scritta Auditorium Virtuale, sotto uno stemma costituito da uno scudo  araldico dove, nel suo interno , c'è nella parte superiore la scritta a chi è dedicato l'Auditorium cioè Papà Marcello. Sotto questa scritta ci sono sovrapposti tre strumenti musicali ed esattamente: una chitarra, un mandolino e una fisarmonica. L'A B C della Musica

Ingresso
Auditorium


L'icona raffigura il fronte di un tempio dell'antica Roma. In effetti l'analogia ci stà bene perchè l'auditorium è il tempio della musica

Il cortile della scuola

Bl00195_.wmf (8070 byte)

L'A B C della musica

An00790_.wmf (5684 byte)

A lezione di solfeggio A lezione di ritmica

Gli strumenti
musicali della banda

Com'è fatta la banda

Cos'è
la musica

Sono Flautino e con l'indice della mano sinistra indico l'elenco delle lezioni in questo corso. Usi la sintesi vocale? Allora voglio darti qualche piccolo suggerimento e accorgimento per una corretta interpretazione dei corsi. Le lezioni sono tenute da me e dai simpatici amici che hai conosciuto nel cortile della scuola, se clicchi sopra ognuno di noi, potrai ascoltare dalla nostra voce quello che è scritto nel riquadro al nostro fianco. La notazione musicale in nero è posta, attraverso delle figure, all'interno del testo della lezione. La figura corrispondente alla notazione in nero, contiene la descrizione della scrittura musicale in braille. Durante le varie lezioni ti daremo altri suggerimenti e accorgimenti per meglio comprendere questa particolare e affascinante scrittura musicale. Attenzione, tutti i caratteri Braille descritti sono in posizione di lettura.

Benvenuti a tutti. Questo corso è diviso in sei lezioni, ed esattamente
Le note e il pentagramma
La durata dei suoni
Il ritmo
Altri simboli per il ritmo
Gli arricchimenti per l'espressione
Il tono e il semitono
Alla fine di ogni sezione sarà possibile sostenere una verifica sulla bontà del vostro apprendimento. Questa prova verrà effettuata attraverso una serie di programmini che sono in corso di ultimazione.
Con questo corso vogliamo darvi le informazioni essenziali per leggere la musica. Chiaramente non vorrà essere esaudiente tutto quello che vi spiegheremo, ma sicuramente quando vi troverete davanti ad un spartito sarete in grado di capire qualcosa di più. Spesso userò l'espressione "notazione musicale in nero", questo per distinguere questa scrittura con quella della "notazione musicale in braille", un altro modo di scrivere la musica. Buon divertimento e buon
studio.

Con la musica l'uomo ha sempre avuto la possibilità di esprimere i propri sentimenti, comunicare i propri pensieri, oppure avere un piacevole modo per passare il tempo. Fin dall'antichità, la musica ha avuto un ruolo importante nella vita culturale, religiosa, sociale e perchè no, nella vita sentimentale.
Ma qual è il segreto della melodia che viene diffusa dalle pagine musicali, oltre alla bravura di chi le interpreta?  Sembra strano ma è ... LA MATEMATICA, o meglio lo scandire preciso del  tempo con la rigida e sistematica divisione di quest'ultimo. Questa divisione del tempo, scandita con le note musicali e col suono degli strumenti a percussione, produce quelle infinite melodie a noi tanto care.

 

Tamburino ha le bacchette sulla mano sinistra.

Le note e il pentagramma

Come la scrittura riesce a tramandare ai posteri il sapere, la cultura, il messaggio, il sentimento, la conoscenza ed altro di chi scrive, così con le notazioni musicali (ovvero il sistema con cui si scrive la musica) l'autore non solo riesce a tramandare il suo estro musicale, ma ci fa suscitare sentimenti, vivere e rivivere emozioni.
Diversi nella storia dell'umanità i sistemi per scrivere la musica, ma ciò che andremo a vedere nei dettagli è come  tutto questo viene fatto nella nostra civiltà.

Ognuno di noi ha un proprio nome che ci distingue dagli altri. La stessa cosa accade nella musica che è composta da diversi suoni, dove ognuno ha un suo preciso nome per distinguerlo dagli altri. Il nome a questi suoni non è dato a caso ma è costruito in base a precise regole che andiamo a scoprire.
Per cominciare questi suoni si chiamano NOTE (oppure altezze), sono sette e più precisamente:

DO RE MI FA SOL LA SI

 

Nonno Basso. Ho la mia pipa sulla mano destra e la scoppola sulle ventitre. E' un modo buffo per dire che è posata sul capo un pò di traverso.  (13135 byte)
Francesino col suo simpatico aspetto si sposta con la sua mano destra il baschetto sulla sua testa  Queste sette note in successione formano una famiglia chiamata ottava, nella musica di queste famiglie ce ne sono sette e sono una di seguito all'altra. Se volete vedere tutte queste famiglie insieme, guardate la tastiera di un pianoforte. Partendo da sinistra abbiamo la prima ottava, poi continuando verso destra incontreremo la seconda e così via fino ad arrivare alla settima posizionata tutta a sinistra. Immaginate una scala dove a sinistra ci sono i gradini più bassi, l'inizio della scala che corrisponde alla note della prima ottava, e a destra quelli più alti, che corrispondono alle note della settima ottava.
Questa scala o estensione si divide in tre parti o registri: Acuto, Medio e Grave. Il pianoforte e l'organo sono gli strumenti per eccellenza che possono vantare di intonare tutti e tre i tipi di registri. Bene ma ora cominciamo a vedere dove si scrive la musica.
Il pentagramma è un sistema costituito da righi e spazi che si alternano tra loro e più precisamente da cinque righi e quattro spazi. Partendo dal basso verso l'alto incontriamo il primo rigo, poi il primo spazio, subito il secondo rigo e via via fini ad arrivare al quinto rigo.
Il pentagramma è il sistema sul quale la notazione musicale in nero scrive la musica. Nella notazione in braille il pentagramma non esiste, questo perchè la notazione musicale con questo codice usa un'altro sistema che più in avanti ti spiegherò

Sul rigo e nello spazio trovano posto le note, dalla più grave (collocata in basso) alla più acuta (collocata più in alto):
Ti ricordi quando ti parlavo della scala? Bene nella notazione in nero le note basse, o GRAVI, si posizionano in basso sul pentagramma. Mentre le note alte, o ACUTE, si posizionano nella parte alta del pentagramma.

