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NON SI DEVE PAGARE IL RACKET NEPPURE PER AMORE

Mara Venier e Don Mazzi raccontano a "Domenica in"una bella storia d'amore MA NON SI DEVE PAGARE IL RACKET NEPPURE PER AMORE Lui italiano, lei nigeriana: era una schiava, è una donna libera.

Il programma televisivo di RAI 1, "Domenica in", condotto da Mara Venier, ci ha regalato domenica 20 ottobre la grande emozione di conoscere la storia d'amore tra Andrea, italiano, e Faith, nigeriana: lei era una delle tante vittime della tratta, portata in Italia con la promessa di un lavoro e poi costretta a prostituirsi per pagare un debito contratto con il racket. Una bella favola che, per fortuna non l?unica e non resterà l?unica.

Nessuno più dei volontari del "Progetto la ragazza di Benin City" può esser felice di questo, visto che il progetto è attuato proprio da amici delle vittime della tratta che hanno deciso di far rete, di sostenere le organizzazioni che già fattivamente operano contro la tratta.

A nome di tutti i volontari del progetto, quindi, domenica stessa, ho preso contatto con don Mazzi che in diretta TV raccoglieva aiuti per i due giovani; ho assicurato il sostegno del Progetto, tentando - tuttavia - di perfezionare il messaggio che la storia dei due giovani, stava diffondendo nelle case di tutti: la tratta è quanto di più odioso e vergognoso possa esistere, ma per controbatterla bisogna che le storie private, anche le belle storie private, quelle che raccontano come se ne può uscire, diventino un messaggio di speranza per tutte le vittime.

Cosa offriamo a tutte le altre vittime della tratta che non hanno avuto la fortuna di trovare un Andrea? Andrea e Faith meritano di vivere una vita felice, ma anche le alte vittime lo meritano.

Dovremmo, allora, allargare il discorso, approfittare della attenzione creata dal caso dei due giovani per dire a tutte le vittime che possono trovare aiuto anzitutto telefonando al numero verde contro la tratta; è attivo in tutta Italia ed opera praticamente 24 ore su 24 per aiutare le ragazze a venirne fuori: il numero è 800 290 290. Dovremmo dire che gli amici di queste ragazze possono trovare, anche loro, una rete di sostegno, capace di dar supporto umano e adeguati consigli legali e pratici; il numero è 340 77 18 024.

Ma dovremmo soprattutto dire che, contrariamente da quanto è stato affermato nel corso del programma, nessun debito deve essere pagato al racket e, anzi, il modo migliore per uscire dalla condizione di schiavitù, è denunciarne i responsabili. Pagare il racket è sempre un errore, lo alimenta, gli permette di rafforzarsi e di moltiplicare il numero delle vittime; fare addirittura appelli televisivi per pagare un debito al racket è sbagliato, diseducativo, illegale.

Sul piano personale e privato ciascuno può scegliere il modo migliore per non subire troppe conseguenze dalla scelta di sottrarsi alla schiavitù; ma l?invito televisivo a pagare il racket è offensivo per tutti coloro che, avendo scelto di contrapporsi e di non pagare, corrono seri pericoli affermando una scelta di giustizia e di dignità. Pagare il racket significa permettergli di comprare e vendere altre schiave con quello stesso denaro.

Claudio Magnabosco - Progetto la ragazza di Benin City

Via Parigi 80

11100 Aosta

claudio.magnabosco@tiscali.it

 

22/09/2002 Campagna a sostegno dei piccoli produttori di caffè dell' Honduras promossa da TransFair Italia e Consorzio Etimos

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto notizie gravi ed allarmanti dai partners di Commercio Equo di CCH la Central de Cafetaleros de Honduras, realtà che raccoglie circa 10.000 piccoli produttori di caffè organizzati in 62 cooperative, e che in Italia ha avviato rapporti con il Consorzio Etimos e con alcuni licenziatari di TransFair.
Le manifestazioni pacifiche represse brutalmente con violenza e con accuse ai rappresentanti dei produttori di caffè di "sedizione contro lo stato" hanno visto anche l' arresto di Dagoberto Suazo e Josè Angel Saavedra, che sono stati ospiti in Italia nell'autunno scorso di TransFair Italia e di numerose realtà del Commercio Equo e Solidale.
Alcuni dirigenti arrestati sono stati rilasciati, ma alcune centinaia di produttori sono ancora trattenuti dalla polizia.
In questo momento difficile desideriamo supportare la azione di difesa dei diritti sociali , politici ed umani di questa organizzazione con 3 azioni che Vi chiediamo di attuare insieme:

- Un FAX alla Ambasciata dell' Honduras in Italia con il seguente testo:

Ambasciata Honduras
V. G.B. Vico N° 40 - Int. 8
00196 Roma, Italia
E-mail: embhon@tin.it
Tel: (0039) 06-320-7236
Fax: (0039) 06-320-7973
c.a. Ambasciatore Valladores Soto Ramon


Data.......

Abbiamo appreso negli scorsi giorni della dura repressione attuata in
Honduras nel dipartimento di Copan e di Zambrano, contro i
piccoli produttori di caffè che pacificamente manifestavano per i loro
diritti.
Chiediamo per suo tramite al governo dell' Honduras di garantire il rispetto
dei diritti umani e l' impegno alla liberazione dei
cafetaleros detenuti .
Chiediamo altresì di impegnarsi per una maggiore equità nell' accesso alle
risorse ed al mercato dei piccoli produttori di caffè .

Firma

......................


-Versare un contributo libero che verrà destinato a CCH per il supporto
delle attività di difesa dei contadini e per aiutare l'
accesso al mercato Equo dei loro soci con un versamento sul C/C 6043 presso
Banca Popolare Etica cab 05018 abi 12100
con la causale "Solidarietà Honduras".

