Nella sua vicenda ormai centenaria
la collezione Barracco di scultura antica ha conosciuto pił sedi, a partire dalla dimora
stessa del collezionista, che nel suo appartamento romano di via del Corso aveva allestito
quella che gią alla fine dellOttocento veniva considerata una delle maggiori
raccolte private di arte antica. Di questa casa-museo, nel tempo mčta di mercanti,
studiosi di fama e aristocratici di diversa lingua e cultura, resta oggi una serie di
immagini, a memoria di un singolare e irripetibile incontro di passione colta e cronaca
privata, valori artistici e atmosfere intimamente legate al tempo e alla personalitą del
collezionista.
Alla fine dellOttocento
maturava in Giovanni Barracco la decisione di donare la sua raccolta alla cittą di Roma.
Nel 1902 il progetto si realizzava grazie alla concessione, da parte
dellAmministrazione capitolina, di un terreno edificabile nei pressi di San Giovanni
dei Fiorentini "formante un piccolo isolato fra corso Vittorio Emanuele, via del
Consolato e via Paola". Su questo terreno veniva edificato ed ultimato nel 1905 il
primo Museo Barracco di Scultura Antica. Si trattava di un edificio di modeste dimensioni
nello stile di un tempietto ionico, scelta ispirata dal Barracco e progetto di Gaetano
Koch, uno degli architetti pił noti dellepoca e autore di alcune tra le principali
opere di Roma capitale. Larchitetto e il collezionista, gią collaboratori per il restauro
della sede del Senato in Palazzo Madama, davano vita nel nuovo edificio ad unopera
originale sia nel panorama della cittą contemporanea che nella stessa produzione del
Koch. Variamente giudicato negli anni, il primo Museo Barracco costituisce oggi
unopera da rivalutare, inutilmente vittima di un Piano Regolatore, quello del 1931,
che ne prevedeva la demolizione per il passaggio della strada che avrebbe congiunto Corso
Vittorio al nuovo ponte Principe Amedeo. A nulla valsero le opposizioni di molti, tra cui
i discendenti del Barracco e dellarcheologo Ludovico Pollak, che tanto aveva fatto
per la collezione e che del Museo era stato il primo direttore onorario. Nel 1938 il museo
del Koch veniva sacrificato alle esigenze della nuova viabilitą e gli elementi
architettonici recuperati venivano trasferiti presso lAntiquarium comunale.
Scompariva in questo modo un museo che aveva rappresentato un momento di modernitą nel
panorama romano, una realizzazione ispirata a criteri avanzati di museologia, soprattutto
nella scelta di unilluminazione pensata per esaltare le forme scultoree. Un luogo di
studio accogliente, dotato di una scelta biblioteca e del primo impianto di riscaldamento
mai realizzato in un museo italiano.
Demolito il tempietto del Koch, le
sculture venivano trasferite nei magazzini dei Musei Capitolini, dove sarebbero rimaste
durante gli anni del secondo conflitto mondiale. Nel 1947 la collezione veniva trasportata
e riallestita, a cura di Carlo Pietrangeli, nei locali del Palazzetto Le Roy, per
loccasione riadattati con nuove intonacature e lo spostamento di alcuni tramezzi.
Negli anni Ottanta iniziavano i lavori per un radicale adeguamento delledificio Le
Roy alla sua nuova destinazione e per un nuovo allestimento della collezione, poi curato
dall'attuale direzione. Nel 1991 il Museo Barracco veniva riaperto nella sua definitiva
sistemazione.
|
|
Casa
Barracco in Via del Corso:
Il Salotto
Il primo Museo Barracco
progettato da G.Koch
Interno del primo Museo
Barracco
Interno del primo Museo
Barracco
Il museo Barracco in Palazzo Le
Roy. L'allestimento creato da C.Pietrangeli
L'attuale allestimento |