Prima di passare alla spiegazione dei vari simboli  vorrei darti qualche suggerimento. Ti accorgerai che i simboli utilizzati nella notazione musicale sono uguali a quelli che si adoperano per le parole. Se puoi, prendili come dei nuovi simboli, ti aiuterà ad entrare subito in sintonia con questa scrittura. Un altro piccolo consiglio, prova a scrivere più volte tutta la notazione musicale che ti spiegherò aiuterà molto a ricordarla e a riconoscerla.
trombetta ciao.jpg (12679 byte) Ogni nota sul pentagramma, raffigurata da un pallino, per farsi riconoscere prende un preciso posto sul rigo o sullo spazio, collocazione determinata dalla chiave musicale (più avanti ti spiegherò la sua importanza e funzione) che è presente all'inizio del rigo musicale o pentagramma. La più usata di queste chiavi è quella di Sol o chiave di Violino. Questa chiave stabilisce che un DO si trova nel terzo spazio, il DO successivo (o più acuto) lo troviamo oltre il quinto rigo. Per raffigurarlo si utilizza un arteficio grafico, cioè si aggiungono dei piccoli trattini sopra il quinto rigo, chiamati tagli addizionali, che simulano altri righi e spazi. Tornando alla nostra nota, questa è raffigurata aggiungendo due tagli dove sul secondo (quello più in alto) prende posto il DO. In questo caso si dice che la nota ha un taglio in testa ed uno in gola. In altre parole è come se avessimo aggiunto al pentagramma un sesto e settimo rigo e di conseguenza un quinto e sesto spazio. Per farti capire meglio osserviamo la nota successiva, il RE, che si posiziona sopra il secondo taglio addizionale, cioè nell'ipotetico settimo spazio. In questo caso si dice che la nota ha due tagli in gola, il MI avrà un taglio in testa e due in gola e così via.
Per raffigurare il DO che si trova prima di quello che stà nel terzo spazio (quindi con un suono più basso), va fatta la stessa operazione che abbiamo imparato per le note sopra il pentagramma. In questo caso la nostra nota viene raffigurata con un taglio in testa, cioè si utilizza un solo taglio addizionale al di sotto del primo rigo. Se proseguiamo in questa discesa troviamo il SI con un taglio in gola, il LA con un taglio in testa ed uno in gola e così di seguito.

Nella scrittura musicale braille, le note vengono raffigurate in modo diverso. Partiamo dal DO che è scritto con i punti 1 4 5; il RE 1 5; il MI 1 2 5; il FA 1 2 4 5; il SOL 1 2 5; il LA 2 5 e il SI con i punti 2 4 5. Ma come ti ho già detto le note appartengono a delle famiglie, per capire a quale ottava (o famiglia) appartiene la nota gli si pone davanti un particolare segno chiamato appunto segno d'ottava (ricordati della tastiera del pianoforte). Ma come si scrivono i segni d'ottava, cominciamo con la prima fatta con il punto 4; la seconda con i punto 4 5; la terza con  4 5 6; la quarta con 5; la quinta con 4 6; la sesta con 5 6; la settima con 6. Per completare l'estensione musicale (cioè tutta la scala musicale) oltre la settima ottava esiste un Do, mentre un LA e un SI precedono la prima ottava. Prima di proseguire un altro piccolo avvertimento, per comprendere meglio il modo con cui ti descrivo la notazione musicale in braille, d'ora in avanti i punti che compongono ogni singola casellina te li dirò raggruppati, mentre userò uno spazio per separare un simbolo (o casellina) dall'altro. Per esempio il Do di quarta ottava lo indicherò come 5 145. Con questo sistema posso dirti ora che il DO dopo la settima ottava s'indica con 6 6 145, ossia due volte il segno di settima ottava e poi il DO. Analogo ragionamento, cioè quello di indicare con due volte il segno di prima ottava, per indicare le due note che precedono la prima ottava e precisamente il LA con  4 4 24, e per il Si 4 4 245. A questo punto cominciamo a capire come il segno di ottava viene utilizzato. La prima nota di un brano musicale deve essere preceduta dal segno di ottava, se le note che seguono fanno parte della stessa famiglia questo segno non viene ripetuto. Più avanti ti svelerò le altre regole che stabiliscono quando porre il segno d'ottava.

 

Dunque nella notazione musicale in nero le note prendono posto sul pentagramma. Ma se dovessimo raffigurare tutte le note della scala musicale su questi cinque righi, saremmo costretti ad usare molti tagli addizionali. La naturale conseguenza è che la lettura risulterebbe assai complicata. Per ovviare a questa difficoltà si è ricorsi a un arteficio grafico, appunto la CHIAVE MUSICALE. Questo simbolo, in qualche modo, cerca di far rientrare la maggior parte delle note sul pentragramma in base alla quantita di suoni, che lo strumento o la voce umana, riesce a riprodurre. Questa quantità di note si chiama ESTENZIONE MUSICALE, normalmente comprende circa tre ottave sia per la voce umana che per la gran parte degli strumenti. In musica se ne contano sette di queste chiavi e ognuna ha una sua precisa caratteristica, ma hanno tutte la stessa funzione, quella di semplificare sia la scrittura che la lettura della notazione musicale in nero.Questi sette simboli si definiscono

SETTICLAVIO

Chiave di Sol
o di Violino


I simboli di chiave non hanno nessuna influenza nella scrittura musicale in braille, viceversa nella notazione in nero hanno, come ho già detto, una strategica importanza. In tutte le chiavi la nota di riferimento è il DO che nella notazione braille corrisponde al DO di quarta ottava (quello che nella tastiera del pianoforte è al centro), ossia 4 145. La prima chiave è quella di Violino o di SOL, come riferimento per la scala musicale, questo simbolo ha il DO sotto la prima riga con un taglio in testa. Nella notazione braille viene indicata con 345 34 123, l'ultima casella indica che questa chiave è per la mano destra. La stessa chiave se viene utilizzata per la mano sinistra l'ultima casella è indicata con 13.