-Aiuto a sostenere anche in Italia la vendita di Caffè Equo, in particolare
dell' Honduras che attualmente in Italia si trova in 3
miscele di caffè di Commercio Equo garantiti dal marchio TransFair che
attualmente sono contraddistinte dai brand Solidarietà,
Macondo e MondoVero.

Vi chiediamo altresì di darci riscontro della vostra adesione alla Campagna di Solidarietà.

TransFair Italia nel frattempo attiverà contatti con licenziatari ed azienda
italiane al fine di incentivare i rapporti con CCH e
pubblicherà periodicamente il resoconto di questa attività.


Info:
TransFair Italia
Passaggio De Gasperi 3
35131 Padova
Tel. 049 8750823
Fax 049 8750910

info@transfair.it
www.equo.it

20/07/2002 Teatro di Nascosto - Hidden Theatre

Volterra, 2-7-2002

Cari amici ed interessati nel nostro lavoro.

Mi dispiace disturbarvi in questo periodo estivo che fa desiderare spiagge, che fa sognare paradisi lontani e di dimenticare i problemi di ogni giorni, i problemi del mondo che non sappiamo risolvere.

Questa volta la mia lettera non è una testimonianza di un viaggio o di un momento particolare. Questa volta chiedo aiuto e con grande urgenza.

Non chiedo di venire a dimostrare contro la legge Fini-Bossi (e in Piazza della Signoria a Firenze un mese fa nella dimostrazione organizzata da ARCI e Caritas c’erano tante facce di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e poche facce di italiani).

Questa volta chiedo con grande urgenza, soldi, impegno concreto da persone private e non.

Abbiamo bisogno da oggi…

Abbiamo bisogno di avvocati che vogliono lavorare gratuitamente o non, che possono e vogliono fare ricorso per richiedenti asilo rifiutati.

Abbiamo bisogno di soldi per pagare avvocati (costo normale per un ricorso è di 2000 Euro) e per dare la prima assistenza ai richiedenti asilo (mangiare, casa, vestiti ).

Abbiamo bisogno di persone volontari che ci vogliono aiutare a raccogliere soldi, fare pubblicità, dare voce a questo problema.

Abbiamo bisogno di case per ospitare i nostri studenti, che non riusciamo a trovare in questo momento.

La nostra accademia di teatro reportage per richiedenti asilo e rifugiati sta incontrando diversi problemi a causa delle nuove leggi e tendenze politiche rispetto a immigrati e richiedenti asilo in questo momento.

Stiamo perdendo i nostri studenti, richiedenti asilo selezionati ai quali viene rifiutato con grande facilità asilo politico o umanitario (come a tanti, migliaia e migliaia di richiedenti asilo in Italia), dopo colloqui che hanno una durata che va da 10 minuti a 40 minuti, con una o due persone della commissione centrale a Roma (quella che ha il potere di dare lo status di rifugiato), in una stanza dove si svolgono nello stesso momento altri 8 o 9 colloqui nello stesso modo.

Chi viene rifiutato ha solo 15 giorni per fare ricorso, cioè chiedere una revisione del suo caso. Se no deve lasciare entro questi 15 giorni l’Italia sapendo che per legge non può fare richiesta in nessun altro paese dell’Europa e allora diventa un illegale che rischia di essere rimandato nel suo paese…

Vogliamo iniziare a dare un aiuto concreto ai nostri studenti come primi, poi con il loro e il vostro aiuto vorremo dare lo stesso aiuto ad altri rifiutati. E useremo il nostro lavoro di teatro reportage per fare si che il problema diventi più visivo ed ascoltato.

Abbiamo bisogno del vostro aiuto, perché?

Perché ad A. uno dei nostri studenti che viene dall’Iraq, Bagdad, è stato rifiutato lo status di asilo politico o umanitario dopo un’intervista con due persone di 20 minuti della commissione. Entro 15 giorni da adesso deve fare ricorso. Ma non ha soldi, non può fare più richiesta in nessun altro paese europeo. A. rischia di essere rimandato nel suo paese dove lo aspetta prigione, tortura e morte proprio per il fatto che ha avuto il coraggio di lasciare il suo paese e chiedere asilo politico dopo un viaggio di mesi e mesi. Iraq il paese dove un mese fa un uomo ha sputato in terra dopo avere detto il nome di "Saddam"... Gli hanno tagliato la lingua e lasciato sanguinare per terra finché non è morto…

Perché?

Perché a O. proveniente dalla Nigeria è stato rifiutato lo stato di asilo politico, umanitario. O con il suo corpo distrutto. Non può più camminare normalmente perché è dovuto saltare da grande altezza, scappando dal posto dove stavano ammazzando centinaia di persone, incluso suo padre e la sua sorellina per ragioni religiose, lui è cattolico. E’ scappato, ha viaggiato con una gamba che ha iniziato a marcire, ha rischiato di essere buttato in acqua ed annegare perché non sa nuotare. Un amico l’ha aiutato ad arrivare a riva a Livorno. Crede di non poter partecipare alla nostra accademia per il suo handicap e il dolore che questo comporta in tutti suoi movimenti. Anche lui ha bisogno di un avvocato per fare ricorso. La commissione ha dubitato la sua nazionalità. E come hanno verificato il suo caso?

Perché?

Perché in questo momento vengono e verranno rifiutato quasi tutti i richiedenti asilo kurdi appartenenti alla Turchia (5 dei nostri studenti). Paese democratico dove esiste la tortura (basta guardare i rapporti annuali di Amnesty International) , dove esistono perquisizioni nelle case per la semplice ragione che uno è stato fermato con la macchina con musica kurda accesa. Dove diversi dirigenti kurdi del partito HADEP sono già rinchiusi per 8 anni in una cella del carcere. Una dei quali aveva osato dichiarare in Turco e Kurdo nel giuramento per il parlamento turco che avrebbe sempre cercato l’amicizia, la fratellanza e la pace tra il popolo kurdo e turco e questo è un reato in quel paese… Un paese democratico dove migliaia e migliaia di famiglie fuggono, vivono di nascosto illegalmente nelle grandi città facendo lavorare i loro figli per sopravvivere… Dove anche adesso gruppi di musica, gruppi teatrali, giornalisti, scrittori, politici, studenti ed altri vengono imprigionati perché cantano, parlano, scrivono in kurdo, o chiedono una facoltà e lezioni di lingua kurda nelle scuole. In Turchia ci sono 20 milioni di kurdi!!!

