I L   G I O R N A L E    d i    G U A S I L A





I BAMBINI CI INTERROGANO SULL'AMBIENTE

Il problema ambientale di Monte Sebera, con i continui confronti e i sempre più marcati interrogativi che la popolazione locale si pone, non lascia indifferente quella fascia di età che un domani dovrà convivere con i problemi che creiamo noi oggi. Parliamo naturalmente dei bambini, dei nostri concittadini in tenera età, e degli stessi ragazzi, forse ancora distratti da altri aspetti più consoni alla loro adolescenza. La tematica ambientale, nei suoi elementi positivi, del resto era stata sempre presentata loro come basilare e insostituibile. Vedi le tanto attese feste degli alberi, prima, e dell'ambiente in un secondo momento, con cui le scuole, ma anche le famiglie e, con esse, gli adulti, venivano coinvolte anche materialmente, perché i bambini (e anche gli adulti) hanno necessità di cose concrete. Una semplice penna o un adesivo, un libro e una borsa di studio, e soprattutto l'alberello da piantare (si badi bene che c'è anche una legge che ce lo obbliga!!) costituivano comunque un appuntamento importante. E i bambini non deludevano mai. I loro elaborati riuscivano sempre a interrogare i grandi: un albero rinsecchito da un incendio, un pozzo avvelenato, un ruscello soffocato dalle zolle, e così via. Gli spunti, purtroppo, non sono mai mancati loro. Infatti, di incendi ce ne sono di anno in anno, di inquinamento di pozzi e di falde acquifere idem. Quel che è mancato è stato l'impegno preso dai grandi in ogni edizione di tale festa, come individuare aree da rimboschire ed effettivamente rimboschirle. E' mancato anche l'impegno a proseguire le stesse feste (forse sono ritenute superflue?), non più proposte da un po'di tempo a questa parte. Tutto ciò ha portato i bambini a seguire con molta attenzione quanto è avvenuto nei mesi scorsi, con il formarsi di un Comitato per la salvaguardia della salute e l'integrità del territorio, gli interventi presso la stampa locale e i mezzi televisivi. Nella scuola elementare è stato avviato, pertanto, un progetto che vuole ricollegarsi alle feste citate e che dovrebbe consentire ai bambini di avere un loro alberello da piantare e a cui dare il proprio nome. Si tratta di una iniziativa che è stata già sperimentata anni addietro, ma limitata a sole due classi. Ora si vuole estendere tale iniziativa a tutte le classi della scuola. Per questo sono state richieste circa 120 alberelli della macchia mediterranea e si è individuato il periodo per metterle a dimora. Per fare questo il progetto prevede la collaborazione del Comune e di tutti gli adulti. Tutti i bambini e gli insegnanti convengono sul fatto che una vera risposta al problema dell'ambiente cominci con il mettere a dimora gli alberi stessi, veri interpreti del paesaggio e agenti salubri. Poi si potrà aprire anche una riflessione, che è quella di evitare la sporadicità, magari con un'attenta programmazione ambientale, che potrebbe coinvolgere la stessa cittadinanza, a cominciare dai bambini. La difesa del territorio non può esulare da un intervento risanatore di uno scempio perpetrato negli anni, con l'estirpazione del verde, senza una minima preoccupazione di ripristinarlo nei luoghi, nei tempi e nei modi dovuti. Il progetto vuole cominciare proprio da qui, dal ripiantare gli alberelli e, questa volta, custodirli e aiutarli nella crescita. Un compito affidato ai bambini, ma che necessita di tutta la buona volontà degli adulti.

Andrea Melas




il Punto…

I NUOVI CONQUISTATORI!