Chiave di Do
Soprano

Quattro sono le chiavi di DO, la prima è quella di Soprano. Qui il DO occupa la prima riga del pentagramma, in braille 345 346 4 123.
Chiave di Do
Mezzo Soprano


Chiave di DO mezzosoprano, il DO è sulla seconda linea, quindi 345 346 45 123
Chiave di Do
Contralto

Chiave di DO contralto, qui il DO è sulla terza riga e in braille è 345 356 456 123.)
Chiave di Do
Tenore

L'ultima chiave di DO o di tenore ha il do in quarta linea con il braille invece è 345 346 5 123
Chiave di Fa
Baritono

Esistono due chiavi in FA, questa è quella di baritono che ha il DO sulla quinta riga, in braille 345 3456 46 123

Chiave di Fa
Basso

La seconda chiave di FA è quella di basso ed ha il Do con il taglio in testa dopo il quinto rigo. In braille si indica con 345,3456,46,123.

La nota segnalata in ogni chiave corrisponde al DO, partite da questa e costruite la scala per ogni chiave.

Il sistema di scrittura della musica nella nostra civiltà è quello che ti sto esponendo su questa pagina, ma alcuni Paesi si differenziano per il diverso modo di chiamar le note, infatti questi suoni vengono chiamati con le lettere dell'alfabeto.

Nel resto del mondo le note sono LA SI DO RE MI FA SOL
Nei paesi di lingua inglese (Gran Bretagna e Stati Uniti) partendo dal LA A B C D E F G
Mentre nei paesi di lingua tedesca (Germania e Austria) partendo sempre dal LA A H C D E F G
Come avrete notato nei paesi di lingua tedesca, al posto della B, per indicare il SI usano la H e questo perchè con la lettera B indicano il bemolle (che incontreremo più avanti nella sezione Il tono e il semitono).

 

TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO  LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa parte del corso

 

La durata dei suoni

trombetta_ciao.gif (50199 byte)

Fino a qui abbiamo visto dove si collocano sul pentagramma (chiamata anche ALTEZZA), ma ancora non basta per completare quel nome che lo distingue da un'altro. I suoni hanno una durata, in un brano musicale ci può essere un un DO lungo, per esempio DOOOOOOOOOOOO, oppure si può incontratre un DO corto, per esempio DO. Allora come si indica il tempo che deve durare una nota? Qui intervengono dei segni grafici, per la notazione musicale in nero, che ci fanno capire quanto il suono è lungo o meglio, dura una nota.
Nello schemino riassuntivo qui sotto sono riepilogate le figure musicali più usate che indicano la durata delle note e delle PAUSE. La musica non è fatta solo di suoni ma anche di silenzi o pause, anche per queste esistono dei segni che ci fanno capire quanto deve durare l'assenza dei suoni. Nella prima riga della tabella vediamo queste figure che aggiungono un altro pezzeto a quel nome che andiamo costruendo per i suoni. Nella seconda riga della tabella ci sono i segni delle pause.
Il valore segnalato nella terza riga della tabella non è misurabile con l'orologio, questo non vuol dire che non è possibile stabilire quanto deve durare un suono anzi, sapere che una nota di seminimina dura la metà di una minima ci aiuta a capire quale rapporto di durata c'è tra una figura o pausa musicale e l'altra. Se la durata in musica non è scandita dalle lancette dell'orologio come si fà a capire quanto deve durare un suono? Più avanti ti svelerò anche quest'altro tassello che serve per completere quel nome del suono che dalla prima lezione stiamo cercando di costruire.

FIGURA

Semibreve
La tabella è organizzata su tre rige e sette colonne. Nella prima cella di ogni riga è segnalato l'argomento trattato. In questa prima riga si parla di figure. Nella notazione in braille, se ti ricordi, le note vengono segnalate con i punti 1 2 4 5, lasciando ai punti 3 6 il compito di segnalare la durata (o figura ) della nota. Per esempio:  i punti 3 6  indicano che la nota assume la figura di semibreve, per migliore chiarezza il DO di semibreve è segnalato con 14536, il RE sempre di semibreve 1536, il MI con la stessa figura  12436, il FA 124536, il SOL 12536,il LA 2436 ed infine il SI 24536. Questa figura nella notazione in nero viene rappresentata da un pallino con l'interno vuoto. Ma attenzione, gli stessi punti 3 e 6 vengono usati per segnalare anche un'altra figura, la semicroma. Questa figura è la più grande e il suo valore è un intero.