Perché?

Perché I. venendo dalla Sierra Leone, anche lui in un viaggio terribile dove rischiava di avere la gola tagliata solo per essere dell’etnia sbagliata sta aspettando da alcuni anni una risposta della Comissione. Spera che la sua giovane moglie e figlia siano ancora vivi da qualche parte in Africa. Non può lavorare, vorrebbe, ma senza avere la risposta sulla richiesta per asilo politico, non può… Aspetta e aspetterà chissà per quanto ancora. in un tempo sospeso…

Annet Henneman

Ve lo ripetiamo ancora una volta è urgente, per inviare aiuti economici potete fare riferimento al ns. c/c presso la Cassa di Risparmio di Volterra n.10075040/6, abi: 5370 cab: 71221 specificando nella causale: donazione per assistenza ai rifugiati.

Grazie.

Annet Henneman e Gianni Calastri

Borgo Santo Stefano 153, 56048 Volterra

Tel: 058881182 diretta e 058886090 int. 317 per lasciare un messaggio. Fax: 058886984

Website: www.teatrodinascosto.it e-mail: hidden.theatre@sirt.pisa.it


06/06/2002 DOPO SAFIYA SALVIAMO LA VITA DI AMINA:
NUOVA CAMPAGNA DI ZAPPING CONTRO LA PENA DI MORTE

Safiya è stata assolta dalla condanna alla lapidazione. Ma "Zapping", che tanto ha contribuito a questo risultato, non getta la spugna. Ora ha deciso di iniziare una nuova campagna per salvare la vita di Amina Lawal Kurami, un'altra giovane donna nigeriana condannata a morte - come lo era stata Safiya - per aver concepito una figlia fuori dal matrimonio. La condanna alla lapidazione per adulterio è stata decisa venerdì scorso da una corte islamica dello stato di Katsina, uno dei dodici stati musulmani della Nigeria. Amina, 35 anni, divorziata, ora ha 30 giorni di tempo per chiedere un processo d'appello. L'esecuzione è stata rinviata di otto mesi per consentire alla donna l'allattamento della bambina. A "Zapping" (programma condotto da Aldo Forbice) sono già arrivate centinaia di e-mail e fax indirizzati all'ambasciata nigeriana a Roma in cui si chiede l'annullamento della sentenza capitale.
Alla campagna per Safiya avevano aderito oltre 250mila cittadini con e-mail, fax e lettere. Ma "Zapping" è riuscito a mobilitare oltre un milione di persone con i siti Internet, le associazioni culturali, i giornali e le radio locali. Fra gli altri avevano inviato la loro adesione circa 250 parlamentari di tutte le forze politiche, i presidenti delle regioni, delle province e oltre 500 sindaci di grandi e piccole città. Nelle quattro fiaccolate, promosse da Zapping (a partire dalla notte di Natale fino all'8 marzo scorso), davanti alla sede dell'ambasciata nigeriana di Roma hanno partecipato migliaia di cittadini. Le sedi delle regioni e dei comuni che hanno aderito sono rimaste illuminate con fiaccole e luci, in segno di solidarietà con la campagna umanitaria per Safiya. Ora la mobilitazione riprende con un nuovo nome simbolo della condizione delle donne musulmane, delle donne africane: quello di Amina.
Le lettere , le e-mail e i fax vanno inviate a: Ambasciata della Nigeria (via Orazio 18, 00193 Roma, fax 06 6832528, e-mail: nigerian.rome@iol.it), oppure alla redazione di "Zapping" (Largo Villy De Luca 5, 00188 Roma, fax 06 33172212, e-mail zapping@rai.it ).

 

17/03/2002 PER I DIRITTI DI TUTTE E DI TUTTI. TUTTE E TUTTI A ROMA IL 23 MARZO (Notizia dall'ARCI Sassari)

La democrazia non vive senza diritti, senza responsabilità.

L’attacco all’Articolo 18 riguarda i diritti di tutte e di tutti. E’ un attacco irresponsabile. Perché colpisce la coesione sociale. Sottopone il mondo del lavoro, e l’intera società, all’abuso del più forte.

Vuole dividere i lavoratori di oggi, tra di loro. Vuole, inoltre, dividerli da chi il lavoro non ce l’ha. E ancora: vuole dividere le generazioni. Vuole dividere il presente dal futuro, facendo un salto nel passato. Perché autoritarismo e arbitrio non hanno nulla di moderno. Bisogna globalizzare i diritti. Dare una mano a chi vuole fare profitti senza rispettare le persone, (e nemmeno la natura) è un calcolo cinico e sbagliato. Perché se verranno alterate le regole, si apriranno conflitti laceranti, che produrranno danni sociali profondi. Per tutte, per tutti, per il nostro Paese, per l’Europa stessa.

Perciò, uniti, vogliamo resistere, e vincere.

Nel mondo del lavoro, nell’insieme della società civile, la politica dei diritti è sottoposta a una pesante pressione, una pressione appoggiata da troppa stampa, troppa TV, alle dirette o indirette dipendenze del Presidente del Consiglio. L’Italia è un Paese libero e democratico. Dalla scuola alle pensioni, dalla sanità all’immigrazione, dai diritti collettivi a quelli individuali: l’onda d’urto incorpora una regressione sociale che non vogliamo accettare.

