Sagra di S.EFISIO 1 maggio a Cagliari

La sagra del Redentore a Nuoro

L'ardia di Sedilo

Il matrimonio Selargino

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Scopri il folclore Sardo

S. EFISIO

A Cagliari e in tutta l’isola, il primo maggio è, per tradizione, il giorno di S. Efisio. Nel maggio del 1657 ebbe luogo la prima processione che portava il simulacro di Sant’Efisio dalla chiesetta di Stampace, un quartiere di Cagliari, fino a Nora. I cavalieri cavalcano da soli o portano in sella  le donne adornate di splendidi gioielli. Dietro i suonatori appare il Santo nel suo cocchio dorato. Il grosso della processione si scioglie nel viale "La Plaja" mentre il cocchio con il santo procede verso Nora accompagnato dai carabinieri, dai rappresentanti religiosi e da numero limitato di fedeli che devono adempiere ad un voto. La processione viene interrotta da molte soste: la prima nella chiesetta di Giorgino, dove il santo indossa vesti   più semplici, mentre il cocchio dorato viene sostituito con un carro di campagna. Giunto a Pula avviene il cambio delle consegne: l’Alter Nos affida il santo e la prosecuzione della festa al sindaco di Pula mentre il corradore di Cagliari consegna il cocchio a quello di Pula. Il giorno 3 maggio , nel pomeriggio, il santo riprende la strada del ritorno per giungere, il giorno dopo, alla sua chiesetta di Cagliari in attesa dei festeggiamenti dell’anno successivo.


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LA SAGRA DEL REDENTORE

Ogni anno Nuoro diventa, per una domenica,la capitale del folclore per una festa attesa ogni estate in tutta la Sardegna:la Sagra del Redentore che si sviluppa in due fasi, la prima nella penultima domenica di agosto, la seconda il 29 dello stesso mese.
Alla fine del secolo scorso, in occasione del giubileo sacerdotale di Papa Leone XIII, la chiesa Romana decise di far costruire venti monumenti a Cristo Redentore da erigere su venti monti d’Italia; uno in onore di papa Leone e dicianove quanti i secoli di cristianità.La statua giunse a Nuoro il 19 agosto del 1901 e il 29 dello stesso mese venne trasportata con un carro a buoi e collocata sul monte Bidda, contraffortedel Monte Ortobene.
Lasciata a sinistra la fonte Mercante, si giungealla piccola chiesa campestre della Madonna del Monte, meta di pellegrinaggi,e da qui, attraverso un breve sentiero, alla statua del Redentore.
Alla cerimonia inaugurale della statua, la mattina del 29, si radunò una moltitudine di oltre 3000 fedeli, data cheda all’ora coincide con la Festa del Redentore.
Migliaia di costumi, i migliori dell’isola, sfilano in corteo nelle principali strade cittadine, entusiasmando non solo i turisti ma tutti i sardi che assistono alla manifestazione, perché la sfilata del Redentore è, insieme alla Sagra di S. Efisio e alla Cavalcata Sarda, è una delle sagre più note e frequentate della Sardegna.
Il 29 la sagra vive la parte più sentita dalla comunità locale, quella religiosa. Una preghiera, un votoda assolvere, una grazia da chiedere, devozione autentica spingono i fedeli a salire il monte e ad accorrere ai piedi del Redentore per il tradizionale appuntamento religioso. Alle sei del mattino, con in testa una copia in legno della statua del Redentore, il corteo si muove dalla Cattedrale per giungere, intorno alle 8, in cima al Monte Ortobene dove verrà celebratala prima messa.

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S. Efisio in processione a Cagliari

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Il cocchio con il Santo giunti a Pula

 


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La statua del Redentore

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La sfilata in costumi
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Donne che sfilano in costume

L'ARDIA DI SEDILO

La festa culmina con l’Ardia, corsa di cavallini cui numero si cavalieri simulano una battaglia in ricordo dello scontro tra Massenzio e Costantino. IL 6 luglio, alle ore 18, un centinaio di cavalieri si radunano di fronte alla casa del Parroco. Qui avviene la consegna dellostendardo, "Sa Pandela", di colore giallo, al capo corsa, meglio conosciuto come "Pandela Matzore", valente cavaliere scelto dal Parroco nel rispetto dell’ordine cronologico di iscrizione in un registro gelosamente custodito in parrocchia e che ha il compito di guidare con maestria ed abilità la corsa e dovrà evitare di farsi superare dai cavalieri del seguito. In questo sarà coadiuvato da due cavalieri da lui scelti e che saranno rispettivamente la seconda Pandela, con lo stendardo di colore rosso, e la terza Pandela, con lo stendardo di colore bianco.Vi sono ancora altri tre cavalieri, in gergo "Sas Iscortas", che, scelti dalle Pandelas, avranno il compito di impedire ai cavalieri del seguitodi superare la Pandela Matzore. Ad un cenno del capo corsa i cavalieri si lanciano in una corsa sfrenata lungo la ripida discesa che immette nell’arco di San Costantino e risalgono il pendio che porta alla chiesa situata nell’altura di "Monte Isei". La seconda e la terza Pandela e lescorte usano le lance abbassate dei vessilli come bastoni per trattenere i cavalieri e impedire loro di superare il capo corsa.Una folla di circa cinquantamila persone assiste alla corsa, con ansia e trepidazione.I fucilieri sistemati ai bordi del percorso sparano migliaia di cartuccea salve preparate con polvere da sparo, sughero e crusca. I cavalli sfrecciano tra la folla, senza barriere di protezione. Solo i fucilieri, attraverso l’esperienza maturata negli anni, garantiscono che la corsa si svolga senza incidenti. I cavalieri, dopo aver partecipato alla messa celebrata subito dopo la corsa, si radunano e tutti insieme, quando ormai calano le tenebre,salgono al paese e ripercorrono a ritroso la strada fino alla casa parrocchiale con banda musicale, parroco e sindaco..

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La corsa dei cavalieri

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