Minima
Per la minima si utilizza il punto 3. Quindi il DO 1453, il RE 153, il MI 1243, il FA 12453, il SOL 1253, la 243 ed infine il Si 2453. Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata: da un pallino con l'interno in bianco e da un gambo che parte dal pallino e va verso l'alto o verso il basso. Con il punto 3 si indica anche la biscroma. Questa figura vale la metà  del valore intero, in altre parole la sua durata è la metà di una semibreve infatti, per avere un suono lungo quanto quello di una semibreve ci vogliono due minime.
Semiminima
La semiminima si aggiunge il punto 6 alle note, quindi: il DO 1456, il RE 156, il MI 1246, il FA 12456, il SOL 1256, la 246 ed infine il Si 2456. Con questi stessi punti si indica la semibiscroma. Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata: da un pallino nero e da un gambo che parte dal pallino e va verso l'alto o, a seconda dei casi, verso il basso. Questa figura ha una durata di un quarto rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una minima. Vale a dire che ci vogliono quattro semiminime per fare una semibreve o due per fare una minima.
Croma
La croma si identifica perchè lascia liberi i punti 3 e 6, quindi: il DO 145, il RE 15, il MI 124, il FA 1245, il SOL 125, la 24 ed infine il Si 245 Con questo stesso punto indica anche la xxxxxxxxx. Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata: dal pallino nero, dal gambo che parte dal pallino e va verso l'alto (o il basso) e da un baffo che parte dal gambo. Questa figura ha una durata di un ottavo rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una semiminima. Vale a dire che ci vogliono: otto crome per fare una semibreve, quattro per fare una minima e due per fare una semiminima.
Semicroma
La semicroma utilizza i punti 3 e 6, sono gli stessi che vengono utilizzati per la semibreve, infatti il DO di semicroma è segnalato con 14536, il RE 1536, il MI con la stessa figura  12436, il FA 124536, il SOL 12536,il LA 2436 ed infine il SI 24536. La domanda che ti stai facendo in questo momento sarà sicuramente del tipo: come si fa a distinguere una semicroma da una semibreve? La risposta è semplice, dal contesto musicale in cui viene letta. Per tranquillizzarti ti voglio far notare che la semibreve è molto più grande di una semicroma e non è possibile che le due figure possano essere confuse, più avanti ci torneremo e ti farò capire perchè.  Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata: dal pallino nero, dal gambo che parte dal pallino e va verso l'alto (o il basso) e da due baffi che partono dal gambo. La semicroma ha una durata di un sedicesimo rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una croma. Vale a dire che ci vogliono: 16 semicrome per fare una semibreve, otto per fare una minima, quattro per fare una semiminima e due per una croma.
Biscroma
Per la biscroma si utilizza il punto 3. L'identico punto che viene utilizzato dalla minima. Quindi il DO 1453, il RE 153, il MI 1243, il FA 12453, il SOL 1253, la 243 ed infine il Si 2453. Anche qui la distinzione tra minima e biscroma viene fatta in base al contesto musicale in cui è inserita. Nota sempre che c'è molta differenza tra la minima e la biscroma. Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata: dal pallino nero, dal gambo che parte dal pallino e va verso l'alto (o il basso) e da tre baffi che partono dal gambo. La durata della biscroma rispetto alla semibreve è trentadue volte più piccola. Questo vuol dire che ci vogliono trentadue biscrome per fare una semibreve,  sedici per fare una minima, otto per fare una semiminima, quattro per una croma e due per una semicroma.
Semibiscroma
Per la semibiscroma si utilizza il punto 6. L'identico punto che viene utilizzato dalla semiminima. Quindi il DO 1456, il RE 156, il MI 1246, il FA 12456, il SOL 1256, la 246 ed infine il Si 2456. Anche qui la distinzione tra semibiscroma e semiminima viene fatta in base al contesto musicale in cui è inserita. Nota sempre che c'è molta differenza tra la minima e la biscroma. Questa figura nella scrittura in nero è rappresentata dal solito pallino nero, dal gambo che parte dal pallino e va verso l'alto (o il basso) e da quattro baffi che partono dal gambo. La durata della semibiscroma rispetto alla semibreve è sessantaquattro volte più piccola. Questo vuol dire che ci vogliono sessantaquattro biscrome per fare una semibreve,  trentadue per fare una minima, sedici per fare una semiminima, otto per una croma, quattro per una semicroma e due per una biscroma.

PAUSA

Semibreve
La tabella è organizzata su tre rige e sette colonne. Nella prima cella di ogni riga è segnalato l'argomento trattato. In questa seconda riga si parla delle pause musicali. Nella notazione in braille la pausa di semibreve è segnalata con i punti 134. Questa pausa è la più grande e il suo valore è un intero. Nella notazione musicale in nero la pausa di semibreve è segnalata con un piccolo rettangolo nero sotta la quarta riga.
Minima
La pausa di minima è segnalata con i punti 136. Questa pausa vale la metà  del valore intero, in altre parole la sua durata è la metà di una semibreve infatti, per avere un silenzio lungo quanto quello di una semibreve ci vogliono due pause diminima. Nella notazione musicale in nero la pausa di semibreve è segnalata con un piccolo rettangolo nero sopra la terza riga.
Semiminima
La pausa di semiminima, segnalata con i punti 1236. Questa pausa ha una durata di un quarto rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una minima. Vale a dire che ci vogliono quattro semiminime per fare una semibreve o due per fare una minima. Nella notazione in nero è raffigurata con un baffo in verticale.
Croma
La pausa di croma si riconosce dai punti 1346. Nella notazione in nero è segnalata con una piccola barra verticale alla cui cima (leggermente pendente verso destra) c'è un piccolo riccio che sbandiera verso sinistra. Questa pausa ha una durata di un ottavo rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una semiminima. Vale a dire che ci vogliono: otto crome per fare una semibreve, quattro per fare una minima e due per fare una semiminima.
Semicroma
La pausa di semicroma si riconosce dai punti 134. Come per le figure delle note, anche per le pause gli stessi punti servono ha segnalare due valori, infatti con gli stessi punti si segnala la pausa di semibreve. Per tranquillizzarti ti voglio far notare che la semibreve è molto più grande di una semicroma e non è possibile che le due figure possano essere confuse, più avanti ci torneremo e ti farò capire perchè.  Nella notazione in nero è segnalata con una piccola barra verticale alla cui cima (leggermente pendente verso destra) ci sono uno sotto l'altro, due piccoli ricci che sbandierano verso sinistra. La pausa di semicroma ha una durata di un sedicesimo rispetto all'intero della semibreve, oppure,  è la metà di una croma. Vale a dire che ci vogliono: 16 semicrome per fare una semibreve, otto per fare una minima, quattro per fare una semiminima e due per una croma.
Biscroma
La pausa di biscroma è segnalata con i punti 136. Questi stessi punti segnalano anche la pausa di minima. Anche qui vale lo stesso discorso fatto per le figure delle note, la distinzione per queste due pause viene fatta in base al contesto muiscale dove sono inserite. Nota sempre che c'è molta differenza tra la minima e la biscroma, questo ci tornerà utile quando ti spiegherò come poter distinguere queste due pause segnalate con gli stessi punti. Nella notazione in nero è segnalata con una piccola barra verticale alla cui cima (leggermente pendente verso destra) ci sono uno sotto l'altro, tre piccoli ricci che sbandierano verso sinistra.
Semibiscroma
La pausa di semibiscroma è segnalata con i punti 1236, gli stessi della semiminima. Osserva che la differenza di queste due pause è notevole, infatti se rifacciamo anche qui il raffranto con le altre pause abbiamo che la semibiscroma rispetto alla semibreve è sessantaquattro volte più piccola. Questo vuol dire che ci vogliono sessantaquattro biscrome per fare una semibreve,  trentadue per fare una minima, sedici per fare una semiminima, otto per una croma, quattro per una semicroma e due per una biscroma. Nella notazione in nero è segnalata con una piccola barra verticale alla cui cima (leggermente pendente verso destra) ci sono uno sotto l'altro, quattro piccoli ricci che sbandierano verso sinistra.
VALORE intero
metà
del valore intero
1/4
del valore intero (oppure la metà della figura precedente)
1/8
del valore intero (oppure la metà della figura precedente)
1/16
del valore intero (oppure la metà della figura precedente)
1/32
del valore intero (oppure la metà della figura precedente)
1/64
del valore intero (oppure la metà della figura precedente)