La qualità della nostra democrazia è in gioco. E’ in gioco la qualità della vita di tutte e di tutti.

Per questo siamo, di nuovo, a fianco della Cgil.

E’ maturo il tempo per aprire una nuova stagione di lotta per il cambiamento.

Si stanno muovendo, in Italia, in Europa, nel mondo intero, soggetti diversi, uniti dai valori della solidarietà. Uniti da un progetto di società che valorizza la partecipazione dei cittadini. Per costruire giustizia e libertà, innalzando la qualità della democrazia. Per cacciare la guerra dalla storia.

Nessun dorma. Perché il sonno della ragione, di nuovo, genera mostri.

Il 23 marzo è la giornata di tutti quelli che non si sentono sudditi, ma cittadini. Che lo sanno: l’Articolo 18 è un pilastro della propria dignità.


25/02/2002 Incontro con Francesco Gesualdi
Il 16 Febbraio Francesco Gesualdi, il coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, è stato ad Iglesias per tenere una conferenza con tema "consumo responsabile, una scelta per cambiare il corso della storia", e ovviamente c’eravamo anche noi . Durante la conferenza ha spiegato la cattiveria dell’economia internazionale, che ha le sue origini intorno al 1200/1300 con la nascita della figura del mercante, che ha inventato un sistema che non ha cura del benessere della gente, in cui si può essere una persona utile, ossia colui che compra, o una persona inutile che sono i poveri del mondo. Secondo Francesco Gesualdi, gli ultimi si dividono a loro volta i tre tipologie: gli esclusi assoluti, che non producono e non usano niente, che attualmente sono circa tre miliardi di persone; coloro che lavorano per produrre beni e materie per il nord del mondo, che vivono in condizioni di schiavitù; gli Indios, che ancora custodiscono i beni e le foreste, ma che purtroppo li stanno perdendo con il meccanismo più o meno legale dell’esproprio. Ha spiegato che dietro la nascita degli "inutili" c’è il problema del debito, che ha preferito non approfondire per via del poco tempo a disposizione, e dello sfruttamento commerciale, portando ad esempio alcune multinazionali, e spiegando il meccanismo con cui queste sfruttano le persone del sud del mondo. Ha ricordato alcune delle campagne di boicottaggio, tra cui alcune organizzate dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, e già vinte!!!!

Tra le iniziative concrete per cambiare gli iniqui meccanismi del commercio internazionale Francesco Gesualdi ha elencato nell’ordine:

- La denuncia, sempre accompagnata da prove certe;
- Il boicottaggio, che è l’arma più potente del consumatore;
- La scelta del commercio equo e solidale, o se non è possibile la scelta del "meno peggiore" tra i prodotti necessari che si trovano sul mercato;
-La scelta dei prodotti dell’economia locale.

Al termine della conferenza ci ha lasciato una dedica, che noi vorremo non sia solo della bottega, ma anche di tutti i clienti e simpatizzanti, che ricorda una poesia che recita: "non dite che siamo pochi, non dite che siamo piccoli, dite semplicemente che siamo"



19/02/2002 Un altro Mondiale è possibile
Che cos'è altromondiale

Obiettivo generale:

che i Mondiali di calcio 2002 siano l'occasione per ripulire i prodotti
e gli accessori di abbigliamento sportivo delle marche sponsor, delle squadre
e dei campioni dal supersfruttamento, dal lavoro nero, e dalla schiavitù
femminile e minorile.
Il calcio è un grande sport popolare.
Campioni, allenatori, squadre, presidenti, vicende, ... appassionano e infiammano. Le aziende lottano a suon di miliardi per accaparrarsi l'immagine di calciatori
e squadre.
La firma del calciatore, il suo volto, la sigla della squadra fanno vendere di più.

Ma che cosa fanno vendere?
Milioni di capi di abbigliamento, di scarpe e cappellini, di cinture e accessori
che, molte volte, sono prodotti in condizioni disumane, con orari disumani,
con paghe da fame e con sfruttamento dei minori.

Onorare un grande sport popolare non è far questo ma, al contrario, utilizzarlo perché tutto questo scompaia.
Agire per l'abolizione dello sfruttamento del lavoro infantile e per un lavoro che dia dignità alla persona in qualsiasi parte del pianeta, impegnarsi nella promozione dell'etica e della solidarietà nel mondo dello sport.
Obiettivo immediato:

che la FIFA applichi, nella concessione delle proprie licenze e nell'accettazione dei propri sponsor, i principi contenuti nel Codice di Condotta (tra cui: salari dignitosi, orari di lavoro secondo le convenzioni OIL, libertà sindacali, concordato nel 1996 con il Sindacato Internazionale (ICFTU). Messa in atto di meccanismi per la verifica della effettiva applicazione
del Codice Preparazione della campagna:
i mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio sono quelli necessari per la preparazione della campagna che deve concentrare le iniziative più importanti nel mese di giugno in contemporanea con i Mondiali.

In questi mesi indichiamo i seguenti obiettivi:
- raccolta di dati sugli sponsor, sulle sponsorizzazioni, sul giro di affari delle aziende coinvolte;

- raccolta di informazioni sulla produzione, sugli appalti e subappalti delle stesse;

- azioni di pressione, stato per stato, sulle aziende per l¹adozione dei contenuti del Codice di condotta;

- azioni di sensibilizzazione nei confronti delle tifoserie e dei campioni sportivi.
Campagna:
nel mese di giugno organizzazione di iniziative affidate alle capacità locali
suggerendo: - conferenze e volantinaggi;

- organizzazione di tornei nel primo mondo con le comunità straniere;

- magliette da portare durante il mese con gli slogan della campagna;

- diffusione dei dossier prodotti.

Per tutto il mese di giugno insieme alle partite (non in contrapposizione a queste) saranno attivate iniziative di informazione e di sensibilizzazione per abiti, accessori, gadgets sportivi puliti!

