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Sucania

Sucania è il nome di una bambina del lontano oriente. E' il segno che i soci fondatori di una associazione orientata verso i problemi dei rapporti con il terzo mondo, hanno voluto dare alla loro iniziativa. Alcuni venivano da esperienze in paesi del centro-america, soprattutto dal Nicaragua al tempo della aggressione americana. Altri avevano radici in quel’area della sinistra italiana che non fa capo a nessun partito che trova e da energia ad una stampa indipendente, ad organismi di solidarietà, di cooperazione internazionale. In tutti il rifiuto dell'ingiusta spartizione tra paesi ricchi e paesi poveri e la chiara consapevolezza che la responsabilità dell'ingiustizia sta nello sfrenato modello di accumulazione capitalistica, nello sfruttamento operato nei confronti dei paesi deboli; la consapevolezza che se le armi sono lo strumento militare di repressione, le multinazionali sono il "braccio civile" della stessa oppressione.

Oggi SUCANIA è un’associazione iscritta all’albo regionale del volontariato, una Onlus, ma l’attività di promozione del commercio equo e solidale è realizzata senza nessuna esenzione, nel pieno rispetto di tutte le regole commerciali e fiscali, per dimostrare che un commercio “equo” è possibile.

I Soci fondatori

Presidente: Giancarlo Zanolistatuto.jpg

Ettore Cannavera

Ignazio Cirronis

Patrizia Di Martino

Gianni Lixi

Chiara Medda

Anna Ruggiu

Luciano Selis

Mario Porcu

Margherita Zaccagnini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli Organi Statutari

Presidente: Luciano Selis

Vice presidente: Barbara Sollai

Consiglio direttivo: Bergamo Stefania, Calabresu Emma, Carboni Andreano, Etzo Maria Paola, Loy Gianni

 

 

La Storia

E' caduto nel 1999 il decimo anniversario della fondazione dell'associazione "Sucania". Il 16 maggio del 1989 otto "comparenti", secondo quanto recita il gergo notarile, si sono presentati davanti ad un notaio, portando in dote il nome di una bambina orientale conosciuta da Patrizia, e la voglia di impegnarsi in progetti di cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Alcuni di loro venivano da esperienze dirette nei paesi del terzo mondo, altri sentivano il problema a livello di pelle. Secondo lo Statuto, la collaborazione di cooperazione internazionale con i paesi in via di sviluppo deve avvenire "secondo le esigenze dei paesi stessi e intendendo la stessa Cooperazione quale attività di interscambio culturale". Già dall'origine, quindi, era di tutta evidenza il rifiuto di interpretazioni di cooperazione di impronta europocentrica, o ispirata all'assistenzialismo. La cooperazione, secondo il progetto originario, si sarebbe dovuta svolgere su due piani:

1. con la progettazione e realizzazione di progetti nei Paesi in via di Sviluppo

2. mediante un impegno in Italia organizzato nei settori della formazione, dell'informazione, dell'educazione allo sviluppo.

Questi obiettivi, in realtà, non sono mai venuti meno, anche se i primi anni di attività, tutti incentrati sull'idea di costituzione di un'organizzazione non governativa per la realizzazione di progetti nei paesi del sud del mondo, non hanno portato i frutti sperati ed hanno determinato momenti di stasi nell'attività dell'associazione che stentava a trovare una sua dimensione operativa. Poi vi è stata una svolta, qualche anno più tardi, che ha portato l'associazione a valorizzare soprattutto la seconda parte dei suoi obiettivi originari, quelli dell'attività "in loco". Obiettivi che hanno incominciato a prender piede con l'attività del Commercio equo-e solidale e con l'attività formativa nei confronti dei "rom" residenti a Cagliari. L'avvio non è stato semplice, appena qualche mese dopo l'inizio dell'esperienza, come testimoniano i documenti dell'Associazione "c'è stata la tentazione di chiudere bottega". Ma "chiudere l'esperienza m'appariva nuovamente come una mancanza di fedeltà e l'età poi compie il resto impedendoci di abbandonare a metà strada", scriveva però in quei momenti la presidente dell'Associazione. Ed effettivamente, a partire da allora, l'attività del commercio equo e solidale e l'attività di animazione nel campo "rom" hanno costituito due fondamentali esperienze che hanno visto una progressiva crescita dell'associazione ed un suo radicamento nel tessuto della città. Già nel 1993, Ettore Cannavera insisteva per il proseguimento dell'esperienza, affermando che Sucania era ormai una realtà a Cagliari. Successivamente:

1. Il Commercio equo e solidale si è progressivamente sviluppato.

2. L'attività nel campo rom ha avuto esiti di grande rilevanza culturale e suggerisce ancora riflessioni sul come sia potuto accadere che in un ambiente così chiuso, si sia potuta realizzare una attività formativa tanto intensa destinata alle sole donne.