Riepilogando: la semibreve ha la durata intera, la minima è la metà della semibreve; la semiminima dura la metà della minima ma a sua volta dura un quarto rispetto alla semibreve; segue la croma che dura la metà della semiminima, un quarto il tempo della minima e un ottavo di quello della semibreve; a questo punto prova tu ad andare avanti nel riepilogo.
Per comprendere meglio questo concetto di rapporto di durata tra figure e pause musicali prova a fare un piccolo gioco che ci tornerà utile nella prossima lezione. Prendi una mela e la paragoniamo ala durata della semibreve, se dividi la mela in due ogni metà rappresenta una minima; dividi ogni metà in due e ogni spicchio rappresenta la durata della semiminima; ora se dividi ogni spicchio in due ottieni una mela in otto parti e questo nuovo spicchio rappresenta la croma; hai davanti a te otto spicchi di mela, dividi ognuno di loro in due e trovi la semicroma; metti a prova la tua abilità e dividi ancora in due i sedici spicchi della mela, questa volta ogni spicchio rappresenta la durata della biscroma; un altro sforzo d'abilità e i trentadue spicchi li dividi ancora a metà, hai trovato la semibiscroma, se hai fatto bene tutte le operazioni di taglio dovresti avere sessantaquattro spicchi. Ora se prendi due di questi spicchi e li unisci otterrai una biscroma; se ne unisci quattro avrai composto la durata di una semicroma; mettine insieme otto e avrai una croma; ora continua questa composizione con sedici spicchi, sei arrivato a un quarto di mela e quindi alla semiminima; con trentadue spicchi hai composto il valore della minima; con sessantaquattro ottieni il valore intero della semibreve.
Gente queste sono frazioni, vi ricordate che cosa ha detto Tamburtino, alla base della musica c'è la matematica.
Sette sono i valori, sia delle figure che delle pause,con i quali si possono ottenere una elevata serie di combinazioni, facendo un esempio pratico (tieni bene a mente la divisione della mela):
una semibreve può essere uguale a una mimina e due semiminime,
Utilizzando il DO semibreve e cioè: 14536 = Do di minima, cioè 1453 + DO di semiminima, 1456 + DO di semiminima, 1456
Vale a dire in termini matematici che 4/4=2/4+1/4+1/4.
Oppure
una minima può avere il valore di una croma, più una pausa semiminima, più due biscrome.
utilizzando sempre il Do ma questa volta di minima, quindi 1453 = a un Do di croma, 145 + Pausa di semiminima, 1236 (965 byte) + DO di biscroma, 1453. + DO di biscroma, 1453. Come avrai visto la notazione braille della biscroma è identica a quella della minima. Ma come ti ho anticipato sopra (quando ti illustravo le figure e le note), è il contesto in cui si trova che ci fa capire di quale figura si tratta. In questo esempio viene eguagliata la durata di una minima con altre figure. Quindi la figura 1453 non può che essere una biscroma.

Tenendo d'occhio la matematica si ha che 2/4=1/8+1/4+1/16+1/16. E tante altre combinazioni.

Ehi... Ehi... dico a te, che fine hai fatto fare alla mela? Mangiala non la buttare perchè la frutta fa bene almeno quanto fa bene la musica.