Le organizzazioni proponenti: (associazioni e onlus) di cui stiamo raccogliendo le conferme

Già confermati: AceA, Acec, A.c.c.e.s.so, Acra. Ape, Caes, Clean Clothes Campaing Italia, Centro Helder Camara, Commercio Alternativo, Consorzio di tutela del prodotto giusto, etico e solidale, Coordinamento Nord-Sud,
CreditoSud, Diafab, Kantara, Icei, Italiants, l'Altropallone, Mag 2, il Pais (Palazzo delle Alternative e delle Iniziative Sociali), Mani tese, Rete di Lilliput gruppo consumi etici di Milano, Rete di Lilliput laboratorio lavoro di Milano, Rete di Lilliput Nodo di Modena

il 30 gennaio 2002 il Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre (Brasile) ha approvato la campagna "Un altromondiale è possibile" proposta da Josè Luiz Del Roio.

le adesioni sono aperte a tutte le organizzazioni che desiderano aderire.
per le adesioni: otromundial@consumietici.it

è attiva una lista di dibattito INTERNAZIONALE otromundial@yahoogroups.com
è attiva una lista di dibattito NAZIONALE altromondiale@yahoogroups.com
in cui potrete aderire alla campagna; comunicare le iniziative rispetto alla campagna o solamente discutere, chiedere informazioni, dare informazioni? la lista NON ha moderatore ed è totalmente libera

E' in allestimento e di brevissima apertura del sito www.otromundial.org con l'home page e le traduzioni della scheda portata a Porto Alegre in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. a presto giapponese e coreano

15/02/2002 Fondazione Anna Ruggiu. Domani l'assegnazione di 4 borse di studio

Si svolgerà domani a Cagliari alle ore 17, presso la scuola 'Emilio Lussu' la cerimonia di assegnazione delle borse di studio a studenti di etnia rom per l'anno scolastico 2001-2002. Quattro i vincitori: Elisabetta Sulejmanovic (terza classe della scuola media La Marmora-Pascoli di Monserrato), Valentino Sulejmanovic (prima classe dell'istituto superiore Isogei di Monserrato), Jasna Seferovic (prima classe della media 'Alagon') e Serdo Sulejamovic (prima classe 'Alagon').

Continua


13/02/2002 Emergency
10 anni di guerra hanno ridotto a 37 anni la vita media in Sierra Leone. Oggi una possibilità di salvarsi è l'ospedale di Emergency, che offre chirurgia d'urgenza e assistenza gratuita alle persone colpite dalla guerra, dalla malaria, dal colera e dalla poliomelite. Ma un ospedale non basta, per questo Emergency vuole costruire altri centri di primo soccorso, sparsi sul territorio della Sierra Leone.
Per dare una speranza all'unica cosa davvero civile di una guerra, le sue vittime.

Tel. 02/76001104
C.P.P. 28426203 intestato a Emergency

www.emergency.it


11/02/2002 Guida al Consumo critico
Quando compri un prodotto, oltre al prezzo, che cosa guardi? Ti chiedi mai se dietro quello che stai acquistando c'è il rispetto dell'ambiente? Del lavoro? Dei diritti dell'infanzia? Se vuoi saperne di più e diventare un consumatore responsabile scarica la guida al consumo critico.

10/02/2002 Cronaca da Porto Alegre

Frei Betto guarda la platea che ha davanti - alcune migliaia di persone, ed e' solo uno dei quattro seminari di questa mattina - sorride e dice: "Finalmente tanta gente progressista, solidale e di sinistra che e' capace di andare oltre la caduta del muro di Berlino, e' capace di guardare avanti e non il proprio ombelico chiedendosi: "ma cosa sta succedendo, cosa stiamo facendo?". Ecco, dopo la giornata "emotiva" di ieri, oggi i 4 seminari contemporanei cercano di mettere a fuoco contenuti e obiettivi. Il World Social Forum appare come strumento ed espressione della convergenza della cosiddetta societa' civile popolare, che si interroga sulle prospettive e lavora per costruire una nuova relazione di forza a livello internazionale, nel confronto aspro con le istituzioni motori della globalizzazione.
E per allargare lo spazio e il concetto tradizionale della politica: questo, in questi giorni, viene rivendicato come spazio politico, cosi' come il Movimento dei Sem Terra brasiliani (partner storico di Ctm Altromercato), qui presente in massa. In questo seminario dedicato a "come rafforzare la partecipazione e l'organizzazione della societa' civile", Francois Houtard avverte e richiama l'attenzione, esplicitando il confronto latente con l' "altro" contemporaneo Forum Mondiale: quello di Davos, ove il vippismo politico ed economico globale si incontra per sviluppare informalmente il prossimo futuro della terra. Dice Houtard: attenzione, anch'essi, a Davos, rivendicano l'essere "societa" civile", espressione della borghesia tradizionale dell'occidente che si contrappone alle istituzioni rivendicando liberta' economica e di commercio.
Noi qui a Porto Alegre rappresentiamo una societa' civile popolare, dal basso, tesa a sottomettere l'economia alle persone. Loro vogliono costruire un movimento globale di consumatori, noi vogliamo invece costruire un movimento globale di cittadini/e... La differenze emerge e si concretizza nel seminario del pomeriggio, ove Walden Bello e altri rappresentanti di Via Campesina approfondiscono ruolo ed effetti dell'Organizzaizone Mondiale del Commercio e degli effetti della privatizzazione delle scoperte biotecnoliche.
Il Forum prosegue tra un mare di gente e decine di seminari pomeridiani, nell'imponente Pontificia Universita' Cattolica, messa letteralmente a disposizione.
Molte sono le domande rispetto alle conclusioni. Noi pensiamo che la presenza e la rete che si intreccia in questi spazi sia gia' una parte positiva di risultati. Essere un movimento capace di futuro, andando oltre il "qui ed ora" che sempre piu' caratterizza la nostra cultura sociale e politica, ove il futuro e' semplice appendice del presente. Anche in quest'ottica, lavorando per il futuro, la delegazione italiana qui sta cercando di connettere Porto Alegre con Genova, presentando l'importanza e il lavoro che si sta facendo in Italia rispetto all'appuntamento del luglio prossimo, e chiedendo di porre l'appuntamento genovese come parte delle iniziative future connesse idealmente e politicamente a quanto qui sta emergendo.
Noi di Lilliput, anche in funzione del lavoro in atto per organizzare il controG8, pensiamo di trovare qui un altro nodo della nostra rete, del nostro "cercare e fare societa' civile".
E di una nostra agenda di lavori e contenuti, che favorisca un confronto anche radicale, ma che faccia della nonviolenza e della partecipazione popolare l'asse portante.
Stasera il grande scrittore e saggista uruguaiano Eduardo Galeano, sicuramente ci dara' altro calore e altri spunti.