Cosa c'era dietro quelle "sparate" di Renato Soru ascoltate in un caldissimo pomeriggio d'estate, subito dopo le indiscrezioni della scesa in campo (politico) dell'ideatore di Tiscali? Ricordate, a senso, dei coltelli sardi che sono prodotti a Roma, dell'acqua minerale sarda e dei cibi nostrani a cui si preferiscono quelli di altre regioni? Soru si interrogava anche su ciò che fanno i Sardi, scoprendo che fanno una cosa "diversa" da quella che dovrebbe essere la vocazione naturale, cioè i camerieri! La conclusione sua era di fare in modo che coltelli, acqua e cibi sardi vengano prodotti e consumati nella nostra amata Isola e non altrove. A chi non sia rimasto molto attento, data la calura accentuatissima dell'estate scorsa, proveremo ora a dirgli qualcosa noi. Il primo bersaglio era un certo Tom Barrack, il finanziere americano che di recente ha comprato la Costa Smeralda, sborsando la bellezza di 315 milioni di euro, con i quali è diventato proprietario dei terreni e degli alberghi già di proprietà di un conosciutissimo Agha Khan. Come uomo di fiducia del Barrack, nel Consorzio per la Costa Smeralda controlla tutto l'avvocato cagliaritano Renzo Persico. E' stato lui, a quel che si dice, a presentare "l'affare" al finanziere californiano, presentando la Sardegna come un ottimo posto per il business. Nei meandri della politica si dice ci sia stata una mezza rivoluzione per consentire l'ingresso nel detto campo a Barrack, facendo in modo che altre cordate, compresa una tutta sarda, rimanessero sbaragliate. Dietro le polemiche, ora sopite, legate all'iniziativa del citato principe Agha Khan, che non contento di una Cosata Smeralda ne voleva costruire un'altra Turchese, negli ultimi anni si è verificato un altro assalto. L'Eccleston vorrebbe costruire una pista di Formula 1 ad Arzachena, con un ippodromo e un campo da polo. Nella meridionale Villasimius si voleva costruire un hotel di 1200 posti (ma pare che il progetto sia stato già bocciato dalla Sovrintendenza alle Belle Arti prima e dal Consiglio di Stato poi) e in un'altra area di 50 ettari si vorrebbe costruire un campo da golf. Una iniziativa che fa capo all'editore de "L'Unione Sarda" Sergio Zuncheddu e a Salvatore Ligresti, che già gestisce in quel territorio il Tank Villane. Un campo da golf è già stato realizzato nell'area oristanese dall'imprenditore italo-svizzero Piero Pello. Un altro campo da golf ancora è stato realizzato dagli imprenditori libanesi, Edmond ed Eduard Baraoudi, nella costa algherese. E' stato questo a spingere Renato Soru alla riscossa, a fare le sue "sparate", tentando di svegliare i Sardi camerieri, che proprio non riuscivano a scrollarsi di dosso la pennichella, dovuta all'afa estiva. Chissà come si svilupperanno le cose. Certo che d'ora in poi tutti quanti gli isolani non potranno lamentarsi riguardo al tempo libero. Con tutti gli ettari di campi da golf non ci si potrà annoiare di sicuro.

Andrea Melas




Sull'estrazione della Sardinia Gold Minino

I VELENI CI SONO,

MA…TRANQUILLIZATEVI!


Dopo che il Comitato per la salvaguardia della salute e l'integrità del territorio ha sollevato il problema della presenza dell'attività mineraria a Santu miali e organizzato diverse iniziative pubbliche, tra cui la partecipatissima assemblea popolare di fine luglio a Guasila, i media locali (TV e stampa) riparlano della vicenda. E ne parlano a modo loro come al solito. Come al solito, infatti, i problemi reali scompaiono deietro l'inchiostro, le parole e le immagini dei servizi giornalistici, sempre intenti a tranquillizzare forzatamente le persone in modo da presentare un sociale tutto sommato vivibile e infine accettabile. Tale gioco viene ripetuto anche quando si tratta della salute della comunità. Ciò che in effetti conta di più, per i media e le istituzioni direttamente coinvolte in situazioni come quelle relative all'attività mineraria di Santu Miali, è di non mettere assolutamente in discussione l'esistente. In primo luogo, per tutti quei signori, vi sono gli interessi materiali e politici che vi stanno dietro tali attività. Per le comunità si tira fuori, al solito, la vicenda del presunto benessere, dei presunti occupati, della presunta ricchezza…di cui non si vede manco l'ombra. E ci tranquillizzano….svolgendo il ruolo di megafoni di personalità e istituzioni che sono direttamente e indirettamente responsabili di quanto accade nella miniera di Furti. Non solo, ma, prendendoci tutti per i fondelli, riducono il reale problema dell'inquinamento in "problema cianuro". Ed è questo un imbroglio che il Comitato ha già ampiamente denunciato nel Dossier sistematicamente distribuito a Guasila e nei dintorni. Ci tranquillizza la d.ssa Cidu, del Dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Cagliari, incaricata dalla Sardinia Gold Minino di effettuare i prelievi settimanali dei veleni dal laghetto degli sterili; e pare che vogliano tranquillizzarci gli amministratori di Guasila, che ancora non valutano pericolo reale quanto accade nella concessione mineraria. Ora, il reale problema che solleva il Comitato NON E' AFFATTO SOLO IL PROBLEMA CIANURO E NON E' NEPPURE ESCLUSIVAMENTE IL PROBLEMA DEI LAGHETTI DEGLI STERILI E DEGLI INERTI. IL PROBLEMA E' BEN PIU' COMPLESSIVO. E parte dagli imbrogli che vi sono a monte dell'attività estrattiva. In primo luogo lo stesso processo di estrazione mineraria, con il formarsi del drenaggio acido, con l'accumularsi di metalli pesanti in tutta l'area, con l'emergere di metalli pericolosissimi per la salute umana e non solo (come ad esempio il piombo, il rame e l'arsenico; ma vene sono a decine d'altri), che non sono affatto contenuti solo nelle acque dei "laghetti". In secondo luogo vi è da dire che non esistendo affatto alcun materiale del tutto impermeabile, è conseguente che le vasche degli inerti così come i laghetti degli sterili sono soggetti a perdite di tutti i veleni che contengono. La d.ssa Cidu e tutti gli altri scienziati questo la sanno benissimo, ma vogliono tranquillizzarci ugualmente affermando che le "perdite" vengono ripompate nei laghetti. Ciò che non si chiedono affatto è dove vanno a finire tutti i cumuli di metalli pesanti che essi stessi hanno riscontrato nell'intera area di lavorazione mineraria. Non solo, ma non dicono neppure, così come in merito tacciono, sia le amministrazioni pubbliche che gli esimi scienziati cagliaritani, chi e con quali soldi e metodi scientifici risanerà l'intera area dopo che la S.G.M. avrà fatto i propri interessi. Il Comitato per la salvaguardia della salute e l'integrità del territorio non può accontentarsi delle chiacchiere giornalistiche, né delle pillole tranquillizzanti di amministrazioni distratte o interessate all'attività della S.G.M. Così come non si accontenta delle dichiarazioni contraddittorie di scienziati per altro pagati dal diretto responsabile dell'inquinamento. Ricordiamo alla popolazione che il Comitato ha trovato la propria sede, e vi si riunisce ogni mercoledì, dalle ore 19,30, presso i locali dell'Arci, in VIA SERRENTI n. 17 a GUASILA. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare alle riunioni e, per chi fosse interessato, ricordiamo che sono a disposizione i moduli di adesione al Comitato.