Nonno_Basso_ciao.gif (93710 byte)
TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO DELLA LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa parte del corso

 

Il ritmo

 

 

Fino ad ora abbiamo visto la durata e l'altezza delle note, ma da sole queste due componenti non sono sufficenti per formare una melodia. L'altro elemento importante è la misura della musica. Come per le distanze esiste l'unità di misura che è il metro, per i pesi c'è il kilogrammo, per i liquidi il litro, ecc., per la musica sono diverse le unità di misura che tra un pò andremo a conoscere.
Ma perchè misurare la musica? La risposta è semplice, perchè in questo modo si può dare la giusta durata alle varie figure e pause musicali.
Un esempio di misura del tempo è il ticchettio dell'orologio, se vi soffermate un'attimo ad ascoltarlo vi accorgerete che i Tic e Tac scandiscono la misura del tempo. Bene a noi ciò che interessa è questo modo di contare il tempo che i musicisti chiamano MOVIMENTO. L'orologio, secondo questo sistema, misura il tempo in due movimenti.
Supponiamo che, sempre lo stesso orologio, scandisca il tempo con Tic, Tac e Toc, l'insieme di questi tre movimenti fanno un'altra misura musicale.
Il nostro orologio è davvero speciale perchè si è messo a scandire il tempo con Tic, Tac, Toc e Tuc, questi altri quattro movimenti sono un'altra misura musicale.

Queste tre misure musicali sono i tempi semplici su cui si costruiscono le melodie: 2/4 quattro quarti, 3/4 tre quarti e 4/4 due quarti. Ce ne sono degli altri, detti "tempi composti", dei quali ce ne occuperemo in un alto momento.
Prendiamo un tempo qualsiasi, quello di 2/4, il numeratore (quel numero che stà sopra) indica che i movimenti sono due, mentre 3/4 stà ad indicare che i movimenti sono tre e per 4/4 sono quattro.
Ma attenzione questa frazione, che nella notazione musicale in nero è posta subito dopo il segno di chiave, indica anche quanti spicchi di quella mela che abbiamo tagliato nella precedente lezione possono entrare nei movimenti.
Osserviamo con attenzione questa notazione che in braille si legge: 3456 12 256: all'inizio del rigo c'è la chiave di violino, poi il tempo che in questo caso è di 2/4,
nel primo movimento notiamo una semiminima, mentre nel secondo troviamo una croma e due biscrome. Traducendo tutto con   linguaggio matematico abbiamo nel primo movimento 1/4 e nel secondo 1/8 + 1/16 + 1/16 = 1/4, in questo modo tutta la battuta di 2/4 è soddisfatta. Analogo disorso vale per gli altri due tempi. Torneremo su quest'argomento quando parleremo del solfeggio.

flautino_ciao.gif (41622 byte)

trombetta_ciao.gif (50199 byte) Torniamo al tichettio dell'orologio, se provate ad ascoltarlo vi sembrerà che uno dei due battiti sia più forte dell'altro. Nel ritmo questa impressione è invece di fondamentale importanza, infatti esso è costituito da una successione di accenti forti e deboli. Come abbiamo già accennato tre sono i ritmi principali, e più esattamente:
Il ritmo binario, è quando un accento forte si alterna ad uno debole, cioè un 2/4, utilizzando come esempio le sillabe:
segnspun.wmf (758 byte)
sia - mo
segnspun.wmf (758 byte)
sta - ti
segnspun.wmf (758 byte)
bra - vi
Il ritmo ternario, è quando un accento forte si alterna a due deboli, ovvero 3/4:
segnspun.wmf (758 byte)
ot - ti - ma
segnspun.wmf (758 byte)
splen - di - ta
segnspun.wmf (758 byte)
mu - si - ca
Il ritmo quaternario, o 4/4 è quando un accento forte si alterna tre deboli:
segnspun.wmf (758 byte)
e - se - gui - re
segnspun.wmf (758 byte)
no - ta - zio - ni
segnspun.wmf (758 byte)
mu - si - ca - li
Il ritmo, nella notazione musicale, viene indicato all'inizio dello spartito, subito dopo la chiave musicale. Nel pentagramma le stanghette verticali delimitano le porzioni di tempo, in ogni sezione o battuta, le note vengono eseguite rispettando gli accenti o i movimenti. Tamburino_ciao.gif (75130 byte)
ritmo1.jpg (16163 byte) Nella figura qui accanto potete vedere come è
raffigurato ciò che fino ad ora abbiamo detto.
All'inizio del rigo la chiave musicale (chiave di sol o di violino); poi l'indicazione del ritmo 4/4, costituito da un accento forte e tre deboli; le barrette verticali che delimitano la battuta. Provate a osservare le notazioni musicali di uno spartito, vi renderete conto che qualsiasi sia il numero delle figure ritmiche all'interno di ogni battuta, la somma totale corrisponderà al tempo indicato all'inizio della pagina musicale.

 

TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO  LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa   parte del corso

 

Altri simboli per il ritmo

 