Rete Lilliput a Porto Alegre:
per Consorzio Ctm Altromercato
Giorgio Dal Fiume
Stefano Magnoni (Altreconomia)
Guido Celentano
per Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Francuccio Gesualdi


27/01/2002 La giornata della Memoria
Il 27 Gennaio 1945 i soldati russi abbattevano i cancelli di Auschwitz, il 27 Gennaio 2002 le redazioni del sito satirico Bengodi Sity (www.bengodi.org) e del mensile foggiano Uagliò (www.uaglio.org) celebreranno la giornata della memoria oscurando la prima pagina dei propri siti internet e sostituendola con immagini e testimonianze dello sterminio nazista. Sucania aderisce a questa iniziativa
Nella consapevolezza che si tratta solo di un piccolissimo gesto e che ancora oggi ci sono popolazioni come quella curda e quella palestinese che subiscono orrende persecuzioni chiediamo ai genitori, ai professori, ai sacerdoti e a tutti gli educatori di passare un'ora parlando ai propri ragazzi, ai propri uagliò, di quello che è successo perchè non sia dimenticato e perchè non si ripeta più.


25/01/2002 Pensate che....

Una mattina all’alba un commando di polizia mascherata faccia irruzione nel vostro appartamento. Vi tiri giù dal letto. Vi gridi in faccia e vi arresti insieme ai vostri familiari
- dopo aver fatto visita ad un conoscente in prigione vi prendano e portino in prigione
- insieme a vostro marito lasciando il tribunale, una macchina si avvicina e si ferma, davanti ai vostri occhi vi portano via il marito, lo mettono nella macchina e non se ne sa più niente
- la polizia faccia irruzione nel centro culturale vicino casa vostra e lo chiuda perché si vuole mettere in scena un pezzo teatrale in kurdo
- il vostro quotidiano venga vietato, perché accusato di “separatismo”, come negli ultimi otto anni è successo a tutti gli altri vostri quotidiani.
Pensate che tutto questo succeda. Che sia successo ieri ed oggi. Forse sta succedendo proprio adesso, mentre voi state leggendo questo testo. Capita in molte parti del mondo, capita in una delle principali vostre destinazioni di vacanza, succede in Turchia. Meglio, succede nel sud est della Turchia. Ancora, a dirla tutta succede là dove i kurdi sono l’opposizione. I kurdi in Turchia sono l’opposizione, anche se non tutta l’opposizione sono i kurdi. E tutti, quasi tutti, vengono detti anche “terroristi” in Turchia, o almeno “sostenitori del terrorismo”. Non ci credete? Leggete l’ultimo rapporto dell’Associazione dei diritti umani di Turchia (IHD, www.ihd.org.tr) o della Fondazione turca per i diritti umani (TIHV, www.tihv.org.it), nei quali potrete trovare ogni caso documentato. E anche di più.

Pensate che una vostra vicina sia una kurda. Che suo marito venga prelevato la mattina di buon’ora, che suo figlio si trovi in prigione, che sua figlia abbia preso parte alla guerriglia kurda. La vostra vicina ha una cugina, il cui padre fu trovato morto, il cui fratello si trova anche lui in prigione, un cui fidanzato ha preso parte alla guerriglia kurda e che in un scontro ha perso la vita. La cugina ha una sorella, che proprio adesso sta navigando con i suoi due figli su una carretta del mare verso le coste greche o italiane, mentre suo marito alle prime luci dell’alba si sveglia e vorrebbe vedere davanti ai suoi occhi i propri figli. Pensate che tutto questo accade. Oggi, fra noi. Non ci credete? Leggete il rapporto dell’Ufficio per i diritti della donna di Istanbul (www.womensrightproject.de).

Pensate che la Turchia da due anni è paese candidato a membro dell’Unione Europea. Crediamo che sia giusto e sosteniamo il processo d’adesione. Ma, non in questo modo. I diritti della popolazione kurda sono per noi la misura della democrazia in Turchia. E per questo riteniamo che non sia abbastanza. La celebrazione annuale per il nuovo anno, in Turchia, il Newroz (il 21 marzo) n’è la prova. Gli anni scorsi si è celebrata sotto assedio militare. Soldati, armi, panzer, tutto era ben in mostra. Contro le donne, i bambini, gli uomini kurdi, contro le delegazioni di osservatori, contro i giornalisti, contro chi vuole essere testimone. L’opinione pubblica internazionale, le delegazioni, gli osservatori ne hanno preso parte, affinché questo potesse terminare. Negli anni passati in 50.000 scendevano in piazza. Ma, ancora oggi, tutto è in pericolo, nessun diritto democratico viene assicurato. Né per i kurdi, né per la Turchia. Affinché questo possa terminare, una volta per tutte, v’invitiamo a sostenete con noi la pace e la democrazia in Turchia. Nell’anno 2001 c’erano centinaia di migliaia di persone, che hanno festeggiato pacificamente il Newroz nelle città kurde. Quanti ce ne saranno nel 2002? Venite con noi là dove la storia si svolge, in Turchia. Proprio nel sud-est kurdo. Venite con noi presso le famiglie kurde, le organizzazioni, i partiti, le redazioni dei giornali. Là dove saremo informati minuto per minuto di ogni violazione con speranza e lavorando per un futuro di pace, uguaglianza e dignità.