Comitato per la salvaguardia della salute e l'integrità del territorio.






IL PALIO DEI VICINATI A SU PARDU SIDDU

(TRA UNA POLEMICA E UN'ALTRA).

Le gare sono state belle e combattute, in quel pomeriggio settembrino, ma la gente ha disertato l'appuntamento. Viene da chiedersi: come mai? Eppure si trattava di un appuntamento con lo sport che la fa da padrone per tutta l'estate sarda, quello delle gare ippiche, de is cursas che costituiscono da sempre un aspetto importante delle feste dei Sardi e in particolare dei Guasilesi, che da diciassette anni organizzano un Palio conosciuto nell'Isola e di grande efficacia nello spettacolo. Una risposta è quella che hanno dato diversi "capitani" dei vicinati, interessati appunto alla manifestazione. Non sono piaciuti loro tempi e modi dell'organizzazione. Come risaputo (comparve anche in questo giornale) il Palio dei Vicinati, classica sfida tra i sette vicinati guasilesi (Sa Serra, Pardu Siddu, Funtana Idda, Funtana Onnis, Sagrestanus, Paiòu e Giraniedda) era inserita fino a quest'anno nel Palio di Santa Maria e ne costituiva una festa nella festa. Quest'anno l'Associazione Ippica Guasilese ha voluto che si corresse nel mese di settembre, in occasione dell'altra grande festa del Rimedio (poi slittata ancora di una settimana). Una decisione che aveva le sue motivazioni in primo luogo nel dare spazio alla manifestazione stessa, soffocata secondo alcuni dal Palio di Santa Maria, e in secondo luogo dalla presenza di ottimi cavalli, che avrebbero garantito una gara ottimale. Tali motivazioni, però, non hanno convinto i responsabili di alcuni vicinati. Per lo scarso loro coinvolgimento e per essersi trovati sul fatto compiuto. Come dire: era già tutto deciso! Al di là delle posizioni degli uni e degli altri, rimane, comunque, l'interrogativo sulla mancata partecipazione della gente. Un interrogativo a cui l'A.I.G. dovrà dare risposta per valutare se ricollocare il Palio dei Vicinati nel pomeriggio dell'Assunta o se tentare ancora la nuova strada. Tra i due litiganti a godere è il vicinato de Su Pardu Siddu, laureatosi per la prima volta campione, con relativa iscrizione all'Albo d'Oro della manifestazione. Ma, questo, capitani pemettendo!

Andrea Melas










Mensile di politica, attualità, cronaca, sport, commenti, opinioni del territorio della Trexenta comprendente i Comuni di Senorbì, Selegas, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Barrali, Sant'Andrea Frius, San Basilio, Siurgus Donigala, Mandas, Gesico, Suelli.

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Franco Cocco

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