Abbiamo visto che cos'è il ritmo e come, grazie alla combinazione dei diversi valori delle note, un brano musicale comincia a predere corpo. Ma ancora tutto ciò non basta. La notazione musicale è una scittura, e come si conviene in ogni tipo di scrittura, si utilizzano degli artefici per renderla semplice e di conseguenza la sua lettura. Nella notazione musicale tutto questo viene costruito con dei simboli che vanno ad arricchire il ritmo. Questi sono: Nonna_grancassa_ciao.gif (114113 byte)
flautino_indice_des.gif (39842 byte)
  • Il punto di valore è un semplice puntino messo a destra della nota, o di una pausa, che ne allunga la durata di una metà del suo valore. Quindi se viene posto affianco a una minima wpe2.jpg (860 byte). = wpe2.jpg (860 byte) + wpe3.jpg (842 byte) (2/4+1/4=3/4). Il punto valore non va confuso con lo staccato (simbolo che vedremo più avanti)
  • La legatura di valore è un altro modo di segnalare che il valore della nota va allungato, viene rappresentato da una linea curva sopra le note della stessa altezza (quindi DO o RE o MI ecc.) ma non necessariamente dello stesso valore. I due valori sommati danno luogo ad un suono più lungo. Questo segno è particolarmente utile quando si deve unire fra di loro suoni che appartengono a due battute consecutive, consentendo alla nota di proseguire il suono. Questa legatura  non va confusa con la legatura d'espressione.
  • Il punto coronato viene sovrapposto ad una nota quando si vuole prolungare il suono a piacimento. Questo è il simbolo del punto coronato wpe8.jpg (1563 byte).
Legature.jpg (13214 byte) In questa figura si vedono le legature, sia
nella stessa battuta che tra battute vicine,
sull'ultima nota il punto coronato.
  • La terzina e la duina. La terzina è un gruppo irregolare di tre note inserite in un ritmo binario (2/4) in cui dovrebbero essercene due.Viene indicata in questo modo wpe14.jpg (1840 byte) oppure così wpe15.jpg (1867 byte)Queste tre note devono essere eseguite con il tempo di due di esse, con l'accento sulla prima. Per capire meglio, pensate ad una parola di tre sillabe con l'accento tonico sulla prima, aad esempio - musica-. La duina è esattamente l'opposto, perchè si tratta di due sole note inserite in un ritmo ternario (3/4). Viene indicata in questo modowpe17.jpg (1690 byte) oppure così wpe18.jpg (1665 byte). La conseguenza è che vengono eseguite nel tempo di due di esse, con l'accento marcato sulla prima, per riprendere l'esempio con le parole pensate ad una di due sillabe sempre con l'accento tonico sulla prima, ad esempio - nota-.
Nonno_Basso_ciao.gif (93710 byte)
trombetta_ciao.gif (50199 byte)  L'agogica. Abbiamo visto che cos'è il ritmo, ma da solo non basta a determinarne la velocità d'esecuzione. Per siegare meglio: quando accompagniamo una funzione religiosa, eseguiamola musica in modo lento, viceversa quando suoniamo una marcia il suo andamento sarà senz'altro veloce. Per indicare a quale velocità vanno eseguiti i brani i compositori si servono di determinati aggettivi (indicati all'inizio del brano), detti appunto angogica.
I più diffusi sono: Lento - Adagio - Andante - Moderato - Mosso - Allegro - Presto
queste indicazioni angogiche indicano la velocità del brano e non necessariamente il carattere,   un brano Allegro può in realtà possedere un carattere drammatico e severo. Altre due indicazioni vengono usate quando all'interno del brano c'è una variazione di velocità, accel.=accelerando e rall.=rallentando. Si pone l'indicazione a tempo quando si vuole interrompere questi due ultimi effetti, tornando alla velocità iniziale.

 

TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO  LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa   parte del corso

 

Gli arricchimenti per l'espressione 

 

Tamburino_ciao.gif (75130 byte) Fin qui abbiamo visto le note, la loro altezza, la durata, il ritmo e i suoi arricchimenti con il quale eseguire le successione delle note. Ma per eseguire un brano musicale tutto questo non è ancora sufficente. Quì la notazione musicale possiede una marcia in più rispetto alla scrittura normale, dove al suo interno non ha i simboli per esprimere oralmente il contenuto di un testo scritto. Infatti nel recitare una filastrocca o una poesia, l'interpretazione è lasciata alla sensibilità dell'oratore. Nella scrittura musicale invece ci sono dei simboli che riescono a dare al brano dinamicità, espressività e i necessari abbellimenti  per dare al fraseggio musicale la giusta interpretazione che l'autore aveva sia nelle mente che nel cuore al momento delle composizione.
Per indicare la dinamica si usano alcune abbreviazioni da porre sopra o sotto le note , ecco le principali:
pp    pianissimo
p      piano
mp   mezzo piano
mf    mezzo forte
f       forte
ff      fortissimo
sfz     sforzato (quando un suono deve essere suonato con un particolare accento)
rfz      rinforzato (rfz può essere sostituito dal segno > posto sopra la nota da accentare)
Inoltre nella dinamica fanno parte i crescendo e i diminuendo, cioè il progressivo aumento e diminuzione dell'intensità:
cres. oppure una forcella aperta verso destra  cres.gif (1986 byte)
dim. oppure una forcella aperta verso sinistra dim.gif (1957 byte)

flautino_indice_des.gif (39842 byte)

Nonna_grancassa_ciao.gif (114113 byte) A questo proposito, per spiegarci meglio tii vogliamo raccontare un episodio accaduto durante le prove di un direttore d'orchestra tedesco (per essere più precisi parliamo di Hans von Bülow): il direttore fermò le prove rivolgendosi al primo corno e gli disse - Primo corno "forte"-. Ripreso le prove il musicista prese a suonare con maggiore intensità, ma il direttore le rifermò e per la seconda volta rivolgendosi al primo corno ripete - ho detto "forte"-. Ripreso di nuovo il passaggio il povero strumentista suonò con tutto il fiato che aveva e il direttore si vide costretto ha fermare di nuovo l'esecuzione e redarguirlo per la terza volta. "Non mi sono spiegato, ma lei deve suonare forte". Il primo corno rispose" Sig. Maestro, non riesco a suonare più forte di così", "appunto" rispose il maestro, "lei stava suonando fortissimo, mentre la partitura indica forte".
Altri segni che contribuiscono ad accrescere le informazioni necessarie per interpretare un brano musicale sono:
  • La legatura d'espessione, si tratta di una linea curva posta sopra o sotto due o più note per indicare quelle note che devono essere eseguite senza alcuno stacco tra loro. Questa legatura non và confusa con la legatura di valore che è posta tra le note.
  • Lo staccato, ponendo un punto sopra o sotto la nota, esprime l'opposto del precedente. Infatti l'esecuzione delle note non è legata, ma bensì tutti i suoni sono staccati tra di loro. I suoni devono durare meno di quanto indicato, come se tra le note esistesse una breve pausa. Se, al pusto del punto, viene posto un triangolino vuol dire che lo staccato deve essere più deciso. Il punto sopra la nota non và confuso con il punto affianco alla nota il punto valore.
Nonno_Basso_ciao.gif (93710 byte)
Staccato.jpg (17013 byte) Nella figura si possono vedere questi due primi
segni: nella seconda battuta c'è la legatura
d'espressione, mentre nella terza lo staccato.
trombetta_ciao.gif (50199 byte) Gli abbellimenti o fioritura, nel discorso musicale, non sono essenziali hanno solo una funzione decorativa, contribuiscono però a renderlo più espressivo e caratteristico. Sono delle figure standardizzate e per questo vengono indicate più piccole o con segni convenzionali. in ordine sono:
  • Appoggiatura toglie alla nota che segue metà del suo valore
  • Acciaccatura è una notina con la codetta tagliata che si esegue con rapidità, e che sottrae una piccolissima parte del valore della nota principale.
  • Mordente superiore wpe7.jpg (1390 byte) o inferiore wpe9.jpg (1542 byte), è composto da due notine in genere del valore di biscroma che vengono sottratte alla nota principale.
  • Gruppetto diretto wpe10.jpg (889 byte) o rovesciato wpe11.jpg (878 byte), sottrae alla nota principale il valore di quattro biscrome.
  • Trillo   wpeE.jpg (3152 byte) la nota da abbellire si alterna velocemente con quella superiore o inferiore
Nella figura qui sotto sono rappresentati questi altri simboli e le corrispondenti modalità d'esecuzione.

