Figlio del barone Luigi e di Chiara Lucifero, di nobile e antica famiglia calabrese,
Giovanni Barracco nacque a Isola Capo Rizzuto, presso Crotone, il 28 aprile del 1829. La
sua educazione venne dapprima affidata ad un sacerdote di origine albanese, che lo
introdusse alla conoscenza delle lingue classiche, per proseguire poi a Napoli, dove la
famiglia si sarebbe stabilmente trasferita alla morte del padre. A Napoli il giovane
Barracco frequentava le lezioni di filosofia di Bertrando Spaventa ma anche i circoli
brillanti della giovane nobiltą partenopea, approfondiva i suoi studi umanistici ma al
tempo stesso coltivava la sua passione per i cavalli di razza, di cui la famiglia
possedeva famosi esemplari. Nel 1848 prendeva parte ai moti rivoluzionari tra i liberali,
di cui era esponente il fratello maggiore Stanislao. Sempre agli anni napoletani risale la
sua amicizia con Ruggero Bonghi, Gaetano Filangieri, Leopoldo di Siracusa, fratello del re
ed appassionato archeologo, e con il di lui segretario, Giuseppe Fiorelli, che nel 1856
pubblicava i risultati degli scavi di Cuma. Mentre
nasceva e si sviluppava in Barracco linteresse per larcheologia, cresceva
anche il suo coinvolgimento negli avvenimenti politici del tempo: la sua famiglia
finanziava generosamente la spedizione di Garibaldi e nellottobre 1860 Giovanni
figura a Napoli tra i dirigenti del plebiscito e tra gli eletti al Consiglio comunale. Lo
stesso anno, quale deputato di Crotone ed esponente della destra storica, faceva il suo
ingresso alla Camera, dove rivestiva le cariche di questore e di vicepresidente. Nel 1869
rifiutava lofferta del Ministero degli Esteri e nel 1886 veniva nominato senatore.
Come questore del Senato, ruolo che coprirą fino alle dimissioni rassegnate nel 1904,
dirigeva i lavori di ristrutturazione di Palazzo Madama in collaborazione con
larchitetto Gaetano Koch.
Rifiutando un totale coinvolgimento nella carriera
politica, il Barracco aveva lasciato campo ai suoi molteplici interessi,
dallalpinismo (fu uno dei primi scalatori del Monte Bianco e del Monte Rosa, oltre
che tra i fondatori del Club Alpino Italiano) all'archeologia, passione questultima
che avrebbe avuto modo di sviluppare pienamente a partire dal suo trasferimento a Roma nel
1870.
Nella Capitale degli scavi, degli sventramenti e della
trasformazione urbanistica succeduta allUnitą, Barracco si legava di amicizia con i
maggiori archeologi e collezionisti del suo tempo, dallo Helbig al Lanciani, dallo
Schiapparelli al Pollak. Frequentava inoltre il circolo di studiosi che faceva capo
allIstituto Archeologico Germanico, di cui veniva ben presto nominato membro. Nel
1893, in collaborazione con Helblig, pubblicava il catalogo della straordinaria collezione
che intanto era riuscito ad allestire nella sua casa-museo di via del Corso, sia
acquistando a Roma che sul mercato estero. Sua intenzione, si legge nella premessa al
catalogo, era stata quella di raccogliere una significativa selezione di opere, tale per
qualitą e varietą da documentare lo sviluppo della scultura fiorita sulle sponde
mediterranee dallAntico Regno al basso Impero.
In questi stessi anni si manifesta nel collezionista la
volontą di donare la sua raccolta alla cittą di Roma. A questo scopo costruiva a sue
spese un museo sul terreno che nel 1902 il Comune gli aveva appositamente concesso in
unarea poi "sventrata" nel 1938. Il primo Museo Barracco di Scultura
Antica, opera dell'architetto Gaetano Koch, veniva inaugurato nel 1905 e fino alla morte,
sopraggiunta nel 1914, il Barracco continuava ad accrescerne ed ordinarne le raccolte. In
questa attivitą degli ultimi anni si avvaleva della collaborazione di Ludwig Pollak, che
lasciava, spegnendosi all'etą di ottantacinque anni, primo direttore onorario. |
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Ritratto
giovanile di
G.Barracco
Lo studio di Barracco
nella dimora di
Via del Corso 106
Ritratto senile
di G.Barracco durante un soggiorno a Sorrento
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