Guardate con i vostri occhi, per poter comprendere. Documentando e osservando come i kurdi vivono questa fase di democratizzazione. Guardate con i vostri occhi, perché anche voi possiate decidere della pace, della democrazia e dell’uguaglianza. Questo è di vitale importanza. Non solo in Turchia, neanche solo per i kurdi. Ce n’è bisogno per il futuro del mondo. Oggi e specialmente domani. Sicuramente.


Comitato di solidarietà con il popolo del Kurdistan

C/o ASCE – Vico 1° San Nicolò 3 – Selargius

Torniamo in Kurdistan per il Newroz 2002
Aderendo all’appello dell’UIKI , per una nuova presenza di osservatori italiani ed europei in Kurdistan in occasione del Newroz, stiamo organizzando una partecipazione alle Manifestazioni che il 21 marzo si svolgeranno nelle principali città kurde, in Turchia e in Iraq.

Il Newroz (nuovo giorno) è una grandiosa festa popolare della tradizione kurda che assume, nell’attuale contesto politico, il significato della testimonianza dell’orgoglio kurdo e della rivendicazione della libertà, della democrazia, dei diritti umani.

La delegazione incontrerà le principali organizzazioni della società civile kurda e turca e visiterà i luoghi dell’antica cultura mesopotamica.

Il viaggio durerà 6-7 giorni (si parte tra il 16 e il 18.3) e costerà circa 500 euro; per la permanenza (albergo e pasti) si spenderanno circa 30 euro al giorno.

Chi è interessato può contattarci subito ai seguenti numeri di telefono: 070.581338 -335.7888310 ( Antonello) - 347.4405595 (Viviana) - 339.1033752 ( Mariangela )338.4773760 (per la zona di Isili) – 079.218739 (per la zona di Sassari).


14/01/2002 Difendiamo la magistratura - di Dario Fo e Franca Rame

Francesco Saverio Borrelli
, procuratore di Milano ancora per tre mesi, ha aperto l'anno giudiziario con parole durissime, una denuncia aperta e chiara dell'attacco che si sta portando contro i processi per corruzione.
Vogliamo citare le sue parole perche' in questo momento sono le parole di tutti noi.

"Le riforme annunciate, meglio, minacciate, con trasparenti intenti punitivi verso una magistratura indipendente, ben poco hanno a che fare con l'efficienza...
Si afferma la necessita' di combattere il crimine transnazionale... ma si e' tentato, per fortuna con mezzi inidonei, con la legge sulle rogatorie, con le riserve al mandato di cattura europeo, con campagne di rabbiosa
disinformazione, di frapporre ostacoli...
...Un moderno codice deontologico dovrebbe sanzionare come oltraggio alla giustizia ogni esercizio dei diritti all'interno del processo stesso che abbia come unico scopo quello di nuocere o ritardare il processo stesso...
...Deve pure farsi menzione di altri fenomeni di questa sconcertante fase della nostra civilta' giuridica: le accuse generiche di parzialita' preconcette formulate contro i giudici con l'insistenza martellante degli
imbonimenti televisivi; l'analfabetismo storiografico che ha indotto qualcuno a lanciare come anatema contro i magistrati la parola "giustizialismo"; la reinvenzione della storia giudiziaria, quando pacchi interi di sentenze di condanna, spesso patteggiate a seguito di confessione, vengono attribuiti a una guerra civile di magistrati contro elite politiche della prima Repubblica affossatesi in realta' da sole, nelle sabbie mobili della corruzione piu' sfacciata...
...Ma forse la sentenza della Corte di Strasburgo sul caso Craxi e' gia' stata dimenticata...
...La minaccia di provvedimenti disciplinari contro i magistrati che esprimono il loro pensiero; la volgarizzazione di questioni giuridiche per slogan, per poter demonizzare singoli o collegi giudicanti, magari poi attaccandoli con esposti e denunce... la riduzione della protezione a magistrati esposti a rischi di incolumita' personale per vendette mafiose e/o per rancori politici sapientemente attizzati, conseguente, com'e' accaduto a Milano, a irremovibili determinazioni discendenti i rami dell'obbediente burocrazia (alludo alla soppressione della scorta per quei pm che si', per caso, per puro caso, sono quelli stessi che sostengono
l'accusa contro il capo del governo) tutto cio' procede in una direzione esattamente opposta..."
Borrelli ha concluso con un appello "alle loro maesta' i cittadini": "Resistere, resistere, resistere, come su un'irrinunciabile linea del Piave."
Si', cari lettori, se pensate che prima o poi venga il momento di fare qualche cosa, forse il momento e' proprio adesso.
Intanto, in giro per il mondo si stanno chiedendo come sia possibile che in Italia si sia arrivati a una situazione del genere.
Ce lo chiediamo anche noi.
E vi facciamo anche una proposta. Eccola:
Ilda Bocassini, giudice di mani pulite, e' senza scorta. In compenso ha ricevuto molte lettere di minacce. E' partita una campagna di autotassazione fra cittadini per pagare una scorta privata alla Bocassini.
I dati del conto corrente: "Fondo straordinario di sostegno" presso Banca
Popolare Etica, sede di Padova, P.zza Forzate' 2, c/c n. 511511.
Abi: 5018
Cab: 12100
Garanti dell'utilizzo del Fondo: Franca Rame, Dario Fo, Antonino Caponnetto,
Milly Bossi Moratti, Luigi Ciotti, Alfredo Galasso, Rita Borsellino.