Tavola abbellimenti.jpg (120239 byte)

 

TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO  LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa   parte del corso


Il tono e il semitono

flautino_indice_des.gif (39842 byte)

L'argomento che andiamo a trattare in questa lezione è:
il TONO e il SEMITONO

Tastiera.jpg (10909 byte)
La figura qui sopra raffigurata la tastiera di un pianoforte, e l'abbiamo scelta perchè ci aiuterà a capire questo nuovo argomento ovvero, la distanza che c'è tra le sette note.
La tastiera del pianoforte è composta da tasti bianchi che corrispondono alle note, mentre i neri alle note alterate.Tra tutti i tasti esiste la stessa distanza musicale di un semitono. Questo vuol dire che tra il DO e il RE c'è un tono, DO + Tasto Nero = Semitono, Tasto Nero + RE = Semitono, sommando i due semitoni si ottiene appunto un TONO. Il tasto nero è una nota alterata sia del DO (DO diesis) che del RE (RE bemolle).
Potete notare che tra il MI e il FA e tra il SI e il DO della scala successiva non esiste il tasto nero, quindi la distanza tra queste due note è di solo mezzo tono.

Per indicare queste alterazioni o accidenti si usano i seguenti segni:
Diesis wpe14.jpg (1564 byte) Bemolle wpe13.jpg (792 byte) Bequadro wpeF.jpg (789 byte)
alterazione che innalza la nota di un semitono  alterazione che abbassa la nota di un semitono  questo segno toglie l'alterazione alla nota riportandola allo stato naturale
Tenendo bene a mente questa tabella e riguardando la tastiera del pianoforte, si può affermare che ogni tasto nero può essere definito in due modi diversi:
Dowpe14.jpg (1564 byte)=Rewpe13.jpg (792 byte) Rewpe14.jpg (1564 byte)=Miwpe13.jpg (792 byte) Fawpe14.jpg (1564 byte)=Solwpe13.jpg (792 byte) Solwpe14.jpg (1564 byte)=Lawpe13.jpg (792 byte) Lawpe14.jpg (1564 byte)=Siwpe13.jpg (792 byte)

Mentre se si alterano le note Mi, Fa,Si e Do, non facciamo altro che indicare il suono del tasto vicino.

Miwpe14.jpg (1564 byte)=Fa Fawpe13.jpg (792 byte)=Mi Siwpe14.jpg (1564 byte)=Do Dowpe13.jpg (792 byte)=Si
L'alterazione è segnalata in due diversi modi,  fissa e mobile:
  • fissa è posta all'inizio di ogni rigo musicale subito dopo la chiave (si parla di alterazioni in chiave), per esempio sul terzo rigo del pentagramma, stà a significare che tutti i Si del brano devono essere alterati, cioè o tutti bemolli se si trova il simbolo del bemolle, oppure tutti diesis se si trova quest'altro segno.
  • mobile invece se è posizionata affianco alla nota, oppure all'interno della battuta. In questo secondo caso tutte le note corrispondenti vanno alterate.

Il simbolo del bequadro, come abbiamo già detto, annulla l'alterazione. Quest'annullamento avviene:

  • solo per la nota che segue il simbolo
  • quando l'alterazione è in chiave, per tutte le note (chiaramente nella stessa posizione sul pentagramma) che seguono all'interno della battuta

In fine le alterazioni possono essere doppie, ossia:

  • doppio bemolle wpe13.jpg (792 byte) wpe13.jpg (792 byte)fa scendere di due mezzi toni la nota
  • doppio diesis    wpe14.jpg (1564 byte) wpe14.jpg (1564 byte) fa salire di due mezzi toni la nota
  • doppio bequadro   wpeF.jpg (789 byte) wpeF.jpg (789 byte)  annulla la doppia alterazione, può comunque essere usato anche in presenza di alterazione semplice, in questo caso un Sol diesis diventerà un Sol bemolle.
Nonno_Basso_ciao.gif (93710 byte)
TORNA A INIZIO PAGINA

TORNA A INIZIO  LEZIONE

AVVISO
Tra qualche giorno sarà possibile scaricare il programma per la verifica di questa   parte del corso


Ingresso
Auditorium


L'icona raffigura il fronte di un tempio dell'antica Roma. In effetti l'analogia ci stà bene perchè l'auditorium è il tempio della musica

Il cortile della scuola

Bl00195_.wmf (8070 byte)

L'A B C della musica

An00790_.wmf (5684 byte)

A lezione di solfeggio A lezione di ritmica

Gli strumenti
musicali della banda

Com'è fatta la banda

Cos'è
la musica