Attraverso quelle esperienze, coerentemente con i principi statutari, si è perfezionata e chiarita la linea ideale che ha poi caratterizzato l'attività dell'Associazione negli anni seguenti. Dopo 10 anni l'attività di Sucania si è aperta ad una fase nuova, caratterizzata dalla mancanza di una donna che è stata determinante per la stessa sopravvivenza dell'associazione sin dalla sua nascita. Per quanti hanno lavorato in quegli anni, la vita dell'associazione non potrà essere più la stessa. I principi ispiratori, i valori, la passione che hanno sostenuto l'attività e la fatica di tutti i soci ed i simpatizzanti che hanno lavorato in questi anni, sono risultati immutati. Quei principi oggi riconfermiamo quali valori ispiratori del programma per gli anni futuri.

I primi mesi della nuova gestione.

I primi mesi di gestione di questa nuova fase, che ha portato alla elezione di un nuovo consiglio direttivo, sono stati di grande fermento che può essere riassunto in tre punti principali:

1. Un notevole aumento delle adesioni all'associazione, di diversa provenienza ed età.

2. L'associazione conta oggi 41 soci. (maschi, femmine, età, professione)

a) L'acquisto di un locale commerciale ed il trasferimento della "bottega" nel Corso. Ciò ha immediatamente determinato: una maggior visibilità della bottega nel territorio l'accorpamento dei "luoghi" delle attività dell'associazione l'acquisizione di una vera e propria sede dell'associazione che potrà differenziarsi sempre più dall'attività della bottega

b) La realizzazione del primo corso di cooperazione allo sviluppo, che ha avuto un grande seguito ed un gradimento eccezionalmente elevato per la qualità dei relatori ma anche per l'organizzazione che l'associazione ha saputo garantire. Il corso è stato realizzato in collaborazione con la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Cagliari e con la Filef, è durato 8 settimane ed ha registrato oltre 200 iscritti. Queste attività testimoniano di un ritrovato entusiasmo ma sono da segnalare anche per il fatto che hanno coinvolto un numero elevato di soci. In ogni caso ci consentono di affermare che l'attività dell'Associazione è in grande crescita, che il grado di conoscenza dell'Associazione, e non più solo nell'ambito della città, è ormai ragguardevole. Ciò per un verso ci gratifica, per altro verso ci induce a guardare verso il futuro con sempre maggiore attenzione. Il livello cui siamo giunti, infatti, ci richiede una sempre più elevata professionalità ed utilizzo di tecniche sia nel settore commerciale che in quello della formazione, ciò non dovrà però farci perdere neppure un po' dello stile e del modo, anche spontaneo, di operare che ci ha caratterizzato in questi anni. Sulla base di queste premesse crediamo si possa tracciare un programma, di lungo respiro, da realizzarsi nei prossimi anni. Riteniamo che il modo migliore di impostare questo programma sia quello di elencare, ove possibile anche nel dettaglio, tutte le cose che sarebbe bene fare, e che intendiamo fare, senza tuttavia creare assilli o scadenze temporali troppo precise e, per ciò stesso, troppo impegnative. Alcuni degli obiettivi che ci poniamo con questo programma li realizzeremo, probabilmente, in tempi brevi, altri più avanti, possiamo anche non sapere quando, ma è bene che prendiamo coscienza delle tante cose che ci piacerebbe fare e che, prima o poi speriamo di fare. Ciò non vuole essere un venir meno alla precisione di alcuni impegni che dovremo necessariamente rispettare nei tempi previsti.

Lo Statuto

Art. 1 (Costituzione)

E' costituita, ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266 e della legge regionale 13 settembre, n. 39, l'associazione di cooperazione internazionale denominata "SUCANIA"

Art. 2 (Sede legale)

L'associazione ha sede in Cagliari, Corso Vittorio Emanuele 181.

Art. 3 (Finalità)

L'associazione non ha scopo di lucro, neanche indiretto, ed opera esclusivamente per fini di solidarietà.

Art.4 (Oggetto sociale)

L'Associazione ha come fine istituzionale lo svolgimento di attività di volontariato finalizzate alla cooperazione allo sviluppo in favore delle popolazioni dei paesi del sud del mondo. L'associazione si propone i seguenti scopi: 1) Promuovere una collaborazione di cooperazione internazionale con i paesi in via di sviluppo secondo le esigenze dei paesi stessi ed intendendo la stessa cooperazione quale attività di interscambio culturale; 2) Attuare le iniziative di cooperazione su due livelli: mediante la progettazione e l'esecuzione di programmi nei paesi in via di sviluppo: mediante un impegno in Italia organizzato nei settori della formazione, dell'educazione allo sviluppo, ivi compresa la selezione, formazione e impiego dei volontari in servizio civile e le attività di formazione in loco dei cittadini dei paesi in via di sviluppo; 3) Svolgere ogni altra iniziativa che, secondo le necessità di tempo e di luogo, sarà ritenuta dagli organi dell'associazione conforme o complementare allo scopo della stessa ed adeguata al suo conseguimento.

Scarica la versione integrale dello statuto