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo


13/01/2002 Estado de sitio

Un caro amico di Sucania, Gianni Loy, si trovava in Argentina durante i difficili giorni che hanno visto la popolazione scendere in piazza e protestare fino alle dimissioni del presidente De la Rua.
Vi riportiamo un suo appassionato racconto.


12/01/2002 Novità sulla Tobin Tax (notizia dall'Arci Sassari)


Il 23 di gennaio prossimo sarà ufficialmente promossa, con una iniziativa a Roma, la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare sulla Tobin Tax.

La campagna, promossa dalla nascente Attac Italia (che il 12 e 13 gennaio terrà a Bologna la sua assemblea fondativa), sarà gestita da un Comitato di Sostegno nazionale e da Comitati di Sostegno in tutte le città italiane.

Ai Comitati di Sostegno aderirà un arco di forze molto ampio. Oltre a tutte le organizzazioni di movimento, i Comitati di Sostegno riuniranno anche organizzazioni sindacali, parlamentari della sinistra e del centro-sinistra e strutture di ispirazione religiosa. In queste settimane si sta definendo lo schieramento di partenza.

La raccolta è l'occasione per riprendere con forza uno dei temi chiave del movimento per la globalizzazione dal basso, per costruire uno schieramento più ampio a sostegno di una economia di giustizia, per fare una vertenza chiara e di
contenuto con le istituzioni, per fare opera di autoeducazione popolare.

La Tobin Tax è un tema intorno al quale possono essere collegati molti temi di attualità, compreso quello della vera lotta al terrorismo, con la lotta alla finanza sporca e la denuncia delle contiguità fra finanza legale ed illegale.

Obiettivo è raccogliere molte più firme di quelle necessarie. Nei sei mesi a disposizione per legge, l'intenzione è di raccogliere almeno 150 mila firme certificate e almeno altrettante su una petizione di sostegno (che sarà utile per far firmare minorenni, immigrati e non residenti).

Grazie alle norme sull'autocertificazione, la raccolta delle firme questa volta sarà più facile che in altre occasioni. I moduli, come sempre, dovranno essere timbrati dall'autorità competente, ma non c'è più bisogno della presenza di un notaio ai banchetti.

I materiali per la raccolta (moduli, volantini, depliant, fumetti ad hoc ecc...) sono in produzione.
L'inizio ufficiale della raccolta di firme è il 26 gennaio

Prima dell'inizio della raccolta, c'è un grande lavoro da fare a livello nazionale e locale, per la costituzione dei Comitati di Sostegno e per raccogliere adesioni.


05/01/2002 Un'e-mail per salvare Safya Condannata alla lapidazione in Nigeria
Si chiama Safya Husseini Tudu, ha 30 anni ed è nigeriana. Sul suo capo pesa una condanna terribile: la "morte per lapidazione", per aver concepito e messo al mondo un figlio fuori dal matrimonio. La spietata sentenza è stata emessa in applicazione della "Sharia", la legge islamica fondamentalista, notoriamente impietosa verso simili pratiche "immorali". Ora la storia di Safya è diventata un caso internazionale.
Moltissime sono le campagne di sensibilizzazione rivolte a rendere cosciente l'opinione pubblica e, soprattutto, a creare un movimento di pressione che spinga il governo dello stato nigeriano di Sokoto a intervenire per impedire l'esecuzione della sentenza. Tanto più che la donna sembrerebbe essere stata vittima di una violenza carnale, altra brutalità fortemente "in voga" e "tollerata" in alcuni paesi africani. L'uomo autore dello stupro è però stato assolto per insufficienza di prove: secondo le leggi nigeriane, infatti, per far valere un'accusa di violenza sessuale sono necessari almeno quattro testimoni; Safya ne aveva dalla sua troppo pochi, solo tre.

Appello al presidente nigeriano. Invia il seguente testo a questo indirizzo email embassy@nigerian.it
Dear President
We appeal to you with deep concern and distress, begging you to intervene to avoid that Safiya Hussaini Tungar-Tudu, mother of a still suckling baby, is put to death. Ms. Tungar-Tudu, convicted for adultery, has been condemned to be stoned to death by the Islamic Court of Gwadabawa, in the state of Sokoto. Your nation central authorities have the power and the duty of cancelling such a sentence. By the use of your own constitutional powers, also you could, dear President, through extreme instance, grant mercy. Capital punishment bars the way to the development of Human rights, the only mean to reach peace and justice among human beings in a tormented world.We oppose death penalty in all cases, but we submit to your attention Ms. Safiya Hussaini Tungar-Tudu's case with particular concern, because the crime for which she has been condemned, the kind of trial she has undergone, and the method chosen to put her to death add terrible aggravating factors to the capital punishment itself. In the confident hope of your authoritative intervention, we remain respectfully yours.

FIRMA


29/12/2001 Intervista a Beppe Grillo
Forse ha ragione Beppe Grillo, è facile manipolare le informazione per la stampa, questo è quello che ha detto nell'intervista ad "Avvenimenti", che siamo ben lieti di proporvi. Come nello spettacolo del 29 Agosto, in cui alcuni volontari della bottega erano presenti sul palco in rappresentanza del commercio equo e solidale (vedi l'urlo di Sucania n°2), lui non si è risparmiato nel fare i nomi e accuse precise, ma come ha detto nello spettacolo cagliaritano "è vero, il biglietto è caro, ma la metà di quello che pagate va ai miei avvocati" frase omessa nell'articolo scritto su un quotidiano locale che ha montato frasi qua e la dal suo monologo concludendo con la triste frase "col biglietto che pagate vivo da dio", dando un senso completamente diverso agli spettacoli che Grillo porta in giro per l'Italia. Leggi l'intervista